Capitolo 31: Cena romantica

156 5 2
                                    


Quando si svegliò il mattino dopo trovò accanto a lei sul lenzuolo il portafoto che le aveva regalato Shuichi.

La notte prima, dopo essere tornata a casa, si era preparata per andare a letto e appena entrata in camera l'occhio le era immediatamente caduto sul portafoto che aveva lasciato sul comodino prima di andare al club da Clay. Si era coricata a letto riguardando quelle foto e alla fine si era addormentata stringendolo a sé. Anche se le paure e i dubbi non erano svaniti nel nulla, era comunque felice di aver fatto finalmente un passo avanti con Shuichi.

Come ogni mattina, quando giunse in ufficio lo trovò già seduto alla sua scrivania. Quando i loro sguardi si incrociarono, entrambi sorrisero.

- Hai dormito bene?- le chiese, non appena si fu seduta alla scrivania.

- Sì, anche se non avrei disdegnato qualche ora di sonno in più-

Shuichi si alzò dalla sedia e si avvicinò maggiormente alla sua scrivania, ci si sedette sopra tirando su una gamba e lasciando l'altra ben salda a terra, poi le allungò dei fogli dicendo che erano altre informazioni importanti che aveva trovato sul caso che stavano seguendo. Lei si mise a leggerli, anche se la sua presenza a così pochi centimetri la metteva in imbarazzo dopo gli abbracci che si erano dati la sera prima. Non fece in tempo a terminare neppure le prima dieci righe, poiché lui le prese delicatamente la mano per farle capire che non voleva che li leggesse in quel momento. Si girò verso di lui con le guance rosse e lo guardò negli occhi: in tutta risposta Shuichi continuò a fissarla e a tenerle la mano. Non c'era nessuno nei paraggi, ecco perché si stava sbilanciando così tanto nonostante si trovassero sul posto di lavoro.

- Shu...- riuscì solo a dire.

- Ci hai pensato?-

- A cosa?-

- Al mio invito ad uscire-

Non ci aveva pensato a dire il vero, aveva solo dormito e basta. Tuttavia non aveva alcun bisogno di sprecare notti insonni a porsi la domanda: anche se una parte di lei avrebbe voluto dirgli di andarsene al diavolo, il suo cuore le diceva che doveva assolutamente accettare quell'invito che aveva desiderato per sei anni.

-È da un po' che ho voglia di un gelato, stasera dopo cena volevo andare a prenderne uno. So che non sei amante del gelato ma se vuoi possiamo andarci insieme- distolse lo sguardo imbarazzata.

Lui ci pensò su per un po', come se stesse rimuginando o pianificando qualcosa, poi le rispose.

- Ti spiace se ci andiamo nel week end? Vorrei portarti in una gelateria in particolare e dopo fare un'altra cosa, ma siccome potremmo fare tardi non voglio farlo nei giorni in cui dobbiamo lavorare il mattino dopo. Però se vuoi stasera possiamo fare altro-

- Per il gelato nel week end va bene ma stasera non mi va di fare tardi di nuovo, ho bisogno di dormire- si lamentò.

- Possiamo andare a cena e poi ti riaccompagno subito a casa- propose.

- E se cenassimo direttamente a casa?-

- Per me va bene. Da me o da te?-

- Possiamo fare da me ma non ho molto in casa, quindi ordiamo qualcosa da asporto-

- No, non serve. Faccio un po' di spesa lungo la strada verso casa tua e cucino qualcosa-

- Ci hai preso gusto vedo-

- Si risparmia e almeno sai cosa mangi-

- Non lo so se mi posso fidare- ironizzò.

- Tranquilla, se volessi ucciderti ti inviterei di notte in un parco nel Queens a vedere uno sciame meteorico. Avvelenare il cibo è troppo banale- stette al gioco, alzandosi dalla scrivania e tornando a sedersi alla sua.

Tomorrow (I'm with you)Where stories live. Discover now