Capitolo 46: Riunione di famiglia

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Appena l'aereo aveva toccato con le ruote la pista e la voce metallica aveva annunciato l'arrivo a destinazione era stato come tornare a casa, anche se la loro casa in realtà era un'altra. Era trascorso un anno dall'ultima volta che erano stati in Giappone e probabilmente molte cose le avrebbero trovate diverse: in un paese così moderno e frenetico tutto cambia da un giorno all'altro, senza nemmeno avere il tempo di accorgersene. Una cosa però era rimasta la stessa: il numero infinito di persone che transitavano all'aeroporto di Tokyo. Avevano rischiato di perdersi nella folla mentre cercavano di recuperare i propri bagagli.
Ad attenderli ci sarebbero dovuti essere il Dottor Agasa (che si era gentilmente offerto di dar loro un passaggio in auto per evitargli il taxi) e Shiho, che non vedeva l'ora di rivederla, ma individuarli in mezzo a tutta quella confusione era un'impresa. Avrebbero alloggiato alla villa dei Kudo anziché in hotel, Shinichi aveva insistito per ospitarli, probabilmente non vedeva l'ora di confrontarsi con Shuichi su qualche caso.
Si incamminarono in mezzo alla folla trascinando le valigie e dirigendosi verso l'uscita, dove con ogni probabilità il Dottore e Shiho li stavano aspettando. Una volta varcata la porta a vetri automatica, riconobbero subito il Maggiolino giallo parcheggiato poco distante e due figure che li salutavano.
Sorrise e inspirò l'aria di Tokyo, di certo non sana ma che in quel momento la riempì di gioia. Amava quel posto, in altre circostanze avrebbe anche potuto valutare di restarsene lì a vita.
Non appena raggiunsero l'auto lasciò la valigia e allargò le braccia sorridendo alla ragazza ramata, che in tutta risposta l'abbracciò forte sotto lo sguardo sorridente del suo ormai tutore.

- Ah, quanto mi sei mancata, tesoro!- le disse, coccolandosela un po'.

- Anche tu- le rispose.

- Sei diventata ancora più grande e bella- le prese il viso fra le mani, facendola sorridere.

Nel frattempo il Dottor Agasa e Shuichi si salutarono e scambiarono quattro chiacchiere mentre caricavano le valigie nel baule del Maggiolino. Poi anche lei si staccò da Shiho per salutare lo scienziato e dare modo ai due cugini di parlarsi a quattr'occhi dopo tanto tempo.

- Alla fine ce l'hai fatta a darti una mossa- lo punzecchiò la ragazza.

- Mi aspettavo un'accoglienza più calorosa dopo così tanto tempo- replicò lui.

- Ma sentitelo! Cosa vuoi, che lanci i coriandoli perché hai tolto di mezzo Clay?-

- Pensavo facessi il tifo per lui-

- Oh, per un po' l'ho fatto-

- Sono contento anche io di rivederti, Principessa- le disse infine, scompigliandole i capelli con una mano e facendole assumere un'espressione imbronciata ma arrossata.

Quella scena le scaldò il cuore, era bello vederli andare finalmente d'accordo e vedere Shuichi aprirsi in quel modo. Sapeva che non avrebbe mai cancellato del tutto il senso di colpa che provava nei confronti di quella ragazzina per quanto era successo alla sorella, ma quell'affetto era dettato da qualcosa di molto più grande dei rimorsi. Shiho era parte della sua famiglia e per Shu la famiglia aveva un'importanza enorme. Aveva trascorso più di diciassette anni della sua vita a cercare giustizia per suo padre, per sua madre, per tutti loro.

- Ma Cool Guy non è venuto con voi?- chiese, notando l'assenza del ragazzo.

- No, oggi c'è scuola- rispose Shiho.

- Che peccato, pensavo che sarebbe venuto anche lui considerando che dobbiamo andare a casa sua a depositare i bagagli-

- Ci ha lasciato la chiave, tornerà nel tardo pomeriggio. Sei tornata solo per lui, dì la verità- la prese sul personale la ragazza.

Tomorrow (I'm with you)Onde histórias criam vida. Descubra agora