Capitolo 7: Sospetti

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Sfogliava e risfogliava quei fascicoli e documenti ormai da un paio d'ore, cercando di imprimerli nella sua mente e di ricordare ogni singolo dettaglio che sarebbe potuto tornarle utile quando si sarebbe svolto il processo. Più leggeva e più si rendeva conto di quanto male avesse fatto quella donna, non solo a lei ma a tante altre persone. Come si poteva distruggere le vite degli altri e non provare rimorso o disgusto nel farlo? Come riusciva Chris Vineyard a guardarsi allo specchio ogni mattina senza essere disgustata da se stessa? A volte essere belli fuori non implica esserlo anche dentro, l'esteriorità è solo una facciata che nasconde ciò che davvero siamo. E vermouth era un mostro.
Alzò gli occhi dal foglio che stringeva fra le mani, guardando fuori dalla finestra nella speranza di distrarsi per qualche minuto da un lavoro che cominciava a diventare troppo pesante. Ma invece degli alberi e del cielo sereno di quella giornata, vide solo fiamme che inghiottivano senza pietà una grande casa trasformata in un cumulo di cenere e detriti. In mezzo a quella cenere, anche quella del corpo di suo padre, dispersa per sempre senza poter avere una degna sepoltura. Ancora oggi, dopo tanti anni, faceva male come quel giorno. Non aveva sentito le fiamme bruciare il suo corpo come Vermouth avrebbe voluto, ma quel bruciore le aveva avvolto il cuore come una morsa per i successivi vent'anni. Quello non aveva mai smesso di bruciare, a differenza della sua casa.
Assorta in quegli amari ricordi, non si accorse della persona che era appena entrata nella stanza e che stava osservando alle sue spalle le carte abbandonate sulla scrivania.

- Ho saputo del processo...Tutto a posto?-

Fece un balzo sulla sedia, colta alla sprovvista da quella voce profonda ma al tempo stesso familiare. Si girò di scatto, tornando al mondo reale.

- Shu, sei tu...Non ti avevo sentito entrare- ammise, togliendosi gli occhiali e stringendosi il setto nasale chiudendo gli occhi, nel tentativo sia di riposare la vista sia di cancellare i brutti pensieri - Te lo ha detto James? Del processo intendo-

- Sì, me lo ha detto ieri, ma in realtà ha solo confermato un sospetto che avevo da qualche giorno- si appoggiò alla scrivania di spalle, incrociando le braccia.

- Un sospetto?-

- Ho notato che eri un po' preoccupata negli ultimi giorni e non era difficile intuire dalla tua espressione che qualcosa non andava- spiegò con naturalezza.

Rimase sorpresa da quella confessione, considerando che in quei giorni era stato lui fra i due quello più preoccupato e assorto nei suoi pensieri. Non si aspettava affatto che fosse riuscito a notare il suo malessere così assorto com'era nelle sue questioni personali. Si era sempre chiesta come riuscisse a non restare mai completamente distaccato dalla realtà che lo circondava, anche quando le sue preoccupazioni lo assalivano. Lei non si era nemmeno accorta che fosse entrato prima, mentre lui aveva addirittura notato il suo cambio di umore, benché avesse cercato di mascherarlo. Tuttavia decise di non specificare che la sua preoccupazione era rivolta più a lui che al processo, poiché questo significava esporsi troppo e non era né il momento né il luogo adatto per farlo. Uscirsene con una frase del tipo "ero preoccupata per te, ti ho visto pensieroso e volevo tanto stare al tuo fianco per sostenerti" equivaleva a beccarsi l'ennesimo pugno nello stomaco quando avrebbe sentito la risposta che ne sarebbe derivata.

- Grazie di esserti preoccupato- rispose semplicemente, con le gote arrossate.

In risposta, l'uomo dagli occhi verdi le rivolse un sorriso abbozzato ma sincero.

- Tranquilla, andrà tutto bene. Le cose si stanno sistemando e anche questa andrà come deve andare-

- E tu da quando sei così ottimista e di buon umore?- scherzò, apprezzando però le parole del compagno.

Tomorrow (I'm with you)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora