Pt 20

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flashback

sto impazzendo, inizio a sfregare le mani sule gambe, a passarle tra i capelli con fare frustato e ansiosio.
sono sono seduta sul pavimento del bagno la testa mi scoppia per via dei pensieri, per via delle cosa che la mia testa non può evitare di elaborare, o forse per via dello sforzo nel trattenere il pianto, un pianto che ti libera, che stanca, che ti sfinisce, che ti consuma, ma che non ti soddisfa.
sentivo che la voce voleva riaffiorare, per poter liberarsi e uscire dalle mie labbra bagnate dalle lacrime
Lacrime pesanti e amare, lacrime che erano state trattenute e ritenute non necessarie.
"non serve piangere, c'è chi sta peggio, tutti hanno i loto problemi" questo mi ripetevo, cercando di sminuire le mie emozioni e il mio stato d'animo

io sto male

sto male perché il panico mi sale alla gola, le lacrime affiorano, il corpo trema, le gambe cedono e la testa scoppia.

si è vero ognuno ha i propri problemi, ma anche io ho i miei

il pavimento aveva assunto ľaspetto di un materasso, ero un tutt'uno con esso, rannicchiata a terra mentre i palmi delle mani cercavano una via d'uscita strisciando con pressione e violenza sui muri, sulla porta.

Basta basta basta basta basta basta basta basta basta basta basta basta basta basta.

volevo che tutto finisse, volevo poter avere il potere che tutto avesse una fine.






mi svegliai di soprassalto quando un'infermiera mi appoggio la mano sulla spalla

<< signorina le devo chiedere alcuni dati...>>

mi sistemai bene sulla sedia e rivolsi ľattenzione alľinfermiera dopo aver rivolto una veloce occhiata alla nonna

passai i seguenti 20 minuti a rispondere a domandi personali, sperando di capire effettivamente bene ciò che mi veniva chiesto.

mancavano 2 settimane al rientro in formula 1 e io speravo egoisticamente che la nonna si fosse ripresa in tempo.
la guardai dormire nel letto d'ospedale prima di alzarmi dalla poltrona per dirigermi verso il bar per prendermi un cappuccino.

mentre camminavo per i corridoi mi sistemai velocemente i vestiti e pettinai i capelli con le dita, prima di giungere al bar il sole caldo che entrava dalle vetrate batteva forte sui vetri e io rallentai un attimo per assorbire un po di calore, era estate, eppure ľospedale era mantenuto freddo gelido.

mentre aspettavo la mia bevanda presi il telefono e ovviamente vidi la chat con il pilota da cui ero scappata poche ore prima.

- ania, sono preoccupato, appena te la senti richiamami perfavore.

- hai dimenticato qui un tuo anello, lo coservo io tranquilla

lui era stato sempre carino eppure ľeppisodio di Monaco non riuscivo a farlo uscire dalla mia testa.

risposi semplicemente con un grazie  non volevo né essere infantile, né troppo carina, non ne avevo voglia, e non ne avrei tratto beneficio.

era una cosa che avevo imparato a mie spese, ľamore che dai, e che hai bisogno di esprimere la maggior parte delle volte non torna in dietro.
le persone a cui ti affezioni e le quali sono il tuo punto di riferimento, per quanto sembra ti voglino bene, non è detto che lo facciano, quindi è bene amare, ma mai dimenticandosi che noi siamo completi senza tutto questo.
gli amici vanno e forse vengono
i fidanzati anche
la famiglia a volte non c'è neanche mai stata
ľunica  osa che ti rimane, sei tu.

era passata una settimana  dopo 3 giorni in ospedale avevano rimesso la mia abuelita ed ora eravamo entrambe a casa mentre chiamavo mezza Argentina per trovare una buona badante e nonostante la nonna non volesse, io sarei ripartita tra 13 giorni e lei non sarebbe dovuta rimanere sola.

<< mi amor??>>

<<dimmi abuelita>>

<<ti vedo pensierosa, è successo qualcosa>>

<<no, che mai sarebbe dovuto succedere>>

<<mentirosa...>> mi criticava pure

<<ľunica bugiarda qui sei tu che quando ti chiamavo dicevi di stare bene>>

<<che?>> e ora fa anche finta di non capire ľitaliano  incredibile

<<è per mamma e papà??>>

<<no abuelita, io loro non li sento più, sono lontani, ora non mi fanno più stare  male >>

<<Oh Anastasia, i problemi non scompaiono, soprattutto non allontanandosi, scappare dalle situazioni non ti aiuta>>

<<io non ho problemi, ho solo questioni.>>

<< e una di queste è Lando?>>

<< cooooooosaaaaaaa, abuelita smettila dai lando è solo lando>>

<<mentirosa>>

Io amavo lando, ma ovviamente non in quel senso, proprio perché è ľunica persona il 23 anni di vita che nonostante i suoi mille impegni mi ha fatta sentire importante, di valore, giusta, bella, adeguata, viva, ricambiando incondizionatamente il mio affetto e amore.

Questione di eventi. -Charles Leclerc Where stories live. Discover now