Pt 19

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<<Ania?? che succedede>>

mi era salito il sangue al cervello, avevo le gambe che mi tremavano, e il respiro accelerato, nonostante la brezza fresca della notte mi ossigenata a pieno i polmoni, avevo lo sguardo perso intento a guardare ľorizzonte aspettando di poggiare piede a terra il prima possibile.
oh mia abuelita...

<<devo partire subito charles, nulla di che>>

<< se devi partire subito non è nulla di che>>

non c'era momento peggiore per preoccuparmi della nonna, voglio dire, avevo allontanato Ale, finalmente il mio periodo buio stava passando, nonostante le ricadute, Lando e io trascorrevamo tempo insieme, avevo ottenuto un lavoro bellissimo  e ora avrei solo voluto che a completare tutto ci fosse stata la mia abuelita a tifare per me

<< io vengo con te se vuoi? Ania puoi dirmelo, che succede>>

<<nulla charles, grazie per... tutto >>

ero così felice per trascorrere una vacanza vera e propria, con un amico, con un collega, con qualcuno che mi faceva stare bene, eppure il nostro ultimo discorso era riuscito a demoralizzarmi.
Cioè, voglio dire, sembrò davvere così vulnerabile?
e poi LANDO, perché ha dovuto tirare in mezzo lando.
Conoscendo Charles penso che non volesse davvero dirlo, o almeno lo spero.
sarà la mia aria da ragazza con gli occhioni, ordinata, non troppo alta, ne magra ne in carne, a darmi questo aspetto da ragazzina che necessita di aiuto? o forse saranno i capelli castano chiari le lentiggini e il modo che ho di sorridere??
Ovviamente presi il primo volo e atterrai "subito" in Argentina.
Era vero il volo in sé non era durato molto se non fosse per il fatto che il tempo non passava più.

Nel frattempo scrissi a lando e lo aggiormai, ovviamente tralasciai il trascorso von charles, gli dissi semplicemente che mi aveva invitato a Monaco e neanche il tempo di arrivare mi avevano già chiamata dall'ospedale.

Lando aveva conosciuto la Nonna circa sei anni fa, eravamo solo ragazzini, avevamo 16 anni e la nonna era venuta in Inghilterra solo per aiutare mamma e papà per il divorzio, o meglio era venuta a farmi da famiglia.

Abuelita crede che io sia innamorata di Lan da quando ero piccola, ma ovviamente non è così, eppure lei ne è sempre  convinta

Ľospedale odorava di ospedale
la luce era cupa
le pareti erano colorate, nonostante numerose crepe.
le luci neon erano fredde, e facevano intermittenza.

non mi erano mai piaciuti gli ospedali, soprattutto dopo esserci arrivata dento numerose volte, tutte le volte che svenivo per non aver mangiato, tutte le flebo che mi avevano fatto, tutte le volte che andarci mi sembrava ľunico modo per uscirne...

Arrivai sulla soglia della porta 116
che casualità eh...

Abuelita... era lì che nel suo letto d'ospedale riposava, con al braccio delle flebo e sul petto tutti altri cavi, aveva ľossigeno che ľaiutava a respirare... da come avevo capito aveva avuto un emorragia interna, ma perfortuna è stata presa in tempo.

attraverso la stanza, avvicino la poltrona al letto, mi ci corico, e aspetto solo che la mia abuelita si svegli.

Questione di eventi. -Charles Leclerc Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora