Nothing more 3 || un nuovo in...

By lucreziatosii

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ッ COMPLETA. Questo è il Sequel di "Nothing more 2 | tutto ritorna" È consigliabile leggere gli altri due libr... More

Prologo
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
Capitolo 32
Capitolo 33
Capitolo 34
Capitolo 35
Capitolo 36
Capitolo 37
Capitolo 38
Capitolo 39
Capitolo 40
Capitolo 41
Capitolo 42
Capitolo 43
Capitolo 44
Capitolo 45
Capitolo 46
Capitolo 47
Capitolo 48
Capitolo 49
Capitolo 50
Capitolo 51
Capitolo 52
Capitolo 53
Capitolo 54
Capitolo 55
Capitolo 56
Capitolo 57
Capitolo 58
Capitolo 59
Capitolo 60
Capitolo 61
Capitolo 62
Capitolo 63
Capitolo 64
Capitolo 65
Capitolo 66
Capitolo 67
Capitolo 68
Capitolo 69
Capitolo 70
Capitolo 71
Capitolo 72
Capitolo 73
Capitolo 74
Capitolo 75
Capitolo 76
Capitolo 77
Capitolo 78
Capitolo 79
Capitolo 80
Capitolo 81
Capitolo 82
Capitolo 83
Capitolo 84
Capitolo 85
Capitolo 86
Capitolo 87
Capitolo 88
Capitolo 89
Capitolo 90
Capitolo 91
Capitolo 92
Capitolo 93
Capitolo 94
Capitolo 95
Capitolo 96
Capitolo 97
Capitolo 98
Capitolo 100
RINGRAZIAMENTI
SEQUEL

Capitolo 99

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By lucreziatosii

Chloe

Partenza

<<Buongiorno tesoro>> dice mia madre quando entro in cucina già vestita e profumata.
<<Buongiorno mamma>> replico.
<<Grazie>> dico quando mi offre la colazione.
<<Com'è andata la serata ieri sera? Ti ho aspettato fino alle dieci ma poi sono crollata. Spero che tu non sia arrivata tanto tardi>> chiede mia mamma mentre beve un sorso del caffè caldo da lei appena preparato.
<<Sono rientrata verso mezzanotte ma non preoccuparti perché mi sento alla grande>> confesso cominciando poi a mangiare.
<<Meglio così perché da oggi avrai un nuovo inizio>> dice euforica la donna che più amo al mondo. Mi piace il fatto di vederla così serena ma allo stesso tempo molto sicura e ottimista per il mio trasferimento.
<<Madonna santa ma ci pensi: New York. È il sogno di tutti andarci. Oh mamma, dovrò fare un sacco di foto ricordo e pure tu dovrai farle. Le metterò su facebook e farò vedere a tutti dove siamo>> urla euforica.
<<Ehm mamma tu non farai proprio nulla>> ridacchio io.
<<Perché?>> dice lei dispiaciuta.
<<Lo sai che non mi piace vantarmi ne tantomeno far sapere a tutti dove sono.
La vita è mia mamma e siccome dovrò abitarci per parecchio, voglio che sia per il momento una cosa privata per favore. Non voglio che tu faccia come a San Diego>> le ricordo.
Quando ci trasferimmo qui in America lo dissi solo a due amiche che avevo in Italia, ma poi per colpa di mia madre lo vennero a scoprire tutti e mi iniziarono a tartassare di messaggi dicendomi che ero molto fortunata, che volevano anche loro venire qui per la vastità delle meraviglie che porta con se questo meraviglioso continente.
<<Va bene non posterò niente questa volta>> dice sbuffando.
<<Puoi postare, ma basta che non ci metti di mezzo me perché non sopporterei altre giornate a rispondere a tutti>> confesso subito.
<<D'accordo allora se qualcuno mi chiederà qualcosa gli dirò che sto facendo un piccolo viaggio di inizio vacanze>> afferma subito dopo in tono deciso.
<<Comunque cambiando discorso, l'hai sentito Dylan?>> domanda.
<<Sì, poco ma si. Non so proprio come faremo in tutti questi mesi, sento la sua assenza ed è inutile dirti che già mi manca.
Non ho mai creduto che fosse facile tutta questa storia, anzi ero molto pessimista e credevo che passare del tempo con te mi poteva servire a distrarmi, ma invece mi sbagliavo>> ammetto abbassando la testa.
<<Credimi posso capirti, tu lo sai tutto quello che ho passato con tuo padre e so cosa si prova a stare lontano dalla persona che si ama>> replica lei.
<<A proposito di papà, come farai questi mesi senza di lui? Vi siete già messi d'accordo, lui verrà a New York oppure tu tornerai per qualche giorno qui?>> chiedo.
<<A dirti la verità non ci siamo detti niente, non so se verrà mai a New York ma una cosa è certa, io qui non ci torno fin quando non devo tornarci insieme a te>> spiega mia madre.
<<Mamma guarda che puoi benissimo tornarci, non devi stare per forza con me. Sto apprezzando davvero molto che tu ti sia offerta di accompagnarmi, ma non voglio intromettermi nella tua vita privata, soprattutto ora che hai risolto le cose con papà>> dichiaro dispiaciuta.
<<Tu non ti sta intromettendo proprio in nulla, è stata una scelta mia e sono contenta di averla presa.
Non devi preoccuparti, sicuramente quando le acque saranno un po' più calme e avremmo risolto tutte le cose laggiù a New York, chiamerò tuo padre e vedremo di organizzare qualcosa. Magari potremmo invitarlo a casa nostra, cioè scusami a casa tua e poi potrebbe rimanere con noi per qualche giorno>> opta lei tranquillizzandomi.
<<Tu lo sai che non devi chiedermi il permesso, per me va benissimo. Siete la mia famiglia e sono contenta di vedervi di nuovo felici, ma soprattutto insieme. Sognavo questo momento da quando ero una bambina e sono contenta di aver continuato a sperare in un vostro ritorno>> ammetto.
<<Non l'ho mai dato a vedere, soprattutto a te, ma anche io speravo di tornare con tuo padre. È stata l'unica persona che io abbia mai amato in tutta la mia vita e continuerò a farlo per sempre, anche oltre la morte>> sospira e mi sorride. Non l'ho mai sentita parlare così, forse perché ero troppo piccola all'epoca o forse perché non è il tipo che dice parole romantiche, ma sono contenta che si stia aprendo con me.
Proprio in quel momento, quando sto per dire qualcosa, mi squilla il telefono e subito e rispondo senza controllare chi è.
<<Pronto>>.
<<Chloe sono Rachel, io e Richard partiamo tra dieci minuti. Che ne dici di trovarci direttamente all'aeroporto?>> chiede lei.
<<Sì, finiamo di fare colazione e poi partiamo anche noi>> rispondo.
<<Va bene ottimo allora ci vediamo dopo>> cinguetta lei.
<<A dopo>> dico e riattacco.
<<Era Richard?>> chiede mia madre.
<<No, Rachel>> confesso
<<Che ti ha detto?>>.
<<Dice che tra dieci minuti parte e si avvia verso l'aeroporto>> rispondo.
<<Allora andiamo pure noi, no?>>.
<<Ma mamma devi ancora finire di fare colazione>> le faccio notare indicando la sua tazzina di caffè ancora piena.
<<Vabbè non preoccuparti la finisco mentre aspettiamo l'aereo>> ammette lei scendendo dalla sedia.
<<Sei sicura?>> chiedo.
<<Si>> risponde.
<<D'accordo allora andiamo>>.
Mia madre torna un attimo al piano di sopra per prendere la sua borsa con dentro tutto il necessario per la partenza, poi quando scende mi raggiunge all'entrata.
Per fortuna mia madre ieri sera, in mia assenza, ha già portato tutte le valige in macchina.
Non appena saliamo dentro quest'ultima ci allacciamo le cinture di sicurezza e subito partiamo. 
Quando arriviamo parcheggiamo l'auto, scendiamo dal quest'ultima e poi ci affrettiamo nel prendere le nostre valigie, ormai poste nel bagaglio.
<<Buongiorno splendore>> dice Rachel non appena entro dentro l'aeroporto.
<<Ei, da quanto siete qui?>> chiedo.
<<Da poco, voi?>> domanda lei subito dopo.
<<Siamo arrivate ora>> rispondo.
<<È da tanto che ci stavate cercando?>> chiedo.
<<No, a dire il vero prima Richard era andato a prendere un caffè nel bar dell'aeroporto e mi ha confessato di avervi visto entrare nel parcheggio. Così a quel punto mi ha chiamata e mi ha detto di fermarti non appena ti avrei vista>> spiega lei.
<<Bene>>.
<<Agitata?>> chiede lei nell'immediato.
<<Un po'>> rispondo.
<<Io si e parecchio, siamo sicuri che l'aereo sia sicuro e che il pilota lo sappia guidare per davvero? Non è che si muore tutti giusto?>> chiede mia madre presa dal panico.
<<Mamma!>> la rimprovero e Rachel scoppia a ridere. Questa figura potevo anche evitarla!
Dannazione mamma! Che cosa mi combini?
<<Non si preoccupi signora è tutto ok. Credo che nessuno metterebbe un principiante alla guida di un aereo, perciò si veda di calmare>> la tranquillizza Rachel.
<<D'accordo>> replica mia madre.
Purtroppo ha sempre avuto una piccola fobia per gli aerei. È sempre stata una persona pessimista riguardo questo lato e devo ammettere che delle volte ha proprio esagerato. Fece la stessa storia anche quando si partì dall'Italia per venire qui in America.
Si lamentò per quasi tutto il viaggio, in pratica non vedeva l'ora di scendere.
<<Ecco qui le mie donne>> dice Richard apparendomi da dietro le spalle.
Mi lascia un piccolo bacio sulla guancia e stringe la mano a mia madre.
<<Pronte?>> chiede.
<<Pronte>> ripetiamo tutti e tre all'unisono. 
<<Ottimo allora andiamo>> dice e poi inizia a farci strada.

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