Capitolo 18

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Dylan

Quando arrivo di fronte al mio fedelissimo bar, entro dentro e chiedo immediatamente al barista una bottiglia di whisky. Ogni minuto che passa la rabbia si concentra sempre di più dentro di me al posto di scomparire.
Non ci posso credere che dopo tutto quello che abbiamo passato, Chloe abbia preferito mentirmi e schierarsi dalla parte di mio padre.
Quel figlio di puttana si è preso tutto. Ha sempre avuto tutto dalla vita. Ha avuto un'infanzia sicuramente migliore della mia, la libertà, la spensieratezza, una grande villa, un patrimonio a dir poco soddisfacente e adesso si sta creando anche un'altra famiglia. L'unica cosa che io avevo e lui no era Chloe. Nessuno si può immaginare cosa significhi per uno come me avere una persona come lei nella mia vita, così pura e trasparente, pronta ad esserci sempre nonostante tutto e tutti.
Ma sopratutto... Nonostante tutte le circostanze negative e i momenti no che abbiamo nella nostra relazione. È incredibile e allo stesso tempo meraviglioso come questa ragazza è riuscita a cambiare in così poco tempo la mia vita, ma adesso che fa parte anche della vita di mio padre, dovrà scegliere se rimanere nella mia o restare per sempre nella sua. Odio l'idea di doverla condividere ed è proprio per questo che sarà lei a decidere se stare per sempre con me o scegliere mio padre al posto mio. <<Non ci posso credere>> urla una voce alle mie spalle, <<vecchio mio, come stai?>> un ragazzo alto, vestito in giacca e cravatta, dai capelli neri e dagli occhi grigi, viene verso di me e mi da una pacca sulla schiena.
Ci metto un po' per ricordare l'immagine del ragazzo che ho di fronte, ma quando mi  accorgo chi è, sgrano gli occhi e rimango a bocca aperta.
<<Richard ma...>> cerco di trovare le parole adatte, ma non so proprio cosa dire. 
<<Dai vieni qui>> mi spinge verso di lui e mi abbraccia in modo amichevole.
Non essendo abituato a dimostrazioni d'affetto, non ricambio l'abbraccio e mi limito solamente a picchiettare una mano dietro la sua schiena. L'unica persona che riesco e che riuscirò sempre ad abbracciare è e sarà Chloe.
<<Che ci fai tu qui?>> chiedo staccandomi da lui, <<sono di passaggio, mi fermerò fino a giugno, poi successivamente partirò per New York>> spiega sedendosi su uno sgabello affianco a me, <<ah>> dico stupidamente.
<<Allora che mi racconti? Vedo che sei sempre il solito sportivo, forse sei più sexy, ma sei sempre il solito ragazzo che ho conosciuto anni e anni fa>> confessa ridacchiando, <<già, ma non posso dire la stessa cosa di te invece>> lo guardo e lui fa lo stesso, <<già. Inizialmente odiavo vestirmi così, perché come già tu sai odiavo questo stile, ma con il lavoro che faccio non posso di certo andare in jeans strappati o in T-shirt>> spiega a sua volta, <<lavori?>> chiedo confuso, <<si, ormai da settembre>> ammette, <<e che lavoro fai?>> chiedo a mia volta, curioso come sempre, <<sono imprenditore di una casa editrice, in pratica la stessa di mio padre. L'ha intestata a me e adesso comando io lì dentro>> spiega ed io rimango sconcertato per le sue parole.
<<Lo so, può sembrarti una cosa molto strana e quasi tutti hanno avuto la tua stessa reazione quando ho raccontato a loro del mio lavoro>> dice facendomi notare la mia bocca aperta.
Una casa editrice?
E chi l'avrebbe mai detto..
Eravamo due teste di cazzo quando stavamo insieme a Chicago e adesso si è ritrovato a gestire una casa editrice.
<<Scusami, è che non ti ci facevo. Mi ricordo tempo fa quando giravamo insieme in dei brutti giri ed ero convinto che ormai entrambi non eravamo destinati ad un futuro come quello delle altre persone>> confesso, <<lo so Dylan, ti capisco. Però eravamo degli adolescenti al tempo>> confessa, <<lo siamo anche adesso se ci pensi bene>> ammetto, <<siamo due persone di venti anni Dylan... Ormai abbiamo superato quella fase>> mi fa notare, <<ma non abbiamo ancora le capacità di affrontare la vita come gli adulti>> gli ricordo, <<forse tu no, ma io si. Grazie alla mia compagna sono riuscito a mettere la testa apposto e sono molto più maturo. Non sono più il ragazzo rincoglionito che era da giovane, come non dico nemmeno di essere un uomo, ma almeno ho un senso di responsabilità addosso>> ribatte serio.
Alle sue parole mi ritornano in mente tutte le nostre cazzate fatte da ragazzini. Infondo, anche se non volevo ammetterlo, ho sempre saputo che lui era migliore di me. Non ero sicuro che combinasse qualcosa di serio nella sua vita, ma di una cosa ero più che certo, ovvero che si sarebbe creato un futuro molto migliore del mio.
Quel senso di responsabilità che parla di avere, è lo stesso che vorrebbe donarmi Chloe, ma che io ho sempre respinto.
<<Sei fidanzato?>> chiedo, <<si, da tre anni>> risponde, <<sono felice per te>> confesso, <<tu invece?>> domanda a sua volta, <<ehm... Sì>> rispondo incerto e sul suo viso si forma una ghigno divertito.
<<Non ci posso credere... E chi l'avrebbe mai detto. Sentiamo un po', da quanto?>> chiede, <<da sei mesi più o meno>> ammetto, <<wow, questa è un'ottima notizia. Devi farmela conoscere assolutamente e il prima possibile>> aggiunge e mentre aspetta una mia risposta chiede al barista una birra.
<<Magari più avanti, ora stiamo affrontando i primi problemi di ogni coppia>> confesso, <<oh be', credimi non saranno i primi problemi che avrete. Le relazioni sono fatte così e pensa che io e la mia compagna li abbiamo tuttora>> spiega, <<ma dimmi un po', che è successo?>> chiede, <<mio padre si sposa, lei sapeva tutto sin dall'inizio e non mi ha detto niente>> rispondo schietto e a Richard gli va di traverso la birra servita qualche secondo prima.
<<Tuo padre si sposa?>> chiede incredulo, <<sì, guarda non me ne parlare>> continuo a bere la mia bottiglia e il liquido forte mi finisce in gola.
<<Erick Walker... E chi l'avrebbe mai detto!>> afferma lui, <<io non di certo>> sussurro a malapena, <<comunque sono sicuro che non l'ha fatto con cattiveria. Molto probabilmente ha rispettato i tempi di tuo padre ed è stata molto il rispettosa in un certo senso>> cerca di spiegare, <<si lo so ma non riesco proprio ad accettare il fatto che lei mi abbia mentito. Potevo aspettarmi di tutto da tutti, da mio padre poi lasciamo perdere, ma da lei mai>> confesso sospirando, <<Dylan, se tu fossi stato al suo posto non avresti fatto la solita cosa? E poi scusami se te lo dico, ma tu non le hai mai tenuto nascosto niente?>> chiede ed io sbianco. Le ho tenuto nascoste cose ben peggiori di queste, ma ciò non la giustifica.
<<Si ma...>> vengo bloccato da lui, <<niente ma Dylan. Adesso va da lei, e chiedile scusa. Tornatene a casa invece di berti una bottiglia intera di whisky, che sicuramente non sarà lei a risolverti i problemi con la tua ragazza>> confessa e per quanto mi costa ammetterlo, ha ragione.
<<Prima che me ne vada, potresti darmi il tuo numero? L'ho perso in questo tempo e...>> mi blocca di nuovo, <<va da lei adesso, non pensare a me. Io ho ancora il tuo numero, ti scrivo io più tardi non ti preoccupare>> confessa e a quel punto lo ringrazio.

Nothing more 3 || un nuovo inizio Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora