Capitolo 35

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Chloe

Domenica.
Il mio risveglio non è dei migliori.
Dopo il brutto sogno che ho fatto, mi alzo di scatto in piedi: completamente sudata.
Stanotte ho dormito in camera di Dylan, come sicuramente farò anche le notte successive. Dormire qui, nel suo letto, con la sua maglia addosso e dalla sua parte del materasso, mi ricorda lui.
In pochi secondi mi calmo e la mia respirazione si regolarizza.
Improvvisamente il ricordo delle labbra della ragazza, a me sconosciuta, sopra quelle del mio ragazzo mi ritornano in mente. Una strana sensazione di agitazione mischiata alla tristezza, si invade dentro di me, ma cerco in tutti modi di cacciarla via il prima possibile.
Ieri, dopo essermi addormentata in camera Dylan, mi sono rialzata dopo tre ore. 
Con calma e senza mettermi fretta, sono andata a prendere tutte le mie cose in dormitorio e le ho portate qui.
Ho ancora da prendere un ultimo scatolone che ho lasciato sul letto della mia stanzetta al dormitorio, ma ho deciso di prenderla lunedì mattina quando sarò a lezione.
Ho già sistemato tutte le mie cose in camera di Dylan, senza rubare molto spazio al suo guardaroba. Infatti, i miei vestiti hanno preso solo un quarto del suo armadio.
Ieri sera, quando ho finito di sistemare tutto, ho lottato contro me stessa nel cercare di sforzarmi a non chiamare Dylan.
È stata dura, ma ci sono riuscita. È stata dura perché avevo bisogno di sentire la sua voce, di sapere come era andato il viaggio, di sapere se si stava divertendo e se aveva già visitato di nuovo quella magnifica città. Volevo sapere se stava bene, se era felice... Ma mi sono limitata a scrivergli solo un messaggio dandogli la buonanotte, sapendo che da lui era già sera mentre qua era tardi pomeriggio.
Per mia fortuna mi ha risposto subito, dandomi anche lui la buonanotte.
Per tutta la sera mi sono annoiata, ho ordinato una pizza a casa e me la sono mangiata in tranquillità. Per tutto il tempo ho rivissuto i momenti nostri mentre mangiavamo sul divano le nostre pizze calde, accompagnati anche da un buon film.
Una volta finito di cenare, ho guardato un po' la TV, ma visto che non giravano nulla di interessante mi sono messa a vagare sul telefono. Quando ho visto apparire la scritta <<mamma>> sul display del cellulare, mi è salita l'ansia. Solo in quel momento mi sono ricordata che mia madre non sa assolutamente niente del mio trasferimento a casa di Dylan. Se solo lo venisse a scoprire da qualcun altro, cosa improbabile visto che nessuno lo sa per adesso, sarebbe davvero un bel guaio.
Non voglio che si arrabbi, soprattutto ora che sta cercando di ambientarsi in una nuova realtà. In una realtà dove esiste una nuova Chloe e non solo, anche il suo ex compagno.
Per mia madre è difficile questa situazione, non voglio duplicare la sua ansia e la sua rabbia per questa cosa, anche se farei bene a dirglielo. Deve assolutamente venirlo a scoprire da me prima che lo venga a scoprire da altre persone.
Improvvisamente il telefono squilla riportandomi alla realtà.
Lo afferro e rispondo senza guardare chi è.   
<<Pronto.>>
<<Buongiorno amore, ti ho svegliata?.>>
Sentire la voce di Dylan mi mette subito di buon umore.
<<Ei, no no. Ero già sveglia. Come stai?>> chiedo, <<bene grazie. Tu?>> chiede a sua volta, <<bene bene. allora... Com'è Parigi? Ti stai divertendo?>> dico cambiando argomento.
Non voglio che capisca che non sto davvero bene, gli rovinerei il viaggio e non è quello che voglio.
<<Non è male. Non ho avuto ancora modo di uscire visto che non appena sono arrivato, mi sono intrufolato dentro casa di mia madre e non sono più uscito>> lo sento ridere dall'altra parte del telefono e non posso far altro che fare lo stesso.
<<Perché?>> chiedo subito dopo, <<qua fa molto freddo, e poi comunque ero stanco. In aereo non sono riuscito a dormire visto che affianco a me c'era un bambino chiacchierone>> lo sento sbuffare e a quel punto non posso non trattenere una risata.
<<Non c'è da ridere, c'è da piangere>> afferma, <<e dai Dylan, sono bambini>> gli ricordo, <<si, bambini matti>> aggiunge, <<non sono matti, sei tu che non hai pazienza>> gli faccio notare, <<bugiarda, non è vero>> dice in tono lamentoso, <<si che lo è>> ribatto, <<boh vabbè, fatto sta che non sono riuscito a dormire e di conseguenza sono restato a casa per riposare un po'>> spiega.
In quel momento mi sforzo di non pensare che tutte quelle belle parole che mi disse Dylan settimane fa, sul fatto di avere dei figli con me, siano state solo bugie. Solo parole per tenermi buona, per farmi restare al suo fianco.
<<Tu che hai fatto ieri?>> chiede lui spezzando il silenzio.
Merda...
Non voglio dirgli che sono stata a casa tutto il tempo, né tantomeno che mi sono trasferita del tutto qui. Voglio che sia una sorpresa, e voglio che lo scopra quando tornerà.
<<Sono stata un po' con le ragazze, con Samuel e la sera ho parlato con mia madre>> mento.
<<Bene, mi fa piacere che stai liberando un po' la mente da tutto lo stress che hai in corpo. So che per te tutta questa situazione di tuo padre, di tua madre, la laurea e adesso del tuo trasferimento a casa mia, ti sta mettendo molta pressione. Però è un bene che tu ti svaghi un po'>> confessa, <<già>> ammetto.
Rimaniamo a parlare per un altro po', ma poco dopo stacca, visto che ha promesso alla madre di portarla in giro per Parigi.
Resto ancora un po' a letto, ma quando vedo che si fa quasi l'ora di pranzo, mi alzo e scendo al piano di sotto.
Proprio in quel momento sento bussare alla porta e quando vado ad aprire mi ritrovo davanti mia madre.
<<Mamma, ma che ci fai qui?>> chiedo sorpresa, <<ciao amore>> mi abbraccia e nel mentre richiudo la porta alle sue spalle.
<<Come sei bella>> confessa accarezzandomi una guancia mentre si stacca da me, <<mamma sono come la scorsa settimana>> le faccio notare, <<per me no. Ai miei occhi imbellisci sempre di più>> ammette e a quel punto sul mio viso si forma un sorriso sincero.
<<Che ci fai qui?>> richiedo, <<be'... come già tu sai io e Mia ci teniamo ancora in contatto, pur essendo a tantissimi chilometri di distanza. Proprio ieri l'altro mi ha confessato della sorpresa che avete organizzato entrambe per Dylan ed è stato molto gentile da parte tua.
Ho pensato a come tu stessi senza di lui e così ho preso la decisione di restare con te fino a domani. Volevo arrivare già ieri, ma non ce l'ho fatta ad organizzarmi con il lavoro e quindi mi sono presa una giornata libera solo per domani>> spiega ed io la ringrazio.
Non ce ne era bisogno. Non c'era bisogno che si facesse tutti questi chilometri con la macchina solo per farmi compagnia. Devo ammettere che mi ha stupito e resa felice allo stesso tempo con la sua visita. Non pensavo che sarebbe venuta, ma sono contenta che sia qui. Adesso che è difronte a me avrò anche l'occasione di parlargli della convivenza che sto per intraprendere insieme a Dylan, anzi, che ormai ho già intrapreso... E spero vivamente che non si arrabbi con me.
<<Mamma, avrei da parlarti di una cosa. Possiamo sederci un attimo sul divano?>> chiedo senza perdere tempo, <<dal tuo tono di voce sembra una cosa seria, comunque sì. Per me non c'è problema>> afferma ed esegue la mia richiesta. Io faccio lo stesso e quando trovo il coraggio dico: <<Vivo qui.>>
La sua faccia diventa di un colore indecifrabile. Non so leggere la sua espressione in questo momento. Sembra arrabbiata, delusa e triste allo stesso momento. Però dall'altra parte sembra non stupirsi più di tanto, forse a quanto pare si aspettava che questo momento arrivasse presto.
<<E il dormitorio?>> chiede seria, <<i costi si sono interrotti, adesso abbiamo una spesa in meno>> cerco di farle vedere il lato positivo della situazione. Il suo sguardo non sembra addolcirsi, sembra davvero delusa e questa era l'ultima cosa che volevo fare.
Si lascia scappare una risata divertita e poco dopo dice: <<Sai... Anche io e tuo padre avevamo la fretta di andare a vivere insieme. Ci amavamo così tanto che alla fine lo abbiamo fatto, andando contro ai nostri genitori. Però hai visto come ci siamo ritrovati? È bastato un piccolo problema per farlo andare via.>>
<<Non è detto che succeda anche a me>> ribatto, <<lo so, e infatti mi auguro che non ti succeda. Però se succede? Cosa pensi di fare? Lo sappiamo tutti com'è fatto Dylan, lo sa pure la madre. Lo sai che non mi piace quel ragazzo, e nonostante stia cercando con tutta me stessa di accettarlo nelle nostre vite, non ci riesco. È un ragazzo che non mi dà per niente affidabilità, non mi da ne sicurezza ne nient'altro. Quel ragazzo non può essere per te un punto di riferimento Chloe, non puoi dipendere da lui. Ti ho sempre detto di non dipendere da nessuno perché la dipendenza è una delle peggiori cose che possono capitarti nella vita. Io... Magari mi sbaglierò, ma per me, non sei al sicuro con lui>> ribadisce ripetendo sempre le solite cose insensate. Odio quando parla di lui in questo modo. Sembra che stia parlando di un assassino o di un criminale, quando invece non è assolutamente così. Si ok, è stronzo. Molto stronzo. A tratti maleducato, ma è una persona per bene a cui si può fare affidamento.
<<Non sparare cazzate mamma>> le chiedo gentilmente, <<ecco vedi? Un'altra cosa, un'altro problema da affrontare è questo. Ti sta portando su una brutta strada e tu nemmeno te ne accorgi figlia mia. Tu, mesi e mesi fa, non mi avrei mai risposto così>> mi punta il dito contro ed inizia a scaldarsi, <<non hai il diritto di criticare il mio ragazzo. Tu te lo sei scelto e ti è andata male, fregatene se va male anche a me. Preferisco prendermela con me stessa per un errore commesso, che rimpiangere il momento chiedendomi come fosse andata se solo avessi fatto diversamente>> spiego, <<ottimo. Sbaglia pure allora, ma poi non venire a piangere da me>> si alza in piedi e mi lascia lì da sola come una scema.
Ci manca questa questa.

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