Capitolo 84

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Dylan

Al mio risveglio mi alzo dal letto, prendo il telefono e chiamo Chloe.
<<Pronto>> risponde tranquilla.
<<Ei>> replico con lo stesso tono di voce.
<<Ti disturbo?>> aggiungo subito dopo.
<<No, ero già sveglia da un po'>> ammette.
<<Mi dispiace non averti scritto tutto il giorno ieri, e anche il giorno prima. Sono stato uno stronzo e non sono qui per fare la parte della vittima, né tantomeno voglio il tuo perdono ma ci tenevo a scusarmi perché sono stato davvero uno stupido. Non l'ho fatto certamente perché non volevo sentirti, anzi... Il mio piano era quello di chiamarti non appena ci saremo fermati ad un autogrill, ma mi sono scordato il caricabatterie a casa e avevo il cellulare morto. L'ho usato per tutto il viaggio perché mi stavo annoiando ed ero quasi sicuro di avere il caricabatterie con me, è per questo che non ti ho cercata>> dico di colpo.
<<Non fa niente>> dice lei con lo stesso tono di prima.
<<Cosa?>> domando confuso.
Pensavo che come minimo si mettesse ad urlare come una matta, rinfacciandomi che non l'ho chiamata per due giorni e che non mi sono preoccupato di come stesse lei o di come stesse il bambino.
<<Ho detto che non fa niente Dylan, sono stanca e non ho voglia di litigare. Non è quello che voglio e non l'ho mai voluto, solo che un tempo ci divertivamo a quanto pare a litigare in continuazione ma adesso basta e tu lo sai>> inizia a dire.
<<Si hai ragione, per me è lo stesso>> spiego.
<<Come stai?>> chiedo.
<<Sto bene, ieri io e mia madre siamo andate a comprare i biglietti per la partenza e sono molto ottimista. Mi serve esserlo un po' in tutti i casi perché è l'unica cosa che mi fa andare avanti al momento>> ammette lei con un certo rancore.
<<Sono d'accordo con te>> affermo.
<<Tu come stai?>> chiede lei.
<<Sto bene>> rispondo mentendogli.
È ovvio che non sto bene, senza di lei non lo sono mai stato e adesso che è entrata a far parte della mia vita è impossibile trovare la felicità in un luogo dove lei non c'è.
<<Ottimo, almeno tu...>> gli scappa detto.
<<Perché? Hai detto che stavi bene>> gli ricordo.
<<Si, ma... Niente hai ragione tu, sto bene>> afferma poco convinta.
<<Dillo>> ringhio.
<<Che cosa? Ho detto che sto bene>> ripete.
<<È evidente che tu non stia bene, forza. Dillo, dimmi che cosa hai?>>.
<<Mi manchi>> confessa ed io mi blocco a quelle parole.
Gli manco, è la prima persona che me lo dice.
<<Mi manchi anche tu>> ammetto sorridendo come un'ebete.
<<Torno a casa presto ok?>> l'avverto.
Sospira e poi dice: <<Ok>>.
<<Adesso devo andare, ti chiamo più tardi d'accordo??>>.
<<Vai pure, ci sentiamo dopo>> dice lei e poi riattacco.
Devo svolgere tutte le mansioni il più presto possibile perché ho bisogno di tornare a casa da lei. Non voglio che senta la mia mancanza troppo a lungo, soprattutto ora che è incinta. Dovrebbe stare tranquilla, viversi la sua vita e tutti i momenti che gli regala la gravidanza, belli o brutti che siano, non deve di certo stare in pensiero per me o soffrire per la mia assenza.
<<Buongiorno, ce la fai in mezz'ora prepararti??>> la voce di Richard si insinua nelle mie orecchie e mi giro di scatto verso la porta.
<<Scusa non volevo spaventarti>> afferma.
<<No non preoccuparti, ero soprappensiero>> ammetto e poi dico: <<Comunque si scusami, stavo chiamando Chloe>>.
<<Come sta?>> domanda.
<<Bene bene, gli ho detto che sarei arrivato a Los Angeles molto presto>> dichiaro.
<<Bene, è giusto che lei si tranquillizzi>> afferma.
<<Richard bisogna finire questa questione entro stasera, perché subito dopo voglio partire per ritornare da lei. Ha detto che gli manco e non voglio che stia male per colpa mia, lo è stata già fin troppo e non voglio che continui più questa storia>> spiego.
<<Ho dato appuntamento a loro tra mezz'ora. Prima facciamo meglio è, e non appena finiremo di chiacchierare anche con le altre due ragazze che l'assisteranno durante il trasferimento qui a New York, ce ne andremo subito così domani mattina o comunque domani pomeriggio starai già con Chloe>> ammette.
<<Non farmi perdere tempo, vado a lavarmi e poi scendo al piano di sotto. Ci vediamo lì>> lo avverto prendendo i vestiti puliti dalla piccola valigia che mi sono portato dietro.
Lui annuisce e poi se ne esce.
Una volta dopo essere entrato in bagno, mi infilo sotto la doccia e aziono l'acqua calda.
I miei muscoli si rilassano sotto il tepore dell'acqua e il vapore acqueo riesce a farmi dimenticare quasi tutto.
Lo stress si allevia e le preoccupazioni scompaiono quasi completamente.  
Quando esco di doccia mi vesto e poi scendo al piano di sotto.
<<Sei pronto?>> domando a Richard.
<<Io si, dai andiamo>> dice e poi si avvia verso la macchina.
Io lo seguo ed insieme entriamo dentro.
<<Dove hai dato appuntamento?>> domando curioso.
<<In un bar qui vicino, non è molto lontano infatti potevamo andare anche a piedi ma per fare prima è meglio usare la macchina>> spiega.
<<Hai fatto bene, partiamo dai>> dico inserendomi la cintura e lui parte.
Dopo qualche minuto, non so precisamente quanti ma comunque pochi, arriviamo a destinazione e subito entriamo dentro il bar.
<<Eccoli laggiù... Seguimi>> indica un gruppo di tre persone.
<<Salve>> dice Richard arrivando davanti ad un'uomo abbastanza grande.
<<Ciao Richard>> dice quest'ultimo e lo saluta con una stretta di mano.
<<Tu devi essere Dylan Walker giusto?>> chiede voltandosi verso di me.
<<Sì sono io>> gli stringo la mano che poco prima aveva steso verso di me e gli sorrido.
<<Bene, loro due sono Steffy e Katie>> dice l'uomo davanti a me indicando le due ragazze dietro di lui.
<<Saranno in pratica il braccio destro di Chloe in tutto e per tutto>> spiega.
<<Piacere Dylan>> porgo la mano ad entrambe e loro una ad una me la stringano.
<<Ottimo, iniziamo con le firme e con tutto il resto? Dovremmo metterci d'accordo con l'orario, la partenza e tutte le altre mille cose che ci sono dietro questo incarico>> spiega lui.
<<Si, iniziamo>> dichiara Richard e insieme ci uniamo al tavolo.

Nothing more 3 || un nuovo inizio Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora