Capitolo 53

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Chloe

La mente mi scoppia.
Gli occhi sono rossi a causa del pianto che mi sono fatta questa notte.
Per mia scelta, sono voluta rimanere sveglia per aspettare l'arrivo di Dylan che ovviamente non è mai arrivato.
L'ho chiamato un'infinità di volte ma è sempre scattata la segreteria, gli ho lasciato più di trenta messaggi ma niente.
Stamani non ho proprio le forze per andare a lezione. Sono impresentabile e non ce la farei a reggere le sei ore di spiegazione.
Quando sento bussare alla porta vado subito ad aprire e quando vedo Logan con Dylan il mio cuore manca di un battito.
Logan è sotto sforzo, tiene per la vita Dylan che invece è tutto rannicchiato in avanti.
Ha bevuto, è ubriaco ma c'era da immaginarselo.
<<Te l'ho riportato>> ironizza Logan, <<vieni entra>> mi sposto di lato e lo aiuto a portare Dylan sul divano.
Quando lo appoggiano su quest'ultimo, chiude gli occhi e si infila una mano tra i capelli.
<<Grazie di averlo portato a casa>> confesso seguendo Logan che nel mentre si dirige verso la porta, <<non preoccuparti. Ah e auguri...>> posa lo sguardo sulla mia pancia e mi fa un sorriso tirato, <<te l'ha detto?>> chiedo ingoiando a malapena la saliva e lui annuisce.
<<Senti Chloe, prima di andarmene ho bisogno di dirti una cosa. So di sbagliare ma sento la necessità di chiederti di non prendertela troppo con lui. Mi ha raccontato di quello che ti ha detto ieri sera e credimi che sono un sacco dispiaciuto per come ti ha trattato. Posso solo immaginare il dolore che ti hanno causato le sue parole, ma ti prego. Non avercela con lui. Era preso dalla rabbia e purtroppo certe volte quest'ultima porta a dei brutti scherzi>> spiega, <<vedrò di fare il mio meglio>> confesso e lui mi ringrazia.
Quando se ne va, vado dritta sul divano e mi siedo sul bordo.
<<Voglio essere il padre di questo bambino Chloe>> ammette e il cuore mi va a mille all'ora.
<<Sei suo padre>> gli ricordo, <<mi dispiace un sacco per ieri sera, sono stato una merda. Ho detto cos'è imperdonabili, ma credimi che desidero questo bambino alla pari di come lo desideri tu>> confessa aprendo gli occhi.
<<Ho sbagliato, ma ero spaventato. Sai come la penso sulla gravidanza, ho paura>> ammette.
<<La paura ce l'abbiamo entrambi ma sono sicura che possiamo farcela>> spiego, <<ti avverto Dylan, se non sei sicuro di tenerlo o meno allora dimmelo. Io lo terrò ugualmente, ma me ne andrò via da qui>> aggiungo e alle mie parole sembra scatenarsi l'inferno in lui.
<<No no no, ti supplico non andartene. Giuro che mi prenderò cura di questo bambino proprio come lo farai te, ma ti supplico non portarmelo via. Tu non sai nemmeno cosa si prova a stare senza una figura che ti dia amore e serenità>> lo blocco, <<dimentichi che ho vissuto per diciannove anni senza mio padre>> gli ricordo e lui subito si corregge: <<Hai ragione scusami, ma almeno tu avevi tua madre. Io non ho mai avuti nessuno e se ti ricordi ti avevo detto che non avrei mai fatto la stessa cosa a mio figlio o a te.>>
<<Ieri sera sembrava che la pensassi diversamente>> incrocio le braccia al petto e lo guardo male, <<lo so, ma era la rabbia a parlare al mio posto. Molte volte è successo anche a te e come già tu sai è difficile controllarla>> spiega, <<si però...>> mi blocco e infine dico: <<Vabbè nulla lascia perdere. Non ho più le energie di litigare con te.>>
<<Non voglio più litigare con te, ma mi devi raccontare tutto, ogni singolo dettaglio e non voglio cazzate>> sibila mettendosi a sedere sul divano.
Io sospiro e annuisco.
<<Da quanto tempo sei incinta?>> chiede, <<te l'ho detto, due settimane>> rispondo, <<hai già fatto un'ecografia?>> chiede a sua volta, <<no, il dottore ha detto che sarebbe inutile perché al momento non si vedrebbe nulla. Tra quattro settimane avrò la prima ecografia e finalmente potrò vedere qualcosa del bambino>> spiego, <<chi è il dottore?>> chiede a sua volta, <<il dottor Foster>> confesso e lui annuisce.
<<Ottimo, è uno dei migliori perciò sei in buone mani>> ammette, <<lo conosci?>> domando, <<si, seguiva anche mia madre>> risponde.
<<Perché non mi hai detto nulla...?>> la voce gli si inclina e alle sue parole il mio cuore si scioglie.
<<Perché non lo sapevo nemmeno io. Non avevo minimamente pensato ad un'ipotetica gravidanza e ho avuto la certezza solo ieri>> confesso, <<in quanti lo sanno?>> chiede, <<lo sai solo tu>> ammetto e sulla sua faccia si forma un'espressione rilassata.
<<Ancora non ci credo>> si prende il viso tra le mani e si china in avanti, <<Dylan sarai un buon padre>> gli prendo una mano e gliela stringo. Lui guarda le nostre mani incrociate e poi posa lo sguardo su di me, ride nervosamente e poi dice: <<Come fai a saperlo?.>>
<<Lo so e basta>> replico con voce spezzata, <<non ho niente da dargli, da insegnarli... In che modo potrò mai dimostrargli il mio amore?>> chiede lui, <<stando al suo fianco. Avere due genitori che lo amano da impazzire e che non gli fanno mancare nulla, per un bambino è più che sufficiente>> spiego, <<e se non basta?>> aggiunge spaventato, <<basterà. I primi tempi saranno difficili per tutti e non pensare che io sia la migliore tra i due perché ti sbagli di grosso. È una situazione nuova e completamente estranea per tutti e due, perciò sarà difficile ambientarci ma sicuramente non sarà niente di impossibile. Non sarà facile, questo è poco ma sicuro, ma ce la faremo>> confesso e sul suo volto finalmente vedo comparire un sorriso.
<<Mi dispiace ancora per ieri sera. Sono stato un bastardo, ma ti amo. Non pensavo davvero quelle cose. Ero spaventato e...>> lo interrompo baciandolo.
Lui mi trascina sopra di se ed io affondo le mani tra i suoi capelli.
<<Mi prenderò cura di te, di questa creatura e del nostro futuro. Sono stato un bambino e un'adolescente pessimo, ho commesso errori gravissimi, immaturi, e imperdonabili.
Però da oggi cambia tutto, cambio io, cambi tu e cambieranno tantissime altre cose: tra cui il nostro futuro. Non sarà mai facile con uno come me, ma ti prometto che da oggi in poi non commetterò più un minimo errore>> ammette accarezzandomi le schiena da sopra la maglia.
<<Ci conto>> confesso, <<quindi mi hai perdonato?>> chiede con un mezzo sorriso, <<voglio dimenticarmi questa storia una volta per tutte e per farlo ho bisogno di archiviare tutto quanto, proprio come ho chiesto di fare a te con tuo padre, perciò si: ti ho perdonato>> rispondo e a quel punto mi abbraccia.
<<Grazie>> sussurra al mio orecchio.
<<Adesso alzati un attimo>> mi ordina ed io mi alzo in piedi.
Lui si siede sul bordo del divano e inizia a tirarmi in su la maglia.
<<Come hai vecchi tempi?>> chiedo sorridendo, <<più o meno, con la differenza che questa volta c'è davvero qualcuno qui dentro>> risponde guardandomi e ricambiando il sorriso.
Distoglie lo sguardo da me e lo posa sulla mia pancia.
<<Non vedo l'ora di conoscerti piccola mia>> dice essendo quasi sicuro che sia una femmina, <<non sappiamo se è una femmina o un maschio>> gli ricordo, <<spero sia una femmina, perché sono sicuro che con un'altro maschio in questa casa tu scoppierai>> afferma ridacchiando ed io scoppio a ridere.
<<L'importante è che sia sano>> puntualizzo, <<ovvio, questa è la cosa fondamentale, ma una femminuccia non sarebbe male>> ribadisce ed io sorrido.
<<Ti amerò con tutto me stesso, proprio come amo la tua mamma. Questa è la mia promessa, la nostra promessa, quella che nessuno potrà mai spezzare>> sussurra rivolgendosi alla mia pancia. Sentirgli dire quelle parole così dolci e delicate mi sembra quasi surreale.
Il Dylan che ho conosciuto sette mesi fa non avrebbe mai detto queste cose, ma sono così felice di sentirgliele dire.

Nothing more 3 || un nuovo inizio Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora