Capitolo 37

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Chloe

Per fortuna la giornata di questo attesissimo lunedì passa molto in fretta. Stamani mattina mia madre è tornata a San Diego e, purtroppo, non siamo riuscite ancora a chiarite. C'era da immaginarselo che non l'avrebbe presa bene, ma non pensavo che si arrabbiasse così tanto.
Non avrei pensato sicuramente che facesse i salti di gioia, ma neppure che si ostinasse a ribadire la relazione tra lei e mio padre.
Non capisco perché ogni volta deve mettere in mezzo la loro storia d'amore, confrontandola con la mia e quella di Dylan. Siamo persone diverse, e se ci penso bene alla fine; della nostra relazione sappiamo quel che è vero solamente io e lui.
Gli altri cosa ne sanno? Niente.
Si basano solamente su avvenimenti accaduti, ma una relazione non si basa solo su questo.
So quanto amore ha da darmi Dylan e quanto ancora ne riserva per il nostro futuro. Ho fede lui, l'ho sempre avuta e, anche se delle volte credevo di dover lasciare tutto quello per cui stavo lottando, sono sicura che insieme ce la faremo. Non sarà facile, ce lo siamo detti e ne siamo a conoscenza entrambi, ma sono sicura che ce la faremo.
Non capisco che cosa sia cambiato per mia madre.
Quindi finora ha mentito a tutti?
Ha fatto finta che gli andasse bene la mia relazione con Dylan solo per rendere la vita possibile a tutti quanti.
No è impossible.
Ricordo lo sguardo di mia madre quando si scusò, a modo suo, con Dylan per il comportamento che aveva avuto nei suoi confronti sin dalla prima volta che l'ha visto.
In tutti questi mesi ha continuato ad essere una persona per bene con lui, mi ha pure consentito di fargli un regalo costoso, cosa che non mi avrebbe mai permesso di fare a Noah.
In questo momento sono fuori dall'aeroporto e sto aspettando che quel maledetto aereo atterri al più presto. Sono qui da circa venti minuti e sto aspettando con ansia l'arrivo di Dylan.
Sento proprio il bisogno di lui e di recuperare il tempo perduto in questi tre giorni.
Quando finalmente le porte si aprono, alla mia vista appare subito la figura di Dylan.
Lui mi vede e mi sorride.
Oddio finalmente.
Senza pensarci due volte, vado verso di lui e poco dopo mi ritrovo tra le sue grandi e potente braccia.
<<Mi sei mancata>> sussurra sopra le mie labbra, <<anche tu>> confesso e in men che non si dica la sua lingua viene in cerca della mia. Iniziano una danza lenta ma allo stesso tempo che contiene tanta passione quanto amore.
<<Ho da parlarti di una cosa>> ammette dopo il nostro bacio, <<puoi parlarmene domani? Adesso voglio andare a casa nostra e recuperare il tempo perduto>> spiego, <<si, non è una cosa urgente tanto, ma ricordamelo perché è pur sempre importante>> aggiunge ed io annuisco. Nel piccolo tragitto dall'aeroporto fino al parcheggio, mi viene in mente un'idea folle ed essendo pazza decido di fregarmene e agire.
Quando arriviamo davanti alla mia macchina, io salgo per prima e nel mentre Dylan va a posizionare la sua valigia nel bagagliaio. Successivamente quando rientra dentro, faccio un bel respiro e lui si gira verso di me.
<<C'è qualcosa che non va?>> chiede con una strana area. Il mio subconscio mi dice di agire, di fregarmene di essere in un posto pubblico, ma la mia coscienza mi impedisce di muovere ogni muscolo del mio corpo.
<<Al diavolo>> sibilo.
Scavalco il cambio e vado a sedermi sulle sue gambe. In pochi secondi le mani di Dylan vagano sul mio corpo e le mie tra i suoi capelli.
Stacco una mano da lui, togliendola dai suoi capelli ed inizio a sbottonargli i jeans.
<<Chloe>> sussulta quando inizio a muovermi su di lui. <<Siamo in un parcheggio>> mi ricorda, <<e allora?.>>
Inizio a baciargli il collo e lascio di tanto in tanto qualche succhiotto.
<<Potrebbero vederci...>> mi fa notare, <<pensavo di essere io quella che si fa problemi>> sorrido divertita, <<non voglio che gli altri ti vedano nuda>> afferma in tono rude, <<non mi vedranno. Qui dentro ci siamo solo noi, è buio fuori e il parcheggio non è affollato>> dico per poi riprendere con le carezze. Lo sento rilassarsi, finché non cede.
Lui mi sbottona i pantaloni ed io lo aiuto a togliermeli. Sento il suo membro rigonfiarsi sempre di più sotto di me e quando sembra non resistere più, mi solleva per i fianchi e mi cala su di lui. Sposta le mutandine di pizzo da un lato ed inizia a massaggiare il clitoride.
Pochi istanti dopo mi ritrovo a gemere mentre lui si fa strada in me.
<<Vedo di esserti mancato tanto>> dice tra un gemito e l'altro, <<si>> ispiro ed inizio a cavalcarlo.
Oddio... È così bello.
<<È così bello sentire ogni centimetro di te>> afferma, <<shh... Non parlare, continua ti prego>> lo imploro per poi baciarlo.
Lui mi afferra per i glutei e mi spinge ancora di più verso di lui.
Quando tocca il mio punto sensibile percepisco un benessere assoluto, sublime.
<<Vai più forte>> sussurra al mio orecchio ed io eseguo il suo ordine.
Poco dopo sento i muscoli irrigidirsi, i nostri corpi sudano e non so se è colpa del riscaldamento acceso o di questa situazione, ma preferisco pensare che sia la seconda opzione. Con una mano mi incita a fare di più e con l'altra mi prende il seno ed inizia a stuzzicarlo.
<<Ti prego Dylan>> dico poco prima di venire, e quando alza i fianchi per versare il suo liquido dentro di me, mi immobilizzo incantata dai suoi gemiti.
I nostri respiri si sentono a fatica, ma quando la nostra respirazione torna alla normalità, Dylan mi aiuta ad alzarmi.
<<Se questo è il tuo benvenuto ogni volta che parto, be' allora... Vorrà dire che partirò molto più spesso>> ridacchia sistemandosi il cavallo dei jeans. Lo stesso faccio io, sistemandomi addosso i vestiti e rinfilandomi i pantaloni.
<<Andiamo a casa adesso. Dopo quello che abbiamo fatto dovremo farci una bella doccia>> confesso e lui annuisce soddisfatto.
Giro la chiave e faccio partire la macchina.
Mentre torniamo a casa, sento lo sguardo di Dylan addosso e quando finalmente ci ritroviamo dentro le nostre quattro mura, mi fa voltare verso di lui e mi bacia con passione.
<<Ei, perché questo bacio?>> chiedo staccandomi dopo qualche minuto, <<perché non posso?>> chiede a sua volta, <<certo che puoi, solo che mi stavo chiedendo a cos'era dovuto>> confesso, <<ho bisogno che tutto questo sia giornaliero. Non ce la faccio più ad averti solo poche ore al giorno, ho bisogno di averti tutto il tempo. Tutto>> spiega e alle sue parole accenno un sorriso.
<<Volevo che lo scoprissi in un'altro modo ma è giusto che te lo dica. Quando sei partito, sono andata in dormitorio a prendere tutta la mia roba e stamani mattina ho finito di prendere l'ultimo scatolone mancante. Ho già sistemato tutto nell'armadio e stai tranquillo che i tuoi vestiti ci entreranno senza problemi. Non ho...>> mi interrompe baciandomi.
<<Quindi adesso sei tutta per me?>> sussurra sopra le mie labbra, <<si>> rispondo e lui sorride.
Quando raggiungiamo il piano di sopra, Dylan inizia a svestirsi, buttando maglia e pantaloni in giro per la stanza.
<<Vado a farmi la doccia piccola. Vuoi venire anche tu?>> chiede, <<no, finisco di mettere apposto. La faccio dopo io, tu vai pure>> confesso e lui annuisce. Prima ancora di andarsene mi lascia un bacio sulle labbra e poi sparisce dietro la porta di camera sua.
Con calma mi avvicino al letto ed inizio a sistemare i vestiti. Quando finalmente finisco, raccolgo il pantalone di jeans che ormai è cascato in terra.
Guardandolo noto che ha una piccola macchietta bianca sul davanti, così decido di metterla a lavare. Per accettarmi di non rovinare i suoi jeans, inizio a infilare le mani nelle tasche per vedere se c'è qualcosa dentro.
Nelle tasche anteriori nulla, invece quando arrivo ad infilare la mano nella tasca destra posteriore, noto che c'è una bustina aperta.
Non sono esperta di preservativi, ma si vede lontano un miglio che un tempo né conteneva uno dentro.
Se non fosse stata aperta avrei pensato che, nonostante noi ormai non li usassimo più, l'ha tenuto lì dentro per abitudine, ma è aperta.
<<Chloe la maglia bianca è a lavare o...>> si blocca quando vede i miei occhi pieni di lacrime e sbianca quando vede quello che contiene la mia mano tremante.

Nothing more 3 || un nuovo inizio Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora