𝐃𝐚𝐦𝐢𝐚𝐧 | 𝐒𝐞𝐛𝐚𝐬𝐭𝐢...

Rockketqueen tarafından

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Georgia Beck desidera diventare una psicologa. Trasferitasi a Sofia per lavoro, trascorre la maggior parte de... Daha Fazla

Prologo
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Rockketqueen tarafından

Sono con Jennifer in cucina, mentre Damian chiacchiera con Chris in giardino. Lei è molto simpatica ed è una mia coetanea. "Ho conosciuto Chris al college" ammette, prendendo il dolce dal frigo. "Facevo parte di una confraternita e una sera, durante una festa, abbiamo esagerato un po' con l'alcool e la musica era troppo alta. Nel giro di poche ore la polizia è venuta da noi, per mettere fine al baccano. Chris era lì e per me è stato amore a prima vista. Non scherzano le persone, quando dicono che la divisa ha tutto un suo fascino". Annuisco, completamente d'accordo con lei. "E per lui è stato lo stesso?".

Jennifer fa spallucce. "Non lo so, forse. Ero ubriaca, quindi dopo il test del palloncino, ha portato me e i miei amici in centrale. Per fortuna il tasso alcolemico non superava il limite consentito, perciò non sono finita dietro le sbarre. Lui mi ha riportato a casa e non ho perso tempo nel chiedergli di prenderci un caffè un giorno. Ha accettato e dopo solo un anno ci siamo sposati". "Sembra una favola" dichiaro con occhi sognanti. "Lo è" le porgo i piatti, mentre lei taglia il dolce in piccoli pezzi. Mi aiuta a portarli dai ragazzi e ci sediamo tutti insieme intorno al tavolo di legno. Damian mi cinge a sé, baciandomi la guancia. "Chi era al telefono?".

"Anastasia. Tim ha spifferato tutto". "No, non era suo compito dirglielo". "Gli è scappato" mi metto una mano sulla pancia, imboccando una forchettata di dolce. "Molto buono, lo hai fatto tu?". "Sì, ormai fa tutto lei" commenta Chris mettendo una mano sulla gamba della moglie. "Non ci piacciono più le cose comprate. Jen fa tutto in casa ed è una cuoca formidabile". "A proposito, dovresti passarmi qualche ricetta". Jennifer annuisce, chiedendomi di ricordarglielo prima che andiamo via. Lasciamo casa loro poco dopo la mezzanotte. Jen mi porge il suo ricettario. "Puoi prenderlo. Io ho tutto qui dentro ormai.." picchietta il dito sulla tempia, sorridendo.  "..per alcune ricette, uso un ingrediente segreto che non ho riportato sul libro. Per qualsiasi cosa, non esitare a chiamarmi" mi passa il suo numero mentre raggiungiamo lo zerbino. 

"E' stato un piacere, ragazzi. La prossima volta lo facciamo a casa nostra" esclama Damian camminando lungo il vialetto. "Ci conto!" risponde Chris abbracciando sua moglie. Chiudono la porta, solo dopo che abbiamo messo in moto la macchina. "Hai visto?" richiamo Damian con un buffetto sul braccio "..non è così male l'uscita a quattro". "No, infatti" si sporge su di me, prendendomi il viso tra le mani. "Sei fantastica, dovrei fidarmi più spesso del tuo giudizio". "A tal proposito, vorrei tornare al lago di Burgas domani. Dato che non lavori...". "Sarebbe fantastico..." inizia a dire, posando una mano sullo sterzo ed una sul cambio "...dovrei passare da Anastasia prima. Gliel'ho promesso". 

"Va bene. Ci andiamo insieme e poi di volata al lago" la sua bellissima bocca si incurva in un sorriso malizioso. "L'ultima volta è stata, come dire, eccitante". Allude al momento in cui eravamo in macchina e lo stavamo per fare, dopo che ha detto di amarmi. E' stata la prima volta e adesso il mio amore per lui si è amplificato. "Sei ancora restio a farlo in auto?" gli domando e lui sgrana gli occhi. "Adesso abbiamo una macchina più grande. Che cosa hai in mente, dolcezza?". "Ferma l'auto!" dico con fare risoluto. Lo vedo soffocare una risata, quindi raggiunge  un  luogo appartato e accosta. Mi sporgo su di lui, sfilandogli la cravatta azzurra che rimanda ai suoi bellissimi occhi. Damian mi osserva attentamente mentre lo spoglio. "Cosa guardi?" gli domando, sogghignando. "Te. Mi stavo interrogando". 

"Su che cosa?" le mie dita si posano sui bottoni della sua camicia, slacciandoli uno ad uno finché vedo sbucare i pochi peli che ha sul petto. "Mi domandavo come possa esistere una donna come te e, come tu possa esserti innamorata di un semplice uomo, all'apparenza inaffidabile e senza un soldo bucato in tasca". "Stai parlando a vanvera, Dam. Non sei un uomo semplice, anzi. Non ho mai incontrato nessuno come te, in senso positivo. Mi fido ciecamente di te e adesso hai un ottimo impiego, i tuoi colleghi ti adorano e..." si avventa su di me, baciandomi le scapole. "Ok, ma adesso posso sfilarti questo vestito?". 

"No, aspetta..." lo vedo mangiarsi le mani, smanioso nel toccarmi. "Dai, sto implodendo qui". Sgrano gli occhi. "Dovrei essere io quella con gli ormoni in subbuglio. Sei per caso incinto?" Damian soffoca una risata, passandosi la lingua sul labbro superiore. "No e non so come ci si sente ad esserlo, ma posso solo immaginare". "Diciamo che quella è una delle parti migliori nell'essere incinta. Poi ci sono cose peggiori, tipo l'improvviso gonfiore di piedi e caviglie, le vampate di calore, il dolore lancinante alla schiena". Lui si fa serio. "Amore, stai così male?" scuoto la testa.

"Non ancora, ma tra qualche mese dovrai essere molto buono con me e aiutarmi". Smetto di parlare, dandogli il via libera. Quindi mi solleva velocemente il vestito da sopra la testa e resto in mutandine. "Non indossavi il reggiseno?". "No, ecco un'altra cosa che dovresti sapere della gravidanza. Proviamo dolore ai capezzoli". "Mi dispiace..." dice con ironia. Non è affatto dispiaciuto. Mi prende un seno in una mano, chiedendo se mi sta facendo male. "Assolutamente no" mi avvento su di lui, mordendo le sue labbra carnose circondate dalla barba ispida e nient'affatto pungente.

Questo è un dolore che potrei sopportare in eterno. "Ti amo, lo sai?" mi sussurra nell'orecchio mentre succhio forte sul suo collo, lasciandogli il segno. "Non come io amo te". Mi metto a cavalcioni su di lui, dando la schiena allo sterzo. Con un movimento repentino, Damian abbassa il sedile facendomi sussultare. Le sue grandi mani mi afferrano le cosce, premendo con foga le dita nella carne. Gli abbasso la cerniera dei pantaloni, quindi lui mi aiuta abbassandoseli. Si abbassa anche i boxer e premo il mio interno cosce contro il suo. Nelle mie condizioni, mi è più d'aiuto stare sopra anche se di solito sto sotto. Mi piace guardare Damian negli occhi, vedere i muscoli della sua spalla irrigidirsi e i bicipiti gonfi che mi tengono stretta a lui, come se non volesse lasciarmi andare. 

Si piega in avanti, baciandomi dolcemente la pancia. Poi sale sempre più su, sfiorandomi i seni e le scapole. La sua barba mi pizzica il collo e infine le sue labbra raggiungono le mie, mordendo forte. Mi sento sempre in estasi quando mi bacia, come se fosse l'unica cosa al mondo che siamo capaci di fare. Gli viene così naturale. E' un ottimo baciatore ed io lo amo così tanto, che mi sento avvampare ogni volta che mi è vicino. Mettiamo fine al passionale amplesso, con un mio grido soffocato nella sua bocca. "Wow, avevi ragione..." dichiara con voce affannosa "Wow!" ripete, alzando il sedile e tenendomi stretta a lui con il braccio. "Non credevo fosse così appagante farlo in macchina". "Te l'avevo detto. Fidati del mio giudizio" ci baciamo ancora un po' prima di rivestirci. Rincasiamo alle due inoltrate, ci spogliamo velocemente infilandoci sotto le lenzuola. Mi abbraccia da dietro, scoccando un bacio sulla mia spalla nuda.

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