Son of grey

By Sil64Eaton

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Quando il tuo nome è Delilah Bay niente è normale. A venticinque anni vivi ancora con i tuoi genitori e tuo f... More

1. "Peccato che un buco nero non ti abbia ucciso"
Personaggi
2. "Sei inquietante"
3. "Investito un procione"
4. "Caso umano di alto livello"
5. "L'amore per Camp Rock non passa mai"
6. "Credo che saremo bloccati qui per un po'"
7. "Pensare il suo nome"
8. "Che carino, parli di me"
9. "Hai per caso bevuto?"
10. "Non mi fido di quegli scimmioni ubriachi"
11. "Smettila di pensare che sono sexy!"
12. "Sophie"
13. "Assomigli all'uomo di Neanderthal"
14. "I gemelli"
15. "Io i pannolini non li cambio"
16. "Non sono Harry Potter"
17. "Se solo Ethan non mi stesse uccidendo con gli occhi"
18. "Esperti di sedano e crisi ormonali"
19. "Sei proprio uno stronzo"
20. "Arya ti deve ancora approvare"
21. "Ho fatto un sogno orribile"
22. "Questo é il Natale giusto per implodere"
23. "La casa delle disgrazie"
24. "Lei ti spezzerà il cuore"
25. "Sei identica a lui, Delilah"
27. "Errore per errore, ci perdoniamo entrambi?"
28. "So già i nomi dei nostri figli"
29. "Vieni a New York con me?"
30. Epilogo
Ringraziamenti
31. Capitolo speciale

26. "Non è mai troppo tardi per chiedere scusa"

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By Sil64Eaton

«Eccoci qua.» Ethan infila le chiavi nella serratura e apre la porta, facendomi segno di entrare. Non entro in questa casa da anni, più o meno da quando abbiamo finito il liceo e ci siamo trasferiti permanentemente a Kangaroo Island. «Vecchia e dolce casa.» Il borsone che ho a tracolla mi urta la gamba quando cammino, per cui faccio una smorfia, ma di fatto sono felice di essere qui. C'è un'aria pesante e fresca al tempo stesso, quell'aria di una casa  che è rimasta chiusa troppo tempo e che finalmente viene riaperta. Con ancora il buio intorno a noi mi metto ad osservare il salotto, il passa vivande che collega il soggiorno con la cucina e il corridoio che porta alla nostra camera. A casa, a Kangaroo Island, abbiamo due camera separate, qui invece la condividevamo. Da piccola non mi dispiaceva, non molto per lo meno, potevamo studiare insieme e parlare quando uno dei due aveva difficoltà a dormire per l'ansia da scuola.
Anche adesso non mi dispiace che dovremo dormire nella stessa stanza. Almeno penserò di meno a Greyson o a Garrett.

«Posa il borsone in camera e poi vieni qui. Ho portato le birre da casa. Domani sarà il primo gennaio e avremo a che fare con la prima sbronza.» Mi dice mio fratello, dandomi una pacca affettuosa sulla spalla prima di superarmi e accendere tutte le luci. Sono già le dieci di sera, il che vuol dire che tra meno di due ore sarà un anno nuovo. Mamma e papà erano un po' restii a farci andare via così tardi a Capodanno, ma Ethan non ne ha volute sentire di Santa ragione. Li ha rassicurati, ha promesso che non avremmo fatto sciocchezze, mi ha preso la mano e siamo partiti, con i borsoni appena fatti già caricati in macchina.

Annuisco e faccio ciò che mi dice. Appena entro in camera nostra quasi mi metto a piangere dalla nostalgia. Il nostro letto a castello ha ancora il piumino e le lenzuola sono un po' sgualcite, evidentemente ci eravamo accomodati lì prima di andarcene, la scrivania con le due sedie è mezza vuota, perché ci siamo portati quasi tutto nella casa di adesso, e l'armadio bianco è più grande di quel che ricordavo. Ci sono ancora tutte le foto che io e mio fratello abbiamo messo, in alcune ci siamo solo noi due, in altre siamo con i nostri vecchi amici o con i nostri genitori. Mi si stringe il cuore a vedere tutti quei volti sorridenti che una volta consideravo i miei migliori amici e che adesso non sento da anni.
Decido di non pensarci, perché il mio umore già adesso non è dei migliori, e torno da Ethan. Lo trovo mezzo steso sul divano, con due bottiglie di birra sul tavolino e che fa zapping tra i canali, probabilmente per trovarne uno che ha il conto alla rovescia per quando sarà l'ora dei fuochi d'artificio. A Kangaroo Island nessuno li spara, perché spaventano troppo li animali e danneggiano l'ambiente, ma qui in città sì. Non come a Sydney, ma si vedono bei fuochi d'artificio anche qui.

«Eccomi.» Mi siedo di fianco a lui, appena mi lascia un po' di spazio, e prendo le due birre. Ne passo una a mio fratello e bevo subito un sorso dall'altra. Ethan ha cercato di parlarmi per tutto il viaggio fin qui, probabilmente per non farmi pensare a quello che è successo tra ieri ed oggi, eppure adesso non posso farne a meno. Greyson sarà a casa sua con Sophie, magari a baciarsi e tenersi la mano proprio come facevamo noi due qualche giorno fa, mentre Garrett starà da solo, nella sua casa gigantesca, e tutto per colpa mia. Mio fratello, neanche sentisse i miei pensieri, mi circonda le spalle con un braccio. Intanto nel mio cervello c'è solo un'idea che voglio proporgli. «Ethan...» Aspetto che si giri verso di me per continuare. «Vieni a New York con me?»

Sbatte lentamente le palpebre, forse assimilando il pensiero, e poi corruga la fronte. «Sei sicura che vuoi andarci con me, tuo fratello, quando dovevi andarci con il tuo ragazzo? Puoi sempre annullare il viaggio.» Adesso mi sento una grande idiota, non come stamattina, certo, però mi sento una stupida lo stesso. Mi sono fatta ferire, ho ferito e adesso non so come ritornare a stare bene. Tra il dolore in sé ed i sensi di colpa mi chiedo se arriverò mai a febbraio.

«Ma è New York. E comunque sì, sono sicura. Greyson ha fatto la sua scelta, Ethan, e io voglio andarci lo stesso. Ma se tu non vuoi, è okay. Magari posso chiedere a mamma o a papà di accompagnarmi.» Mi sfilo le scarpe e mi porto le ginocchia al petto, ma Ethan non sposta mai il braccio dalle mie spalle. Di fatto, mi stringe di più a sé.

«Mi sto solo assicurando che, se ci vai, non starai lì triste e depressa. Ma devi fare come ti senti, sorellina.» Mi sposta una ciocca di capelli da davanti al viso. «L'importante è che tu stia okay.»

Quasi mi vengono le lacrime agli occhi. «In questo momento mi sento solo uno schifo, Ethan. Mi sento una cretina per aver posto fiducia in Greyson, perché cavolo se lo sapevo che sarebbe finita così, e mi sento una stronza per ciò che ho fatto a Garrett, e me lo merito. Lui ha aspettato anni che io provassi qualcosa di vero, mentre io sono andata solo perché avevo un grande bisogno di sentirmi amata. Non so neanche come ci sono finita nuda nel suo letto.» Vorrei eliminare le ultime quarantotto ore dalla mia vita. Sarebbe facile dare tutta la colpa a Sophie, perché infondo è andato tutto a puttane quando è arrivata lei, ma non è così. Lei non ha minacciato Greyson con una pistola se non tornava con lui. Forse è anche meglio così. Pensava a lei quando baciava me? Desiderava che io fossi un'altra?
A quanto pare sì. A quanto pare non ha mai dimenticato Sophie, forse non la dimenticherà mai.

«Sai che cosa ne penso, Deli, ne abbiamo già parlato. Ma per Garrett non è mai troppo tardi per chiedere scusa. È un uomo adulto, sapeva cosa stavi passando, e non porta rancore. Sappiamo tutti che ti perdonerà, lui ne ha approfittato tanto quanto te.»

Mi giro a guardarlo e una lacrima mi solca la guancia, arrivando fino alle labbra. La asciugo con la lingua, sentendo il suo sapore salato nel palato. Ethan è come me, togliendo Jason. Non ha mai avuto una relazione seria, anche se sono sicura che non avrebbe problemi a trovarla. «Non senti mai che manca qualcosa nella tua vita? Non vorresti, non lo so, qualcuno su cui contare? Magari qualcuno che ti dica che ti ama per come sei, o che ti aspetta a casa la sera. Che ti porta in bei posti e ti fa sorprese.»

Si stringe nelle spalle. «Sinceramente? Alcune volte sì, quando vedo coppie esageratamente smielate. Ma di fatto no, quindi quelle volte non contano. Delilah, non ho bisogno di qualcuno che mi dica che mi ama, e neanche tu, perché mi amo in primis io e dovresti fare uguale. Certo, alcune volte sarebbe carino avere qualcuno che ti sorride in quel modo, ma non è un dramma. Sto bene da solo, sarebbe strano il contrario. So a cosa stai pensando e la persona giusta, come la chiamate voi ragazze, arriverà anche per te. Hai venticinque anni, non novanta. Abbiamo un'intera vita.» Mi sorride, alla fine, e viene da farlo anche a me.

Ethan sta bene da solo e pensavo di stare bene anche io. Solo io e Arya. Ma da quando mi sono aperta con Greyson, ho capito che cerco l'amore come ogni singola persona. Adesso che non ce l'ho, mi chiedo se ho qualcosa io che non va. È per qualcosa che ho fatto, o che sono, il motivo per cui Greyson ha scelto una persona che l'ha ferito tanto nella sua vita?
«Giusto.» Non so perché l'ho detto, ma non mi va di restare troppo in silenzio. Il silenzio nella vita reale equivale ai miei pensieri che si auto-danno libero sfogo. E questo richiama anche il dolore, che sto cercando di sopprimere da un giorno ormai. Purtroppo sto capendo che solo il tempo me lo farà passare, proprio come ho superato la rottura con Jason posso superare questa. E poi ci saranno Ethan e Arya con me.

«Deli, solo perché non hai un ragazzo non significa che sei sola. Hai me, hai Arya, hai Garrett dopo aver parlato, Nick e tutti gli altri del nostro rifugio. Sai che ti vogliono bene e che puoi contare su di loro. Ed io ho voi, allo stesso modo.» Sposta il braccio, ma solo per prendermi la mano. «Ti voglio bene.»

«Te ne voglio anche io, Ethan.» Stringo più forte la sua mano. «E grazie. Avevo bisogno di sentire queste cose.»

Mi risponde che è il suo dovere da fratello e per un po' nessuno dice niente. Troviamo un bel canale di musica, dove mettono anche le nostre canzoni preferite, e che ha il countdown per la mezzanotte. Sono sorpresa quando mi rendo conto che mancano meno di cinque minuti. Siamo arrivati qui verso le dieci e mezza, così tra una chiacchiera e un'altra è quasi il nuovo anno. Mi metto comoda a gambe incrociate sul divano, in una mano mantengo la birra e nell'altra tengo quella di Ethan. Non è un male passare così il Capodanno, insieme al mio gemello. In genere siamo sempre bombardati di parenti, così finisce che a stento parliamo al cenone di Capodanno e che siamo gli ultimi a darci gli auguri. Invece adesso siamo insieme, uniti più che mai. Mi ricordo che una volta nostra madre ci ha raccontato che un anno, quando io e Ethan avevamo circa tre anni, ci eravamo entrambi spaventati per i fuochi d'artificio e che per distrarci avevamo costruito un fortino con i cuscini e le lenzuola della camera dei nostri genitori. Mi piace pensare che noi due saremo sempre così, a proteggerci l'un l'altra.

«Dieci... nove... otto...» Ethan si mette a fare il conto alla rovescia di fianco a me, con gli occhi che brillano. Mi sembra tornato bambino, quindi rido. «Sette... sei... cinque...» Mi unisco alla voce di mio fratello, mentre anche in tv iniziano a fare il countdown. «Quattro... tre... due...» Penso che quest'anno non può andare peggio di quello che sta per passare. «Uno... buon anno nuovo!» Io e Ethan brindiamo, facendo scontrare le nostre bottiglie di birra. Ne bevo subito un sorso, prima di appoggiare la testa sulla spalla di mio fratello. «Buon anno nuovo, stupido.»

Lui ride, poi mi scompiglia i capelli biondi in modo affettuoso. «Auguri, me versione femminile.» E questa volta sorrido, per tutta la sera.

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