Son of grey

By Sil64Eaton

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Quando il tuo nome è Delilah Bay niente è normale. A venticinque anni vivi ancora con i tuoi genitori e tuo f... More

1. "Peccato che un buco nero non ti abbia ucciso"
Personaggi
2. "Sei inquietante"
3. "Investito un procione"
4. "Caso umano di alto livello"
5. "L'amore per Camp Rock non passa mai"
6. "Credo che saremo bloccati qui per un po'"
7. "Pensare il suo nome"
8. "Che carino, parli di me"
9. "Hai per caso bevuto?"
10. "Non mi fido di quegli scimmioni ubriachi"
11. "Smettila di pensare che sono sexy!"
12. "Sophie"
13. "Assomigli all'uomo di Neanderthal"
14. "I gemelli"
15. "Io i pannolini non li cambio"
16. "Non sono Harry Potter"
17. "Se solo Ethan non mi stesse uccidendo con gli occhi"
18. "Esperti di sedano e crisi ormonali"
19. "Sei proprio uno stronzo"
20. "Arya ti deve ancora approvare"
22. "Questo é il Natale giusto per implodere"
23. "La casa delle disgrazie"
24. "Lei ti spezzerà il cuore"
25. "Sei identica a lui, Delilah"
26. "Non è mai troppo tardi per chiedere scusa"
27. "Errore per errore, ci perdoniamo entrambi?"
28. "So già i nomi dei nostri figli"
29. "Vieni a New York con me?"
30. Epilogo
Ringraziamenti
31. Capitolo speciale

21. "Ho fatto un sogno orribile"

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By Sil64Eaton

Quando riprendo coscienza, a far compagnia ai miei pensieri è un suono fastidioso. Un suono che ricorda vagamente quello della macchina, quando non ci si mette la cintura di sicurezza. Non ci metto molto a capire di essere in ospedale, anche se non ci sono mai stata come una paziente. Non mi sono mai rotta niente, non mi hanno mai ricoverato. Non avevo mai sentito i battiti del mio cuore su un monitor del genere. Quando provo ad aprire gli occhi, mi accorgo che non ci riesco. La testa mi pulsa e i pensieri sono offuscati, faccio fatica a concentrarmi. «Vi siete lasciati per un motivo.» Sta dicendo Greyson, con dell'irritazione nella voce. «Non dovresti star facendo uscire un bambino dall'utero di qualcuno in questo momento?»

«Fammi indovinare.» Riconosco a fatica la voce di Jason. Per tutte le papere di zio Sam, oramai me lo ritrovo dappertutto. «Sei il suo ragazzo? O per lo meno lei ti piace. Ti consiglio di starle alla larga, ha bisogno di un bravo psicologo.» Me lo immagino alzare gli occhi al cielo.

A quel punto mi sforzo di aprire gli occhi e, con una voce gracchiante che non mi appartiene, dico: «Sua sorella è una psicologa.» La luce mi acceca, così socchiudo leggermente le palpebre. Cerco subito Greyson e lo trovo in piedi vicino al letto, che guarda male e a braccia incrociate Jason.
«Delilah!» Il Figlio del grigio spalanca gli occhi e si precipita verso di me, afferrandomi la mano. Nonostante mi senta intorpidita in tutto il corpo, avverto una piccola scossa appena la sua pelle sfiora la mia. «Sei sveglia.»

Vorrei annuire, ma sono così stordita che non ce la faccio. Mi sento come se fossi con la testa sotto l'acqua. «Ho fatto un sogno orribile, Greyson. Ethan mi chiamava perché Arya veniva investita.» Lui non risponde, mi stringe solo un po' di più la mano, continuando a guardarmi. Poi realizzo.
Non era un sogno. Sono svenuta per quello, per questo adesso sono in ospedale. Arya è sul serio stata investita. Le lacrime si accumulano velocemente ai bordi dei miei occhi. «Greyson... è successo sul serio, non è così?»

Non credo che si accorge del gesto, ma mi bacia il dorso della mano con così tanta dolcezza che mi riscalda il cuore. Nonostante mi senta così tanto male per Arya, il suo gesto mi lascia un po' di felicità dentro. «Mi dispiace tanto, Deli.»
E prima che possa aggiungere altro, scoppio a piangere con Jason che ci guarda. Anche lui ha lo sguardo triste, eppure lui non ha mai visto Arya, né sa del rapporto che ho con lei. Non ha neanche idea che non è umana.
Arya per me non è solo un canguro, è come una figlia. C'ero la prima volta che messo la testa fuori dal marsupio della sua mamma, c'ero al suo primo salto, sono stata io a darle il primo pranzo, a curarle il raffreddore di inverno, ad integrarla con gli altri canguri quando era solo una cucciola. E lei c'era per me, anche se non se ne è mai resa conto. Faceva qualcosa di divertente e mi faceva ridere quando ero giù di morale, quando mi sentivo sola lei mi inseguiva nel recinto, stile cagnolino, come per dirmi "io sono con te". E adesso non ho idea di come stia.

Con una forza di volontà che non mi appartiene, smetto di piangere. Con la mano libera mi asciugo le guance e mi schiarisco la voce. So di avere la faccia rossa e gli occhi ancora lucidi, e la mia voce tremante è la conferma che ho ancora tanto bisogno di piangere. Ma non è il momento. «Jason, scusa, puoi lasciarci un attimo da soli?» Mi mette in suggestione lì, a braccia conserte mentre ci guarda. Lui annuisce, borbotta qualcosa su degli accertamenti e poi esce chiudendosi la porta alle spalle. Punto i miei occhi in quelli verdi di Greyson, che mi scrutano preoccupati. «Hai sue notizie?» Ho paura della risposta. Ho paura di sentire che non potrò più vedere i suoi occhioni nocciola, che non potrò più parlarle. Non potrò più cercare di convincere mio padre a portarla un pomeriggio, solo uno, a casa nostra. Perché ho paura che lei non ci sia più, che il suo cuore abbia smesso di battere con il mio.

«Ethan è con lei.» Mi rassicura con un lieve sorriso. «L'ho sentito poco fa. Sono in una clinica veterinaria qui ad Adelaide, hanno messo lui in sala d'attesa mentre Nick e Garrett sono nella sala dove la stanno operando. Niente è ancora sicuro, ma non sembra in fin di vita. Tuo fratello sta chiamando ogni dieci minuti per te, quindi credo che tra poco vorrà parlarti.» Annuisco, ancora con la testa tra le nuvole. Arya. Arya sta venendo operata. Il macigno che ho nel petto si affievolisce un po', non sembra in fin di vita. È quel sembra, però, che mi spaventa sul serio. Lo ringrazio e lui mi dà un altro bacio, questa volta sulla fronte. «Mi hai spaventato, lo sai?»

Alzo gli occhi al cielo, cercando di ritornare la solita Delilah. Ma mi risulta davvero difficile sapendo che a qualche chilometro da qui, Arya è stesa su un letto in chissà quali condizioni. «Te l'ho già detto una volta. È la mia faccia.» Gli scappa una risata, che finisce appena lo prendo per la maglietta per attirarlo a me. Greyson spalanca gli occhi, ma poi si lascia andare quando le mie labbra sono sulle sue. Mi prende il viso con le mani e io affondo una mano tra i suoi capelli. Non ho idea di quando sono diventata così intraprendente, so solo che voglio baciarlo fino a consumare il dolore. Il pensiero che adesso Arya sta venendo operata mi lacera il cuore in così tanti pezzetti che non so più se sarò capace a guardarla di nuovo senza pensare al fatto che l'ho quasi persa. Ed io non ero lì. Non ero lì per lei, ero a pensare a me stessa. Ero a pensare alla mia storiella con Greyson, mentre ho perso di vista il fatto che lei ha bisogno di me. Ed io di lei, in un modo che fa male al cuore e alla mente. Il legame che ci accomuna, o almeno che unisce me a lei, non è spiegabile a parole. Chi non ha provato una cosa del genere non può capire neanche se volesse farlo.

«Delilah...» Greyson si separa da me qualche attimo dopo. Ha le labbra gonfie, i capelli spettinati e un'aria più tranquilla rispetto a qualche attimo fa. Ma il fatto che stia meglio non significa che sta del tutto bene. «Ti prego.» Lo interrompo, con voce rotta. «Ho bisogno di te adesso.»
I suoi occhi verdi riflettono la mia immagine. Capelli scompigliati, un tubicino che passa vicino al naso e il viso pallido. Ho la faccia di chi sta morendo dentro e che non lo nasconde.

«Lo so.» I suoi polpastrelli mi accarezzano delicatamente la guancia, fino ad arrivare dietro l'orecchio. «Ma non è questo il modo per eliminare il dolore. Deli, starà bene. So che è difficile, ma non sei sola e non lo è neanche Arya.» Penso ad Ethan, in sala d'attesa, preoccupato sia per me che per Arya. E penso a Garrett e Nick, che l'hanno curata quasi quanto me. Arya la amano tutti, non sono l'unica a stare male. E Greyson ha dannatamente ragione. Quindi annuisco, limitandomi a sentire il calore che emana la sua pelle vicino la mia.

La porta si apre un minuto dopo e la testa di Jason fa capolino nella stanza. «Scusate l'interruzione.» Greyson sposta piano la mano, con una faccia infastidita che mi fa scappare un sorriso. «Ho controllato, Delilah può anche andarsene se preferisce. Noi consigliamo lo stesso di passare la notte qui per sicurez-» Lo interrompo subito, l'unica cosa che voglio fare adesso è andare da Arya. «Vorrei andarmene, grazie Jason.» Lui annuisce, poi esce per andare a prendere le carte che devo firmare per andare via.

Greyson fa una smorfia. «Grazie Jason.» La voce nasale che dovrebbe assomigliare alla mia, e che tra parentesi non ci assomiglia proprio, mi fa ridere. Poi però vedo che lui non è divertito, ma è solo infastidito, così mi metto lentamente seduta e lo bacio di nuovo, questa volta in modo più tenero. «Figlio del grigio, non fare l'idiota. Non provo più niente per lui, l'ultima volta che l'ho visto gli ho dato pure dello stronzo.» Jason Lo Stronzo. È così che lo chiamiamo io e Ethan.

Lui inarca un sopracciglio. «È di lui che non mi fido. Fino a prova contraria, non ti ha insultato. Non che voglia che lo faccia, sia chiaro, però prima a cercato di allontanarmi da te. Non ti pare sospetto?» Mi scappa un sorriso e questa volta è lui a baciarmi. «Al diavolo, se vuoi usarmi baciandomi fai pure.»

«Non ti bacio per usarti.» Metto un dito sul suo labbro morbido, per allontanarlo giusto per parlare. «Ti bacio perché lo voglio, Figlio del grigio. Sempre.» Quando sono felice, quando sono triste, quando non provo niente. Baciare Greyson è come una boccata di aria fresca sempre, in ogni singolo istante.

«Quando dici queste cose ho tanta voglia di correre con te.» Sorride, facendomi scappare una risatina. E le nostre labbra sono di nuovo unite l'attimo successivo, ma ci separiamo subito non appena la porta si apre e compare di nuovo Jason. Greyson per poco non ha il fumo dalle orecchie. «Io lo so che questo sta testando la mia pazienza.» Mi bisbiglia. «Garrett 2 la vendetta.»

L'ultima frase è sentita da Jason dato che lancia a Greyson un'occhiata confusa. Poi punta i suoi occhi castani nei miei. Una volta mi piacevano, adesso sento solo indifferenza. «Puoi andare, Deli. Devi firmare le carte prima di andare, sono nella sala d'attesa.» Annuisco, mentre il nuovo dipendente mi prende la mano.

«Il suo nome è Delilah.» Sbotta, e per poco non mi metto a ridere davanti a quei due. Sembrano cane e gatto, Greyson pronto ad attaccare e Jason che fa di tutto per provocarlo.

«Lo so meglio di te, bello. E per la cronaca non stavo parlando con te.» Alza gli occhi al cielo e si rivolge infine di nuovo a me. «Ciao, Delilah. Spero che tu stia meglio.» Accenno un sorriso, poi appena scompare dalla nostra vista mando un'occhiataccia a Greyson. «Mi spieghi perché ti stai comportando come se ti avesse ucciso un parente?»

«È frustrante.» Alza gli occhi al cielo. «Prima Garrett, adesso lui. Ogni singolo ragazzo ci prova con te o è un tuo ex. Ci manca solo che ci prova con te anche tuo fratello.» Aggrotto la fronte, chiedendomi che problemi ha. Lui rabbrividisce. «No, è troppo inquietante. Levami dalla testa tuo fratello che ci prova con te.»

Scoppio a ridere, poi mi levo delicatamente il tubicino da vicino al naso. Mi alzo, ignorando il giramento di testa. So di essere debole in questo momento, ma non mi interessa di nulla a parte vedere con i miei occhi che Arya stia bene. Greyson mi prende per mano e non me la lascia finché non arriviamo alla clinica. Per arrivarci ci mettiamo venti minuti e sono i più lunghi della mia vita: tamburello con le dita sul ginocchio, chiamo sia Ethan che i miei, che stanno venendo anche loro ad Adelaide. Mio fratello in chiamata non piange più, però sento ancora che è preoccupato e leggermente triste. Immagino lo spavento che si è preso. Mi spiega bene l'incidente di Arya: quando il camion con gli animali gli ha scaricati, la gabbia dove era Arya era chiusa male quindi lei è riuscita ad uscire. E mentre il guidatore faceva manovra, lei è saltata proprio dietro.

«Ethan!» Gli vado incontro appena lo vedo. Lui mi stringe a sé, dandomi un bacio sulla testa. «Come sta?» La mia voce è attutita così tanto che fatico a sentirla. Mio fratello mi ha spiaccicato il viso sul suo petto, quindi quando parlo lo faccio contro la sua maglietta.

«State bene entrambe.» Mi lascia un bacio tra i capelli e intravedo Greyson che sorride, sedendosi su una sedia della sala d'attesa mentre ci guarda. «Nick e Garrett sono dentro, puoi entrare, dovrebbero aver finito di operarla oramai. Appena vai in quel corridoio la prima porta a destra.» Gli lascio un bacio sulla guancia come ringraziamento e vado, ignorando la morsa che sento al centro del petto.

Ti prego, ti prego, ti prego. Fai che lei stia bene. Fai che sul serio non sia in fin di vita, chiunque ci sia lassù. Farò quel che vuoi. Dentro di me è solo una preghiera. Inutile, dal momento che sono atea, ma non so che fare mentre abbasso la maniglia della porta per entrare. Appena la vedo, gli occhi mi si riempiono di lacrime. Lei è stesa su un tavolo metallico, gli occhi chiusi e una ferita chiusa con dei punti in bella vista. Una zampa posteriore è fasciata con della garza. Due veterinari di qui bisbigliano qualcosa, pulendo la ferita appena chiusa, mentre Garrett e Nick mi si avvicinano. «L'operazione é andata bene, Deli.» Nick cerca di rassicurarmi con un sorriso. «Dovrebbe svegliarsi tra poco, vi lasciamo sole.» Garrett fa cenno agli altri due medici, così escono tutti e quattro.

Io mi avvicino piano ad Arya, come se avessi paura di quello che potrei vedere. O provare, o entrambe le cose. Le accarezzo piano il muso, fino ad arrivare dietro l'orecchio. Quando era piccola aveva due orecchie enormi e morbide, così ci giocavo sempre. Le prendo la zampa di davanti, quella che dovrebbe essere una mano se fosse umana. «Mi dispiace di non averti protetto quando ne avevi bisogno, piccola.» La mia voce si spezza, ma ho bisogno di parlarle. La paura di non poterlo fare prima era così forte, che mi sembra solo un lontano incubo. «Mi dispiace tanto, Arya. Dicono che tu stia bene, e lo spero sul serio. Ho bisogno di te nella mia vita, okay? Sei il mio canguro, la mia migliore amica, la mia anima gemella. Non c'è Delilah senza Arya.» Le lascio un bacio sulla zampa che tengo tra le mie mani.

Mentre la osservo, questa volta in silenzio, il suo corpo ha un fremito. Poi le sue labbra rilasciano un verso dolorante e finalmente i suoi occhi sono puntati nei miei. Le sue iridi castane mi guardano e sembra rilassarsi. «Sono qui e tu stai bene.» Le bisbiglio, lasciandole una carezza sulla testa.
Lei sta bene ed io finalmente sento di tornare a respirare.

~ Angolo autrice ~
Scusate se ci ho messo tanto ad aggiornare, ma Wattpad mi stava dando dei problemi. Adesso sembrano essersi risolti, comunque cercherò di aggiornare sabato o domenica. 💕

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