Protecting you. |GIUSEPPE CON...

By sofusername

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«Chi è che rischia di essere ucciso?» Il capo la fissa negli occhi. «Il Presidente del Consiglio, Giuseppe Co... More

Prologo
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
Epilogo

Capitolo 20

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By sofusername

Sta sistemando tutta la sua roba in valigia, come se fosse un robot. Non si rende neanche conto di quello che sta facendo, perché non ha ancora digerito cos'è successo.

E forse le serve del tempo.

Ha in mente solo il suo sguardo, freddo e distaccato, mentre le diceva fosse meglio non vedersi più.

Che non ha mai provato nulla per lei.

Le ritornano in mente tutte le risate, i sorrisi, la paura che aveva provato dopo dopo il suo incidente e quanto fosse bella l'alba sul mare.

Mette dentro l'ultima maglia, guardandosi intorno, come per memorizzare per l'ultima volta l'appartamento, che non rivedrà più. Potrà anche accettare che lui non provi niente, ma non che venga estromessa dal caso. È testarda, a volte anche troppo, e al momento vuole solo riprendersi il suo lavoro. Vuole dimostrare che può tenere separata la vita personale da quella lavorativa, e che hanno bisogno di lei qua.

E non dell'agente che dovrebbe prendere il suo posto, visto che, se non si ricorda male, non è per niente un tipo sveglio. Ha anche scritto un breve messaggio ai suoi amici, informandoli di ciò che fosse successo e che sarebbe tornata in ufficio da loro. Dopo di che, ha messo via il telefono, senza neanche aspettare le risposte.

Chiude la valigia, prendendola in mano.

Dovrebbe avere la macchina parcheggiata vicino a Palazzo Chigi, se non si ricorda male, e percorre i corridoi vuoti in completo silenzio, con il solo rumore delle rotelle della sua valigia.

Non sa il Presidente cosa stia facendo, e non le interessa.

Lei non ha bisogno di nessuno.

Di turno ci stanno Giordano e Ponti, che la salutano dispiaciuti, e lei si ritrova in poco tempo per le strade di Roma. Era da un po' non guidasse, il traffico di certo non le mancava. Tra tutto, è uscita da Palazzo verso le nove di sera, senza nemmeno cenare.
Ha lo stomaco completamente chiuso.
Non ha neanche voluto andare a cercare sui social i commenti fatti sulle loro foto, sulla loro presunta relazione.

Ancora lui non ha smentito, anche se immagina lo farà il prima possibile.

Il suo appartamento è come lo aveva lasciato, cioè in disordine.

Una sensazione di solitudine l'assale: a Palazzo sapeva di avere il premier e la sua scorta nella stessa struttura, e lui stesso veniva spesso a vedere un film da lei, mentre ora si sente dannatamente sola.

Non conosce nessuno nel suo palazzo, e improvvisamente le pesa non avere qualcuno ad aspettarla.

Posa la valigia in camera, quando sente il campanello suonare.

È Cecilia, che entra in casa come un uragano, abbracciandola fin troppo forte. «Mi sei mancata!» esclama. «Spiegami che è successo, come stai?»

L'amica la squadra attentamente, e Sofia sospira. Si siedono sul divano, una accanto all'altra, con la luce fioca della lampadina a illuminare i loto volti. «Ve l'ho scritto, Vecchione mi ha chiamata per informarmi che non avrei più lavorato al caso, e Trevisi avrebbe preso il mio posto.» racconta. «e ho scoperto ci fosse Giuseppe dietro tutto questo, non so cosa Rocco gli abbia detto, ma evidentemente si è convinto anche lui fosse la cosa migliore da fare.»

Cerca di mantenere un tono più che normale, come se non fosse successo niente di che, e si sente lo sguardo dell'amica addosso. Starà cercando di capire quando smetterà di tenersi tutto dentro, di imporsi di non crollare, di non mostrarsi debole.

Perchè lei è forte e indipendente, non ha bisogno di nessuno.

«Da come mi hai raccontato, e anche dal poco che ho visto, lui sembra essere più che preso da te.» commenta. «è molto probabile si sia lasciato manipolare, magari non si rende davvero conto di quanto tiene a te, e si accorgerà presto di aver fatto un errore.»

Sofia scuote la testa, guardando un punto indefinito della stanza. «Ha semplicemente deciso che la sua immagine è più importante di me, di qualsiasi cosa ci sia stata tra di noi, e di tutto quello che ci sarebbe potuto essere.» replica.

Le mancano quasi più i momenti che non hanno avuto.

«E come si fa a prendere una deicisione simile? L'ho visto come ti guardava, quando eravamo a Palazzo Chigi ed era venuto a parlarti...è chiaro provasse qualcosa.»

«Forse quel qualcosa non era abbastanza.» sussurra, sempre con lo sguardo perso.

Lei non è abbastanza.

Abbastanza per opporsi a chiunque non voglia stiano insieme.

Abbastanza per fregarsene della stampa.
Abbastanza per accettare le conseguenze.
Abbastanza per rischiare di perdere consenso.

Non che pensa avrebbe dovuto rischiare il suo lavoro per lei, perché sa cosa significa amare ciò che si fa, e che responsabilità lui abbia, ma questo non vuol dire eliminarla completamente dalla sua vita, come se non avesse alcuna importanza.

La verità è che non importa quante volte si ripeta di essere forte e indipendente, e di non aver bisogno di nessuno, perché è la seconda volta che qualcuno la fa sentire come se non fosse abbastanza.

Ed è una sensazione orribile.

Lo era con Mattia, ma lo è ancora di più con il Presidente.

Con il primo era più una questione di principio.
Con Giuseppe Conte è questione che lei avrebbe messo da parte tutti per lui, mentre lui ha messo da parte lei.

E non c'è cosa più brutta quando sai che tu saresti disposto a certi sacrifici per qualcuno, ma non l'incontrario. Fa male, perché lui è sempre stato più che abbastanza per lei.

Mentre lei non è mai stata abbastanza.

«Stai piangendo.» le fa notare Cecilia, con un tono preoccupato.

Non l'ha mai vista piangere in tutti questi anni di amicizia.

«Non è vero.»

Lei non piange mai.

Si porta una mano sul volto, e sente effettivamente di essere bagnata. Neanche si era resa conto le fossero scese delle lacrime. Se le asciuga subito.

Cecilia l'abbraccia. «Lo sai che se vuoi sfogarti noi ci siamo.»

La ragazza si stringe a lei. «Lo so.»

«Vuoi venire a dormire da me?» le propone, non volendola lasciare sola.

Lei ci pensa su, perché forse non sarebbe una cattiva idea. Il pensiero di dormire da sola, in un appartamento che ora le sembra troppo grande per una persona, le fa venire un nodo alla gola. «Sì, grazie.»

Fortuna i suoi amici.

—-

È riuscita ad entrare a Palazzo Chigi tramite Marco Cecchi.

La mattina stessa era tornata in ufficio, con un nuovo caso pronto sulla scrivania, a cui, in realtà, non ha neanche ancora dato un'occhiata.

Decisa a riconquistare quello che le spetta, si è ritrovata nello stesso posto che aveva lasciato la sera prima, e aveva chiesto di chiamarle Marco, visto che non volevano lasciarla passare.

Insomma, un caso così importante non vuole farselo scappare.

Il bodyguard, per fortuna, sembra essere dalla sua parte. Non che le abbia detto chissá cosa, visto che non sono mai stati soli, ma si vedeva fosse molto dispiaciuto.

Dopo aver camminato una decina di minuti per i corridoi, adocchia il Presidente camminare verso il cortile interno, con Ponti alla sua sinistra, e la ragazza si avvicina alla sua destra, con due caffè in mano, presi d'asporto in un bar vicino.

Giuseppe Conte si accorge quasi subito della sua presenza, lanciando un sospiro, senza però fermarsi. È vestito con una giacca grigia, i capelli tenuti alla perfezione e la cravatta abbinata. «Chi ti ha fatto entrare?»

Lei gli passa il caffè, che lui afferra con riluttanza. «Non è importante.» risponde. «stavo pensando che potremmo cercare di escogitare una sorta di trappola, per chiunque ti voglia morto, non credi?»

«Non sei autorizzata a stare qui.»

«Certo, per funzionare dovrebbe essere qualcosa di ben architettato, ma potremmo pensarci insieme.» lo ignora, continuando il suo discorso.

Lui si ferma improvvisamente, in mezzo al cortile. Il sole è coperto dalle nuvole, e Sofia nota che ha delle occhiaie più che evidenti, come se non avesse dormito nulla quella notte. La guarda come se non sapesse più cosa fare con lei, come se fosse una studentessa che non gli dà retta. «Cosa devo fare per farti capire che non voglio più vederti?»

Lei sostiene il suo sguardo, cercando di non farsi scalfire da quelle parole, dalla sua freddezza. «Sto solo cercando di fare il mio lavoro.»

Il premier incrocia le braccia, per fortuna non c'è nessun altro in giro, oltre a loro due e la guardia del corpo. «Non è più il tuo lavoro, l'agente Trevisi è nel suo nuovo ufficio.»

«Quindi è questo il tuo obiettivo? Fare di tutto per allontanarmi, per poter preservare la tua cara immagine? E fregartene di quello che penso io, di quello che sento?» lo accusa, mantenendo a stento un tono di voce calmo.

Non riesce bene a controllare le proprie emozioni quando è in sua presenza.

Lui si guarda intorno, forse per assicurarsi nessuno li stia vedendo insieme. «Non lo capisci che, se ti ho allontanata, è perché mi sono accorto tu stessi provando qualcosa per me? Diciamocelo chiaramente, non ho mai avuto intenzioni serie. Sei oggettivamente una bella donna, sono attratto da te, ma finisce qua. Mi sentivo solo, e tu eri là.» parla, con uno sguardo duro, come se fosse stanco di avere a che fare con lei. «il problema è la tua ossessione nei miei confronti, che mi ha spinto a chiedere a Vecchione di mandarmi qualcun altro.»

Il caffè ormai si è freddato.

Sofia sente le sue parole rimbombarle dentro, e avrebbe preferito ricevere un pugno.

Si sentiva solo anche quando le ha detto l'avesse aspettata per cinquant'anni?
Quando l'ha svegliata alle cinque di mattina per vedere l'alba insieme?

Si sente ridicola, umiliata, e debole.

È qui, davanti a lui, dopo quello che è successo, e vengono messi in ridicolo i suoi sentimenti, dalla stessa persona a cui sono indirizzati. Stenta a riconoscerlo, non é l'uomo che ha conosciuto in tutto quel tempo. «Non mi vergogno di quello che provo, non puoi usarlo contro di me.» sforza un sorriso, cercando di nascondere come davvero si sente.

Lui stringe le labbra, guardando da un'altra parte. «Non ho tempo da perdere, se dovessi stare dietro a chiunque dica di essersi invaghito di me, non avrei tempo per fare altro.» replica, come se la potesse benissimo paragonare a una delle tante ragazzine che gli vanno dietro, come se fossero sullo stesso piano. «se non te ne vai, sono costretto a farti uscire con la forza.»

Lei si chiede cosa sia diventato, se non l'abbia mai conosciuto veramente, perché non si è mai comportato così, non ha mai parlato così a nessuno. «I miei sentimenti potranno anche farti schifo, ma rivoglio indietro il mio caso, perché sono abituata a portare a termine ció che inizio. Per il momento me ne vado, ma non è finita qui.»

E si gira, andandosene via.

Neanche questa volta la ferma.

Mentre se ne va, incrocia Cecchi, che stava camminando per Palazzo. Lui, invece, la ferma. «Com'è andata?» le chiede, anche se, guardandola in volto, la risposta dovrebbe essere già chiara.

Lei storce la bocca. «Male, anche se me lo aspettavo.»

«Hai gli occhi lucidi.» le fa notare. «stavo pensando di andare a prendermi un caffè in una pasticceria qua vicino, hanno delle torte buonissime, mi fai compagnia?»

È ovvio che non avesse intenzione di andare da nessuna parte, ma lo sta dicendo solo per lei. La ragazza abbozza un sorriso, perché si ricorda la prima volta che l'ha conosciuto, e non credeva che sarebbero mai arrivati a questo punto. È contenta di come le cose siano cambiate. «Come posso rinunciare ad una torta?»

I dolci sono sempre la soluzione di tutti i problemi.

——

Sono passati due giorni da quando l'ha visto l'ultima volta, e i suoi amici hanno cercato di tirarle su il morale in tutti i modi, nonostante lei cercasse di comportarsi come se non fosse successo nulla, come se stesse bene. Ha cercato di leggersi il nuovo caso, anche se non riesce bene a concentrarsi, e cerca di scoprire, tramite, i suoi amici, se ci sono novità riguardo al caso da cui è stata tolta.

Ancora nulla.

Ha anche ricevuto un messaggio da Mattia, in cui le chiedeva di rivedersi, per parlare.

Non gli ha risposto.

Inoltre, il Presidente aveva poi smentito quegli articoli in un'intervista, affermando che lei fosse venuta a Milano solo per la sua famiglia, e che, per un contrattempo, gli aveva chiesto di dormire nel suo hotel, non avendo altre alternative. E no, non era successo assolutamente nulla tra di loro, anzi, sapeva che la ragazza andasse dietro ad una delle sue guardie del corpo, anche se non poteva dire chi.

Che bugiardo.

Ora è nel proprio appartamento, sul divano, con Netflix acceso in tv, anche se lei sta su instagram. Aveva iniziato, una settimana prima, a seguire un paio di profili dedicati al premier, giusto perché facevano dei post divertenti, e le appare che uno di loro ha messo una nuova foto.

Questa volta, però, non è alcuna foto divertente.

È la foto di Giuseppe Conte che sta camminando di fianco ad una donna, che lei riconosce subito.

È Olivia Paladino.

La descrizione del post allude un ritorno di fiamma, ed è riportato anche un link, che porta ad uno dei siti di gossip.

La foto risale a quel pomeriggio stesso.
Lui ha un braccio intorno alle sue spalle, in un gesto intimo, e lei sta sorridendo.
Sembrano felici.

Mette via il telefono, chiudendo gli occhi.
Non riesce a credere che lui sia tornato da lei, dopo tutto quello che gli ha detto.

Perché l'ha fatto?

Le viene quasi da vomitare, e sente che ha bisogno di distrarsi, di qualsiasi cosa pur di non pensare a lui, insieme a quella donna.

Vorrebbe odiarlo, ma non ci riesce.

Odia se stessa, per averlo lasciato entrare nella sua vita, per essersi fidata di lui.

Prende le chiavi ed esce di casa, con la pioggia che la bagna tutta, anche se nemmeno se ne rende conto.

Sale in macchina, partendo a tutta velocità.

Dopo essere arrivata a destinazione, trova il portone del palazzo aperto, e sale le scale, fino al quarto piano. Suona il campanello, e non deve aspettare molto per ricevere una risposta.

La porta si apre. «Sofia?»

Mattia la sta osservando sorpreso.

///

Cosa ne pensate??

Che combina il Pres?😳😳

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