Capitolo 20

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Sta sistemando tutta la sua roba in valigia, come se fosse un robot. Non si rende neanche conto di quello che sta facendo, perché non ha ancora digerito cos'è successo.

E forse le serve del tempo.

Ha in mente solo il suo sguardo, freddo e distaccato, mentre le diceva fosse meglio non vedersi più.

Che non ha mai provato nulla per lei.

Le ritornano in mente tutte le risate, i sorrisi, la paura che aveva provato dopo dopo il suo incidente e quanto fosse bella l'alba sul mare.

Mette dentro l'ultima maglia, guardandosi intorno, come per memorizzare per l'ultima volta l'appartamento, che non rivedrà più. Potrà anche accettare che lui non provi niente, ma non che venga estromessa dal caso. È testarda, a volte anche troppo, e al momento vuole solo riprendersi il suo lavoro. Vuole dimostrare che può tenere separata la vita personale da quella lavorativa, e che hanno bisogno di lei qua.

E non dell'agente che dovrebbe prendere il suo posto, visto che, se non si ricorda male, non è per niente un tipo sveglio. Ha anche scritto un breve messaggio ai suoi amici, informandoli di ciò che fosse successo e che sarebbe tornata in ufficio da loro. Dopo di che, ha messo via il telefono, senza neanche aspettare le risposte.

Chiude la valigia, prendendola in mano.

Dovrebbe avere la macchina parcheggiata vicino a Palazzo Chigi, se non si ricorda male, e percorre i corridoi vuoti in completo silenzio, con il solo rumore delle rotelle della sua valigia.

Non sa il Presidente cosa stia facendo, e non le interessa.

Lei non ha bisogno di nessuno.

Di turno ci stanno Giordano e Ponti, che la salutano dispiaciuti, e lei si ritrova in poco tempo per le strade di Roma. Era da un po' non guidasse, il traffico di certo non le mancava. Tra tutto, è uscita da Palazzo verso le nove di sera, senza nemmeno cenare.
Ha lo stomaco completamente chiuso.
Non ha neanche voluto andare a cercare sui social i commenti fatti sulle loro foto, sulla loro presunta relazione.

Ancora lui non ha smentito, anche se immagina lo farà il prima possibile.

Il suo appartamento è come lo aveva lasciato, cioè in disordine.

Una sensazione di solitudine l'assale: a Palazzo sapeva di avere il premier e la sua scorta nella stessa struttura, e lui stesso veniva spesso a vedere un film da lei, mentre ora si sente dannatamente sola.

Non conosce nessuno nel suo palazzo, e improvvisamente le pesa non avere qualcuno ad aspettarla.

Posa la valigia in camera, quando sente il campanello suonare.

È Cecilia, che entra in casa come un uragano, abbracciandola fin troppo forte. «Mi sei mancata!» esclama. «Spiegami che è successo, come stai?»

L'amica la squadra attentamente, e Sofia sospira. Si siedono sul divano, una accanto all'altra, con la luce fioca della lampadina a illuminare i loto volti. «Ve l'ho scritto, Vecchione mi ha chiamata per informarmi che non avrei più lavorato al caso, e Trevisi avrebbe preso il mio posto.» racconta. «e ho scoperto ci fosse Giuseppe dietro tutto questo, non so cosa Rocco gli abbia detto, ma evidentemente si è convinto anche lui fosse la cosa migliore da fare.»

Cerca di mantenere un tono più che normale, come se non fosse successo niente di che, e si sente lo sguardo dell'amica addosso. Starà cercando di capire quando smetterà di tenersi tutto dentro, di imporsi di non crollare, di non mostrarsi debole.

Perchè lei è forte e indipendente, non ha bisogno di nessuno.

«Da come mi hai raccontato, e anche dal poco che ho visto, lui sembra essere più che preso da te.» commenta. «è molto probabile si sia lasciato manipolare, magari non si rende davvero conto di quanto tiene a te, e si accorgerà presto di aver fatto un errore.»

Protecting you. |GIUSEPPE CONTE|Where stories live. Discover now