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By sofusername

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«Chi è che rischia di essere ucciso?» Il capo la fissa negli occhi. «Il Presidente del Consiglio, Giuseppe Co... More

Prologo
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
Epilogo

Capitolo 17

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By sofusername

«Devi assolutamente invitare il Presidente a cena, vogliamo conoscerlo!»

Sofia è nel suo appartamento a Palazzo Chigi, e aveva già previsto sua madre avrebbe risposto così. È in vivavoce, anche perché sta preparando un'insalata per cena. «Glielo chiederò, ma evitate di mettermi in imbarazzo per favore.» sospira. «e non siate troppo invadenti con lui, è pur sempre il Presidente del Consiglio, non uno dei miei amici.»

«Ma è anche lui tuo amico, no?»

Sofia inizia a tagliare i pomodori, con una semplice tuta addosso e i capelli legati in una coda. «Sì, anche lui lo è.» risponde. «ma hai capito che intendo.»

Certo, di solito uno non si vorrebbe fare gli amici.

Infatti non sa neanche bene se il loro rapporto si possa catalogare come amicizia.

Insomma, hanno passato diversi momenti insieme ormai, si sono confidati tante volte e, da quando si è trasferita qua, è capitato spesso che la sera si ritrovassero a vedere un film insieme, tenendosi compagnia a vicenda.

Poi ci stanno altri fattori da considerare, come la sua attrazione verso di lui, o il suo sentirsi in un certo modo in presenza dell'altro, che ancora non vuole ammettere. Cerca di ignorare delle verità scomode, che vanno contro alla sua razionalità, contro ciò che pensa sia giusto. Come direbbe Freud, il suo cervello ha azionato una sorta di meccanismo di difesa, di rimozione.

Certo che è attratta da lui, quello ormai è palese.

Ha già detto diverse volte che a influenzare il suo lavoro non sarà un bel faccino.

Il problema è quando dietro al bel faccino c'è anche un bel cervello.

Il problema è quando la fa ridere così spesso.

Il problema è quando le tiene testa.

Il problema è quando non vede l'ora di vederlo.

Il problema è quando non si è mai sentita così bene con nessun altro.

Il problema è quando si sente sempre più legata a lui.

Il problema è quando diventa difficile ignorare i sentimenti.

«Cosa cucino? Gli piace il pollo? Le tagliatelle? E come dolce?» la madre inizia a farsi le paranoie, e a Sofia viene da sorridere.

«Ma', sono sicura vada bene qualsiasi cosa.» la tranquillizza. Sta per cambiare argomento, quando sente bussare alla porta. «scusa ma hanno bussato, devo chiudere, a questo punto ci vediamo direttamente sabato.»

«Sì, non vediamo l'ora.»

Lascia perdere anche l'insalata, andando ad aprire alla porta.

Ormai non si sorprende più nel trovarsi Giuseppe Conte davanti, anche perché può essere solo lui o una delle guardie. Quello di cui si sorprende, però, è che non è solo.

«Sofia!» esclama il bambino, correndole incontro. Si abbassa a terra, accogliendo il figlio del premier tra le braccia.

Di solito a lei non piace passare del tempo con i bambini, ma Niccolò potrebbe essere un'eccezione.

«Voleva assolutamente venirti a trovare.» prende parola il Presidente, rimanendo fermo sull'uscio della porta, e osservando i due con una strana espressione.

È incredibile come spesso non riesca a decifrare i suoi comportanti, mentre le viene così facile leggere altre persone.

«Mi fa piacere, vogliamo vedere un film?» chiede Sofia, rivolgendosi a Niccolò, che ha gli stessi lineamenti del padre.

È assurdo quanto si assomiglino.

Lui sorride. «Sì! Hai Netflix? Mio papà è vecchio, non ce l'ha.»

Il premier finge di essere offeso, e chiude la porta alle sue spalle, entrando in casa.

Sofia ride. «Certo che ce l'ho, e tuo padre mi sfrutta per questo! Adesso mettiti comodo sul divano, devo solo sistemare una cosa e scegliamo un film, va bene?»

Niccolò annuisce, contento, andando a sedere.

La ragazza torna in cucina, seguita dal Presidente, che è vestito con un maglioncino e jeans. «Spero non ti abbia disturbato.» le parla, mentre lei mette i pomodori dentro l'insalata. Per fortuna mancavano solo quelli.

«No, stavo parlando con mia madre del week end.» lo informa. «adesso mi porto l'insalata sul divano, tanto c'è il tavolino accanto. Sono contenta siate venuti, mi fate compagnia.»

«Non credevo fossi a dieta.» commenta lui, dato che l'ha sempre vista mangiare di tutto e di più.

«In realtà, ultimamente sto mangiando più leggero, perchè non vado in palestra da ormai due mesi, e l'allenamento in casa non è la stessa cosa.» ammette. «anche il metabolismo veloce ha i suoi limiti, Presidente.»

Lui inarca le sopracciglia. «Non mi sembra tu sia ingrassata, anzi.»

«E questo proprio perché sto facendo attenzione di più al mangiare, anche perchè ti avverto, mia madre per sabato sera cucinerà un sacco di roba.» ed è anche davvero brava a cucinare, quindi sa già che non discriminerà nulla.

«Non vedo l'ora.»

Poi raggiungono Niccolò sul divano, che si mette in mezzo ai due adulti.

Alla ragazza l'atmosfera sembra troppo familiare.

Ecco, un altro problema è che ora sta immaginando come sarebbe avere una famiglia con il Presidente.

——

Il viaggio è stato lungo, sono arrivati verso l'ora di pranzo, ma Sofia è stata subito lasciata a casa dei suoi genitori, perché in teoria lei non dovrebbe essere là, e la stampa non può pensare il premier l'abbia portata con sé.

Non sarebbe giustificabile, ci sono già state voci riguardo la sua presenza al G7, anche se nessuno ci ha fatto più di tanto caso, perché alla fine lei è sempre rimasta nella zona dell'hotel.

Il Presidente le aveva detto sarebbe arrivato a casa sua per le otto, e adesso la ragazza è nella sua vecchia casa. Ha già abbracciato tutti, e ora sua madre è tornata in cucina a preparare le ultime cose per quella sera, mentre suo padre sta leggendo il giornale in sala.

Lei è in camera sua.

«Allora, a che ora viene il Presidente stasera?» le chiede Letizia, sua sorella, che la sta seguendo ovunque, contenta di rivederla.

Sofia si sdraia sul letto. «Mi ha detto per le otto, ma fa sempre tardi.»

Lei e sua sorella non si somigliano per niente fisicamente, sembrano un po' due opposti, hanno giusto il naso e la bocca uguali. Letizia si stende sul letto di fianco a lei. «Non penso farà tardi stasera, dovrà fare bella figura con mamma e papà.»

«Dici per l'immagine?» replica, perplessa.

«No, per portarti a letto.»

Sofia le tira una gomitata, forse troppo forte.  «Letizia! Smettila, non è un incontro tra genitori e ragazzo della figlia, è una semplice cena con un amico, che tra l'altro è il Presidente del Consiglio.»

La sorella rotea gli occhi. «Andiamo, l'ha capito anche papà da quella foto che tra voi due c'è qualcosa. Ormai mancano solo le scommesse su quando vi deciderete a iniziare una relazione.»

Si sente in imbarazzo. «Era solo una foto.»

«Sì, ma si vede anche da come ce ne parli di solito.» effettivamente, durante le loro chiamate, spesso si ritrova a parlare del premier, di come va a Palazzo Chigi. «piuttosto, ancora non ci credo che avrò l'onore di vederlo, e la parte peggiore sarà che non potrò neanche scattare foto di nascosto, per poi mandarle a dei profili instagram dedicati a lui.» si lamenta.

Sofia aveva ribadito in precedenza che la cena dovesse svolgersi nella massima segretezza.

La ragazza si astiene dal commentare.

—-

Il pomeriggio è passato velocemente, anche perché le hanno fatto molte domande su come avesse passato gli ultimi due mesi, visto che per telefono alla fine non ha raccontato tutto.

Ovviamente, non ha potuto parlare del motivo per cui il Presidente è in pericolo.

Che poi, il motivo vero e proprio non lo sa neanche lei.

Adesso stanno tutti aspettando il premier, la tavola è imbandita e i genitori della ragazza si sono vestiti in modo più elegante e formale, nonostante Sofia gli avesse detto non ci fosse bisogno. Aveva anche scritto al Presidente di venire con abiti informali, senza che rimanesse in giacca e cravatta. Tanto, dopo la riunione, passerà sicuro in hotel a sistemarsi. Non sa bene dove alloggia, ma immagina sia in una delle zone più ricche.

Quasi per dare ragione a sua sorella, ecco che il campanello suona alle sette e cinquantotto.

Sofia apre il portone di sotto, aspettando l'uomo sull'uscio della porta.

Giuseppe Conte compare dalle scale, vestito con un maglione blu e con in mano una bottiglia di vino e dei fiori. Sofia aggrotta la fronte. «Non c'era bisogno ti scomodassi a portare qualcosa.» commenta. «anche se i fiori sono veramente belli.»

Lui accenna un sorriso. «Il vino era d'obbligo, mentre mi accompagnavano qua ho notato un fioraio e ho fatto fermare l'autista. Spero a tua madre piaccia tenere i fiori in casa.»

Lo fa accomodare, e subito i suoi genitori lo vanno a salutare con il sorriso in bocca, con Letizia che lo osserva un po' imbambolata, forse chiedendosi se sia davvero lui. La madre, Francesca, lo ringrazia di cuore per i fiori, e il vino viene posato in tavola. Inoltre, Giuseppe chiede subito che gli venga dato del 'tu', perché altrimenti non si sentirebbe a suo agio.

A Sofia sembra surreale che i suoi genitori stiano davvero incontrando l'uomo che dovrebbe proteggere. Si siede a tavola, seguita dagli altri, ritrovandosi faccia a faccia con il premier. Accanto a lei c'è sua sorella, a capotavola la madre e il padre è seduto vicino al Presidente.

La madre porta le tagliatelle poco dopo, con un sugo che ha fatto lei stessa.

Inutile dire che iniziano le domande al premier, inizialmente riguardo al suo lavoro.

«Com'è ricoprire un ruolo del genere?»

«Presidente, come fai ad essere sempre così gentile e pacato, soprattutto con gente come Salvini?»

«Ti manca insegnare?»

Lui risponde con tranquillità, e non sembra per niente scocciato. Ha una ciocca di capelli che gli ricade sulla fronte, e il maglione gli fascia bene le spalle larghe.

Sofia cerca di non fissarlo troppo, ma non è colpa sua se tanto bene ce l'ha davanti.
Le fa strano pensare che la differenza d'etá tra lui e suo padre é poca.

Quando arrivano al pollo, le domande cominciano a cambiare.

«Come ti trovi con nostra figlia? Non ti ha ancora fatto impazzire?» scherza la madre, beccandosi un'occhiataccia dalla ragazza in questione, che vorrebbe solo godersi il pollo in pace, senza essere tirata in ballo.

Lui sorride, rivolgendo lo sguardo prima alla ragazza e poi alla madre. «Diciamo che mi sa tenere testa, ma non ci sono mai stati problemi, penso che sia un ottimo agente.»

«Te l'ha raccontato di quando al liceo...»

E da là in avanti inizia una lunga serie di aneddoti, ovviamente tutti imbarazzanti per la ragazza. Ha cercato di fermarli subito, ma il premier ha insistito, affermando di essere genuinamente interessato riguardo questi racconti. Il bastardo.

«...e allora ha fatto scattare per sbaglio l'allarme del museo, e l'hanno trattata quasi come un criminale!» finisce di raccontare Letizia, dopo una buona mezz'ora in cui hanno informato il premier degli avvenimenti più imbarazzanti della sua vita.

«Avete finito di mettermi in imbarazzo?!» si lamenta Sofia, tutta rossa. Ormai hanno finito da un po' di mangiare, anche se sono rimasti seduti a tavola.

Il bastardo stava sempre a ridere, guardandola spesso.

Hanno raccontato anche di quando, a otto anni, suo padre si era travestito da Babbo Natale e lei gli aveva dato un pugno dalla paura.

Per lo meno, sua madre non ha tirato fuori nessuna foto.

«C'è anche un album di là, ci sono delle foto molto carine che-» ecco, ovviamente.

«-che non vedrà, perchè adesso gli faccio fare il giro della casa.» la interrompe Sofia, alzandosi dalla sedia.

«Ma come, ero interessato.» si diverte lui, con un'aria rilassata.

«Seguimi e zitto.» gli ordina, mentre anche gli altri cominciano ad alzarsi per sparecchiare.

Sofia gli mostra velocemente l'appartamento, fino a quando arrivano in camera sua.

Il premier si chiude la porta alle spalle, e la ragazza accende la luce della lampada della scrivania. Non le piace quando l'illuminazione è troppo forte, soprattutto di sera. «Mi piacciono i tuoi genitori.» afferma lui, rimanendo in piedi vicino alla porta.

«Certo, volevo vedere se eri tu quello ad essere sputtanato.»

«Quindi, sul serio quando un ragazzo ti ha fatto un complimento hai risposto con 'buon compleanno anche a te'?»

Maledice mentalmente sua sorella.

Era successo una decina di anni prima, quando era a fare colazione con Letizia in un bar vicino a casa. Questo ragazzo si era avvicinato e le aveva detto la trovasse bella, così dal nulla. Era anche carino, in realtà.

Incrocia le braccia. «Non mi piacciono i complimenti, perché non so mai come rispondere.»

Ovvio che una parte di lei sia lusingata, però la mettono in una posizione che non sa mai cosa dire, e quindi preferisce quasi non riceverli. E non è neanche una romanticona, anzi, in genere cerca sempre di evitare film d'amore, quindi non è una di quelle persone che si scioglie davanti a quattro parole dolci.

Lui sembra divertito. «Quindi, se ti facessi un complimento, come mi risponderesti?»

Lei è seduta sopra la scrivania, a qualche metro da lui. «Non lo so, perché mai dovresti farmi un complimento?»

Lui smette di avere quel sorrisetto, per assumere un'espressione più seria, guardandola dritta negli occhi. «Perché penso tu sia molto bella stasera.»

Sofia rimane come immobilizzata, spalancando un po' gli occhi, perché è la prima volta che lui fa un apprezzamento simile su di lei, e non se l'aspettava minimamente. Soprattutto perché prima aveva un tono scherzoso, mentre adesso fottutamente serio.

A cosa diavolo pensi, Giuseppe Conte?

È molto probabile sia diventata rossa.

Forse è la prima volta che un complimento del genere non le dia fastidio.
Forse è la prima volta che si sente un po' sciogliere davanti a quattro parole dolci.

Il cuore le batte più forte. «Stai scherzando, vero?»

Lui sembra sorpreso dalla sua reazione. «Agente, sappiamo entrambi quanto tu sia intelligente, e ho avuto modo più volte di vedere come tu sappia leggere bene il linguaggio del corpo...anche i tuoi genitori probabilmente hanno capito quanto io sia attratto da te

Okay, adesso la situazione si sta facendo seria. «Cosa?»

Lui ha le mani in tasca, e adesso è anche confuso. «Penso che avrò filtrato con te non so quante volte, e cazzo, dovresti capirlo da come ti guardo, com'è possibile non ti sia accorta di nulla?»

Lei dischiude la bocca. «Credevo stessi sempre scherzando.» replica. «e, se proprio vuoi saperlo, sei l'unico che non riesco a decifrare, e questa cosa mi fa impazzire

«Stai davvero dicendo che non hai mai fatto caso a come ti guardo?» domanda, incredulo.

Lei si ritrova a guardare da un'altra parte. «Forse dentro di me l'ho sempre pensato, ma non ho mai voluto accettare l'interpretazione che davo ai tuoi gesti, per paura.»

È inutile che continua a scappare da se stessa.

Si sente analizzata. «Paura di cosa, Agente?»

«Paura di illudermi, credo.» le è costato dirlo, infatti continua a guardare un punto impreciso della camera. È più facile dire certe cose quando non si guarda l'altro negli occhi.

«Illuderti?»

Si ritrova a portare di nuovo lo sguardo su di lui. «Andiamo, dici a me, e poi anche te fai finta di non esserti accorto di nulla? Penso sia più che palese l'attrazione che provo per te, sarò arrossita non so quante volte, soprattutto quando mi hai aperto la porta mezzo nudo!»

Ora è lui ad essere un po' in imbarazzo. «Tu stessa mi avevi detto chiaramente fossi un bell'uomo, ma poi hai fatto quel discorso sulla bellezza soggettiva e oggettiva, che ci sono tante persone oggettivamente belle che non ti trasmettono nulla, e credevo ti riferissi a me.»

Si ricorda quel giorno.

Sospira. «Tutto l'incontrario, in realtà.»

Non riesce più a convincersi di non provare nulla per lui.

È stanca.

«Cioè?» fa finta di non capire, facendo un passo verso di lei.

Sofia si alza dalla scrivania, sempre con le braccia incrociate. «Lo sai che significa.»

«Forse voglio evitare di interpretare male le tue parole.»

Adesso saranno a mezzo metro di distanza.

Sembra che si diverta a vederla in difficoltà. «Che mi piaci, contento?»

Sentirà anche lui il casino che sta facendo il suo cuore?

Sostiene il suo sguardo, e il Presidente fa un altro passo in avanti. Lei alza leggermente il volto, e i loro nasi quasi si sfiorano.

«È sbagliato.» sussurra lui, abbassando gli occhi sulle sue labbra.

«Lo so.»

Eccome se lo sa.

«Non dovremmo.»

«Lo so.»

Si sente andare a fuoco, non sono mai stati così vicini.

«Forse dovremmo tornare di là.»

E poi le loro labbra si scontrano.

///

So che ho interrotto sul più bello 😂
E adesso???

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