Son of grey

By Sil64Eaton

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Quando il tuo nome è Delilah Bay niente è normale. A venticinque anni vivi ancora con i tuoi genitori e tuo f... More

1. "Peccato che un buco nero non ti abbia ucciso"
Personaggi
2. "Sei inquietante"
3. "Investito un procione"
4. "Caso umano di alto livello"
5. "L'amore per Camp Rock non passa mai"
6. "Credo che saremo bloccati qui per un po'"
7. "Pensare il suo nome"
9. "Hai per caso bevuto?"
10. "Non mi fido di quegli scimmioni ubriachi"
11. "Smettila di pensare che sono sexy!"
12. "Sophie"
13. "Assomigli all'uomo di Neanderthal"
14. "I gemelli"
15. "Io i pannolini non li cambio"
16. "Non sono Harry Potter"
17. "Se solo Ethan non mi stesse uccidendo con gli occhi"
18. "Esperti di sedano e crisi ormonali"
19. "Sei proprio uno stronzo"
20. "Arya ti deve ancora approvare"
21. "Ho fatto un sogno orribile"
22. "Questo é il Natale giusto per implodere"
23. "La casa delle disgrazie"
24. "Lei ti spezzerà il cuore"
25. "Sei identica a lui, Delilah"
26. "Non è mai troppo tardi per chiedere scusa"
27. "Errore per errore, ci perdoniamo entrambi?"
28. "So già i nomi dei nostri figli"
29. "Vieni a New York con me?"
30. Epilogo
Ringraziamenti
31. Capitolo speciale

8. "Che carino, parli di me"

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By Sil64Eaton

La famiglia di Greyson verrà a Kangaroo Island a trovarlo, quindi ne abbiamo approfittato per invitarli a cena qui. Quando una volta sveglia, questa mattina alle dieci, mamma mi ha detto questo, non pensavo che intendesse questa sera. Ed invece alle sei del pomeriggio mio fratello entra in camera dicendo di prepararmi e poi di aiutare mamma con la tavola.

Io mi chiedo perché non possa farlo lui. È già pronto, non deve fare assolutamente niente. Greyson ha detto che sua sorella è sposata ed incinta, e se c'è anche lei stasera Ethan non ha bisogno di fingere di essere un bravo e bel ragazzo, perché è impegnata.

Mi faccio una doccia veloce e cerco di vestirmi presentabile. Non perché voglia fare colpo o roba del genere, Arya non c'è, ma semplicemente non voglio sentire mia madre lamentarsi che sono vestita troppo "sportiva" per i suoi gusti. Mi metto un pantalone elegante, nero e non tanto attillato, a vita abbastanza alta da coprirmi l'ombelico e un top a maniche corte a collo alto, che però ha uno spazio aperto sulla clavicola. Non sono volgare, con una sola scollatura e le braccia scoperte, ma non sono neanche vestita come una suora. I capelli biondi li lascio lisci al naturale e risalto gli occhi di un colore particolare con la matita. Poi nient'altro.

I miei occhi sono di uno strano colore, che non sono mai riuscita ad identificare. Da piccola credevo fossero castani chiari, ma più crescevo più il colore mutava in qualcosa che non so categorizzare. Tutti dicono un colore diverso. Io credo che il colore più simile ai miei occhi sia l'ambra, quel colore tra il giallo, l'arancione e castano. Quella sostanza che ti cattura e non ti lascia più andare, intrappolandoti per chissà quanto tempo dentro di sé. Potrebbe essere una metafora su di me, volendo, ma non sono mai stata brava ad apprezzare affondo le mie diversità.

Scendo al piano di sotto. Mia madre sta canticchiando sottovoce una canzone che non conosco mentre mette ordinatamente i piatti a tavola. È lei quella che tiene alla cura della casa; mentre io, Ethan e mio padre la distruggiamo. «Serve una mano?» Le chiedo, passandomi una mano tra i capelli spessi. Forse dovrei tagliarli, le mie doppie punte si vedono a chilometri di distanza.

Mamma sussulta, probabilmente non mi ha sentito arrivare. Beh, non ho messo ancora le scarpe con i tacchi, ed il mio passo -a meno che non inciampo e faccio rumore- è quasi sempre silenzioso. Papà dice che potrei commettere un crimine in una casa di sconosciuti, piena di gente, e che nessuno se ne accorgerebbe. Fortunatamente per lui non ho intenzione di usare questo mio vantaggio per rubare nelle case.

«Anche due, Delilah.» Mamma ridacchia da sola alla sua battuta e poi si gira verso di me, inarcando un sopracciglio. «Ti sei vestita bene.»

«Puoi evitare di dirlo come se avessi scoperto che Dio esiste?» Prendo le posate e le inizio a mettere bene, come vuole la mamma, vicino ai piatti che lei ha appena finito di sistemare.

«Sono solo sorpresa, tesoro.» So già a cosa è dovuta la sorpresa e vorrei farle notare che non esistono solo i ragazzi nella testa di una persona. «C'è qualche motivo personale?»

«Non farti strane idee. Non mi piace quel Greyson.» Mi allontano prima che possa dire qualcosa, con la scusa di mettere l'acqua nella brocca. Per riempirla ci metto pochi secondi, al massimo un minuto, ma potrei perdere un po' di tempo dicendo di averla riempita con l'acqua calda e non con quella fredda, in modo da doverla riempire nuovamente e non sentire mia madre parlarmi di Greyson Peter Harris.

Non capisco perché a lei piaccia tanto. Forse è perché rivede il bambino con cui ha detto che giocavo, ma dovrebbe capire che Greyson oramai è cresciuto.
Ed è uno stronzo, tanto per cambiare.

Con uno sbuffo riporto la brocca in salotto. Mamma sorride a trentadue denti quando bussano alla porta. Mio padre e Ethan sono in salotto, guardando qualcosa di sport in televisione, e non spostano il sedere dal divano neanche per sbaglio.
È la donna che mi ha messo al mondo ad andare ad aprire, dato che neanche io ne ho l'intenzione.

Per quanto Greyson sia stato carino con me l'altra sera, mi ha ferito quello che mi ha detto stamattina, alle cinque del mattino.

«Ragazzi, da quanto tempo!» Vedo solo l'ombra di mia madre che abbraccia tutti, mio padre la raggiunge cinque secondi dopo. Ethan, invece, viene vicino a me, che ho ancora la brocca in mano e la fronte corrucciata per la disapprovazione.

«Guarda il lato positivo.» Mio fratello bisbiglia per non farsi sentire da altri anche se sono ancora all'ingresso. «Haley potrebbe diventare una tua amica. Non sarai costretta a parlare con Arya, da oggi in poi.»

Mi trattengo dal dargli un pugno sul naso e romperglielo. Anche se troverò un'amica, un giorno, Arya sarà sempre al primo posto. Mi schiarisco la voce. «Ti odio.» Sussurro a mia volta.

Ethan sta per ribattere, ma nella stanza entrano i nostri genitori e gli Harris. Mio padre accenna un sorriso. «Questi sono i nostri bambini.»

Ethan ridacchia vicino a me, mentre io mi mordo il labbro per non ribattere che siamo grandi abbastanza per non essere chiamati bambini. I genitori di Greyson si presentano a me e mio fratello, anche se teoricamente già li conosciamo da quando siamo piccoli. Non me li ricordo per niente, però.
La madre di Greyson, Denis, ha lunghi capelli castani e gli occhi verdi del figlio. Non è tanto più alta di me, solo di qualche centimetro, ma sembra bassa rispetto al figlio. Il marito di Denis, Robert, ha gli occhi neri e i capelli ricci del figlio. È di corporatura massiccia, alto persino più di Greyson. Ha un bel sorriso: uno di quelli buoni e genuini, che ti scaldano un po' il cuore.

Porto lo guardo dietro i signori Harris, dove c'è Greyson con una ragazza incinta e un altro uomo. Sua sorella ed il marito, presuppongo. Haley è una bellissima ragazza, magra e con gli occhi che sprizzano felicità da tutti i pori. Io devo sembrarle in procinto di suicidarmi, a questo punto.

«Cacchio.» Dice sottovoce mio fratello. «È bellissima.»

«E sposata.» Ribatto con lo stesso tono, sorridendo per non far vedere che sto parlando con il mio gemello. Ethan sospira e ci avviciniamo ai "giovani" Harris. Greyson sorride in direzione di Ethan, salutandosi in un modo strano fatto di sasso, carta, forbice e altre mosse che non capisco. Io l'ho sempre detto che il QI dei maschi è molto più basso rispetto a quello delle femmine.

«Tu devi essere Delilah.» Haley mi sorride, porgendomi la mano. Quando gliela stringo, lei manda un'occhiata al fratello. «Greyson mi ha raccontato di te.»

Inarco un sopracciglio e mi giro verso il nostro nuovo dipendente, che alza gli occhi al cielo all'affermazione della sorella. Mi porto una mano sul cuore, fingendomi commossa. «Che carino, parli di me.»

«Le ho detto che ti serviva una psicologa, Delilah.» Incrocia le braccia al petto, mentre io mi presento al marito di Haley, Gavin.

«Sí, sí.» Alzo gli occhi al cielo, guardando con astio Greyson. «Lo so che sei follemente innamorato di me e non fai altro che pensarmi. Ma il mio cuore è di Arya, mi spiace.»

Ethan mi circonda le spalle con un braccio e si rivolge a Haley. «Sul serio, la situazione sta degenerando. Puoi farle una visita?»

Gavin si mette a ridere e Haley guarda me e Ethan. «Chi è Arya?»

Greyson spalanca gli occhi e dice qualcosa tipo "oh no", ma io lo ignoro. «È l'amore della mia vita. Sa ascoltarmi quando ho voglia di sfogarmi, mi coccola quando ho carenze di affetto, mi vede e sono l'unica cosa che guarda. Ci amiamo profondamente.»

«Wow.» Haley prende la mano di Gavin. «Sembra una persona fantastica, spero di conoscerla presto.»

«Peccato che non sia una persona.» Tossisce Greyson, guadagnandosi una mia occhiata. Haley corruga la fronte, così come suo marito, e ci vuole Ethan per dire che Arya è un canguro.
Ma, oramai tutti, sappiamo che lei è molto più di questo.

«Fatti i cavoli tuoi, Figlio del grigio.» Mi trattengo dal tirargli un pugno. Preferirei di gran lunga che non mi parlasse, dopo ciò che ha detto. Aveva ragione il mio istinto a considerarlo uno stronzo già dal primo giorno.

«Ragazzi, venite. È tutto pronto.» Mamma fa segno a tutti di sederci, in particolare a noi che siamo alzati vicino la porta della sala da pranzo. Io e Greyson continuiamo a guardarci con astio. Non capisco proprio una persona attraente possa avere un cervello così piccolo e idiota. Immagino che non può essere intelligente e carino al tempo stesso.

Io e Ethan ci sediamo l'uno difronte all'altra, Haley è di fianco a me, Gavin davanti a lei e Greyson di fianco a mio fratello. Forse, se mi impegno abbastanza, riuscirò anche a non sentire la sua voce maledettamente odiosa -e sexy, ma non lo ammetterò mai-.

Haley si schiarisce la voce e inizia a fare conversazione con me ed il mio gemello. È simpatica, al contrario del fratello. Si sforza di essere gentile e sorride sempre. Poi, non so come, iniziamo a parlare della sua pancia. «Sono già al nono mese.» Risponde a mia madre quando le chiede di quanti mesi è. «Oramai li dovremmo conoscere da un giorno all'altro.»

Gavin prende di nuovo la mano di Haley, da sopra il tavolo. In genere non mi faccio mai venire sensi di solitudine, né complessi perché non ho un ragazzo, ma vedendo loro mi chiedo che effetto fa. Ho avuto relazioni in passato, ma nulla di troppo serio. Nessuno mi ha guardato come Gavin guarda Haley.
«Li?» Domando io, accennando un sorriso.

Gavin annuisce. «Sí, sono due. Non ci siamo fatti dire se maschi o femmine, o entrambi, perché vogliamo una sorpresa.» Greyson scuole piano la testa, probabilmente perché non approva la decisione della sorpresa. Anche io mi farei dire il sesso.

«Non vedo l'ora che nascano.» Aggiunge Denis, guardando la figlia con un sorriso. Immagino che deve sentirsi fiera: Haley ha praticamente la mia età, ma ha un lavoro autonomo, è sposata e presto avrà due figli. Io ho passato la notte con i canguri, invece. Mia madre non può sentirsi fiera.

«Immagino.» Papà sorride agli Harris. «Anche io aspetto che Ethan un giorno di questi porti una ragazza seria a casa e che mi diano dei nipoti.»

«Ed io scusa?» Intervengo, inarcando un sopracciglio. Greyson si mette a ridere e smette solo quando Gavin gli dà una piccola gomitata nelle costole.

«Tesoro, non prendertela.» Mamma, dal suo posto a capotavola, fa spallucce. «Ma tu sei più da zitella con venti canguri in giardino.»

Ma Greyson non ce la fa più: scoppia a ridere in un'altra fragorosa risata, questa volta insieme a mio fratello.
Stringo i denti per non insultare tutti i presenti a tavola e pianto i piedi a terra per non alzarmi. Un giorno, quando tornerò a casa con un modello australiano che mi ama profondamente, sarò io a ridere.

Anche perché non ci credi neanche tu, pensa la vocina. Sí, quella che raffiguro come la strega di Hansel e Gretel.

Assottiglio gli occhi e guardo male Greyson e Ethan. Stanno praticamente piangendo dalle risate. «Ma come siete simpatici. Quanto una scheggia di due centimetri nel palmo della mano.»

«Delilah! Ti pare il caso?» Mia madre usa un tono stranamente cordiale, solo perché gli Harris sono qui. So già che, appena se ne andranno, sarà la mia fine. Prevedo già un bombardamento sulla mia testa, o mamma che caccia una pistola e mi rincorre per la strada peggio della nostra vicina.

«Sí.»

Se devo morire, lo faccio con coraggio e orgoglio. Lancio un'occhiata di sfida a Greyson, che ricambia volentieri. Mi sembra di essere tornata al liceo, o alle elementari, dipende. Visti dall'esterno tutti ci prenderebbero per quei nemici liceali che si odiano da non so quanti anni, nessuno direbbe che sono il suo capo e che ci schifiamo. Beh, almeno internamente.
Non posso dire che non mi piacciono i suoi occhi o il suo naso o i capelli.

Ethan ammutolisce subito. Poi mi guarda e lentamente fa finta di tagliarsi la gola con il dito, poi mi indica. So cosa significa. Sei morta.

~ Angolo autrice ~
Scusate se ultimamente non sono molto attiva (sia qui sia su Insta) ma ho tantissime interrogazioni programmate. Oggi ho avuto latino, domani biologia in inglese e poi storia mercoledì. Spero di farmi perdonare quest'estate, pubblicando più capitoli e magari qualche nuova storia (sì, perché oltre le due che ho in corso la mia fantastica testa bacata doveva farmi venire l'ispirazione per altre due storie). Grazie per star leggendo tutto questo. Love u ❤️
-sil

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