Of the night

By bloom_red

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Rosalie. Ventun anni di vita e morte che non sono altro che la somma di una serie di perversioni e fissazioni... More

Prologo
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Epilogo

Capitolo 7

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By bloom_red

La notte è bella, sapete? Ho sempre amato il buio, queste ore in cui la realtà prende contorni del tutto differenti. Di notte le paure prendono vita, i sogni si materializzano. Di notte i respiri diventano sospiri, gli sguardi bruciano sulla pelle, le carezze diventano piccole dichiarazioni sussurrate nell'ombra. Di notte le ossessioni sembrano più accettabili, diventano passioni motrici di vita, intenti ed azioni. Sono una creatura della notte, sono fatta di ombra, l'abisso è la mia casa, penso che questo sia oramai chiaro a chiunque. La notte, per me, è il mio momento felice, la culla in cui non mi stancherò mai di tornare.

Dall'alto la città di notte assume un fascino differente, è come una signora misteriosa che nasconde la sua storia, i suoi segreti e tu sai che c'è un mondo sommerso sotto quello sguardo ammiccante, ma non hai alcuna fretta di svelare quei misteri, ti piace tutto esattamente così. L'aria qui, su questo tetto, è migliore. Non c'è quella specie di cappa creata dalla vicinanza degli umani, la cacofonia dei loro profumi artefatti, o la puzza di smog. Su questo tetto, sono sola. Osservo lo scorrere degli eventi sotto di me, mi faccio forte della mia invisibilità, di quella protezione che le ombre mi stanno donando. Mi piace starmene per conto mio, lo faccio sempre, ma in questi giorni di più.

Non sento Noah da una settimana, cinque giorni da quella specie di festa nel bosco. Il legame con Logan è un filo sottilissimo che non aspetta altro di essere spezzato, non lo sento quasi nemmeno più. Ha cercato ancora di parlarmi, me lo sono ritrovata davanti casa il giorno dopo quella festa. Inutile dire che non riesco più a vedere in lui un briciolo di quell'amore che mi ha spinta a rinunciare a tutto per lui. Non lo so, vi giuro io non so dirvi come siamo arrivati a questo punto. Se ripenso a quello che è stato, a quando ho incontrato Logan, mi sembra impossibile che lo stesso uomo sia quello che adesso mi fa tutto questo. Non sembra rimasto niente di quel Logan che ho incontrato al campus dell'università, lo stesso che mi ha agganciata con un sorriso disarmante, che voleva solo delle indicazioni. Sono giorni che mi interrogo, affondo nei miei ricordi da umana che mi sono rimasti e cerco di ricordare non gli eventi, quelli li ricordo perfettamente, ma le emozioni, le sensazioni che provavo. Non me lo ricordo più com'è che batteva il mio cuore quando lui era accanto a me, non me lo riesco più a ricordare che cosa provavo quando lui mi baciava le prime volte.

Scivolo con le mani contro il cemento di quel parapetto, ho le spalle un po' contratte in quella posa che vede il mio busto appena sporto verso l'esterno, non smetto di scandagliare tutto ciò che accade sotto di me. Lì sotto, tre piani sotto di me, c'è Noah che sta continuando la sua vita indipendente da me. Esce, vive, non sento il suo battito del cuore, non posso capire dal suo respiro che cosa prova. Posso solo vederlo, assicurarmi che continui a vivere a dispetto di tutto e tutti, me compresa. Soprattutto a dispetto mio che sono morta, troppo morta per lui.

Che cosa provava Logan quando aveva me umana? Quando mi seguiva per assicurarsi che nulla potesse toccarmi nella mia fragile condizione? Abbiamo così tanta forza, potere. Possiamo smuovere le montagne noi Eterni, possiamo soverchiare volontà ferree, rovesciare governi, causare guerre così come interromperle, ma poi davanti alla vita diventiamo impotenti. Sono quasi sicura che tutto ciò che sto provando io, Logan non l'ha mai provato. Lui è sempre stato deciso nel prendersi ciò che voleva, quando voleva, come lo voleva. Vedete, le cose non sono nere o bianche, ho imparato nel corso della mia esistenza che quelle che dominano sono le sfumature che intercorrono fra questi due colori primari. Tutto un range di grigi che colorano la vita, danno loro sapore e fanno vibrare le corde dell'anima.

Avrei voluto che Logan davanti alla mia vita titubasse esattamente come io sto facendo davanti la vita di Noah. Chi mi fermerebbe? Nessuno potrebbe. È senza arroganza che mi reputo una vampira forte perché sono dovuta diventarlo. Ho dovuto trovare in me stessa la forza non solo d'animo, ma fisica per sopravvivere in un mondo che non mi apparteneva e che continuava a masticarmi e a sputarmi fuori come una cicca dal sapore oramai stantio.

Non mi piace pensare alla mia morte, è una combinazione di circostanze sfortunate, eventi tragici con protagoniste forze che io non potevo assolutamente controllare. Non potevo controllare il mio ex cacciatore con un odio particolare per i vampiri che si scontrava con Logan, colui che mi aveva letteralmente portata via da lui e per di più faceva di me tutto ciò che Bradley odiava. Non potevo controllare quel cedimento del terreno, non potevo controllare la mia discesa verso l'inferno. Esattamente così come in vita non ho potuto controllare nulla, nemmeno nella mia morte ho potuto decidere molto. È arrivata, ha spazzato via tutto ciò che ero e mi ha lasciata a brandelli. C'è stato un momento in cui pensare alla mia morte mi turbava, mi rendeva instabile, sofferente. Sentivo ancora distintamente quel palo trafiggermi da parte a parte, sentivo la freddezza del metallo contro la mia carne lacerata, il freddo pervadermi. Sentivo di nuovo il respiro spezzato e la difficoltà di ogni respiro, l'agonia nel sentire i miei polmoni collassare in quel mare di sangue che li stava soffocando. Il dolore delle ossa spezzate, l'incapacità di muovere anche un dito perché la colonna vertebrale era completamente spezzata contro quelle macerie. Per mesi l'espressione di sofferenza pura sul viso di Logan mi ha ossessionata, ha costellato i miei incubi più profondi a cui non ho mai dato voce. Ma adesso, adesso su questo tetto, ci penso e ripenso. Non per me stessa, non provo nulla verso quei ricordi da umana che mi sono rimasti, verso la me stessa spezzata come una bambolina di pezza usata troppo e troppo male e lasciata morente in mezzo a macerie polverose. Ci ripenso perché mi sono chiesta quanto fosse giusto prendermi qualcosa che non mi appartiene.

La vita di Noah non mi appartiene, così come la mia vita non apparteneva a Logan. Io una scelta non l'ho avuta, a Noah la sto lasciando. Lui è lì, appoggiato contro quel muro e sorride ai suoi amici. Sta vivendo senza di me, non sa nulla di me ed è giusto così. Nella sofferenza, nell'abbandono, c'è sempre un ché di sublime e giusto, non trovate? Io sì.

Fletto la testa piano, sto seguendo quello che accade sotto di me con un pigro interesse. Sto spendendo così la mia eternità, per ora. Avverto un movimento leggerissimo. Un refolo di vento fuori dal normale, quasi un battito di ciglia se vogliamo. Prendo un respiro, incamero aria prima di espirarla lentamente.

« Ti sento. » la mia voce è bassa, morbida. Non mi muovo dalla mia posizione, non guardo dietro di me. Un altro spostamento d'aria, stavolta più esplicito, porta Noel accanto a me. Si siede con la sua grazia vampiresca sul muretto, una gamba più distesa rispetto all'altra, le mani incrociate nello spazio che si è creato fra le sue gambe. Mi fissa senza dire niente, anche se so che di cose da dire ne avrebbe, uhhh eccome se ne avrebbe.

« Sei difficile da rintracciare. »

« Vuoi dire che sono brava a sparire, presumo. »

« Se vuoi metterla così. » lascia cadere il discorso, c'è silenzio fra noi.

I nostri cuori battono, sapete? Non sono morti. Tutto il resto sì, ma il cuore no, oh nossignore. Quando rinasciamo, il nostro cuore batte di nuovo. Un solo battito, sordo e potente come un'esplosione, ci rianima. Da quel momento in poi, il nostro cuore batte sempre a quel ritmo mortifero, un rintocco di campana silenzioso. Quasi nulla riesce a modificarne il ritmo. È lento, così lento da non essere percettibile dai macchinari umani, pesante ed inquietante. È il battito che scandisce la nostra esistenza, quello che fa capire quanto per noi il tempo sia relativo: un secondo, una settimana, un anno. Cosa conta quando hai davanti a te un per sempre non meglio quantificato? Ecco, i nostri cuori battono allo stesso ritmo. Io e Noel siamo uguali, apparteniamo allo stesso mondo, vediamo il mondo allo stesso modo. Sappiamo esattamente cosa prova l'altro perché lo proviamo a nostra volta. Eppure manca qualcosa, quel qualcosa che mi impedisce di essere con lui per davvero. Almeno non come vorrebbe lui.

Lui guarda verso il basso, intercetta la figura di Noah e lo sento sospirare appena. « Perché tutti questi dubbi, Rosie? » una domanda più che legittima, non credete? « Prenditelo. È solo un umano. Non capisco. »

Faccio scorrere le mani sul cemento, le unisco e poggio gli avambracci sul profilo di quel parapetto e mi chino un po' in avanti, fletto la testa e la poso appena contro il mio stesso intreccio di mani. Non rispondo subito, intreccio le dita e le porto sotto il mento, tornando ad osservare Noah. « Non trovi che sia così bello? Così vivo? »

« Non è proprio il mio tipo, sai. A me piacciono le rosse. » Sbuffo una risata, non gli rispondo. Scrollo solo un po' le spalle. « È ovvio che tu lo veda vivo. Che lui lo sia. È umano. Lui ha tutte le possibilità di questo mondo, solo che non le vede. »

Annuisco lentamente. Ho osservato tanto, troppo, Noah in questi giorni. È caparbio. E' testardo, orgoglioso. Ed è inferocito con me. Come dargli torto. « Già. Come tutti gli umani, dopotutto. » un commento che si sfuma nella brezza notturna.

« Non hai risposto. »

« Non serve. »

« Sì, invece. Cosa cambia? Adesso, fra un anno. Dieci, venti. Prima o poi morirà comunque. Puoi dargli qualcosa che nessun altro può dargli. »

« A che prezzo? » mi volto a guardarlo « tu volevi tutto questo Noel? Non credo. James ti ha trasformato senza chiederti nulla. Ti ha scelto e si è preso la tua vita, tutto ciò che potevi essere e non sei. Logan non mi ha chiesto il permesso. Ha sempre giustificato tutto questo con l'amore, ma l'amore non è mai una scusa. Non è mai una motivazione sufficiente per questo. Non se non ne sei consapevole. » umetto le labbra e torno in silenzio, a guardare Noah.

« James voleva un fratello, qualcuno con cui dividere la sua esistenza. Il per sempre è un lungo tempo da vivere in solitaria, lo sai. E Logan a modo suo ti ha amata davvero. Ti ama ancora, forse. » alza la mano per fermarmi prima che io possa attaccare con qualunque risposta « Non sto dicendo che è giusto, ma andiamo Rosie. Tutto ciò che facciamo non lo è. Siamo creature fottutamente egoiste. Leviamo agli altri per sopravvivere. Sangue, calore, emozioni. Brandelli di sentimenti che non ci concediamo per evitarci la pazzia. » solleva le spalle e restiamo di nuovo in silenzio per un po'. Non ci serve respirare, non ci serve muoverci. « A lui passerà presto. Lo vedi, sta cercando di guarire. » lo indica con un cenno pigro della mano. « Potrei levargli i ricordi e renderla più semplice di quanto non sia. Ma tu Rosalie? »

Sussulto appena a quella domanda, non lo guardo nemmeno. Sto guardando Noah senza nemmeno metterlo a fuoco davvero. « A te non passa, io ti vedo. Ti sento. » Scende dal muretto, mi prende le mani e mi attira verso di lui. Mi guida la destra verso il suo petto, dove c'è il suo cuore e parte a carezzarmi il polso, una carezza che guida la sua mano lungo la linea del mio braccio ed approda alla mia spalla mentre l'altra mano si posa al mio fianco.

« Per quanti abbracci io possa darti, per quanti baci possa lasciare sulla tua pelle... » mi scosta i capelli dal viso, li riavvia dietro il mio orecchio e carezza la linea della mia mandibola. « ...per quante notti io possa passare con te, stringerti fra le mie braccia, fare chilometri con le mie mani sulla tua pelle cercando di farti capire quanto conti per me, non sarò mai abbastanza. »

Fa male forse più a me che a lui sentirmi dire certe cose. Mai nella mia esistenza ho voluto ferire lui o Steve. Sono le uniche persone che contano qualcosa per me, gli unici amici che ho, sono la mia famiglia. Ho gli occhi lucidi, il naso mi pizzica e sicuramente un po' le mie guance si sono arrossate.

« Noel, no. » scuoto piano la testa. Non posso perdere anche lui dopo Logan. Non so se potrei farcela. Ho già sperimentato la perdita, il lutto. Ho perso il mio migliore amico poco prima che morissi. E' stato insopportabile. Io per Chris non ho potuto combattere, non ho potuto far nulla. Non posso perdere anche Noel o Steve. Loro sono la mia famiglia, sono tutto per me.

Mi carezza il viso, mi culla in quella specie di ballo che non è altro che un dondolio che segue una melodia che nessun altro a parte noi due può sentire. « Ehi, no. No Rosie. » sento le sue labbra lasciarmi baci sulle guance, sul naso, sulle labbra. « In un'altra vita, un altro momento, saremmo stati perfetti insieme in quel modo. Adesso, in questa vita, con quello che siamo, possiamo essere questo. » affonda con il viso fra i miei capelli e mi sento cadere, cedere sotto il peso delle emozioni. « Posso sopportare tante cose, ma non che tu sia infelice. Il costo, è relativo. Se è lui ciò che ti fa sentire viva, se è lui ciò che vuoi, prenditelo. »

Per lui sì, è relativo. Per me no. Non so quanto sono disposta a pagare o meglio, a far pagare. Mi arrampico su di lui fino ad abbracciarlo come si deve, affondo col viso nell'incavo del suo collo, mi lascio cullare dalla sensazione di calore che provo vicina a lui, con gli occhi chiusi e così sembra che tutto vada bene, che niente debba cambiare, che non ci siano problemi e sofferenze pronte lì a far capolino non appena riaprirò gli occhi.

Siamo creature egoiste, lo so, lo sa. Proprio per questo mi lascio cullare dal momento, mi stringo a lui e lascio che tutto il resto scivoli in sottofondo un poco, solo per un po'.

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