Of the night

By bloom_red

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Rosalie. Ventun anni di vita e morte che non sono altro che la somma di una serie di perversioni e fissazioni... More

Prologo
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Epilogo

Capitolo 3

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By bloom_red




Fa caldo. Lo sento sulla pelle, scivola come una carezza delicata lungo la linea delle spalle e si intreccia a quella patina di sudore leggero e sano tipicamente estivo. Sento i capelli della nuca un po' umidi arricciarsi in quella specie di crocchia che ho tirato su.

« Scommetto che non ce la fai. » Steve mi sta ridendo in faccia e parla mentre mastica in una combo mortale per l'appeal di qualunque essere vivente ma non lui. Lui riesce a rimanere splendido splendente nel suo allure da Mentadent.

« Sta zitto. » sbuffo, sento le guance che vanno a fuoco mentre rigiro fra le mani la mia fetta di pizza.
Pizza. Sto mangiando della pizza.
La addento con convinzione, mastico e sento il sapore del pomodoro e mozzarella fusi insieme inondarmi la bocca. È buona, è calda, è soffice e io me la godo, socchiudendo le palpebre e sentendomi felice. Felice e con lo stomaco così pieno che potrebbe scoppiare a breve, ne sono quasi certa.

Steve ride, beve altra birra e sento vibrare qualcosa. È una vibrazione breve, che si ripete ogni tot senza un ritmo preciso. Fingo che questo rumore non ci sia, mi aggrappo a quella sensazione di calore che mi avvolge. Voglio pensare solo alla pizza, diamine.
Me lo merito. La vibrazione non cessa. Anzi. Diventa così insistente da essere molesta.

Sbuffo, riapro lentamente e con la stessa cautela di un artificiere davanti ad un ordigno rudimentale un occhio. Bene, la pizzeria è svanita, la pizza anche e Steve Mentadent pure. Ci sono però le lenzuola azzurre di una camera non mia a fare cucù e darmi il buongiorno. Il cuscino è soffice, fresco nonostante tutto. Riapro anche l'altro, di occhio, giusto per capire bene dove sono.
Non mi sono ancora mossa davvero, noi Eterni tendiamo all'immobilità sapete? È comoda.
Sono distesa a pancia in giù, il braccio destro è sepolto dal cuscino, la mano sinistra è come sempre contro il mio petto. C'è però una mano in più ed è esattamente contro il mio ventre. Così come sento il peso di una testa maschile che si incastra nello spazio creatosi fra spalla destra e cuscino.
Con tutta la delicatezza di questo mondo provo a prendere un respiro. È un movimento che faccio in maniera accorta, guardandomi bene dal muovermi improvvisamente. Sono ancora con la testa che penso alla pizza, non posso già carburare e ricordarmi cosa ho fatto nelle ultime dodici ore, mi sento la testa troppo pesante – come sempre grazie tequila sei un'amica infallibile.

L'odore di Logan mi arriva come uno schiaffone preso in piena faccia e controvento nel momento stesso in cui stavi correndo come un'allegra fringuella, capite bene.
Fa male. Come ci sono arrivata nella camera di Logan, sacripante cos'è successo!?

Mi allungo un po' verso il comodino, la mano a tentoni acchiappa il cellulare e tento di adocchiare perché diamine continua a vibrare. Quindici chiamate perse, ventisette messaggi. Logan grugnisce appena di insoddisfazione nel sentirmi muovere, la mano dall'innocente zona fianco si porta più verso il centro del ventre e mi attira contro il suo corpo e posso sentire quanto sia nudo, ma nudo nudissimo.
Affonda con il viso fra i miei capelli, lo sento strofinare un po' il naso contro la mia nuca e posarci un bacio. Sto giuda di merda.

« Non muoverti, dai. » la sua voce è di quel roco tipico di chi si è appena svegliato e vorrebbe ancora dormire.

« Non sono mica morta, ovvio che mi muovo. » il mio black humor fa impressione anche a me, ve lo assicuro.

Logan ride, sto scemo. Che si ride io non so. Fa scorrere la mano lungo il mio ventre, accoglie la curva del mio costato nel suo palmo e risale verso la zona tette. « Ammetto che stanotte eri piuttosto viva. »

Ah!? Prego, che ha appena detto!? Alzo lo sguardo dal cellulare e fisso un punto indistinto sulla parete davanti a me « tu dici? » sì l'ha appena detto eh. « non posso dire lo stesso di te, non mi ricordo quanto vitale tu fossi stanotte.» mi alzo sgusciando via come un'anguilla dalle sue mani simil tentacoli.

Non lo vedo, gli sto dando le spalle, ma lo sento rotolare sul letto e sbuffare « Cazzo, sei acida di prima mattina, spiegami com'è possibile? »

« Non sei certo Mister Simpatia tu, appena sveglio. » lo borbotto a mezza voce facendo ricadere quelle coperte sul letto, sono nuda pure io. Grazie Logan, tu sì che sei una garanzia. Mai come la tequila, però. Ricerco sul pavimento le mie cose, ritrovandole un po' sparse ovunque. Il body che indossavo è fortunatamente ancora intero, non si può dire lo stesso delle mutandine. Le prendo in mano e le rigiro con la stessa espressione di sofferenza che potrei avere se mi fosse morto il pesce rosso. Sono strappate sui lati e solo ora sento il collo pizzicare.
Vado verso la cassettiera e mi specchio: ho i capelli sottosopra, lo sguardo un po' ancora lucido di sonno, la pelle del viso leggermente arrossata.
Scosto i capelli e lo trovo, lì all'incavo del collo sulla destra.
È ancora un po' violaceo, affonda nella linea della clavicola e pizzica. Mi ha morsa, sto cesso.
Mi tocco i segni lasciati dai canini e sento l'incazzatura tornare come un'onda di uno tsunami.

« MI HAI MORSA! » scatto come una iena e gli lancio addosso la prima cosa che avevo in mano, aka le mie mutandine rotte. « e queste erano della Calvin Klein. Cristo, Logan. »

Incassa le mutande in faccia, se le scosta con aria placida e soddisfatta e mi fissa « Eri iper eccitata stanotte. Non che me ne lamenti, sia chiaro. » alza pure le mani a mò di "per carità" « ma fammi capire, ti sei drogata di nuovo? »

« Ti sei drogata di nuovo? » gli faccio il verso con tanto di gnegne finale, il body è sempre troppo arzigogolato come vestiario per mettermelo velocemente e fare la sostenuta al contempo, devo rallentare per forza. « Se mi fossi drogata certo non sarei venuta da te. » che sei noioso, è il proseguo prevedibile e sottinteso a cui non do vita.

« Molto maturo da parte tua, Rosalie. »

« Scusami, ci sei già tu a fare il Matusalemme fra i due. Non posso mica rubarti la scena. » tiro su il pizzo e lo aggancio al collo, coprendo quanto devo coprire per poter andare in giro senza far venire un infarto a nessuno.

« Stanotte non mi sembrava ti dispiacesse il mio essere vecchio. »

Mi fermo. Lo guardo, in mano ho i miei shorts e non sono abbastanza contundenti, per mia somma sfortuna. Prendo un respiro, chiudo gli occhi, assottiglio le labbra fino a farle diventare una linea severa e poi espiro. « Sei così elegante. Mi chiedo come sia mai possibile che il mondo non ti cada ai piedi! » sarcastica eh, e gli shorts alla fine li indosso, lanciarglieli appresso sarebbe sprecarli.

Per quanto io detesti Logan, c'è una parte di me che ancora lo ama. Una grossa parte di me che si sente ancora attratta da lui. Non è così Matusalemme come mi piacerebbe che fosse. Se fosse brutto, calvo, basso e grasso e vecchio sarebbe tutto molto più semplice. Invece è alto, muscoloso quanto basta, con quei capelli neri come la notte e gli occhi blu intenso. Quella barba che porta lo rende solo più adulto e virile, è bello e sa di esserlo ma anche qui, è tutto molto prevedibile.
Quale vampiro riesce ad apparire sgraziato oppure privo di magnetismo? Nessuno.
Beh, signore Iddio. Qualche esempio disgraziato anche fra le file della nostra razza lo troviamo, non dico di no, ma otto su dieci sono fighi. La bellezza e sensualità sono skills di base previste per la caccia.
Si alza e si rimette almeno i boxer e, nonostante io sia veramente arrabbiata, non riesco a fare a meno di guardare quei gesti che mi sono così familiari, che sento ancora appartenermi, appartenere a quella routine, a quella bolla di intimità. Quella dove esistiamo solo io e lui e il mondo fuori, lontano da noi. Un po' tutto quello mi manca, giusto un po'.
Si passa una mano fra i capelli e si avvicina a me. Mi scosta i capelli dal viso, mi carezza il profilo sinistro e scorre con le dita sotto al mento per alzarmelo e baciarmi con tutta la calma di questo mondo, come se non fosse successo niente, come se gli ultimi sei mesi non li avessimo passati ad urlarci contro, a litigare, a tirarci fuori il peggio l'un l'altra.

« Nessuno ha mai detto che non accada. » precisa, con quel suo tono fastidiosamente pignolo e pieno di sé. « ma prendermi te ha sempre un gusto particolare. » lo sento sospirare ed allontanarsi, dandomi un buffetto sul mento. « è sempre diverso con te, Lie. »

Fermi tutti.

Assottiglio lo sguardo su di lui, lo fisso come se potessi fargli una tac seduta stante mentre si allontana da me. « Che vuol dire. » io e il sospetto siamo una sola cosa in questo momento.

« Quello che ho detto. » grazie al cazzo, se non me lo avesse detto lui non ci sarei arrivata, sul serio eh.

« No. Lo sai. E' sempre diverso con me. Perché. Che vuol dire. » non sto cercando di accrescere il mio ego in questo momento. « Tu dovresti avere solo me. Non paragonarmi a chissà chi e dirmi che è diverso con me. » ecco il punto.

Lui solleva le spalle e le scrolla, andando a sedersi sul letto senza alcuna pretesa « Te ne sei voluta andare via. »

« Cosa cazzo vuol dire, Logan. Tu mi sei venuto dietro! » mi sta partendo un embolo, ho un neurone che sta già facendo le valige pronto a partire per la guerra super incazzato.

« Sei pesante. » allarga le braccia e si mette sul letto in una posa tutta relax. Io invece lo sto fissando nella modalità "se gli sguardi potessero uccidere, tu saresti più morto del tuo solito".

« Sì eh, sono pesante? » domanda retorica la mia « come lo ero quando ti dicevo che mi avevi uccisa quando te ne sei andato e mi hai lasciata da sola poco più che neonata? Oppure pesante come quando ti sei dimenticato il mio compleanno perché troppo occupato a correre dietro a quella che era amica mia? O sono pesante uguale a quando l'hai morsa e mi hai mandata affanculo perché il sangue è tutto e io per te non conto mai un cazzo? » sentite, io l'ho detto che sono una rancorosa. Non dimentico niente, è impossibile che io ci riesca. Ho una memoria eidetica.

« Vedi qual è il tuo problema? Non vai mai avanti, rimani fossilizzata sul passato che è inutile. » ha una faccia da culo che è inimmaginabile, ve lo giuro.

« Certo. Perché se sono io a cambiare tu non ti spieghi mai il perché, ma se cambio dimenticando le cazzate che fai, allora ti va bene. » Il mio cellulare vibra di nuovo, il che mi ricorda che devo finire di controllare tutte le notifiche che ho accumulato. È un messaggio di Noel, lo apro e leggo velocemente, senza alcuna espressione in viso e digito una risposta, interrompendomi.

« Chi è? »

« Non sono cazzi tuoi. » rispondo velocemente ed altrettanto velocemente prendo le mie converse e le infilo.

« Adesso farai l'incazzata per quanto? Un anno, dieci anni? Ho tutto il tempo di questo mondo eh. » sto presuntuoso.

« Beato te che hai tempo da buttare. Pensa un po', non me ne fotte un cazzo. » sollevo le spalle imitandolo, passo una mano fra i capelli e sono pronta per andarmene. E non affanculo, lì è residenza esclusiva di Logan.

« Dove vai, aspetta vengo con te. » ma non si muove dal letto, il principe.

« Non sono cazzi tuoi, di nuovo te lo dico magari la prima volta il concetto ti era sfuggito.  E no, non vieni da nessuna parte con me. » sorrido più placida. « però sai, puoi andartene affanculo insieme a quelle troie che ti scopi. Secondo me ti diverti! » arriccio il naso e sorrido in un'espressione falsissima come le banconote del Monopoli.

« Ti pareva che non dovevi trovare una cosa per mettermi in croce adesso no!? » il guaio, fondamentalmente per lui, è che non sta negando niente. Anzi, ogni singola risposta mi continua a dare conferma che sì. Mi ha tradita.
Tutte le volte che lui se n'è andato io l'ho aspettato. Mai mi sono lasciata toccare da qualcuno in quel senso. Una cosa è il sangue e il nostro nutrirci, un'altra cosa è il resto. E lui tutto quel resto invece se l'è sempre preso, a dispetto di me. Gli volto le spalle e sento proprio quella tensione che dovrebbe esserci fra noi, allentarsi sempre più. È come uno strattone, lo sento che lui sta cercando di rinforzarlo, di sfruttare il nostro legame.
Mi sento troppo ferita: nell'orgoglio, nel mio amor proprio, in quello che credevo nostro, nel mio amore per lui. Mi impunto con forza, tanto che sento uno strappo deciso come se qualcuno avesse tirato troppo un elastico e quello si fosse rotto, ritornando indietro come uno schiocco. Afferro la maniglia della porta e la apro, ma prima di uscire vedo uno di quei vasi così carini messo lì sul tavolino all'ingresso. Lo afferro senza pensarci.

« Fa' na cosa. Muori quando c'hai tempo. » ah ah ah.
Carico il mio braccio, gli scaglio quel vaso dritto contro, non importa se lo prende in faccia o addosso. Sento solo il rumore dello schianto che si allaccia a quello di qualche imprecazione mentre richiudo la porta della sua camera e me la lascio alle spalle.

___________________________

Quando mi fermo oramai sono di fronte alla casetta che ho affittato per il periodo in cui sarò qui. Non so esattamente se tornerò mai a New York, ma certo è che con Logan non vorrò più tornarci. Non appena metto piede in casa mi butto sul divano distesa a faccia in giù, affondando fra i cuscini. Vorrei potermi sotterrare e sparire, fra tutte le cazzate che potevo fare quella di andare da Logan e farci sesso perché ero completamente su di giri per colpa di Noah è stata l'apoteosi delle stronzate. Si merita proprio lo scettro e corona di regina madre, fidatevi.
A modo suo mi è servita anche questa di lezione, eh, però non posso fare a meno di starci un pochino male. Giusto un po'. Quanto basta per trovare l'arrivo di Noel a Coral Bay abbastanza attraente, forse con lui intorno non rischierò di uccidere Noah. O magari proprio Steve Mentadent troverà una soluzione. È umano, ma è anche uno stregone. È lui che ha creato il mio anello solare, lui che mi ha spinta a tornare qui. Ed è colpa sua se pure Noah è entrato nella mia vita. È tutta colpa di Steve, se bene ci penso. Che cazzo.
Mi vibra di nuovo il cellulare, c'è un audio di Steve dove in pratica non fa altro che urlare uno "ehiiii svegliaaaaa" pure se sono le tre del pomeriggio. Un po' mi fa ridere, mi rigiro sul divano e mi stendo a pancia in su mentre rispondo a Steve, un vocale giusto per essere in tema.

«Tu devi cambiare spacciatore, senti a me. Sono sveglia. E sto bene. E pure il tuo amico Noah, anche se sei stato incosciente, ma che te lo dico a fare tu sei un esaltato e non vuoi vederli i pericoli. Ah e Noel è arrivato in città, preparati Mentadent. » invio l'audio. Se Noel arriva dove siamo io e Steve è perché gli serve qualcosa, fidatevi. Sicuramente qualche casino ha fatto e io e Steve dovremo aiutarlo, come sempre. Scorro le altre notifiche fino a che non ne trovo una da un numero sconosciuto. Corrugo la fronte, nessuno che io non conosca ha questo numero, l'ho cambiato da pochi mesi.

" Sapevo di Cenerentola che ad una certa mollava in tredici il principe, non immaginavo che pure le badanti avessero il timer scaduto il quale Matusalemme diventava mummia. "

Mi casca il telefono il faccia. È Noah. Ha il mio numero. Io ammazzerò Steve prima o poi. Lo farò nel modo più lento e crudele di questo mondo perché sì. Mi massaggio la fronte e riprendo il telefono in mano, aggiungendo il numero per evitare che il telefono decida di classificarlo come spam – sì okay, non dovrei ma voglio, non ho mai detto di essere coerente con me stessa che volete.

" Non sapevo che i ragazzi trovati in mezzo ai canguri avessero simili doti di spionaggio. Mi compiaccio. "

Di cosa poi, che sono una rimbambita. Ovvio.

" Sì ma resto pur sempre bellissimo, converrai con me. "

Mi fa ridere, nonostante io lo pensi sul serio che lui sia bellissimo.

" Dipende. Chi lo dice che sei bellissimo? Ti avviso, mamma e nonna non valgono ai fini della valutazione. "

Sicuramente lo diranno tutte quelle che gli spasimano dietro. Perché uno come lui avrà uno stuolo di vagine dotate pronte a prostrarsi ai suoi piedi. Minimo. Ieri non ho controllato bene, ero troppo impegnata a non morderlo capite bene.

" Lo dico io. E lo pensi pure tu. Quindi direi che per stasera possiamo anche vederci e parlarne faccia a faccia, sai funziona così per noi ragazzi affini ai canguri. "

Scoppio a ridere e mi passo una mano sulla faccia, in difficoltà. Se lo rivedo rischio di morderlo e non mi va granché di cancellargli già la memoria e fingere che non sia mai successo niente. E poi stasera devo vedere Noel, non è proprio il caso.  E ho troppo visibile il segno del morso di Logan, non voglio lo veda.

" Stasera non posso. Però salutami i canguri, un bacio se lo meritano. " 

Certo, i canguri. Mica lui.

" Sarà fatto. Ma poi dovrai baciare anche me, me lo merito per il servizio reso."

Sbuffo un sorriso, blocco il telefono e lo appoggio contro il mio petto. Oggi avrò pure scoperto che sono una cornuta di quelle che non passano dalle porte perché la punta delle corna gratta contro la cornice, ma tutto questo sembra più sopportabile adesso.

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