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By LittleTurtle95

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[CONCLUSA] Primo capitolo della saga "Until the Very End" Mentre Harry Potter vive il suo terzo anno a Hogwar... More

Note, premessa, personaggi
Prologo - King's Cross
L'inizio
La festa
Il tasso e il serpente
Halloween
A Novembre
Di Quidditch, cani neri e torte di compleanno
A merry little Christmas
Extra - Christmas Aesthetic
Di tè, appuntamenti e cappelli a rovescio
L'ira di Piton
Colpevoli e innocenti
Vittorie dolorose
San Valentino, il leone e altri misteri
I colloqui
God knows I want to break free
Fin(al)e
Le Gioie
Giudizio Unico per Fattucchieri Ordinari
Black Dog
Epilogo - Ritorno a casa
Speciale anniversario
Sequel online!

Harry Potter detta legge

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By LittleTurtle95

La biblioteca quel giorno era più silenziosa del solito. L'unico suono udibile era lo sfogliare delle pergamene, talvolta uno scribacchiare sommesso. Edmund, Frannie, Jasmine e Margaret erano soli, la luce entrava pallida ma invitante dalle lunghe vetrate sulla sinistra. Edmund sospirò rumorosamente grattandosi la testa, e Frannie abbandonò il volto sulla pergamena, esausta.
-Saremmo dovuti andare a Hogsmeade con tutti gli altri. Neanche Laets si è fatta fregare stavolta.
Nel sentirla, Margaret alzò gli occhi al cielo.
-Perché ci siamo fatti convincere?
Chiese Edmund, afflitto.
-Non ne ho idea Ed, ma è stata una pessima idea.
Sospirò Fran senza alzare la testa dal banco.
-Quanto vorrei essere a Mielandia in questo momento!
Mormorò Jasmine accarezzandosi i capelli e abbassando lo sguardo. Margaret posò sul banco il libro che teneva davanti a sé e guardò gli amici con un sopracciglio alzato.
-Scusate, sto cercando di studiare.
Disse arricciando le labbra infastidita.
-Me ne sono accorta.
Borbottò Frannie.
-È proprio questo il problema.
Le fece eco Edmund. Jasmine guardò la finestra con aria sognante. Margaret alzò gli occhi al cielo e fece un respiro profondo.
-E va bene. Pausa. Ma dopo che torniamo dall'ufficio di Piton non voglio sentire volare una mosca!
A quelle parole Edmund sorrise a trentadue denti, e Jasmine si stiracchiò sulla sedia con aria serena. Frannie alzò la faccia dai suoi compiti di trasfigurazione, aveva un po' di inchiostro sulla guancia.
-Che palle, giusto! Dobbiamo vedere Piton!
Esclamò contrita, mentre Jasmine tentava di toglierle la macchia con la bacchetta.
-È stato gentile almeno, dai!
Rispose Edmund, anche lui un po' scettico riguardo al loro colloquio.
-Speriamo duri poco. E che sia utile!
Intervenne Margaret pensierosa.
-Almeno è meno strano di Lupin. Ultimamente non lo vedo tanto a posto...
Aggiunse Jasmine con una punta di preoccupazione nella voce.
-Già. Chissà perché.
Rise Edmund a disagio, guardando di sbieco le altre due. Margaret si sistemò sulla sedia goffamente, Frannie si allentò la cravatta pensando a come cambiare argomento. Jasmine li guardava confusi.
-Certo che...
Esordì Frannie tentando disperatamente di cambiare argomento,
-Neanche Piton come insegnante di Difesa è proprio una brioche di zucca!
Sorrise fiera della sua idea, gli altri tre annuirono vistosamente, Margaret tirò un sospiro di sollievo.
-Ah, questo è certo. Lupin è ancora l'insegnante migliore che abbiamo.
Aggiunse Edmund serio, posando i pugni sul banco. Frannie sembrava persa nei suoi pensieri. Margaret si schiarì la voce.
-Piton non lo capisco proprio. Con i GUFO alle porte deve davvero rispolverare il programma del terzo anno? Capisco che abbiamo delle lacune per quell'idiota di Raptor ma... i lupi mannari? Andiamo! Non credo che gli esaminatori ci chiederanno dei...
-Lupi mannari!
Esclamò Frannie, alzandosi in piedi. Gli altri la fissarono, straniti.
-Ehm... Fran?
Chiese Jasmine con espressione contrita.
-Io devo... devo controllare una cosa.
Frannie si alzò di scatto, facendo un terribile rumore con la sedia sul pavimento di pietra. Edmund la guardò confuso, Margaret si grattò la testa smarrita, Jasmine sembrava a disagio.
-Restate qui.
Intimò frettolosamente, sparendo tra gli scaffali. I ragazzi si guardarono interdetti, Edmund arricciò le labbra.
-È strano.
Mormorò. Margaret scosse la testa e alzò le spalle.
-È solo Frannie.
-Spero si sbrighi... è alle quattro l'appuntamento, non è vero Mag?
Chiese Jasmine fissandosi le unghie.
-Sì.
Rispose lei con un sospiro. La prospettiva non la allettava per niente. I ragazzi guardarono il pesante orologio appeso al muro. Le tre e mezza. Sentirono un grido venire dalla zona in cui era sparita Frannie poco prima.
-Sì! Per le mutande di Merlino, sì!
-Ehm, tutto ok?
Gridò Ed verso la ragazza. Per fortuna erano gli unici presenti in biblioteca in quel momento, con la gita a Hogsmeade in corso, o li avrebbero già fatti secchi.
-Tutto benissimo! Perfetto! Tra poco sarò da voi!
Rispose, con un tono indecifrabile. Jasmine ridacchiò scuotendo la testa. Margaret sospirò
-Qualcuno vuole un po' di tè?
-Sì, grazie, mi ci vorrebbe proprio!
Rispose Jasmine sorridendo, sistemandosi sulla sedia.
-Anche per me!
Esclamò Edmund euforico. Frannie si sporse, accigliata, con un grosso libro in mano da due scaffali più in là.
-Ehi! Non vorrete berlo senza di me!
-Muoviti, idiota!
Le abbaiò Edmund ridendo.
-Sì, sì, arrivo!
Intanto Margaret prese la bacchetta e la agitò leggermente.
-Accio bollitore!
Dopo qualche secondo, un meteorite di latta arrivò schizzando verso il loro banco, atterrando nella mano salda di Margaret.
-Bella presa Mag!
Esclamò Edmund sorridendo incredulo.
-Sempre questo tono sorpreso!
Rispose lei facendo ondeggiare i ricci pavoneggiandosi. Jasmine rise piegandosi leggermente.
-Che mi sono persa?
Chiese Frannie tornando saltellando al tavolo.
-Solo la cercatrice migliore che abbiamo!
Rispose Jasmine ammiccante, Mag arrossì leggermente. Aprì il bollitore e tirò fuori la scatola con le bustine da tè estesa da Frannie qualche mese prima. La passò distrattamente a Edmund, che la afferrò con noncuranza.
-Attento Ed, ci ho messo anche qualche tazzina.
Il ragazzo la posò con la massima attenzione sul banco, si sentì un lieve tintinnio. Tirò fuori con cura quattro tazzine bianche.
-Che tisana volete?
Chiese, frugando nella scatola. Intanto Margaret preparava il bollitore.
-Aguamenti.
Sussurrò, un attimo prima di azionarlo. Dopo aver selezionato le scelte, cioè una tisana lime e zenzero per Edmund, un tè al gelsomino per Jasmine, una camomilla miele e vaniglia per Frannie e un classico Earl Grey per Margaret, i ragazzi aspettarono pazientemente che l'acqua raggiungesse i cento gradi. Quando finalmente poté essere versata nelle rispettive tazze, Jasmine si sporese sulla propria e inspirò profondamente.
-Ahhhh. Ne avevo bisogno!
-Sì, è stata una bella idea. Forse anche quella di non andare a Hogsmeade.
Borbottò Edmund a mezza bocca, guardando Margaret di sottecchi.
-Ma sì, poteva andare peggio. E poi Piton deve aiutarci.
Continuò Frannie.
-Già. Quel maledetto estratto di mandragola ci fa sempre saltare tutto! È impossibile combinare qualcosa di decente.
Concluse Margaret, che prendeva il primo sorso dopo una breve soffiata.
-Sono davvero esausto da questa settimana. Non ne posso più delle continue ronde.
Ringhiò Edmund facendo girare il suo infuso con un breve gesto della bacchetta.
-Senza contare che sono anche un po' inutili. Non credo che né io né te potremmo fermare Black se ci capitasse davanti. Probabilmente ci farebbe a fette prima che riusciamo a dire "Mimbulus Mimbletonia".
Aggiunse Frannie scuotendo la testa.
-Questo solo perché nessuno riesce a dirlo!
Ridacchiò Jasmine divertita. Margaret si era un po' rabbuiata a quelle parole.
-Non ne parliamo, per favore. Quando siete fuori sono sempre in pensiero.
Sussurrò a voce bassa. Frannie e Edmund si scambiano uno sguardo sorpreso e orgoglioso.
-Oh, davvero Maggie? Che dolce!
Esclamò Frannie afferrandole la guancia. La ragazza arrosì leggermente.
-Oh Fran, Smettila! Sai che odio essere chiamata così!
-La piccola MagMag preoccupata per i suoi amichetti! Che amore!
Rise Edmund scompigliandole i capelli.
-Certo che lo sono. Oh, non avrei dovuto dirvelo.
Borbottò lei avvampando sempre di più.
-Stai tranquilla cara, deve ancora arrivare il mago oscuro che metterà fuori uso Frannie Firwood!
-Che montata!
Sospirò Jasmine dandole una gomitata.
-E comunque in realtà io sono contenta di questi turni. Almeno ogni tanto posso fare coppia con Esmeralda.
Borbottò Frannie con un mezzo sorriso.
-Esmeralda? Che ci fa lei nei turni di guardia? Il caposcuola Grifondoro è Percy Weasley!
Esclamò Margaret, confusa.
-A quanto pare avevano bisogno di più gente, e Esmeralda è una delle migliori del suo corso. E sino all'anno scorso era prefetto, quindi hanno chiamato anche lei. C'è anche la ragazza che è stata prefetto Tassorosso con Peter.
Spiegò Edmund con un'alzata di spalle.
-Cerca di non sbavare troppo Frannie!
Rise Jasmine guardando l'amica.
-Non so neanche io come faccio a sembrare quasi normale in sua presenza. Quella tipa è troppo perfetta!
Esclamò la ragazza, sognante.
Quando ebbero finito con il tè ormai era quasi ora. Rassettarono in un attimo con le bacchette e si dirilessero verso lo studio del professore. Dopo un breve sguardo teso, Edmund si fece avanti, bussando tre volte.
-Avanti.
La voce fredda del professore li spinse a deglutire. Il ragazzo aprì la porta lentamente. Dopo il loro incidente di Gennaio l'uomo era tornato normale nei loro confronti, ma i ragazzi erano ancora un po' risentiti.
Piton era seduto alla sua scrivania, alzò brevemente il naso dalle sue scartoffie.
-Oh. Siete voi. Accomodatevi.
Trasfigurò un baule in una panca senza proferire parola, e sempre in silenzio la avvicinò alla scrivania a cui era seduto. I ragazzi rimasero a bocca aperta. Eseguire quel tipo di incantesimo non verbale era indice di spaventosa abilità. Solo pochi erano i maghi in grado di farlo, e sicuramente sarebbe stato fuori discussione per la maggioranza dei professori della scuola.
-Grazie signore.
Mormorò Frannie sedendosi per prima, seguita a ruota dagli altri.
-Avete detto di aver avuto problemi con l'estratto di mandragola.
-Sì signore.
Azzardò Jasmine.
-Lo abbiamo ricavato facilmente, ma unendolo alle lacrime di drago abbiamo riscontrato che...
La porta si spalancò con uno schianto. Un Draco Malfoy affannato comparve alla porta.
-Professore! Devo dirle una cosa!
Esclamò a gran voce precipitando nella stanza. I ragazzi sussultarono vistosamente, voltandosi di scatto. L'uomo parve non fare una piega, se non per una leggera riga di disappunto che gli comparve sulla fronte. Draco alzò le sopracciglia per un attimo, spaventato da quella presenza inaspettata. Aveva ancora giacca e sciarpa verdargento, era coperto di neve e aveva i capelli arruffati.
-Oh. Scusate. Non pensavo... se ha da fare passo più tardi.
Frannie lo salutò silenziosamente con la mano e lui fecr un cenno impercettibile in risposta, per poi guardare il professore preoccupato.
-Cosa c'è, Malfoy?
-Può... può uscire un secondo?
Piton sospirò seccato, ma sorprendentemente si alzò in piedi.
-Dieci minuti.
I ragazzi annuirono pazienti.
-Non si preoccupi, faccia pure.
Sussurrò Margaret, guardandolo allontanarsi e chiudersi col giovane la porta alle spalle. Sentirono frasi brevi e concitate, ma non riuscirono a capire il senso della discussione.
-Che stanno dicendo?
Sussurrò Frannie curiosa.
-Qualcuno ha orecchie oblunghe?
Le fece eco a bassa voce Edmund.
-Mi è sembrato di sentire "Potter"!
Mormorò Margaret eccitata. Jasmine alzò gli occhi al cielo.
-A te sembra sempre di sentire Po...
La porta si aprì di nuovo e i ragazzi si zittirono improvvisamente. Il professore si affacciò brevemente nella stanza.
-Devo andare a sbrigare delle faccende. Aspettate qui.
Sparì senza neanche aspettare risposta, e Draco si dileguò con lui.
-Questa storia non mi piace.
Esclamò Margaret aggiustandosi i capelli.
-Speriamo non torni arrabbiato, o passeremo un quarto d'ora decisamente antipatico...
Disse preoccupata Frannie.
Dopo qualche minuto di pronostici sull'improvvisa assenza del professore, la porta si aprì una terza volta e l'uomo entrò a passo spedito con Harry Potter in persona. Margaret diede una sonora gomitata a Jasmine, come per dire "te l'avevo detto", e questa sbuffò risentita. I due, con una discussione già in corso, continuarono a parlare senza calcolare minimamente i ragazzi nella stanza.
-Il signor Malfoy poi ha visto una straordinaria apparizione. Riesci a immaginartela, Potter?
-No.
Rispose Harry. Era evidente che stava cercando di sembrare curioso, ma aveva anche una faccia chiaramente colpevole. Gli spettatori si scambiarono uno sguardo teso.
-Era la tua testa, Potter. Che galleggiava a mezz'aria.
Margaret spalancò gli occhi, Frannie si rizzò sulla sedia per sentire meglio. Jasmine aveva l'espressione confusa, mentre Edmund cercava di pensare ad altro per non ridere.
-Forse è meglio che vada da madama Chips. Se ha delle visioni...
Edmund fece per farsi scappare una risata ma Jasmine gli pestò il piede appena in tempo. Anche Margaret e Frannie si morsero le labbra con forza per non ridere. I due litiganti non li degnarono di uno sguardo.
-Che cosa ci faceva la tua testa a Hogsmeade, Potter? La tua testa non ha il permesso di andare a Hogsmeade. Nessuna parte del tuo corpo ha il permesso di andare a Hogsmeade.
-Lo so.
Esclamò Harry, evidentemente sforzandosi di non balbettare. I ragazzi lo guardarono con compassione, ma ancora divertiti.
-Pare che Malfoy abbia le alluci...
-Malfoy non ha le allucinazioni.
Il professore si sporse verso il ragazzo, quasi sfiorandogli il volto col naso appuntito. Videro Potter deglutire a disagio. Margaret d'istinto posò la mano sulla gamba di Edmund, che la afferrò, teso e curioso, e la strinse.
-Se la tua testa era a Hogsmeade vuol dire che c'era anche il resto.
Ringhiò Piton, rabbioso.
-Ero su nella torre di Grifondoro. Come ha detto lei...
-C'è qualcuno che può confermarlo?
Potter non rispose. Frannie scosse la testa, pensando all'ingenuità del ragazzo, con un mezzo sorriso.
-Allora.
Esclamò Piton, freddo,
-Tutti, dal ministero della Magia in giù, stanno cercando di tenere il celebre Harry Potter lontano da Sirius Black. Ma il celebre Harry Potter detta legge. Che sia la gente comune a preoccuparsi della sua sicurezza! Il celebre Harry Potter va dove vuole, senza pensare alle conseguenze.
Stava per aggiungere qualcosa, ma si riscosse. Si voltò verso gli altri studenti.
-Dovete aggiungere l'estratto quando le lacrime di drago sono a settantaquattro gradi. Il libro dice settantacinque, e mi son scordato di correggerlo. Complimenti per essere arrivati a quel punto, nessuno ha ancora fatto abbastanza bene per accorgersene, quest'anno.
Si rivolse di nuovo verso Harry.
-Vedi Potter, tu questo non lo avrai mai. Il talento.
-Gr... grazie signore.
Balbettò Edmund a disagio.
-Ora andate, devo finire questa scocciatura al più presto.
I ragazzi non se lo fecero ripetere due volte. Si alzarono dalla panca in fretta e si congedarono scivolando oltre la porta. Quando si sentirono abbastanza lontani, entrando nella Sala Grande, scoppiarono a ridere.
-La sua testa fluttuante? Per le mutande di Merlino!
Esclamò Mag piegata in due, tenendosi la pancia.
-Il celebre Harry Potter fa quello che vuole!
Disse Frannie appoggiandosi a Edmund per non schiantare a terra dal gran ridere.
-Non so cosa sia successo a Hogsmeade, ma pagherei oro per poterlo vedere!
Rise Edmund a voce alta. Il sorriso di Mag si congelò un istante.
-A Hogsmeade, certo! Non ci siamo andati apposta per studiare!
-Oh no Mag, non ricominciare per favore!
La liquidò Frannie, seccata.
-Cosa? Ma avete promesso! Dopo Piton avremmo ripreso a fare i compiti!
-Beh, abbiamo cambiato idea!
Si inserì Edmund, complice.
-Grande! Siamo liberi! Vado a cercare Aladdin!
Esclamò Jasmine sognante, allontanandosi quasi svolazzando.
-Perfetto.
Disse Margaret fredda, alzando gli occhi al cielo.
-Perfetto davvero.
Mormorò Frannie, improvvisamente seria.
-Devo parlarvi, noi tre soli.
Dal tono sembrava una cosa importante, e i due amici la fissarono preoccupati.
-Solito albero in riva al lago?
Azzardò Mag. Edmund impallidì.
-Ma... sta nevicando...
Sussurrò con un tono insolitamente acuto.
-Oh, scusa Ed. No, restiamo dentro.
-La stanza delle necessità!
Propose lui, illuminandosi.
-Dopo il tuo compleanno non siamo più tornati. Lì saremo soli, avremo tutto quello che ci serve.
Frannie annuì.
-Perfetto.
Gli studenti iniziavano a tornare da Hogsmeade, e la scuola si affollava pian piano. Camminarono svelti verso la stanza, stando attenti a cosa desiderare.
"Voglio un posto per poter raccontare in pace quello che ho scoperto ai miei amici."
Pensò Frannie con intensità, e la porta apparve. La stanza sembrava una piccola riproduzione della loro Sala Comune, un camino la rendeva calda e confortevole. Tre poltrone dall'aspetto morbidissimo stavano intorno a un tavolo su cui erano posati un vecchio libro e una grossa pergamena piegata in quattro. Frannie li riconobbe all'istante: era il materiale che aveva trovato in biblioteca poco prima. Afferrò la pergamena e si sedette sulla poltrona più vicina, invitando gli altri due ad accomodarsi.
-So perché Lupin ha bisogno di un supplente una volta al mese.
I ragazzi la guardarono sbalorditi e poi si sedettero veloci, avvicinando le poltrone al tavolino di legno. Frannie aprì la pergamena allisciandola con la mano. La passò a Edmund, che la guardò confuso.
-Un calendario lunare?
Balbettò, leggendo attentamente.
-Margaret, ricordi quando Piton ci ha assegnato il compito sui lupi mannari?
Chiese Frannie senza rispondere all'amico.
-Sì. Ovviamente.
-E che giorno era, lo sai?
-Fine Gennaio, può darsi?
-Era il ventinove Gennaio. Edmund, puoi dirmi com'era la luna il giorno prima del ventinove Gennaio?
Lui alzò gli occhi dalla pergamena, teso.
-Piena. Luna piena.
-Benissimo. Ora puoi dirmi la luna del ventiquattro Dicembre dell'anno scorso?
Lui fece scorrere il dito velocemente sul calendario, trovando quello che già si aspettava.
-Sempre piena.
-A Febbraio non abbiamo saltato nessuna lezione, però.
Disse Margaret, capendo dove voleva andare a parare l'amica.
-Questo perché la luna piena di Febbraio è stata di sabato. E il giorno dopo non avremmo avuto lezione comunque. Mi sbaglio, Edmund?
Il ragazzo continuava a guardare con attenzione. Era sempre più sbalordito.
-No, è tutto giusto.
-Scommetto quello che volete che lunedì prossimo Lupin mancherà ancora. La luna sarà di domenica.
Passò un istante di silenzio.
-Tu credi davvero che...
Inizia Margaret incerta.
-Sì. Non può essere altro.
Prese il libro, rilegato in blu con le scritte d'argento, glielo porse.
-Un manuale sulle creature notturne?
-È tutto lì, Mag. Le assenze, la spossatezza dopo la luna piena, il pallore, le cicatrici sempre nuove!
Edmund batté una mano sul tavolo.
-Per questo Piton ci ha chiesto una ricerca! Lui sa, ma è un suo collega, non può denunciarlo!
-Sperava che qualcuno se ne accorgesse. E così è stato.
Aggiunse Margaret a bassa voce.
-Ed ecco perché Piton odia Lupin, e perché gridava che non sarebbe stato presente a Natale.
Continuò Frannie.
-Ed ecco perché ce l'aveva con noi per essere stati nel suo studio.
Concluse Edmund.
-Torna tutto.
Mormorò Mag, sospirando.
-Cosa vuoi fare? Denunciarlo?
Chiese preoccupato il ragazzo.
-Cosa? Sei folle per caso? Non mi interessa se è un licantropo, non sono mica Piton! Voi... volete denunciarlo?
-Ma assolutamente no!
-Certo che no, Fran!
Risposero in coro.
-Perfetto.
Esclamò lei, sollevata.
-Allora direi che... questo è quanto.
I tre restarono in silenzio a elaborare le informazioni. Margaret sospirò.
-Povero Lupin. Deve soffrire proprio tanto. E quell'infame di Piton ci ha commissionato quei compiti... che Lupin ha dovuto correggere... chissà quanto avrà sofferto a leggere quei temi sui lupi mannari, qualche nostro compagno li avrà insultati di certo! E lui non ha potuto dire niente.
-Credo che dovremmo andare più spesso a trovarlo.
Disse Edmund, turbato.
-È sempre bellissimo, comunque. Lo amo ancora di più, se possibile!
Esclamò sognante Frannie.
Margaret aveva l'aria pensierosa. Sembrava che si stesse arrovellando su qualcosa di importante. Edmund si schiarì la voce.
-Possiamo andare in Sala Grande adesso? Peter deve dirmi una cosa!
Disse ansioso alzandosi, lisciandosi i pantaloni della divisa con la mano.
-Certo Ed! Tutto ok?
Chiese Margaret apprensiva.
-Sì, credo di sì... non so proprio cosa potrebbe essere.
Il ragazzo sbuffò, Frannie gli diede un buffetto sul braccio alzandosi a sua volta. Anche Margaret li seguì, guardando l'amica di sottecchi. Erano un po' preoccupate. Questa preoccupazione svanì all'istante quando videro in Sala Grande Peter Pevensie correre sorridendo verso di loro.
-Ed! Ehi Ed! Sei qui!
Saltò davanti a loro, euforico.
-Peter, che è successo?
Chiese il fratello, visibilmente sollevato.
-Non puoi crederci! Ho appena fissato il mio viaggio intorno al mondo!
L'espressione di Edmund si incrinò impercettibilmente.
-Davvero? È fantastico!
-Eccome! Partirò con Caspian, abbiamo già deciso tutti i dettagli! Inizieremo dal Sudamerica! Lo gireremo su una nave meravigliosa ! Dovresti vederla, Ed!
-Bellissimo! Quanto starete via, più o meno?
-Il viaggio dovrebbe durare otto mesi circa! Non vedo l'ora, sarà stupendo!
-Già... sono contento per te Pete, davvero!
Esclamò Edmund posandogli una mano sulla spalla.
-Devo dirlo a Lucy!
Disse entusiasta, prima di partire in quarta fuori dalla Sala. L’altro restò congelato sul posto.
-Tu... tutto bene?
Balbettò Frannie sfiorandogli il fianco.
-Sto benissimo!
Abbaiò lui, ritraendosi come scottato. In quel momento le porte della Sala Grande si aprirono di nuovo, Hans e Flint fecero il loro ingresso trionfale.
-Di male in peggio.
Sussurrò impercettibilmente Edmund. Frannie parve cogliere qualcosa e guardò nella sua direzione.
-Hans!
Esclamò Margaret sorridendo. Lui si avvicinò e le fece un breve inchino, seguito da un baciamano, lei arrossì visibilmente. Edmund si guardò le scarpe con rinnovato interesse.
-Pevensie, Firwood. Posso rubarvela un pochino?
-Certamente!
Rispose Frannie spingendo l'amica,
-Ti aspettiamo per cena, Mag!
La ragazza gli afferrò la mano e i due si allontanarono.
-Andata bene a Hogsmeade?
Chiese lei, curiosa.
-Ovviamente. Tieni. Sono more caramellate, direttamente da mielandia.
Rispose, posandole un sacchetto sul palmo.
-Oh, Hans! Non dovevi!
-È un piacere, credimi. Su, assaggia!
Lei prese una mora dal sacchetto e se la mise in bocca. Il sapore zuccherino la riempì, e sorrise chiudendo gli occhi.
-Sono buonissime!
Sospirò, mandandola giù.
-Sapevo ti sarebbero piaciute! Vieni, andiamo fuori!
Margaret prese la sciarpa dal tascone del mantello e se la strinse al collo.
-Allora, come é andato il pomeriggio? Studiato tanto?
Lei lo guardò. I suoi occhi verdi la fissarono curiosi. Ci pensò un attimo su. Pensò per un istante di dirgli quello che avevano scoperto su Lupin.
-Niente, la solita noia! Siamo anche passati da Piton...ehi, ora che ci penso è successa una cosa divertente!
-Ah sì?
Chiese lui, cingendole le spalle con un braccio mentre uscivano all'addiaccio.
-Malfoy ha chiamato Piton mentre era nel suo studio! Sembrava avesse appena passato un uragano!
Gli raccontò ridendo,
-Gli ha detto qualcosa che non abbiamo capito, e Piton é scappato via! Dopo qualche minuto... torna con Potter! E si scopre che Malfoy ha visto la testa di Potter fluttuare nell'aria a Hogsmeade!
Hans sgranò gli occhi ridacchiando.
-Fluttuare nell'aria?
-Esatto! Ovviamente Potter ha detto che Malfoy stava dando i numeri! E ovviamente Piton non gli ha creduto. Ha iniziato una filippica sul "celebre Harry Potter", sul fatto che non dovrebbe... oh.
Il ragazzo si sporse verso di lei e la baciò. Per un attimo Margaret aggrottò la fronte indispettita per essere stata interrotta , ma poi si lasciò andare.
-Mi sei mancata a Hogsmeade oggi.
-Anche tu...
Un pensiero però le annebbiò la mente e incupì i suoi pensieri.
"Perché non gliel'ho detto?"

Intanto Frannie e Edmund erano seduti al tavolo, aspettando l'ora di cena. Quando entrò Tony lei si fece piccola piccola.
-Che cavolo stai facendo?
Chiese freddamente Edmund.
-Non mi va di vederlo. Mi fa ancora stare male, sai. La roba di Daphne e tutto.
Il ragazzo sbuffò alzando gli occhi al cielo.
-Si può sapere che ti prende, Ed?
-Niente!
Rispose a voce alta.
-Shhhh! Sto cercando di nascondermi, non urlare!
-Niente. Smettila di chiedermelo!
Aggiunse sibilando a bassa voce.
-Beh, non si direbbe proprio.
-Oh, lasciami in pace.
Restarono qualche minuto in silenzio, guardandosi circospetti intorno. I gemelli, Laetitia e persino Draco si erano avvicinati ai due, ma avevano tutti capito che non era aria. Entrambi lanciavano al tavolo Tassorosso occhiate di fuoco. Piano piano Frannie riuscì a posare una mano sulla gamba di Edmund senza che lui si ritraesse con un ringhio. A un certo punto le posò persino la testa sulla spalla, arreso. Quando il cibo fu sul tavolo, Margaret e Jasmine apparirono nella Sala coi rispettivi compagni. Edmund si rabbuiò ancora di più. Sedeva dando le spalle al tavolo Tassorosso, con Frannie accanto. Le altre due si aggiunsero accanto a loro. Guardano Edmund che aveva l'aspetto funereo, e conoscendolo preferirono ignorarlo.
-Come sono andati gli appuntamenti, ragazze?
-Oh, è stato bellissimo. Abbiamo sorvolato un lago ghiacciato oggi.
Esclamò Jasmine entusiasta.
-Bene! Cioè, normale! Come al solito!
Rispose frettolosamente Margaret. Le amiche la guardarono stranite e persino Edmund, sinora rimasto impassibile, alzò un sopracciglio mostrando di aver ascoltato.
-"Come al solito"?
Chiese Jasmine, scettica.
-Sì, insomma... bene! Benissimo!
Replicò sbrigativa la ragazza. Edmund sbuffò sonoramente mettendosi nel piatto una generosa porzione di vitello tonnato. Le altre continuarono a ignorarlo.
-Stai ancora evitando Tony, eh?
Chiese Margaret, vedendo che Frannie guardava sconsolata nella sua direzione, piegando il collo goffamente e guardandosi alle spalle cercando di non dare nell'occhio
-Non so cosa fare. Ho provato a stare con un altro, Baston mi piaceva, ma non ha funzionato. Dopo un mese ho capito che se non fosse stato Tony... non sarebbe andata. Ora è lui che vuole un'altra, ho cercato di farmelo andare bene, ho pensato "magari stavolta mi passa per davvero"... ma sto soltanto peggio.
Edmund sbuffò di nuovo. Jasmine gli lanciò un'occhiataccia.
-Non so perché lui, ma non posso farcela. Non riesco a smettere di pensarci. Io...
-Cavolo Frannie. Sei innamorata.
-Te ne sei accorta solo ora?
Rispose lei, burbera.
-No. Cioè, ho sempre saputo che ti piace. Ma sei innamorata. È diverso.
-Sì. Cavolo, lo sono. Davvero.
All'ennesimo sbuffo di Edmund, Margaret alzò gli occhi al cielo e si voltò verso di lui.
-Se vuoi dirci qualcosa Ed, dilla e basta!
Lui la guardò truce, però si decise a parlare.
-Caspian. Bah.
Borbottò, infilandosi un gran cucchiaio di pasticcio di patate in bocca.
-E quindi? Ci hai sempre parlato bene di questo Caspian! Lui ti piace.
Disse Jasmine, cercando di capirci qualcosa.
-È l'amico di Ilvermorny, giusto? L'amico di Peter.
Edmund annuì mandando giù il boccone, con espressione disgustata e triste.
-Sì.
Strappò con rabbia un pezzo di pane.
-Io credevo... credevo...
Rovesciò un po' di succo di zucca sul tavolo, che Frannie pulì con un gesto del dito.
-L'anno prossimo non sarà a Hogwarts. Non ci vedremo per tutto l'anno. Abbiamo solo i mesi estivi da passare insieme, e lui... io credevo... preferisce passarli con Caspian. Bleah.
Fece una smorfia di disprezzo e riprese a mangiare. Frannie deglutì.
-Hai ragione Ed. Hai tutto il diritto di essere arrabbiato.
Lui grugnì con disapprovazione.
-Già, ma non credo lo abbia fatto con cattiveria. Non ci avrà pensato.
Aggiunse Margaret conciliante.
-È proprio questo il problema Mag. Non ci ha pensato. È da quando è iniziato l'anno che penso che l'anno prossimo... che almeno quest’estate...
Si alza di scatto, facendo tintinnare i bicchieri.
-Basta, è una cosa stupida. Ha il diritto di fare il viaggio dei MAGO con chi vuole. Io... è una cosa stupida. Buona notte.
Borbottò, uscendo a grandi falcate dalla stanza. Le ragazze sapevano che se Edmund non era rimasto ad aspettare la torta la cosa era grave. Molto grave. Si guardarono terrorizzate. Mezzo tavolo Serpeverde lo fissò andar via. Dal tavolo Tassorosso anche Peter alzò la testa di scatto con aria confusa vedendolo allontanarsi a metà della cena. Da quello Corvonero, Susan alzò gli occhi al cielo. Fu quando Frannie si voltò verso quello Grifondoro che rimase stupita. Non era Lucy che si era accorta che il fratello aveva lasciato la Sala. Non era lei che lo guardava allontanarsi con aria apprensiva. Non era lei che non gli staccava gli occhi di dosso. La ragazza diede una gomitata a Margaret.
-Ehi! Che c'è?
-Tavolo di Grifondoro. Cacciatrice. Ore due.
Gli occhi della ragazza saettarono lungo la stanza.
-La Bell? Perché... perché lo guarda così?
Si fece scappare Margaret, evidentemente seccata.
-Non ne ho idea...
Sussurrò pensierosa Frannie.
Videro con la coda dell'occhio che Susan si alzava frettolosamente e si dirigeva verso Peter con cipiglio severo. Il ragazzo, vedendola arrivare, era ancora più confuso.
Quando finirono di mangiare Jasmine si alzò come sempre per andare a raggiungere il fidanzato.
-Che giornata strana, eh?
Chiese Margaret, versandosi del succo di zucca.
-Cavolo, sì! Ma dimmi...
Chiese a bassa voce, avvicinandosi.
-È successo qualcosa con Hans?
L'amica alzò gli occhi al cielo.
-No. Niente. È solo che... non mi è venuta neanche la tentazione di dirgli quello che abbiamo scoperto su Lupin.
-Voglio ben sperare!
Esclamò a voce alta Frannie.
-Shhhhh! E stai tranquilla, non l'avrei comunque fatto! Solo che... non mi è neanche venuto il dubbio, la tentazione... niente. Mi fa pensare che forse... non mi fido di lui.
-Lui ti piace?
-Moltissimo.
Rispose sconsolata, posando il volto tra le mani.
-E allora non preoccuparti. Non glielo hai detto perché è un nostro segreto, e anche se tu ti fidi sai che noi non vorremmo. E poi state insieme ancora da troppo poco per questo genere di confidenze.
-Se lo dici tu...
Stavano quasi per alzarsi anche loro, dovevano avvertire Laetitia della novità, quando Peter Pevensie arrivò improvvisamente alle loro spalle.
-Ragazze... scusate...
Si voltarono di scatto.
-Sapete dov'è Edmund?
-In Sala Comune, probabilmente.
Rispose Margaret un po' incerta.
-Potreste... potreste chiedergli di venire fuori?
-Onestamente Peter,
Rispose Frannie,
-Non me la sento. Non mi sembra molto in vena.
Il ragazzo sospirò.
-Come temevo. Beh, gli parlerò domani a colazione.
Rispose strusciando i piedi e allontanandosi con aria afflitta.
-Credo che Susan lo abbia fatto ragionare.
Commentò Margaret, alzandosi in piedi.
-Beh, era ora. È da quest'estate che Edmund pensa al fatto che sarà il suo ultimo anno a Hogwarts. Dare i MAGO e fuggire dall'altra parte del mondo non mi sembra una cosa carina da fare.
-Hai ragione. Però i maghi partono sempre dopo il diploma, capisco che voglia andare.
-Potrebbe almeno aspettare l’inizio della scuola, però. Quando Edmund avrà lezione e non si sarebbero visti comunque. Non ha senso buttare la loro estate assieme così.
-Sì, hai ragione.
Mormorò Mag, mentre uscivano dalla Sala. Entrando nella Sala Comune videro Draco, Tiger e Goyle seduti sui divanetti e intenti a confabulare in modo rabbioso. Appena le ragazze misero piede nella stanza Malfoy arrossì leggermente, probabilmente memore del pomeriggio con Piton.
-Ciao!
Salutò con finta nonchalance, abbozzando un sorriso.
-Ciao Draco! Hai visto Edmund?
Chiese Frannie, preoccupata.
-È già in camera sua. Non aveva una bella cera.
Commentò il ragazzo distrattamente, posando i piedi sul tavolo.
-Visto altre teste fluttuanti, Malfoy?
Chiese Margaret per punzecchiarlo, andando a sedersi accanto al camino. Il ragazzo arrossì ancora di più e Frannie le lanciò un'occhiataccia, per poi sedersi accanto a lei. Arcobaleno, come attirata dalla loro presenza, uscì saltellando dai dormitori e zompò in braccio a Frannie, che la accarezzò dolcemente.
-Ciao tesoro! Ti ho lasciata un po' sola oggi, non è vero?
La puffola pigolò piano. Ser Jaime era già steso a terra che dormiva accanto al camino.
-Certo che anche tu potresti darmi un po' di soddisfazione.
Disse Margaret tagliente, guardando il suo gatto.
-Però ti amo lo stesso!
Aggiunse, addolcendo lo sguardo. Il gatto la ignorò. Dopo aver appurato che Jasmine avrebbe fatto tardissimo, decisero di andare a dormire senza aspettarla.
-È stata una giornata davvero strana. Non so perché, ma è stata molto stressante. E poi quella storia di Lupin... wow. Cioè, non ho nulla contro di lui, ma è stato un colpo rendermene conto.
Sospirò Frannie abbandonandosi sul letto a baldacchino.
-Sì, hai ragione. Hans, Edmund, Lupin... tutto troppo strano. E c'è ancora qualcosa che non mi torna. Non so cosa, però so che non mi quadra.
Rispose Margaret infilandosi il pigiama.
-Speriamo che domani si aggiustino un po' di cose.
-Già.
-Buona notte, Margaret.
-Buona notte, Frannie.
-A domani.

***

Il giorno dopo, quando Edmund aprì gli occhi, tutti dormivano ancora come al solito. Era sempre il primo a svegliarsi... insieme a Peter, ovviamente. Subito ripensò a Jadis e a come li aveva cresciuti. A come li buttava giù dal letto la mattina. Gli venne voglia di alzarsi tardi per ribellarsi a quell'insegnamento ma si rispose che tanto non sarebbe riuscito sicuramente a riaddormentarsi. Se fosse andato in Sala Grande d'altro canto avrebbe trovato sicuramente Peter, e al massimo Diggory o... Philip. Non le sue persone preferite, insomma. Rifletté sul fratello maggiore e sul suo comportamento. Alla fine, ripensandoci, non gli andava di lasciarlo solo per colazione. Aveva tutto il diritto di partire con chi e quando voleva. E lui era solo un po' irritato, ecco tutto. Era normale che Peter preferisse passare le vacanze con Caspian piuttosto che con lui. Chiunque lo avrebbe preferito.
Si lavò frettolosamente e si vestì nella penombra. Doveva imparare ad accettare di non essere al centro del mondo. A malapena era al centro del suo di mondo, figuriamoci di quello del fratello.
Uscì silenziosamente dalla stanza, andando verso la Sala Grande. Si chiese se la sua Gazzetta del Profeta fosse già arrivata. Nel momento esatto in cui aprì le porte della sala, due mani lo afferrano per le spalle.
-Non mi scappi amico!
-Ma che ca... Peter? È un agguato questo?
Chiese seccato. L’altro lo tenne saldamente, guardandolo con severità.
-Assolutamente sì.
Rispose il fratello, con tono deciso. Erano ancora soli, il cibo non era ancora apparso sui tavoli e il soffitto brillava di uno spettacolare colore aranciato.
-Siediti.
Ordinò il maggiore, trascinandolo al suo tavolo. Edmund obbedì e guardò l’altro, rimasto in piedi, con aria torva.
-Che cavolo vuoi?
-Sei un idiota.
-Beh, anche tu non sei male.
Rispose Edmund gelido.
-Sai quando devo partire con Caspian quest'anno?
L'altro sgranò gli occhi e arrossì.
-C… cosa?! Che c'entra adesso?
-Quando?
-Non lo so e non mi interessa, Peter! L’Ultimo giorno di lezione? Il giorno dopo? Che differenza fa?
-Il due di Settembre.
-Il due di... aspetta, cosa?
-Il due di Settembre. Credevi davvero che avrei buttato i nostri ultimi mesi assieme andandomene in Perù? È questo che pensi di me?
-Io... io non so di cosa tu stia parlando.
-Certo. E io sono nostro cugino Eustace.
Disse Peter, sprezzante. Poi sbuffò e si accovacciò accanto all'altro.
-Senti Ed, io non pensavo che potessi fraintendere, o avrei chiarito subito. Mi hai fatto preoccupare ieri, andando via così.
Edmund sbuffò, ma senza riuscire a nascondere un certo compiacimento.
-Mi ha dovuto dire Susan che quello che ho detto sarebbe potuto essere interpretato male.
-Te lo ripeto Peter, non so che cosa...
-Oh, finiscila!
Borbottò l'altro, brusco. Dopo qualche momento riprese la parola.
-Certo che anche tu... non ti ho mai detto quando sarei partito!
-In genere le persone partono l'ultimo giorno di scuola.
Mormorò Edmund, arrossendo nuovamente.
-In genere le persone non hanno un fratello così rompiballe!
Replicò Peter, ridacchiando affettuoso. L'altro sbuffò, però sorrise.
-E scrivimi! Per qualunque cosa! Tornerò se ci sarà bisogno.
-Ora non esagerare!
Dieee Edmund alzando gli occhi al cielo. Il biondo scosse la testa.
-Sei davvero ottuso.
-È di famiglia!
Replicò Ed facendo l'occhiolino. Improvvisamente le porte si aprirono, ed entrò Cedric Diggory sbadigliando. Il cibo iniziava ad apparire sui tavoli.

Intanto Margaret si svegliò di scatto.
-Frannie! Frannie!
-Mhm???
-Ho trovato!
-Che ore sono, Mag?! È domenica, per tutti i paioli!
-Ho trovato, non capisci?
-Mmmmmhhh lasciami in pace!
Rispose, rigirandosi nel letto.
-Sshhhhhh!
Esclamò stizzita Miles dal fondo della stanza. Margaret alzò gli occhi al cielo e decise di aspettare. Quando finalmente a Frannie venne voglia di alzarsi, lei stava leggendo in Sala Comune.
-Buongiorno principessa!
Disse con sarcasmo. L'amica si stropicciò gli occhi.
-Ti odio. Non farlo mai più.
Borbottò, sistemandosi la maglia. L'altra ridacchiò guardandola avvicinarsi.
-Scusami.
-Beh, cosa dovevi dirmi di tanto importante?
-Ormai dato che siamo in piedi vieni in Sala Grande, te lo dirò direttamente insieme a Edmund!
Frannie alzò gli occhi al cielo.
-Bene. Perfetto. Bah, almeno lo distrarrà dai suoi problemi con Peter.
-Già.
Rispose Margaret sorridendo. Quando arrivarono alla Sala Grande però, Edmund aveva già finito la colazione e ha l'aria radiosa. Aveva quasi finito di leggere la sua Gazzetta, e quando le vide fece un cenno con la mano.
-Buongiorno dormiglione!
Esclamò ridendo. Le due si guardano spaesate.
-Buongiorno Ed... ci siamo perse qualcosa?
Gli chiese Frannie, sedendosi accanto a lui.
-Ho chiarito con Peter. C'era stato un fraintendimento.
Rispose, alzando le spalle.
-Un fraintendimento, eh?
Ripeté Mag, sedendosi di fronte,
-Sei incorreggibile!
Ma un attimo prima che potesse introdurre l'argomento che la aveva svegliata quella mattina, sentì Frannie squittire:
-Oh, no! Sta venendo qui!
La ragazza tentò di nascondersi dietro Edmund, ma in pochi istanti Tony McMartian fu dietro di lei.
-Frannie... posso parlarti un secondo?
Chiese serio. Lei avvampó.
-Tony, ehm, certo...
Si alzò titubante e lo seguì in un angolo della stanza.
-È da un po' che voglio chiedertelo... ho fatto qualcosa di male?
Lei restò inebetita per qualche secondo.
"Miseriaccia… Si vede così tanto?"
Vedendo che la ragazza non rispondeva, lui continuò
-Non mi guardi neanche più in faccia. Non mi saluti più. Non credo di aver fatto niente contro di te, e se qualcuno ti ha detto qualcosa che ti ha fatta arrabbiare vorrei saperlo.
Mantenne uno sguardo penetrante dritto negli occhi di lei, che sentì improvvisamente di voler scomparire.
-No Tony, davvero, non c'è niente... È tutto ok...
-Non è molto educato non salutare le persone, sai?
-Certo Tony, scusami... non succederà più. È solo un brutto periodo, passerà.
Lo sguardo del ragazzo si fece più morbido.
-Non preoccuparti. Ho voluto chiarire perché mi dispiaceva. Sono felice che non ce l'abbia con me.
-Non potrei avercela con te, credimi. Non potrei davvero.
Si fece sfuggire Frannie posandogli una mano sulla spalla. Arrossì tutto d'un colpo, e balbettò
-Buona colazione!
Per poi girarsi e correre al tavolo dai suoi amici.
-Che hai Fran? Hai un aspetto orribile!
Rise Edmund nel vederla arrivare. Margaret la guardò curiosa.
-Mi ha chiesto perché lo sto evitando.
-Per la barba di Merlino Frannie, te l'avevo detto che sarebbe successo!
Esclamò Mag portando le mani alla bocca.
-E tu gli hai detto che lo ami e che sei rimasta distrutta dal fatto che ci provi con un'altra?
Chiese Edmund maligno.
-Ah ah ah. Molto divertente. No, gli ho detto che non lo sto evitando affatto. Che è una sua impressione.
-Oh, Frannie!
Mag si batté il palmo sulla fronte e scosse la testa.
-Che potevo fare??
-Dire la verità!
Sbraitò Edmund, un po' scocciato.
-Non se ne parla neanche! ... Però è un buon segno... no?
Chiese incerta Frannie.
-Certo che è un buon segno! Gli importa di te! Perché non lo capisci?
Chiese supplicante l'amica.
-Non gli importerà mai quanto importa a me.
Sospirò sconsolata la ragazza. Edmund sbuffò, e Margaret decise di cambiare argomento, prima che Jasmine venisse a fare colazione.
-Lasciamo stare. Abbiamo cose più importanti da dirci. So perché Lupin è diventato strano parlando del cane nero.
Gli altri la guardarono con gli occhi sgranati.
-Credo che pensi... che lo abbiamo scoperto.
-Cosa? Come?
Chiese Frannie sconvolta.
-Il cane nero. Credo pensi che lo abbiamo visto sotto forma di lupo.
-Ma lo abbiamo visto bene, Mag. Era proprio un cane.
-Lo so. Ma lui non lo sa. Riflettici, Ed: stavate guardando pensierosi nella sua direzione, vi si illuminano gli occhi e dite "il cane nero"? Chiunque con una sufficiente coda di paglia lo penserebbe!
-Non so... beh... potrebbe essere.
Aggiunse Frannie titubante.
-È l'unica idea che abbiamo.
Continuò Edmund, pensieroso.
-E cosa vorresti fare? Dovremmo dirgli che sappiamo?
Chiese Frannie a voce bassa.
-No, cioè... no. Potremmo spaventarlo.
-Potremmo andare a trovarlo dopo la prossima luna... in modo che possa capire che sì, lo sappiamo, ma anche che lui ci piace comunque.
-Amo questa idea!
Annuì Frannie con sguardo serio.
-Dobbiamo andarci piano, però. E forse, se andrà bene, potremo chiedergli del cane.
Azzardò Margaret.
-Tu credi? Non potrebbe restarne confuso? Insomma, lui pensa che lo abbiamo scoperto per questo!
Rispose Edmund.
-Sì. Hai ragione.
Sospirò lei, sconsolata.
-Ci siamo solo complicati la vita con questa storia di Lupin.
Gemette Frannie, con gli occhi bassi,
-Ora abbiamo un'altra cosa a cui pensare!
-Già... speriamo che il cane non appaia più.
Sospirò preoccupata Mag.
-Ho la sensazione che il peggio debba ancora venire.
Concluse Edmund, cupo.
Quando arrivò Jasmine, si ricomposero immediatamente. Ognuno aveva i suoi guai personali a cui pensare, in più si stavano aggiungendo i GUFO sempre più vicini; il mese dopo avrebbero dovuto scegliere la carriera della vita, e ci sarebbero stati i colloqui; le ronde prima o dopo le lezioni non accennavano a dar loro tregua; avevano un professore licantropo che li teneva d'occhio sentendosi braccato e poi c'era ancora quel cane. Sarebbe potuta andare peggio?  

Note autrice
Spoiler:
ahahah sarebbe potuta andare peggio. Potremmo dover vedere presto di cosa tratta questo peggio.
Inizio col dirvi che questo capitolo è uno dei pochissimi che durante la storia abbiamo scritto sia io che la co autrice. Sono successe praticamente le stesse cose: Piton e Potter - scoperta di Lupin - Peter e Edmund che vanno in crisi e fanno pace, ma per motivi diversi e in modo diverso.
Io ho pubblicato ovviamente la mia versione, la co autrice ha pubblicato la sua nel suo account EFP "Harley Sparrow". Se siete curiosi di leggere entrambe le versioni, vi consiglio di visitare il suo profilo e aprire l'ultimo capitolo della storia This is us.
Anche il prossimo capitolo avrà due versioni, una presente qui e una su EFP. Ovviamente non è necessario leggerle entrambe e le differenze non pesano in alcun modo nei capitoli successivi, che saranno uguali sulle due piattaforme.
Per parlare di questo capitolo invece...
I nostri si sono proprio complicati la vita con la storia di Lupin, ma si sono mostrati molto progressisti e comprensivi a riguardo. Il siparietto tra Harry e Piton è una vera scena presa parola per parola dal terzo libro a cui abbiamo aggiunto i pensieri e le azioni dei nostri protagonisti.
Il capitolo fa anche sorgere qualche domanda.
Perché Margaret si fa tutti questi problemi nel confidarsi con Hans? Perché Katie Bell fissava Edmund in quel modo?
Spero che il momento tra Edmund e Peter vi sia piaciuto, amo molto il loro rapporto, se amate anche voi quei personaggi trovate un libro su di loro nel mio profilo, si chiama "But even a traitor may mend. I have known one who did."
Il capitolo dopo il prossimo invece è uno dei miei preferiti di tutta la storia (che terminerà dopo la fine della guerra magica) e probabilmente in assoluto il mio preferito di quest'anno scolastico. Restate sintonizzati!
Scusate per il capitolo più breve del solito, i prossimi saranno entrambi parecchio lunghi ~

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