Finita la colazione, lui aveva dovuto lasciarmi nuovamente da solo, non prima di avermi chiesto se volessi accompagnarlo e passare ancora del tempo in sua compagnia.
Ma io scossi la testa, non volendo aggirarsi in quella casa se non per andare in cucina a mangiare qualcosa. Ero ancora terrorizzato dalla prospettiva di poter incontrare qualcuno.
Quindi uscii dalla stanza in cui mi trovavo per chiudermi nuovamente in camera di Suga, ma qualcosa mi fermò; qualcuno mi afferrò il braccio, stringendolo, e mi fece voltare, incontrando così i suoi occhi.
Jiho mi stava fissando con un'espressione priva di ogni emozione, ed io abbassai lo sguardo per puntare sui miei piedi, incapace di osservare quel volto.
"Domani ti voglio nella stanza dei ricevimenti. Seolhyun porterà i vestiti che devi indossare in camera di Suga", mi ordinò, per poi ghignare soddisfatto al cambiamento del mio colorito.
Ero visibilmente impallidito, le parole che aveva pronunciato non promettevano niente di buono, perché stavano a significare che, nonostante tutto quello che era successo e che mi stava volutamente lasciando dormire in camera di Suga, niente era cambiato; ero ancora il suo giocattolo.
"Ricordati cosa accade quando ti rifiuti di fare ciò che voglio", mi sussurrò all'orecchio, prima di lasciarmi andare. Raggiunsi la stanza del blu sorreggendomi al muro e, non appena la porta si fu chiusa alle mie spalle, mi accasciai a terra iniziando a piangere silenziosamente.