If you don't know l.h.

Av Lollasmiao

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" E a quelle parole mi rendo conto che è ricominciato tutto, che tutti i misteri che aleggiavano intorno a Lu... Mer

I 'Involuzioni'
II 'Rimpatriate'
III 'Disordine'
IV 'Miller'
V 'Perchè?'
VI 'Il nostro posto speciale'
VII 'Andiamo a casa mia'
VIII 'Cattive notizie'
IX 'Che problemi hai?'
X 'Station Rd, York YO24 1AB'
XI 'Cosa diavolo sta succedendo?'
XII 'Numero zero'
XIII 'Sconosciuto'
XIV 'Numero indefinito'
XV 'E Whitby sia'
XVI 'Empatia'
XVII 'Cambiamenti'
XVIII 'Benvenuta all'inferno'
XIX 'Diciannove anni'
XX 'Buon Compleanno'
XXI 'Il primo dell'anno'
XXII 'Occhi a me'
XXIII 'Che si mangia per cena?'
XXIV 'Da oggi, sarà diverso"
XXV 'Ciao Jenna'
XXVI "Mezze promesse"
XXVII 'Non credo di saperlo gestire'
XXVIII "Ribaltare le situazioni"
XXIX 'Direzione York'
XXX 'If you don't know'
XXXI "Beside you"
Epilogo
EXTRA - Molti anni dopo

EXTRA Che se poi ci pensi il tempo è relativo

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Av Lollasmiao

Ops!

Chi l'avrebbe mai detto? E' questa la frase che ogni giorno si ripete Alice da un po' di mesi a questa parte, mica si aspettava di finire così, certo, voleva comandare l'universo ed esserne l'unica abitante, voleva avere una villa lussuosa e zero impegni, voleva essere la prima in tutto, invece ora si ritrova ad essere la seconda. Perché? E' semplice, non è più il centro dell'universo di nessuno. 

No, ovviamente non così drasticamente, fa ancora una vita agiata, una vita divertente contornata da odio per il genere umano e amore sproporzionato per i gattini, tiene ancora scatole chiuse con un lucchetto sotto al letto e custodisce gelosamente pensieri dentro alla sua testa. Ma non è più una ragazzina, ha ventitré anni e un dubbio nella testa, si domanda cosa dovrà fare della sua vita. E lo fa sempre nei momenti meno opportuni, tipo questo. 

Alice se ne sta seduta ad un bar elegante nella zona di Marques High Street, il quartiere più bello di York, da dopo quella notte ha rifatto le valigie ed è tornata a vivere vicino alla sua migliore amica, è convinta che Londra sia un maledetto inferno almeno a detta sua, e fissa sconsolata la sua migliore amica. Cassandra a sua volta, fissa Alice con faccia sorridente. Le sta elencando il fatto che ha sempre avuto ragione su tutto mentre la sua migliore amica non fa altro che alzare gli occhi al cielo. Alice pensa che le parole pungenti di Cassandra non siano divertenti, per niente. Che tutta questa situazione non è divertente. 

-Io lo sapevo, da dopo quella notte.. Era normale.- abbozza un sorriso divertito la riccia.

-Cassandra, non farmi innervosire più di quanto io non lo sia già!- sbotta Alice sorseggiando il suo caffè latte. La sua bocca si contrae in una smorfia, da quand'è che trova il caffè latte disgustoso? 

-Non è colpa nostra però.- arriccia le labbra la riccia. -Doveva andare così.- sentenzia.

-Stai scherzando?!- grida la bionda strozzandosi con il caffè. -Non doveva andare così, come glielo dico ora?!- grida ancora guadagnandosi occhiatacce divertite dai passanti. -E poi smettila di parlare al plurale, mi mette i brividi.-

-Ti mette i brividi.- alza un sopracciglio la riccia. -Ma se hai passato almeno sei anni della tua vita a coinvolgermi nelle tue cose!- la prende in giro. -Potrei quasi dire di essere la seconda fidanzata di Luke.- sussurra lievemente disgustata, Alice non la sente. 

-Dobbiamo analizzare chiaramente la situazione.- cambia argomento la bionda fissando un punto indefinito tra la folla.

-Tipo?- si fa più curiosa Cassandra, è abituata a questa adrenalina che le scorre nel sangue quando la sua migliore amica le propone idee folli. 

-No, era una cosa stupida, non ne ho il coraggio.- Alice si rabbuia abbassando lo sguardo sulle sue mani intrecciate.

-Oh..- sussurra la riccia capendo al volo le intenzioni della bionda. -Da quanto tempo è che non lo vedi?- chiede con un filo di voce.

-Dal suo compleanno, ad aprile.. Siamo a luglio..- sussurra Alice tentennando.

E' infuriata perchè da dopo quella nottata insieme, non si sono più sentiti. Complice l'orgoglio di lei, gli impegni di lui, le preoccupazioni, gli eventi, la vita, le persone odiose, amici e parenti che ritornano, fatto sta, che Lucas e Alice non si vedono da quella sera. E tre mesi sono tanti, anche se a fronte di anni di inseguimenti, alla fine pensandoci razionalmente tre mesi non sono niente. Non sono niente almeno per due come loro. 

-Quella maledetta notte!- grida Alice e Cassandra sussulta.

-Non agitarti!- le grida ma la bionda non si calma. Sta già tramando una vendetta mondiale anzi, colossale, nei confronti del biondo. Potrebbe scatenare una Terza Guerra Mondiale solo per orgoglio. 

-Tra due settimane faccio ventiquattro anni, non posso più giocare al gatto e al topo! Porterò questo peso da sola!- grida determinata. -Comunque vada sarà un successo!- grida spavalda.

-Sì, certo. Non sei stata capace di nutrire adeguatamente il tuo gatto... Figurati questo.- abbozza un sorriso tirato Cassandra. 

-Come glielo dico?- farfuglia in preda al panico Alice.

-Magari lo chiami?- alza un sopracciglio la mora cercando di non far alzare la pressione ad Alice.

-Sì, certo. Sai che bello, lo chiamo e gli dico ciao Lucas, sono incinta, bello eh?- sbotta sarcastica Alice. 

-Fa sempre uno strano effetto detto così.- ride Cassandra.

-Potrei impacchettare il bambino e spedirglielo per posta, tanto ormai è famoso, lo scambierà come un regalo da qualche fan!- sbotta sarcastica Alice. -Tipo ehi Luke, occupati di questo coso che principalmente la colpa è stata tua.- blatera Alice.

-Stai scherzando?!- grida Cassandra.

-Ovvio.- si difende Alice portando le mani sottili sul ventre poco pronunciato. 

Si ricorda ancora quando l'ha scoperto, casualmente si è posta la fatidica domanda: "ma quando mi deve venire il ciclo?" e, quando ha capito che non le sarebbe arrivato, ha sbiancato. All'inizio è svenuta, poi ha iniziato a lanciare piatti e grida contro il muro spaventando il suo gatto, poi ha chiamato Cassandra che è svenuta a sua volta e insieme, come sempre, sono arrivate ad una conclusione: come glielo diciamo a Lucas? Perché ovviamente, questo peso che Alice porta sia fisicamente che psicologicamente con se, doveva essere condiviso con la sua migliore amica, altrimenti sarebbe già impazzita.

Il fatto che Luke sia da qualche parte nel mondo non consola la bionda, per niente. Sua madre non lo sa, potrebbe morire sul colpo o forse potrebbe esserne entusiasta e far crescere il bambino o la bambina nel migliore dei modi. E' che la madre di Alice è imprevedibile, almeno questo pensa la bionda.

-Da Cal sono venuta a sapere che dovrebbe tornare in città per ottobre...- sussurra Cassandra.

-Quando te l'ha detto?!- chiede Alice sentendo già l'ansia impossessarle l'anima.

-Ho origliato, per caso ovviamente, una conversazione tra Calum  e Michael.- alza le spalle Cass. Non è che ha origliato per caso ovvio, ha deliberatamente spiato quello che è il suo.. Ragazzo? Sono di nuovo tornati insieme? Non lo sa nemmeno lei, ormai ha perso il conto delle volte in cui si sono detti "ti amo" e "ti odio". 

-Ottobre...- Alice si pizzica il ponte del naso cercando di trovare una soluzione a tutto questo. -Lo sai che voglio tenerlo..- sussurra sincera come mai prima d'ora. Cassandra annuisce e le stringe la mano dolcemente. 

-Se lui non sarà d'accordo, ce ne occuperemo noi! Avrà tre mamme e un papà.- sentenzia Cass.

-Michael ovviamente sarà la terza mamma?- sorride spenta Alice, Cass annuisce. 

Che poi alla fine, ottobre, arriva in men che non si dica. La soluzione più ovvia è quella di non farsi vedere da nessuno, chiudersi in casa lontano da occhi indiscreti, evitare di postare foto sui vari social network e cosa più importante, evitare di farlo sapere a Lucas. 

* * * 

Lucas stiracchia le gambe lunghe, le ha appoggiate maleducatamente sul sedile di fronte al suo, sorride vedendo York apparire pian piano dal finestrino del treno. Sa che Alice ha passato l'estate a Londra ma che a settembre è tornata a York per lavorare, o almeno far finta di lavorare. Lucas prende il suo borsone in pelle e scende dal treno, la stazione ha la stessa magia di quando l'ha vista la prima volta. Complice il fatto che, in questa stazione come in quella di Londra e di Whitby siano successe tante cose, sia belle che brutte, ma ne resta sempre affascinato, come un bambino in un negozio di giocattoli. 

Sorpassa le persone velocemente, la bionda le ha mandato un messaggio. Dopo mesi di silenzio stampa, Alice gli ha scritto di farsi trovare a casa sua entro le diciannove e non oltre, se fosse arrivato , per esempio, alle diciannove e tre minuti, non gli avrebbe aperto la porta.

E' pazza quella ragazza, pensa mentre si passa una mano tra i capelli folti. E' totalmente fuori di testa, ma la ama proprio per questo. 

Corre come un bambino, quasi placca un tassista, il viaggio in macchina è veloce, eccitante. Lucas sente l'adrenalina che ormai ha preso il nome di Alice da ormai troppi anni scorrergli nelle vene. Si catapulta come un pazzo verso l'appartamento della bionda, non sospetta nulla. Lui sa che potranno passare anche anni ma il rapporto che hanno loro due, rimarrà sempre lo stesso, inviolato dal tempo e dalle leggi che lo governano. Nessuno proverà a mettersi in mezzo, saranno solo loro due e basta. 

Bussa velocemente alla porta, le gambe quasi gli tremano, ancora non riesce a credere che dopo tutti questi anni, il suo corpo e la sua mente reagiscano così alla vista della bionda. Questo strano sentimento che prova è rimasto inviolato per tutti questi anni. 

Alice apre di poco la porta, deve vomitare e la maglietta che una volta le arrivava alle ginocchia, le sfiora forzatamente l'ombelico. Si guarda, deve cambiarsi. E vomitare. Forse deve prima vomitare e poi cambiarsi. Non la sa reggere la pressione. 

Lascia la porta semi aperta e corre in camera sua, afferra le prime cose che trova e scappa nel bagno, chinandosi poco elegantemente sul water.

-Alice?!- grida Lucas entrando, è solo in soggiorno, gli unici rumori che sente sono ovattati. Avanza lentamente verso la camera della bionda e sorride quando vede dormire sul letto il gatto. 

Lo sguardo del biondo si rabbuia, c'è qualcosa che non va. Sparsi in giro per l'appartamento ci sono giochi imballati, libri su come crescere un bambino, pannolini chiusi. Ovviamente non sono di Alice pensa, saranno di qualche sua amica o qualche parente. Insomma è così, punto e basta. Il fratello potrebbe aver avuto un altro figlio e visto che Alice ama i suoi nipotini, ha comprato tutte queste cose per loro. 

E' ovvio. Sono di qualcun altro.

Alice esce dal bagno e si fissa il ventre, non riesce a vedersi i piedi e questa cosa la disturba. E' rimasta stranamente magra, tranne per la pancia ovviamente, sembra che si sia nascosta un pallone sotto la maglietta. Per un secondo, prima di fare o dire qualcosa, prima di vedere il biondo, si accarezza dolcemente il ventre. Pensa che qualsiasi cosa accada, lei ci sarà. Che se non avrà un papà non succederà niente, perché il piccolo quanto grande fagiolino sarà tanto amato. 

-Stiamo giocando a nascondino? In genere per fare questo gioco devo sparire io per primo non tu.- ride Lucas che se ne sta seduto tranquillo sul letto della bionda a fissare il disordine che profuma di casa. Le mura della stanza della bionda sono piene di fotografie, quadri, lucine colorate. Sorride intravedendo foto di loro due. Il tempo sembra non essere mai passato.

-Lucas.- sussurra seria Alice rimanendo in corridoio. -Sei seduto?- chiede la bionda sentendo un senso di calore opprimerle lo stomaco.  Sta sudando freddo. 

-Perchè?- chiede il biondo. 

-La tua anomalia cardiaca sta bene no?- chiede ancora Alice accarezzandosi il ventre gonfio. 

-Sì, da un paio di anni ormai.- aggrotta le sopracciglia Lucas. 

-Sei sicuro al cento per cento? Nel senso che si okay, sei sempre stato un tipo debole caratterialmente e un po' cagionevole.. Ma stai bene ora, no?- grida Alice senza sapere bene cosa fare.

-Non sono un tipo debole.- si difende Luke. -Che cosa è successo?- grida sorridendo.

-Beh.. C'è una cosa che dovrei dirti.- sussurra tremante Alice. 

Lucas si alza pensando ovviamente al peggio. 

-Hai un altro.- sussurra teso stringendo le sue mani. 

-In un certo senso sì, credo di sì.- riflette ad alta voce Alice.

-Cristo non ti posso lasciare da sola che le persone ti si incollano addosso come maledetti moscerini!- grida frustrato Luke. 

Due passi esatti lo dividono dalla verità e Lucas ovviamente non ci pensa due volte, a grandi falcate esce dalla stanza fermandosi di colpo. 

Si fissano, cioè Lucas fissa la pancia della bionda mentre Alice fissa il volto di Lucas cambiare colore, dal rosso scarlatto passa al bianco, poi al viola, poi ritorna rosso. Alla fine Lucas sviene, cade sul pavimento chiaro. Così, in meno di trentasette secondi, Lucas ha saputo la verità svenendo sul pavimento. 

E' divertente, pensa Alice. Di certo poteva andare peggio, potevano svenire entrambi.

-Sorpresa!- grida Alice. Con la punta del piede da leggeri colpetti al corpo inerme del biondo, due minuti dopo Lucas apre gli occhi.

-Cos'è?- chiede con un filo di voce.

-Indigestione, mi è rimasto sullo stomaco un po' di pollo.- sbotta Alice alzando gli occhi al cielo. -Ma cosa diavolo può essere secondo te?!- grida.

-Di chi è?- sussurra Lucas bianco come un lenzuolo.

-Tuo ovviamente, che diamine di domande fai, idiota.- Alice porta le braccia conserte e lo sfida.

-Mi vorresti dire che..- Luke balbetta sedendosi composto. -Quella cosa che hai nella pancia è mia.- asserisce.

-E' nostra, se proprio dobbiamo mettere i puntini sulle i.- scrolla le spalle la bionda. 

-Aprile Ottobre sono.. Sette mesi?- sussurra perso Luke. 

-In realtà visto che è fine ottobre sono entrata quasi nell'ottavo mese.- spiega Alice.

-Tu per quasi otto mesi non hai ritenuto opportuno avvertirmi? Una chiamata? Anche una cazzo di foto?! Niente?- grida Luke. E' lecito comportarsi così, lo deve e può fare. -Ti ho lasciato che dormivi nel letto, la tua unica aspirazione di vita era quella di dar fastidio al mondo e ora ti ritrovo incinta all'ottavo fottuto mese?!- grida facendo sobbalzare Alice.

-Hai scelto tu di andartene Lucas! Non io, tu!- si difende la bionda piena di rancore per quel ragazzo che ha giocato per troppo tempo a fare Dio.

-Mettiti nei miei panni! Potevo finalmente realizzare il mio sogno, tutto stava andando per il verso giusto!- afferma serio. 

-Quindi mi stai dicendo che ora che sai che sono incinta, niente andrà bene? Sarai vincolato per sempre a starmi dietro? Oddio Lucas, il mondo non gira intorno a te.- sbotta Alice carica di rancore.

Si fissano in cagnesco, lui ha i capelli troppo lunghi e la barba incolta, lei ha i capelli lunghi che le sfiorano il ventre troppo gonfio. Forse non sono più gli stessi.

-Nessuno ti costringe a fare il padre, nessuno. Dev'essere una cosa che senti.- sussurra seria Alice. Gli passa accanto andando in cucina, si è agitata troppo, ha bisogno di sedersi e di riprendere fiato. Lucas si ferma sullo stipite della porta e la fissa in attesa. -Non ho la forza di litigare Lucas. Non voglio più giocare, non me la sento. Ho ventiquattro anni, un lavoro odioso, una migliore amica pronta a crescere questo bambino come se fosse suo, una madre che mi odia solo perché non ho indossato l'abito bianco prima di mettere al mondo questo bambino..- si indica la pancia. -Sono stanca davvero. Voglio crescerlo, ma non voglio odiarmi, non voglio costringerti a fare quello che non vuoi.- aggiunge.

Luke la guarda, ha sempre l'aspetto da bambina, con gli occhi grandi e le labbra chiuse in un sorriso di sfida. Solo che oggi il suo solito sorriso di sfida è meno marcato del solito, le labbra sono meno tirate di come se le ricordava e lo sguardo è carico di sentimenti. Carico di responsabilità. Luke sa già cosa fare, sa già che ha messo da parte qualche soldo per loro due, è pazzo di gioia nel sapere che la sua piccola Alice lo renderà padre, ma non vuole ammetterlo.

-E' che io sono infuriato.- aggiunge Luke. -Mi hai nascosto una cosa che mi riguarda in prima persona.- aggiunge pizzicandosi il ponte del naso. 

-E' una femmina.- cambia argomento Alice.

-Una femmina.- sussurra incredulo Luke. 

-Verrà uguale a te, insopportabilmente bionda e maledettamente saccente.- ammette Alice fissando Luke. Uno sguardo dolce, che Luke poche volte ha avuto l'onore di vedere.

-Chi altro lo sa?- sorvola l'affermazione poco amorevole di Alice.

-Cassandra, Calum... La mia famiglia, ah mio padre vuole spezzarti le gambe e Michael.-

-Stai scherzando!? Dovevo essere il primo a saperlo!- grida furioso.

-Non fare l'egocentrico. Potevi chiamarmi tu se tanto volevi sapere quali novità accadevano nella mia vita no?- Alice alza un sopracciglio. -E' stato difficile.- 

-Sei la solita immatura, egoista e maledettamente narcisista ragazzina che ho incontrato quasi sette fottuti anni fa!- sputa Luke sentendo una sorta di fiume di parole indomabili che necessitano di uscire. E' come se sentisse il bisogno di dirle tutto quello che ha sempre pensato, che pensa e che penserà su di lei.

-Oh che bello, ho anche dei difetti suppongo.- sorride sarcasticamente la bionda.

-Cazzo sì, sei maledettamente dispotica, ossessionata per vestiti che dovrebbero essere resi illegali. Guai a chi prova minimamente a controbattere ciò che dici! Tu devi avere ragione, tu non devi farti sentire. Tu non chiami mai ma pretendi che siano sempre gli altri a farsi sentire. Non sai minimamente cucinare, sei gelosa, maledettamente orgogliosa e perennemente infuriata col mondo!- grida Luke senza controllarsi.

Alice per un attimo boccheggia, incassa i colpi senza replicare.

-Ma mi va bene così! Mi va bene perché ti amo, ti amo maledettamente tanto. Perché un altro sarebbe sparito, avrebbe visto il pancione e sarebbe scomparso nel nulla. Ma io no, perché non vedevo l'ora di poter mettere su famiglia con te. Ho viaggiato, ho conosciuto persone, ho avuto paura di non svegliarmi più, ti ho vista con un altro ragazzo... Sei l'unica donna che vorrò per tutta la vita.- aggiunge il biondo con un filo di voce. 

Alice sente una piccola lacrima sfiorarle la guancia. 

-Quindi, maledetta ragazzina viziata...Ti amo.- aggiunge Luke fermandosi. Corre verso la stanza della bionda, afferra il suo borsone e torna in cucina. 

-La smetti di insultarmi stupido biondo troppo alto e troppo simpatico? Anzi, troppo egocentrico e maledettamente instabile?!- ride Alice tra le lacrime.

Luke sospira pesantemente, le mani gli tremano e fissa la bionda con gli occhi lucidi.

-Alice.- si avvicina alla bionda seduta, si abbassa fino ad arrivare alla sua altezza.-Visto che la cosa nella tua pancia, che in teoria è anche una mia cosa... Insomma, visto che la bambina prenderà il mio cognome.. Vorresti farlo anche tu?- balbetta Luke.

-Cosa mi stai chiedendo Lucas?- alza un sopracciglio la bionda.

-Di sposarmi.- sussurra con un filo di voce. -Ho comprato l'anello l'anno scorso in Irlanda, non sapevo nemmeno se ci saremmo mai rivisti ma l'ho preso..- scrolla le spalle. 

Lucas apre la piccola scatolina di velluto rosso, e passa la piccola fascia argentata con un unico diamante al centro alla bionda. Alice non sa cosa fare, non sa cosa rispondere. E' sopraffatta da uno strano senso di amore e tristezza, ansia e paura che la fanno piangere come se fosse una bambina isterica. 

-Se lo metto al tuo dito non potrai dire di no, quindi ti conviene fermarmi..- blatera Luke mentre infila il piccolo anello al dito esile e tremante della bionda. -Devo prenderlo come un sì?- chiede Lucas e Alice annuisce. 

-Possiamo organizzare un matrimonio come quello di William e Kate? Vorrei la Regina..- abbozza un sorriso la bionda. 

-Ti giuro che avrai la Regina, i cavalli bianchi e il palazzo reale.- sorride come un bambino Luke che in meno di un'ora ha appreso di essere un futuro padre e il futuro marito dell'unica donna che abbia davvero amato.

Ogni tanto ad Alice capita di pensare a tutto quello che è successo, alle follie, alle parole taglienti, agli sguardi persi e ai momenti ritrovati e pensa sempre la stessa cosa: che se doveva andare così, dannazione, rifarebbe tutto. Che a ventiquattro anni è troppo presto per fare quello che stanno per fare, che hanno un lavoro precario, una casa in affitto, una migliore amica troppo euforica, un migliore amico estremamente frustrato dai capelli rosa, dei nipoti pazzi e una madre oppressiva, ma in fin dei conti.. Questa è la vita che volevano. Una vita fatta di emozioni forti, che non tutti hanno avuto il privilegio di provare.

-E se, quando diventerà grande, dovesse trovare la lista o altre cose?- aggiunge Lucas indicando la pancia della sua futura moglie.

-Non le troverà.- ammette seria.

-Perchè?- chiede aggrottando le sopracciglia.

-Perché le troverà quando sarà il momento.- sorride beffarda la bionda, che come sempre custodisce enigmi e segreti con estrema gelosia.

-Che ne hai fatto?- chiede terrorizzato il biondo.

-Sono chiuse in una scatola, sotterrata da qualche parte che conosci bene.- sorride e si stiracchia. -Sono sotterrate dove tutto è cominciato e mai finito.- aggiunge con un filo di voce.

Alice si alza e supera Luke andando verso la camera da letto, è stanca ed estremamente felice, il biondo la segue velocemente non capacitandosi di quanto la vita sia maledettamente imprevedibile.

-Lucas.- Alice lo ferma -Ti amo anche io.-

-Lo so.- sussurra baciandola dolcemente.

E quindi che l'avrebbe mai detto che due come loro, destinati a litigare ogni due minuti, avrebbero messo su famiglia? Che hanno attraversato tempeste, liste, maledette lettere e incomprensioni, ma sono diventati più forti di prima. Devono esserlo e devono essere anche meno immaturi, visto che presto saranno in tre.

Alice vede Luke dormire nel suo letto e sorride ancora, lei non è capace di mettere un punto a qualcosa. Non è capace a dire fine e forse non vuole nemmeno farlo. Si accuccia vicino al biondo e si sfiora il pancione.

-Cass, tuo padre, te lo dico da ora, non è una persona simpatica.- sussurra la bionda alla pancia.

-Vuoi chiamarla Cass?- stride Luke e Alice quasi cade dal letto. -Mi piace.- aggiunge il biondo.

-Solo Cass però.- Alice diventa rossa scarlatta. 

-Cass Hemmings.- sorride Lucas. Sposta le coperte e alza la maglietta della bionda lasciando scoperto il pancione. -Non dare retta a tua madre, quando avrai quindici anni ti racconterò cosa vuol dire stare con una come lei.-

-Perché quindici anni?- chiede la bionda.

-Perché fin quando non avrà compiuto quindici anni non potrà fare niente.- bofonchia Luke.

-Non fare l'antico, farà tutto quello che vorrà e tu non oserai dire niente.- l'accusa Alice.

-Stiamo già litigando?- ride Lucas.

-Abbiamo mai smesso?- sorride Alice.

Come andrà in un futuro non si sa, ma se rimarranno insieme di sicuro potrà solo che andare bene. Almeno si spera.

Alla fine i due ragazzini troppo uguali presi a giocare con l'unico scopo di farsi del male sono cresciuti, anche se continuano ad insultarsi mandandosi frecciatine discutendo dell'ipotetica educazione della piccola.

Certe cose non cambiano mai e forse è un bene.

No?!

<('') nuova storia: Fine Line

E vabbe volevo essere dolce solo per una volta e regalare a questi due pazzi un lieto fine, spero  vi piaccia. Sta volta è l'ultima davvero, almeno lo spero.


Fortsätt läs

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