The Only Easy Day Was Yesterd...

Od MeTeng

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Zayn Malik non è altro che una recluta dei Navy SEALs, le Forze Speciali della Marina degli Stati Uniti. Ly... Viac

Prologo
One Call Away
Knocking On Heavens Door
Tell Me - Please -
Alone
Stop Callin
And Now We Run
Long Day
Do Not Sleep
Safe
Not Again
076321644
Home, Work, Money, Family
Expectations
Ultrasound
Rewind
First times
See U
Think Of You ~ Part 1.
Think Of You ~ Part 2.
Think Of You ~ Part 3.
Think Of You ~ Part 4.
Game Over
Exhausted
Together
Getting Worse
Dear My Zayn
Happily Happy
Sunshine
Epilogo

Extra - Cruel

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Od MeTeng

La radio sta urlando
Rumore e lacrime
Morte in Tv
E poi ci sei tu
Ed è un casino, è folle
Non riesco a concentrarmi
Basta vedere i tuoi occhi e ..

[25 dicembre]

«Promettimi che starai più attento, d'ora in poi.»

«Non posso farti questa promessa. Lo sai, Lyn.»

«Non ti ho chiesto di ritornare a casa sano e sal-»

«Ehi - la interrompe subito lui - , pensi che non tornerei, se fosse per me? Adesso che c'è America? Cristo, è ovvio che .. Non puoi solo essere felice? Non ci pensare. Per favore

Quanto odia questo tipo di conversazione. Perché non lo capisce, la gente, che loro, per un certo verso, non vedono l'ora di ritornare a casa dalla propria famiglia? Che è difficile tanto quanto per chi li aspetta. Che il pensiero di aver lasciato qualcuno continua a perseguirli ovunque.

Lei alza gli occhi al cielo.

«Io sono felice.»

«Lo sono anche io.»

Lo è anche lui. E chi non lo sarebbe con una bimba piccolissima che dorme lì vicino a te?

Lyn si avvicina a loro, sfiorando con il ginocchio la cosca di Zayn. I loro sguardi si attraggono a vicenda: è lui il primo a distoglierlo, però, timoroso che possa leggergli dentro qualcosa che non è capace di togliersi ancora dalla testa.

«Ho solo paura che possa succedere un'altra volta.» continua lei, appoggiando la schiena contro i cuscini del divano.

Perché è troppo felice adesso che sono tutti insieme. Sembra quasi un sogno. Non vuole svegliarsi.

Sanno bene tutti e due a cosa si sta riferendo. E come se Zayn ne sentisse bisogno, cerca la manina di America che è chiusa a pugnetto. Si insinua con l'indice tra quelle ditina e si lascia stringere dalla piccola.

«Io e Cecilia eravamo in cucina, stavamo mangiando quando il telegiornale ha dato la notizia. Non sai cosa si prova quando non sapevo se eri ancora vivo o meno. Mi spaventa saperti lì.»

E allora cosa vuoi fare, tenermi qui per sempre?

Magari.

«Cosa pensi abbia provato quando eri in ospedale e stavi di merda? È la stessa cosa.» tiene a precisare, mordendosi in seguito la lingua.

Niente parolacce, si era ripromesso da quando in quella casa c'era anche America, nonostante fosse decisamente ancora troppo piccola per capire. Per fortuna!

«Non è la stessa cosa. Tu lo sai che noi stiamo bene.» nega Lyn, scuotendo un paio di volte il capo.

«No, che non lo so. E se ti succedesse qualcosa? Se facessi un incidente? Non lo saprei mai subito, come quando lei è nata.»

E se provava anche solo a dire l'incontrario l'avrebbe strozzata. Seriamente.

Riesce a zittirla. O meglio, chissà quante gliene starà dicendo di nascosto, ma comunque sia, meglio quello che una litigata assicurata. Anche se, una cavolata, le scappa di bocca lo stesso.

«Vorrei che potessimo venire con te.»

Già.

Vorrebbe, ha detto?

Zayn sorride. Non ha idea di cosa stia dicendo.

«Non vi porterei neanche morto.» e chi lo farebbe?!

Lyn si avvicina ancora di più a lui e appoggia la testa sulla sua spalla, raggomitolata al suo fianco.

«Possiamo cambiare argomento?» domanda, con la voce - e non solo quella - stanca.

Chissà quando è stata l'ultima volta che si è davvero riposata, pensa lui.

«Possiamo fare tutto quello che vuoi.» le sussurra, mettendole l'altra mano libera sul suo ginocchio.

Tutti e due - inconsapevolmente - vorrebbero solo la stessa cosa.

«È uno dei Natali più belli in assoluto.»

«Il più bello, Lyn.» la corregge, con le labbra che sfiorano la sua tempia.

Lui, lei, America e un divano scomodo, ma resta comunque il miglior Natale di sempre.

Torniamo a dove ci eravamo interrotti
Ti guardo mentre ti togli i vestiti
Sono stata da sola a ricordarti
Il tuo corpo mi fa male
In loop come telecamere a circuito chiuso
In tutta questa amarezza
Tu rimani così dolce

[30 dicembre]

La porta della camera si apre quanto basta per permettere a Zayn si affacciarsi e nascondere quello che c'è dietro alla sua schiena.

Lyn alza la testa per un attimo, ritornando poi a guardare America attaccata al suo seno.

«Mangia?»

Annuisce.

«Adesso sì.»

Accarezza la guancia della piccola. Le sue manine, che sbucano dalla copertina lillà, sono sulla sua scollatura, ferme all'altezza del cuore. Muove la bocca in silenzio, stremata da tutti i pianti fatti nelle ultime due ore.

Zayn rimane ancora fuori, osservando la scena da lontano.

«Perché non entri?» gli chiede, facendo un cenno al suo fianco, nel letto.

«Ah, io ..» apre un po' di più la porta, tenendo l'altro braccio dietro la schiena.

«Cosa nascondi?»

E a questa domanda avrebbe potuto mentire, inventarsi una scusa qualsiasi o continuare a nascondere ciò che ancora non è stato capace di darle. Perché è da tutto il pomeriggio che ci prova a darglieli, eppure si è sempre tirato indietro.

Nemmeno se nella mano avesse un anello e le stesse chiedendo di sposarla!

Lyn rimane quasi senza fiato quando lui entra nella sua stanza e abbandona il braccio lungo il fianco, mostrandole ciò che teneva nascosto.

«Sono per me?» mormora, stringendo America fra le sue braccia.

Zayn abbassa gli occhi e si sofferma sui fiori malconci.

«Erano per te.» ormai sono andati.

Lyn non riesce a nascondere il sorriso che ha sulle labbra.

«Vieni qui.» dice, battendo due colpi sul materasso al suo fianco.

Lui si avvicina, senza dare a vedere tutta la titubanza che quel dannato mazzo di fiori gli ha fatto provare per tutto il giorno.

«Volevo darteli prima.»

«E perché non l'hai fatto?»

Alza le spalle, sedendosi vicino alle sue gambe.

«Ti sembro il tipo che regala abitualmente fiori alle ragazze?» chiede sarcastico, mettendola sul ridere perché non vuole complicare le cose.

«Grazie, non dovevi.» la sente dire, poi.

Si avvicina a lui quanto può, stando attenta a non far male alla bambina tra loro, e gli lascia un bacio sulla guancia appena rasata.

Lo apprezza davvero tanto quel gesto.

America in quel momento muove le braccine, facendo capire a Lyn di essere sazia. Quindi l'allontana dal suo petto, pulendole velocemente la bocca con il bavaglino: si riabbassa la maglia, incurante dello sguardo attento di Zayn che osserva ogni loro mossa.

«La tieni un attimo? Li metto nell'acqua.» continua, indicando i fiori.

Lui prende molto volentieri America in braccio e si rimette in piedi per farle fare il ruttino. Già, sta imparando tutto, piano piano.

«Lyn, puoi anche buttarli. Ormai sono appassiti quasi tutti.» non che ne sia stupito, considerando che restavano pur sempre dei semplici fiori del supermercato dietro l'angolo.

Ma lei scuote la testa, prendendo i fiori tra le mani e studiandoli con attenzione.

«Nemmeno per sogno. Non butterò via i miei fiori.»

È la prima volta che qualcuno le ha fatto un regalato simile.

«Te ne comprerò altri.»

«Non serve.»

Perché ha già tutto quello di cui ha bisogno, anche se lui pensa che non sia così.
Serve.

.. Ogni tanto è bello vederla sorridere in quel modo.

È un mondo così crudele
Conservo tutto il mio amore per te
È un mondo così crudele
Forse troverò qualcosa di buono

[12 gennaio]

Lyn scende le scale intenzionata ad andare in cucina: ha già preparato tutti gli ingredienti per la torta al cioccolato che aveva promesso a Cecilia e a Zayn, così, dato che America dormiva già da un po', né approfitta finché non si sveglia.

Solo che quando arriva all'ultimo gradino, dal soggiorno, vede quei due stesi insieme sul divano malconcio. E, oltre a un sorriso che le si dipinge all'istante sulle labbra, proprio non resiste a non immortalare quella dolce posa.

Torna in camera, prende la macchina fotografica e poi, facendo il più piano possibile, ritorna da loro. Si avvicina finché le sue ginocchia non sfiorano i cuscini della seduta del divano.

«Non sto dormendo.» mormora con gli occhi chiusi Zayn, facendole prendere un colpo.

«Fermo! Non ti muovere.» lo prega, accendendo velocemente la fotocamera.

Lui stranamente fa come gli ha detto, e continua a stare fermo con America che dorme serenamente sul suo petto nudo.

Click. Click, click.

Quando Zayn capisce quello che lei sta facendo, allunga una mano e copre l'obbiettivo della macchina fotografica.

«Te la nascondo quell'affare.» sbuffa, mentre lotta con le dita di Lyn che cercano di liberarsi da quella presa ferrea.

«Siete così carini» si lascia scappare, ricontrollando i tre scatti appena fatti.

Uno più bello dell'altra.

Perché la tutina arancione di sua figlia, con le gambe piegate e le mani a nasconderle il viso, in contrasto con tutta quella pelle tatuata, è qualcosa di spettacolare.

Alcuni stronzi alla festa
Tutti finti e che si atteggiano
Un'attrice con gli occhi spenti
E poi ci sei tu
Venere con le Converse
Hai fatto un incantesimo su di me
E stai chiudendo la porta del bagno per noi

[14 gennaio]

«Devi andare a farti una doccia?»

«No, sono a posto.» gli risponde, piegando i body appena usciti dall'asciugatrice.

Il letto è completamente ricoperto dai vestitini di America, per la maggior parte rosa: le piccole tutine, i vestitini che Lyn non vede l'ora di farle indossare in estate, i golfini di lana che piacciono tanto a Cecilia e le minuscole scarpette da ginnastica.

Zayn sposta parte dei vestiti, facendo spazio tra le coperte. Prende il cuscino apposta per America e la mette al suo interno, stando bene attento che lei non possa muoversi. Ci va ancora cauto, con lei.

«Allora ci vado io.» l'avvisa, sistemando con premura il ciuccio a sua figlia.

Lyn annuisce, ricordandosi di non averle cambiato ancora il pannolino. Voleva farlo dopo cena, ma America era tranquilla e non dava segni di alcun fastidio, perciò ne ha approfittato per fare la lavatrice e poi lavare i piatti.

«Aspetta .. Forse è meglio se la cambiamo, prima che si addormenti.»

Zayn riprende in braccio la piccola, portandola in bagno. La stende sul suo tappetino, aprendole i bottoncini della tutina: con attenzione le toglie l'indumento, chiamandosi poi per baciarle la pancia sporgente.

«Ce ne sono pannolini, lì?» chiede Lyn dalla camera da letto.

«Sì.»

«Dobbiamo andarli a prendere, questi sono gli ultimi.»

Zayn, forse un po' distratto dalle sue parole - e dalla frenesia nelle piccole gambe di America, che continua ad agitarsi - , lascia andare i suoi piedini che subito vanno a toccare il pannolino sporco.

«America!» esclama lui, rendendosi conto dello scempio appena fatto.

Un disastro: non solo sui vestitini di America, sulle sue manine e sulle sue cosce, ma anche su una buona parte mobile del bagno.

Lyn entra dalla porta, sgranando leggermente gli occhi alla vista di sua figlia completamente sporca.

«Oh, mio Dio.»

E oh mio Dio veramente, quando il palmo della piccola si spiaccica sulla guancia del suo papà.

«No-» non ci provare, avrebbe voluto dirle, ma ovviamente la più piccola di casa Malik sembra essere più veloce.

Zayn chiude gli occhi, sentendo America giocare con i pugnetti chiusi - e sempre sporchi! - sul suo viso. Quando sente una risata smorzata, alla sua sinistra, si volta a guardare Lyn.

«Stai forse ridendo?» le chiede retoricamente, per nulla convincente.

Poi ritorna a guardare America, allontanandole il braccio nel momento in cui si è avvicinata le dita alla bocca.

«La doccia serve anche a lei, mi sa.» le dice lei, avvicinandosi a loro e aiutando Zayn a toglierle i vestitini.

Lui va in doccia, apre l'acqua e la fa scorrere aspettando che America sia pronta per il bagnetto inaspettato. Poi si toglie la maglia con un gesto rapido, catturando l'attenzione di Lyn. Anche i jeans, in seguito, raggiungono il pavimento.

«Andiamo, piccola.» mormora guardando America, allungando le mani nella sua direzione.

«Ci pensi tu?»

«Tanto devo lavarmi anche io.»

Lei annuisce, passandogli la bambina.

«Okay, chiamami quando hai fatto che ti do una mano.» lo avverte, armeggiando con il pannolino sporco per evitare che gli occhi le cadino sul suo fondo schiena o sui boxer lasciati a terra.

America, non appena tocca l'acqua, inizia a piangere: non ha mai amato l'ora del bagnetto, anche se di solito, quando è Zayn che né se occupa, fa meno capricci. E in effetti, anche questa volta, va un po' così, perché poi riesce a tranquillizzarla e farla smettere di piangere.

Lyn si chiude la porta alle spalle e ritorna a sistemare il guardaroba della bambina sul letto, beandosi quelle piccole misure, il rumore dell'acqua proveniente dal bagno e le risate di Zayn che raramente ha avuto l'opportunità di sentire.

Torniamo a dove ci eravamo interrotti
Ti guardo mentre ti togli i vestiti
Sono stata da sola a ricordarti
Il tuo corpo mi fa male
In loop come telecamere a circuito chiuso
In tutta questa amarezza
Tu rimani così dolce

[tredici mesi e una settimana prima]

Zayn guarda il soffitto della sua camera. Adesso sta da Dio.

Volta lo sguardo sul cuscino e con le mani incontra i suoi capelli, ormai sparsi ovunque. Gli sorride a occhi chiusi quando lui inizia a fare su e giù, con il palmo rigorosamente aperto, sulla sua schiena.

«Doccia?» le chiede, tirandosela verso il proprio corpo.

Lyn non pone resistenza, più che felice di sentire il suo calore dopo quello che hanno appena fatto: è la seconda volta che lui non la lascia andare subito dopo aver raggiunto quello per cui l'ha chiamata. La nuova "piega" che sta prendendo qualunque cosa ci sia tra loro le piace, forse troppo e questo non per forza deve essere una cosa buona.

Dopo di un po' Zayn si alza, costringendola a fare lo stesso, mettendosi seduto a letto ma non prima di averle baciato le labbra.

«Allora?»

Lei fa finta - vorrebbe davvero farlo! - di non capire, perché la verità è che le spaventa un po' seguirlo sotto la doccia. Non si sono mai spinti così in là, nel senso che non hanno mia condiviso niente di così intimo.

Una doccia non è come andare a letto insieme. Forse per qualcuno sì, ma non per lei.

«La faccio a casa, tranqu-»

«Ci hai messo troppo, baby.» e con uno strattone l'allontana dal letto.

Lyn si aggrappa a lui, protestando.

L'attimo dopo sono già dentro la doccia, con il getto dell'acqua calda che scorre sopra di loro. Lui le passa il bagnoschiuma e lo shampoo, rigorosamente maschili, e insieme iniziano a insaponarsi, ognuno per sé, senza darsi intralcio l'una con altro.

L'idea che negli anni si è fatta, sul finire nella doccia di un ragazzo, ragazzo compreso nel box, non ha nulla a che vedere con quello che realmente sta succedendo. I film, le serie TV e i libri, a questo proposito, raccontano un sacco di balle .. Oppure sono loro, lei e Zayn, ad essere definitivamente strani.

Perché di solito, non ci si dovrebbe lavare insieme? Nel senso che il ragazzo, prendendo la spugna e mezzo litro di crema corpo, non dovrebbe pulire la ragazza? Avere una scusa per metterle le mani addosso? Coprire con i palmi scivolosi ogni suo centimetro di pelle? E poi l'incontrario? Lei che fa la stessa cosa a lui? Ci si dovrebbe toccare, no? Tutti lo fanno.

«Ti senti bene?»

«Eh?» chiede, mentre negli occhi le attraversa qualcosa di diverso che lui non riesce a decifrare.

Non è pentimento quello, vero? Perché se adesso scoppia a piangere, Zayn sarebbe il primo ad andare nel panico.

«Si può sapere a cosa stai pensando? Mica a .. Non dirmi che hai il ragazzo.»

Lyn vorrebbe ridergli in faccia per la sicurezza e l'indifferenza con cui ha detto quella cazzata.

«È un modo per dirmi che sei geloso? O che me la faccio con chiunque?»

Zayn infila la testa sotto il getto d'acqua e poi con le mani si porta indietro i capelli bagnati, il tutto, sempre guardandola negli occhi.

«Nessuno dei due. Primo, perché non sei mia, quindi, geloso di cosa? Secondo, perché puoi fartela con chi vuoi, basta che dopo non vengano fuori stronzate.»

«Stronzate?»

«Del tipo che ti suonano alla porta, vai ad aprire e ti ritrovi davanti una testa di cazzo che inizia a insultarti perché hai scopato, anche per lui, la sua ragazza.» conclude, abbassandosi per sfiorare le labbra di Lyn con le proprie in un casto bacio, bacio che però non arriva.

Lei si scansa.

«Beh, io mi guarderei alle spalle. Il mio ragazzo picchia forte.» ammette di proposito, ghignando nel suo stesso modo.

Zayn alza le sopracciglia, per niente colpito da quella rivelazione. Pivello.

«Sono un Marine.» le ricorda, sicuro di sé, come se fosse la cosa più naturale del mondo.

E un Marine non ha paura di niente - più o meno! -.

«E se lo fosse anche lui?» gli sussurra sulle labbra, aderendo al suo corpo.

Lui aggrotta la fronte.

Basta poco meno di cinque secondi per farlo andare in tilt. Completamente.

Se lo sta prendendo per il culo, non è divertente. Fin che si scherza, si scherza, va bene, ma non bisogna confondere la finzione con la realtà.

Perché dopo tutti questi giochetti ci si scotta per davvero, ed è l'ultima cosa che lui vuole in questo momento.

Le appoggia una mano sulle spalle e, senza farle naturalmente male, l'allontana. Spera di aver capito male.

«Wow, fermi tutti. Mi hai appena definito come tuo ragazzo?» gli si gela quasi il sangue, oltre che a sentirsi ormai braccato.

Colpa sua. Ha tirato troppo la corda, questa volta: che diavolo gli è preso, chiederle di fare la doccia insieme? E poi, flirtare in quel modo! Dopo che l'hanno già fatto. No, ha esagerato.

Merda, merda, merda!

Adesso è Lyn quella che legge un po' di turbamento e di ripensamento, nei suoi occhi. La cosa non le piace proprio per niente. Si copre il petto con le braccia, inutilmente, sentendo freddo lontana da lui e dal soffione della doccia.

Lo sa di cosa ha paura.

Lo sa e continua a giocare sporco.

Lo sa.

«Scendi giù da quel piedistallo, Zayn. Non frequento solo te.» dice con naturalezza, continuando la sua farsa.

Lo sa che ha paura che si affezioni a lui.

Fai la stronza, lascialo in pace, fargli capire che ci stai con tutti: che lui non è nessuno.

Si tratta solo di mentire, tanto che importa?

Non esisti solo tu.

«Non te l'ho chiesto, infatti, perché non mi interessa chi frequenti.» Dio, perché ne stiamo continuando a parlare?

Tutta la sua indifferenza non fa altro che alimentare la voglia di Lyn di portarlo al limite.

«Io, se fossi in te, qualche domanda me la farei. Anche perché non è detto che ci rivedremo ancora, la prossima volta.»

Lui lo sa fin troppo bene che dovrebbe uscire dalla doccia e farle capire che non è lei che vuole. Se ha trovato di meglio, durante i mesi in cui lui era occupato a non farsi colpire da un proiettile, ben venga: tanto, quella cosa tra di loro, era destinata a finire prima o poi.

Però, il cavernicolo che è in lui, insieme al suo orgoglio spaziale, hanno la meglio sulla ragione. E quindi non la lascia da sola nel box doccia, ma la prende e la costringe a mettersi nell'angolo. Perché rimane sempre un ragazzo, con qualcosa fra le gambe: non esiste che qualcuno provi a mettersi fra i piedi rovinandogli i piani. Non esiste qualcuno migliore di lui, in quello.

«Se mai, questo discorso lo dovresti fare al "tuo ragazzo". - mima con le virgolette - Evidentemente non ti soddisfa a pieno, non saresti qui se non fosse così.» scarica lui, noi ci possiamo ancora divertire.

Zayn non è geloso. Egoista forse un po'.

Deve ancora innamorarsi per capire cosa voglia dire Lyn con tutte quelle parole.

«Magari è di te che mi accontento e basta.»

Mai, proprio mai, fare un paragone sulle prestazioni fisiche tra due uomini - soprattutto davanti a uno di loro! - .

«Ma se ti ho fatto appena venire due volte!» - altrimenti è questo il risultato - .

Lyn smette di nascondersi e si fa più coraggiosa: gli passa le braccia attorno al collo e gli morde dolcemente una spalla.

Un giorno sarà lei a farlo impazzire, è una promessa.

«Togliti quel sorriso dalla bocca!» ma ovviamente, quest'ultimo si apre ancora di più.

Lui fa scendere le dita fino al suo fondo schiena, dove rimangono per un bel po'.

«Che poi, dovrebbe essere anche un coglione, per starti alla larga ..»

«Non sai un bel niente.»

Sa tutto.

«So quanto basta per capire che non c'è nessun altro. Perché ogni volta che ti presenti alla mia porta, sai di te, del tuo profumo dolcissimo, e nauseante!, e dell'ammorbidente che tua madre usa per lavare i vestiti. Mentre, quando esci da casa mia, sai di tutt'altro.»

«E di cosa? Di birra?» scherza, considerando che dal frigo lo ha sempre visto prendere quel tipo di bevanda.

Zayn piega il viso.

«Anche, mischiato con il mio odore. E poi sai di sesso e di fumo. Oggi anche del mio bagnoschiuma

Ha detto tutto lui.

Lyn non si è asciugata neanche i capelli, quando hanno finito di lavarsi. Li ha solo tamponati un po' con l'asciugano, come meglio poteva, per poi scappare da lui. E a Zayn, naturalmente, questo non è dispiaciuto.

Rimettere i paletti al loro posto non è mai una pessima idea. Riportare tutto entro il limite insuperabile, altrettanto.

Da quel giorno, nonostante tutto, due cose sono cambiate: Lyn, che stava provando a dargli una possibilità, non ha mai fatto più l'errore di parlare di un altro ragazzo in sua presenza; e Zayn, che ogni volta - contro la sua volontà - si sentiva sempre più coinvolto, ha iniziato a chiudersi in sé stesso e a dirle il minimo indispensabile.

Sono tornato. Ti aspetto. Ho voglia. Ciao. Ti prendo qui. Va bene? Ti chiamo.

Però la doccia la continuavano a fare insieme.

È un mondo così crudele
Conservo tutto il mio amore per te
È un mondo così crudele
Forse troverò qualcosa di buono

[tempo fa]

Lyn non ha nemmeno la forza per rispondergli: infatti, non appena preme sullo schermo del cellulare per accettare la chiamata, rantola qualcosa di incomprensibile che Zayn prende come un normalissimo "pronto?".

«Sono tornato, se ti va.»

Che palle, pensa lei, rannicchiandosi tra le coperte. Doveva tornare proprio in quella settimana?

«Oggi no.»

«Oggi no?» ripete incredulo.

«No, Zayn. Oggi no. Chiama qualcun'altra.» dice sconsolata, mentre dentro muore dalla voglia di raggiungerlo.

«Ma che hai?»

«Non sto bene.»

Silenzio.

Perché non ti chiede come stai, Lyn? Perché non ti chiede se hai bisogno di qualcosa? Perché non finge nemmeno un po' di essere interessato a te? Perché non si preoccupa?

Perché è lui.

«Devo andare.» borbotta delusa, aspettando inutilmente qualcosa che Zayn non è in grado di dirle.

Riattaccano quasi nello stesso momento.

Poi «Cazzo!», esclama lui, dando un calcio a uno degli scatoloni lasciati, mesi prima, vicino alla porta.

Chiama qualcun'altra, come se conoscesse qualcuno oltre a lei e ai vicini svitati.

Nuovo messaggio ricevuto
Da: Lyn
Non chiamare nessuna. Arrivo.

Non sa cosa voglia dire, "arrivo".

Ci sta mettendo una vita.

E se le è successo qualcosa, mentre stava venendo qui?

Quando sente bussare alla porta, Zayn rilassa le spalle. Si alza, pronto a farle capire che di giocare - fuori dal letto - non ne ha nessuna voglia.

«Senti, io non prego nessuno pe-» inizia a dire spalancando la porta, fermandosi subito dopo.

Perché Lyn, che adesso gli è di fronte, non sta affatto bene. Lyn, è completamente pazza. Lyn, avrebbe dovuto rimanersene a casa.

«Quanto hai?» le domanda Zayn, prendendola per un braccio e facendola immediatamente entrare.

«Trentasette e mezzo.» mormora, con la voce nasale più buffa del mondo.

«Ti serve qualcosa?» un'aspirina?, un bicchiere d'acqua?

«Te.»

«Caldo?»

Lyn aggrotta le sopracciglia.

«Il tè, come lo vuoi? Caldo?» si spiega meglio lui, sperando che Cecilia non abbia finito, mesi prima, la confezione di tisana che si era portata con sé l'ultima volta che era stata lì.

«Voglio te, non quello da bere, Zayn.»

E lascia cadere la maglia a terra, anche se sta tremando e l'unica cosa che vorrebbe è - oltre lui - un bel letto caldo. Si toglie le scarpe e poi i pantaloni della tuta, anche se ha i piedi gelati e le gambe molli.

Si sforza di raggiungerlo, sperando che poi la prenda in braccio perché altre scale non sarebbe in grado di farle, da sola. Si sente a pezzi, non c'è parte del corpo che non le fa male.

Eppure è lì.

Per Zayn.

Per sé stessa - ci andrebbe a letto tutti i giorni, se solo lui fosse sempre a casa - .

Con trentasette e mezzo di febbre.

Sei qui.

Chi ami? Chi ami? Chi ami?
Chi ami?
Ti ho appena visto e ..

[prima]

«Dormi di già?»

«Non dormo da una vita.» biascica, con le palpebre abbassate.

Di tutta l'energia che aveva prima, e che le ha ben dimostrato, non ne è rimasta nemmeno quella per avvicinarla al proprio corpo.

«Posso solo-»

«Dopo.» la interrompe con l'ultimo sussurro, dandole le spalle e voltandosi dall'altra parte.

Lyn sente una fitta al cuore. Lyn lo sente ancora dall'altra parte del mondo, eppure è lì con lei. Lyn si alza e si riveste.

Ma almeno tu .. Ci tiene un po' a me?

Lyn se ne va via, portandosi con sé una marea di dubbi e di domande che non verranno mai risolti, perché Zayn è così, e finché lo giustificherà sempre non faranno mai un passo avanti. Solo due indietro.

L'alba ad Hollywood
Non abbiamo dormito per giorni
Perfetto disastro
Io e te

[dopo]

Retur to Yesterday

The Only Easy Day Was Yesterday è ufficialmente completata.

Spero che chi abbia letto anche questo extra non si sia fermato soltanto alle righe superiori, ma abbia anche sbirciato qua sotto, perché ho davvero un sacco di cose da dirvi questa volta.
Lo so che molto probabilmente sembrerò noiosa ma vi prego di continuare a leggere anche queste ultime parole riservate ai ringraziamenti - ultime parole, sì, ma non per importanza! - .
Non avrei mai pensato di arrivare a questo punto: avrei giurato che questa storia sarebbe finita nel cestino molto tempo prima, o che non sarebbe durata nemmeno una settimana .. Figuriamoci per trenta capitoli! Era semplicemente un esperimento, uno dei tanti che la mia folle fantasia mi porta a scrivere su qualche foglio di Word.
Ogni volta mi sembra di dire sempre le stesse cose, perché ormai "grazie" non basta più per ringraziarvi realmente per tutto quello che avete fatto per me, perché anche un solo "piangooo", "sto urlando", "continua per favore", "aggiorna presto!" può farti dimenticare, per cinque minuti, tutti i pensieri, le preoccupazioni e gli ostacoli che la vita ci riserva.

Quindi, GRAZIE DAVVERO DI CUORE! Per chi non mi ha mai abbandonato, per chi ha inserito gli Zalyn nelle proprie liste o biblioteche, per chi ha votato, per chi mi ha scritto, per chi mi sta seguendo, per chi ha creduto in me e mi ha fatto sentire la sua presenza.
Spero di esser riuscita, in tutto questo tempo, a farvi spuntare un sorriso anche quando la vostra giornata non era delle migliori.

RETURN TO YESTERDAY - #RTY - è il titolo del seguito di questa storia. Il prologo è già online, lo potete trovare sul mio profilo. Vorrei precisare che, purtroppo, non so quando inizierò a pubblicare i capitoli: magari tra un mese, due, magari anche il prossimo anno, non lo so. A breve inizierò a lavorare, quindi non so quanto potrò essere presente.

In ogni caso in bacheca avvertirò, come sempre, degli aggiornamenti. Se vi va, seguitemi per non perdere nemmeno gli spoiler che pubblico, ogni volta, qualche giorno prima della pubblicazione del capitolo stesso.

Fatemi sapere se l'idea vi piace :)

A presto xx

Pokračovať v čítaní

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