Five Years Later...
Benjamin
«Tesoro, potresti accompagnare tu Jack a scuola oggi, non mi sento molto bene« Esclama Fanny guardandomi.
«Certo, piccola» Le accarezzo la guancia.
«Ti amo» Dice poi.
«Anche io, non sai quanto» La bacio.
«Papà, andiamo?» Urla il mio unico figlio (ha quattro anni ma ne dimostra di più) dalla cucina della nostra nuova casa a Parigi. Si siamo andati a vivere lì, il giorno dopo il matrimonio.
Ricordo ancora dieci anni fa, quando la ho lasciata per studiare. In quegli anni la ho sempre amata, la amavo più di me stesso, quello che successe con Giorgia fu solo una distrazione, di cui però ne ho pagato le conseguenze. Ma lei mi ha perdonato, ma ha perdonato perché mi amava, ed io ero pazzo di lei. Jack è frutto di un amore che ha saputo combattere tempeste e tsunami infernali, e alla fine ha trovato la salvezza.
Lei è stata l'unica che mi abbia mai sopportato; in classe alle superiori ero uno sfigato senza speranze, ma dopo averla baciata per la prima volta, ho capito il mio destino.
Non mi importava diventare una grande persona, io volevo solo lei.
«Papà, non voglio chiamarti di nuovo!» Strilla Jack.
«Arrivo, figliolo»
«Fan, ci vediamo stasera, e sottolineo l'ultima parola» sospiro e dico la frase che ho in mente da settimane «voglio anche una femminuccia»
«Per ora pensa ad accompagnare il bambino e ad andare a lavorare» mi tira lo storico ciuffo, che a ventotto anni ho ancora il coraggio di portare.
«Abbiamo detto per sempre, ricordi?»
«Si Ben, e per sempre sarà» la bacio come non ho mai fatto prima d'ora.