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«...siamo l'esatto contrario...»

«D'accordo, parlane tu, perché io non ho niente da dirti» Sbuffa. Non mi piace affatto come si sta comportando.
«Come fa a sopportarti Cameron, non ne ho la minima idea» Strillo.

«Scusa?!» Dice con una vocetta che non avevo mai sentito prima.
«Mi hai sentita: da quando sei arrivata sei insopportabile e indifferente, sei diventata insensibile e senza sentimenti».

Mi molla uno schiaffo. Forte. Molto forte.
Mi massaggio la guancia per attutire il dolore, un dolore non solo fisico ma anche psicologico. Ahia.
«Ti odio» Esclama indispettita.
«Non hai idea di quello che dici» Sospiro quasi distrutta.
«Si invece, New York mi ha fatto capire chi sono veramente. Una persona a cui dell'altro deve importare poco, perché gia prevede le sofferenze. Ora scusami, ma devo portare i libri che ho comprati a Laura, con permesso» E rientra.

New York mi ha fatto capire chi sono veramente. Una persona a cui dell'altro deve importare poco, perché gia prevede le sofferenze.
Quelle parole mi girano in testa. L'ho fatta soffrire?
Perché mai avrei dovuto farla soffrire... perché è troppo strana, troppo.

«Ti ho fatto soffrire?» Sbraito entrando in salotto. Tutto si girano compresa lei.
«Non raccontarmi di quell'accaduto di anni fa, e che soprattutto non riguarda noi, perché la tua testa sicuramente ragiona così. Io ti ho sempre dato tutto ció di cui avevi bisogno, affetto e sincerità, e poi devo venire a sapere quello da un' estranea che ho appena conosciuto, e che è mia sorella!?» Tutti sussultano. Sara la guarda male.

«Oh... Scusa Sara, scusa mi dispiace! Quella lì mi fa andare di volta il cervello». Mi indica e poi abbraccia Sara.
«Cameron, puoi portare di nuovo i bagagli qui, dormirò sul divano, non in quella stanza, lasciaci Ben lì» Cameron esegue gli ordini. Tratta persino lui come un servo.

«Togliti quel piercing, Carly» strillo.
«Fatti i cavoli tuoi» Mi risponde.
Devo tenere a bada tutto il mio autocontrollo per non strappaglielo dalle labbra. Quello stupido filo di ferro ne ha rovinato la carnosità.
«Mi dispiace, okay?» Pare la stia pregando.
«No» Risponde secca.
«Parliamone, cazzo» La sto supplicando.
«Parlare di cosa? Ma sei seria? Vuoi parlare di qualcosa che non esiste?»
«Ma ci sarà qualcosa se tu mi tratti così... cos'è? Bipolarismo?»
«E va bene, parliamone, ma qui davanti a tutti» Sbuffa. E indica tutti gli altri.

FINO A FARMI MALE [Benjamin Mascolo]Where stories live. Discover now