s7ormy || Dreaming of {illumi...

By Ragazza_illuminata

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{THE END}
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NUOVA STORIA

VI

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By Ragazza_illuminata

«cosa c'è di buono?» chiede Federico prendendo posto a capotavola.
Io e mamma sorridiamo per il suo entusiasmo, e portiamo a tavola i piatti con le porzioni di lasagna.

Matteo si sfrega le mani, mentre si complimenta per la nostra bravura ai fornelli.

«dammi qui» esclama Federico infastidito, prendendo il piatto dell'amico e scambiandolo col suo «è ingiusto che tu ne abbia più di me. Sono più grande, mi spetta di diritto»

Si scatena una risata generale, in seguito a Matteo che alza le spalle sconsolato ed inizia a mangiare senza darci peso. Si vede proprio che sono abituati a stare insieme, io avrei lottato con le unghie e con i denti per difendere il mio cibo.

«allora ragazzi, vi siete divertiti oggi?» chiede mia madre addentando la prima forchettata.
«si, moltissimo» risponde Matteo dopo essersi scambiato con me un'occhiata d'intesa.
«giù a Roma non ho mai visto un parco acquatico così grande, è incredibile»

Mentre la conversazione prosegue, arriva il momento del polpettone; mia madre lo mette al centro del tavolo e, visto lo scambio di piatti della prima portata, lascia a noi la scelta delle porzioni. Federico non potrebbe esserne più felice, ne taglia metà e se la mette sul piatto, guardando noi altri con soddisfazione. 

«me lo merito per avere il coraggio di dormire a casa di Teo dopo. Non avete idea di quanto sia disordinato»

Sorrido notando l'espressione contrariata sul volto di Matteo, che apre la bocca sconvolto dalle accuse dell'amico.

«senti chi parla, quello che quando sono stato da lui non aveva neanche rifatto il letto sul quale ho dormito, perchè il suo cane aveva appena finito di starci sopra»

«stai zitto brut-» prima che Federico finisse la frase e che si aprisse una discussione su chi dei due faccia più schifo, ci pensa mia mamma a fermarli.

«in che senso vai a dormire da Matteo? State scherzando? Io davo per scontato che sareste rimasti qui entrambi questa notte!»

Federico e Matteo si scambiano uno sguardo di approvazione e rispondono positivamente all'invito della donna, che entusiasta di riavere il figlio ancora per un po' di tempo allunga il braccio e gli lascia una dolce carezza sulla guancia.

«ottimo» commento io, alzandomi e ritirando i piatti del secondo «c'è da festeggiare allora»

Detto questo, porto il tiramisù al tavolo, scatenando un applauso di approvazione dai due ragazzi. Faccio per porgere il coltello a mio fratello e lasciargli ancora una volta la decisione per le porzioni, quando Matteo mi ferma con una mano sul polso e si impossessa dell'attrezzo.

«non questa volta Betti, non questa volta» esclama teatralmente, avvicinandosi alla teglia e affondando la lama al centro del dolce «a me, Antonella e Sara le porzioni più grandi, a te lascio questo angolino qui» dice soddisfatto, pregustando la sua vendetta, indicando con la punta del coltello l'ultimo pezzo di tiramisù rimasto. Il disprezzo dipinto sul viso di mio fratello è impagabile, e mi provoca una risatina che non riesco a trattenere. Sono proprio cane e gatto, ma mi fa piacere vedere mio fratello così sereno.

Mentre litigano ancora per chi dei due dovesse avere più crema al mascarpone, penso a quanto questa giornata stia migliorando sempre di più. Era iniziata come una tragedia, ma piano piano si stava rivelando sorprendentemente indimenticabile: mio fratello che torna a casa dopo tanto tempo, nuove conoscenze interessanti, tanto divertimento e poi Matteo. Al solo pensiero sorrido, nascondendomi dietro al palmo della mano. Non voglio iniziare a fantasticare come mio solito per poi rimanere immancabilmente delusa, meglio per una volta mantenere basse le aspettative e vedere semplicemente cosa succederà. 

Insomma, ci sono parecchi dubbi su come qualsiasi cosa sia ciò che sta nascendo tra noi potrebbe funzionare: è vero che abitiamo entrambi a Milano, anche se dalle parti opposte della città, ma oltre ad essere più grande di me e ad avere di conseguenza altri obiettivi nella vita, ha anche un lavoro che lo porta spesso a fare trasferte lunghe lontano da casa. Senza contare il fatto che è uno degli amici più stretti di mio fratello, e che una relazione con lui sarebbe difficile da gestire, perchè cambierebbe inevitabilmente i rapporti tra noi tre.

Mi lascio questi pensieri alle spalle e torno partecipe alla conversazione, che nel frattempo si è spostata in ambito Youtube. Ascolto con interesse ciò che i due raccontano sul loro impiego: non ci ho mai capito nulla a riguardo, anche se ci ho provato più di una volta a comprenderlo. Perchè mai dovrei passare il mio tempo libero sul divano, a guardare video di massimo dieci minuti di un ragazzo che annuncia quale, tra le donne che gli vengono proposte, si scoperebbe?

La serata comunque prosegue senza intoppi. Alla fine della cena, Matteo si propone di aiutare mia madre con le stoviglie, mentre io e Federico saliamo al piano superiore a preparare la camera degli ospiti in cui lui e l'amico passeranno la notte.

«hai ritinteggiato le pareti?» chiede Federico dando un'occhiata a quella che fino ad un anno fa era camera nostra, e che ora è di mia proprietà.

«lo sai che quell'azzurro non mi era mai piaciuto, quindi appena ti sei trasferito ho provveduto a sistemarle. Dai, ammetti che bianche sono molto meglio» dico cercando di convincerlo, ma a giudicare dalla sua smorfia non credo sia d'accordo con me.

«se lo dici tu.. Ne capisci sicuramente più di me riguardo all'arredamento» ammette sorridendo, avvolgendomi le spalle con il suo braccio sinistro e scompigliandomi i capelli con il destro.

Ci spostiamo nella camera degli ospiti ed iniziamo a sistemare i due letti alle due estremità della stanza. Chiacchieriamo nel frattempo del più e del meno, di come sia la sua vita a Roma, di come siano andati i miei esami di maturità.. Finchè proprio mentre mi fermo a guardare il mio operato, soddisfatta di come ero riuscita a sistemare le lenzuola, sento lo sguardo di Federico posto su di me. Mi volto e lo trovo intento a guardarmi. Gli sorrido e mi siedo accanto a lui, sul letto che ha appena finito di preparare.

«mi sei mancato tanto fratellone»

«anche tu piccolina»

Rimaniamo in quella posizione, l'uno accanto all'altra, per un tempo indecifrabile. Poi lo sento sospirare, come se abbia dovuto prendere coraggio per farlo, e dire «so che non ho alcun diritto di intromettermi nella tua vita privata, soprattutto dopo che l'anno scorso ho deciso di andarmene e lasciare te e mamma qui..»

Chiudo gli occhi ed inspiro profondamente, credo di aver capito dove vuole andare a parare con questo discorso, e spero con tutto il cuore che vada tutto bene.

«..però vorrei chiederti una cosa»

Mi guarda, aspettando un mio cenno per proseguire con la domanda. Annuisco, e riprende «per caso, forse, tu e Matteo.. Voglio dire, voi due.. Cioè, vi trovate bene insieme giusto?»

Si gratta la nuca in evidente difficoltà, mentre io divento lentamente più rossa di un pomodoro. Avrei dovuto immaginarlo che si era accorto di qualcosa, anche se effettivamente tra me e il suo amico non c'è stato nulla di concreto. 

Con non so quale coraggio rispondo «mi sembra un bravo ragazzo, no?»

«certo che lo è. È solo che lo conosco bene, e con le ragazze è un po'.. Come dire.. Stronzo»

Aggrotto le sopracciglia; non ho avuto la stessa impressione, anzi, al contrario l'ho trovato estremamente sensibile. Spero solo che questo non sia il suo modus operandi, e che poi si riveli per quello che Federico mi sta dicendo essere.

«vuoi dire che non dovrei frequentarlo?»

«ti sto solo mettendo in guardia. Poi, se tu sei felice, sai che lo sono anche io»

Annuisco con fermezza. Lo so bene.

L'imbarazzo è tale da aumentare la mia temperatura corporea all'improvviso, costringendomi ad aprire la finestra alle nostre spalle per far girare un po' di aria. Non sono più abituata ad avere questi discorsi con mio fratello: prima erano una costante, per ogni ragazzo con cui uscivo c'erano correlate una serie di ramanzine sul perchè non andasse bene per me.

Quindi effettivamente avrei dovuto aspettarmelo. Noto però con piacere che, almeno questa volta, non ha insistito su tutto ciò che non va di Matteo. Forse perchè non si sente in diritto di farlo, o forse perchè non ha così tanti aspetti negativi. Fatto sta che la discussione sembra terminata qui, con Federico che si alza e mi viene ad abbracciare.

«ti voglio bene Saretta»

«anche io te ne voglio Fede, tanto»

Lo lascio in camera a togliere il pigiama dallo zaino e tutto l'occorrente per trascorrere la notte e scendo le scale per tornare al piano inferiore. Trovo Matteo e mia madre sul divano, intenti a discutere su quale per loro sia la serie televisiva migliore. Carpisco, dal poco che riesco a sentire mentre indosso una giacca leggera, che le due fazioni sono Prison Break e Friends.

Sorrido pensando che io e Matteo abbiamo gli stessi gusti su questo argomento, e poco prima di aprire la porta d'ingresso mi intrometto dando ragione al ragazzo «Prison Break è su un altro livello comunque»

Vedo mia madre che, sconsolata, scuote la testa mentre Matteo alza le braccia al cielo in segno di vittoria.

Esco di casa chiudendomi l'uscio alle spalle, con passo felpato raggiungo il centro del giardino e mi stendo supina, con lo sguardo rivolto verso il cielo. Le stelle purtroppo non si vedono mai, abitando in una grande città l'inquinamento luminoso mi impedisce di ammirarle. Ma le piccole nuvole che si rincorrono sono comunque uno spettacolo irrinunciabile.

«ehi, che ci fai qui?»

Matteo si avvicinia lentamente, sento i suoi passi sull'erba umida e la sua voce che piano piano diventa sempre più chiara. Si ferma in piedi accanto a me, come per chiedermi il permesso di farmi compagnia. Con la mano colpisco un paio di volte il prato accanto a me, come si faceva all'asilo per tenere il posto a qualcuno in mensa. Lui ridacchia al mio gesto e prende posto al mio fianco, posizionandosi a pancia in giù e tenendo il capo sollevato appoggiandosi con i gomiti sul suolo.

«vengo qui ogni sera»

È diventata per me un'abitudine. Da quando mio padre è scomparso, non ho mai saltato una volta; che io sia qui, a casa di qualcun altro o in qualsiasi posto del mondo, almeno una volta al giorno mi fermo qualche minuto ad osservare il cielo.

Mio padre adorava l'astrologia, da piccola mi aveva insegnato la posizione di tutte le costellazioni più importanti. E quando capitava che dovesse allontanarsi di casa per lavoro per qualche giorno, mi ripeteva sempre la stessa frase: 

se siamo sotto lo stesso cielo, non saremo mai così distanti

«è una bellissima tradizione» commenta Matteo. Lo sento sogghignare e successivamente dire «potrei aggiungere una battuta d'abbordaggio agganciandomi a ciò che ho appena detto, ma non vorrei rovinare il momento» 

Lo incalzo a proseguire e alla fine si arrende, dicendo «bellissima come te»

Sposto lo sguardo su di lui, con gli occhi sgranati e un'espressione che va dal disgusto al divertito.

«aiuto. Terribile» lo prendo in giro, lasciando però intravedere un sorriso involontario.

Ci guardiamo negli occhi. I suoi sono di un colore indecifrabile, tra l'azzurro e il verde, mentre i miei sono di un verde vivido, acceso, e con il riflesso della luna e della luce del porticato qui accanto sono ancora più evidenti.

«lo penso davvero» sussurra sommessamente «sei molto bella»

Sento il mio battito accelerare all'improvviso e mi ritrovo costretta a distogliere lo sguardo, incapace di reggerlo. Torno a guardare il cielo, anche se ormai è più un tentativo di distrarmi che altro.

Matteo si sposta ancora più vicino di qualche centimetro, annullando la già poca distanza che c'era tra noi. Sento il suo fianco che mi sfiora e i peli delle gambe solleticare le mie. La sua mano sinistra inizia a giocare con i miei capelli, spostandoli da un lato all'altro del mio volto, lasciando scoperto il mio profilo.

Sto andando in iperventilazione, spero solo che non si riesca a percepire dall'esterno, altrimenti morirei dalla vergogna. Più di quanto non vorrei già fare ora.

Badate bene che mi fa più che piacere eh. Però l'idea che a pochi passi da noi ci siano sia mia madre che mio fratello mi mette un po' a disagio.

Appena torno a guardare Matteo però, tutte le mie angoscie scompaiono, e l'unica cosa che vorrei fare è saltargli addosso. Un sorriso dipinge il suo viso, contagiando anche me.

Si avvicina ancora di più, tanto che ormai sento l'odore della sua colonia come se me la fossi appena spuzzata addosso; è un buon odore.

Alza il capo e si sporge lentamente verso di me. Il cuore accelera i battiti ancora di più, così tanto che non pensavo fosse possibile. Mi lascia un bacio sulla guancia, provocandomi un brivido freddo che si propaga su tutta la mia spina dorsale. Espira a pochi centimetri dalla mia pelle, una soffiata fresca in questa caldissima serata estiva che mi lascia senza fiato.

«posso baciarti?»

«un bacio non si chiede»

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