Una melodia perfetta

By __blumoon__

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Lexi frequenta il penultimo anno alla Berklee. Il suo sogno è quello di diventare una cantante famosa e si st... More

Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
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Capitolo 26
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Capitolo 30
Capitolo 31
Capitolo 32
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Capitolo 41
Capitolo 42
Capitolo 43
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Capitolo 45
Capitolo 46
Capitolo 47
Capitolo 48
Capitolo 49
Capitolo 50
Capitolo 51
Capitolo 52
Capitolo 53
Capitolo 54
Capitolo 55
Capitolo 56
Capitolo 57
Capitolo 58
Capitolo 59
Capitolo 60
Capitolo 61
Epilogo
Ringraziamenti

Capitolo 39

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By __blumoon__

LEXI

La cena va avanti ed io ho detto giusto qualche altra parola, ho preferito concentrarmi sul cibo mentre loro parlavano di sport, di cose inerenti alla loro famiglia, di come vanno le cose in pizzeria e del lavoro di Carter. Ha raccontato di alcuni casi interessanti che ha vinto e sono sbalordita, soprattutto perché non ne parla con vanto o superiorità anzi, è molto umile nel farlo. Sembra davvero un ragazzo con la testa sulle spalle e mi piace questo suo lato.
Nel mentre delle loro chiacchiere, Cole ha sempre tenuto una mano sulla mia gamba. Un gesto intimo che mi fa sentire un vortice di emozioni. Avverto tutto il calore che emana, un calore diventato familiare, soprattutto ora che con il pollice ha iniziato ad accarezzarmi l'interno coscia... mi mordo il labbro inferiore. Non so se lo stia facendo inconsapevolmente o apposta, ma in entrambi i casi lo sto odiando.

<< Lexi scusaci, ti avremo sicuramente annoiata con i nostri discorsi>> inizia Carter. << Ditemi un po' di voi, vi siete conosciuti al college?>>

<< No, io e Cole frequentiamo college diversi. Ci siamo conosciuti quando ho iniziato a lavorare da Ben>> lancio un'occhiata verso quest'ultimo che mi ricambia con un sorriso.

<< Ah, avrei scommesso che foste compagni di studi>> sposta lo sguardo sul fratello per poi tornare da me. << Tu quindi cosa fai Lexi?>> domanda. Mi rivolge tutta la sua attenzione e al tavolo cala il silenzio. Tutti sono in attesa della mia risposta.

<< Studio musica alla Berklee>> dico in tono tranquillo, come se fosse una cosa normale. Soprattutto perché lo è.

Avverto tutti gli occhi delle persone attorno a noi, andare da me a Carter. La prima cosa che dice è << Ah>> per poi domandarmi:

<< Come ti trovi alla Berklee?>>

<< Molto bene. Mi ha aiutata a capire che tipo di percorso volessi intraprendere e mi offre tutti gli strumenti per realizzarmi. A guardarmi ora, sono contenta di aver scelto questo college e non qualsiasi altro>> lui annuisce.

<< E' un'ottima cosa. Quando ti fanno sentire nel posto giusto vuol dire che hai fatto assolutamente la scelta giusta>>

Cole mi stringe la mano dolcemente.

<< Però toglimi una curiosità. Io non sono molto informato a riguardo, ma ho sentito che non è molto impegnativo come college e che quindi vi offre la possibilità di avere tanto tempo libero a disposizione rispetto ad altri, come quello dei ragazzi ad esempio. Confermi queste voci? >> Carter ha un tono normale, senza cattiveria, ma io mi sento offesa. Penso sia chiaro a tutti che con "non molto impegnativo" volesse dire che è un college per chi non ha voglia di applicarsi. Ha una concezione dello studiare musica del tutto sbagliata. O meglio, chi gli ha riferito queste voci, ha un concetto del tutto sbagliato.

Cole mi stringe la mano con più forza, come per calmarmi vista la rabbia che mi sta montando dentro. Ma penso che più che per me, lo stia facendo per calmare se stesso, per non sbottare contro il fratello.

<< Mi dispiace, non so chi ti abbia informato ma è totalmente falso>> inizio guardandolo negli occhi<< Tutti noi studenti che frequentiamo la Berklee ci impegniamo sodo per realizzarci e ci esercitiamo ogni giorno. Che sia canto, ballo oppure lezione di strumento. Non abbiamo il tempo di rigirarci i pollici>> il mio intento era di parlare in tono neutro, ma non credo di esserci riuscita a pieno. Un po' della mia irritazione è uscita fuori, e lui come gli altri se ne accorge.

<< Scusa Lexi, non intendevo dire questo... e soprattutto non volevo offenderti>>

Prendo aria prima di parlare.

<< So che non stavi parlando di me nello specifico e che queste parole non vengono direttamente da te, ma se insultate il mio college in questo modo, insultate anche me che ne faccio parte>>

Carter sta per ribattere, ma Cole lo ferma, abbastanza irritato.

<< Carter, direi basta così>> una sola breve frase, carica di ammonimento, è stata capace di mettere tutti sull'attenti. Ha la mascella contratta e gli occhi stretti a due fessure.

Anche il fratello contrare la mascella, ma non ribatte.

I minuti successivi la cena diventa a tratti imbarazzante. Ogni tanto Ben e i ragazzi dicono qualcosa per smorzare la situazione creata, ma Cole e Carter non sembrano particolarmente inclini a far tornare il sereno. A dire la verità neanche io sono così rilassata, sono nervosa, ma sto facendo del mio meglio per essere sorridente facendo finta che non sia successo niente. Questa doveva essere una cena tranquilla da passare con parenti ed amici e non voglio che sia rovinata a causa mia e delle voci sbagliate dei suoi conoscenti.
Dopo poco, si sente una melodia provenire dal pianoforte presente in un angolo della sala, che ho notato solo poco fa mentre mi guardavo intorno per cercare di dissipare l'imbarazzo. Mi giro e trovo un signore di una certa età seduto davanti allo strumento, mentre suona una sinfonia. La moglie, o almeno credo che lo sia, è appoggiata allo strumento mentre lo osserva con un sorriso stampato in viso. Ogni tanto dondola la testa seguendo il ritmo.
Sbircio gli altri e li noto tutti incantati. Questo strumento ha la capacità di catturare gli animi di chiunque e di mettere quiete nelle situazioni più difficoltose. Più ascolto la melodia, più mi ricordo perché lo amo, su di me ha un effetto calmante. Svolge più o meno le stesse funzioni di una camomilla.

<< Ho sempre pensato che il pianoforte fosse lo strumento più bello che esista>> esordisce Carter, lasciandomi sorpresa.

<< Dici sul serio?>>

<< Certo. A me e a mia madre è sempre piaciuto, infatti da piccolo presi il capriccio di voler imparare a suonarlo a tutti i costi>> sorride mentre beve un sorso di vino rosso. << Poi crescendo, non l'ho più fatto. Ma continua sempre a piacermi>>

<< Anche Lexi è un'amante di questo strumento, infatti è una delle sue materie di studio alla Berklee>> gli fa notare Simon.

<< Davvero? Che coincidenza interessante>>

<< Lo suono da tanti anni eppure non mi stanco mai di farlo ed immagino che sarà così per sempre. Credo che abbia una sorta di supremazia sugli altri strumenti>>

<< Totalmente d'accordo>> alza il bicchiere nella mia direzione per fare un brindisi ed io non ci penso due volte ad andargli in contro. Se non altro, abbiamo trovato un punto in comune.

<< Non ci allarghiamo adesso>> sentenzia Bruno alle nostre affermazioni.

<< Cosa vorresti dire?>>

<< Che gli strumenti più belli sono quelli a corde. Lo sanno tutti>>

<< Si certo, tu e tua madre lo sapete benissimo>> commenta John, provocando risate a tutti.

<< Se fossi in te, non lo dichiarerei in giro, faresti solo brutta figura>> conclude.

Bruno gli lancia un'occhiataccia.

Lezione di vita: non minimizzare davanti ai pianisti il loro strumento.

<< Non credo sia l'unico che declina l'amore per il pianoforte>> dice Carter dando un'occhiata al fratello.

<< Suoni ancora la chitarra?>>

<< Si, ogni tanto mi diletto ancora>> risponde Cole, con un sorriso triste.

<< Non so se ti è capitato di sentirlo, ma era davvero bravo. Chissà se sei ancora abile come un tempo>> scherza Carter.

<< Non so come fosse prima, ma io l'ho sentito e posso dirti che bravo è solo un diminutivo in confronto alla sua capacità di interagire con lo strumento>>

<< Grazie>> dice Cole stringendo dolcemente la mia mano con la sua.

Ma ho come la sensazione di aver detto qualcosa di troppo, perché Ben corre ai ripari.

<< Ovviamente si dedica alla chitarra solo quando ha del tempo libero dallo studio. E' un ragazzo molto concentrato su quello che sta facendo>>

<< Non ho dubbi, Cole è diventato molto responsabile da quando ha iniziato il college. Per fortuna la sua passione per la chitarra è rimasta tale>>

<< Scusami se te lo chiedo>> mi intrometto, troppo tardi per tirarmi indietro. << Ma cosa vorresti dire con "per fortuna?">> so che dovrei stare zitta, ma è più forte di me.

<< Che è un bene che pensi allo strumento come passatempo, perché in caso contrario si sarebbe distratto dagli studi. Come al liceo. Gli dava un'importanza tale da dimenticarsi tutto il resto>>

<< Sono passati tre anni Carter, non c'è bisogno di ricordarlo>> Cole gli tocca il braccio per avere la sua attenzione.
<< Sono cresciuto, so quali sono le mie priorità adesso e quali i miei hobby>>

<< Tranquillo, stavo solo spiegando alla tua ragazza quello che mi ha chiesto>> si volta verso di me.

<< La musica è bella come passione, come hobby. Io sono il primo che l'apprezza, ma non per vivere di essa. Nella vita ci vogliono professioni più sicure, come quelle che potrà intraprendere Cole una volta finito il college>> ora è Carter che tocca la spalla al fratello sorridendogli. So che lo dice perché vuole il meglio per lui, ma non si rende conto che gli propone una prospettiva che a Cole non piace.

<< E ti sei mai chiesto se sia quello che voglia lui?>>

Lo so. Lo so. Mi sto impelagando in un qualcosa che non mi appartiene. Gli sguardi dei presenti me lo fanno capire chiaramente e anche l'immagine pietrificata di Cole me lo ricorda. Ma non posso starmene buona sapendo che lui soffre di tutto questo. Odia mentire alla sua famiglia e se gli avessero dato l'opportunità di vivere il suo sogno alla luce del sole, non l'avrebbe mai dovuto fare. Anzi, poteva condividere la passione con loro.

Carter tossisce mentre si allenta la cravatta.

<< So cos'è meglio per mio fratello. Voglio solo che possa trovare una posizione stabile e di successo>>

<< Non metto in dubbio che tu voglia il meglio per lui>> appoggio i gomiti sul tavolo. << Ma ti ho chiesto se gli hai mai domandato se anche lui aspirasse a queste determinate posizioni di successo>> Cole il successo lo vuole, eccome se lo desidera, ma non nel modo in cui lo interpreta Carter e la sua famiglia.

Con la coda dell'occhio vedo Bruno bere in preda all'agitazione.

<< Chi non aspira ad una buona posizione? Tutti vorrebbero prendere un bel posto e sistemarsi così a vita>> ora è lui che stende le braccia sul tavolo per potersi avvicinare a me.

<< Leggendo tra le righe, mi sembra di capire che per te l'hobby di mio fratello sia anche il suo futuro. E lo comprendo, essendo tu un'amante della musica tanto da volerne basare la tua vita, pensi che chiunque abbia talento in una delle sue sfaccettature debba fare lo stesso. Ma non è così. Non tutti hanno la capacità di lanciarsi nel vuoto e sperare di avere fortuna in un mondo dove è noto che le persone che spopolano sono sempre meno. Gran parte preferisce qualcosa che gli dia più certezze>>

Mi fermo un attimo. Non posso obbiettare su questo. Carter ha indubbiamente ragione. Il mondo musicale è incerto, non basta il talento per arrivare in alto, ma c'è anche bisogno di fortuna. Fortuna di arrivare alle persone giuste al momento giusto. Ed è anche vero che la maggior parte delle persone punta ad un posto di lavoro sicuro e come dargli torto? Tutti cercano la stabilità economica e non solo. Ma sono anche dell'idea che ognuno è libero di arrivare da solo alle proprie conclusioni. Ognuno deve avere la libertà di scegliere da solo cosa vuole fare nella sua vita e cosa vuole per il suo futuro. Io ho sempre messo in conto che potrei non farcela, che potrei non realizzare il mio sogno ma ho avuto la fortuna di avere una famiglia che mi supportasse nelle mie scelte, che credesse in me. E se Cole non si è sentito capito dalla sua- a parte da Ben-, io voglio che capisca che io ci sono per lui e che lo incoraggerò sempre a fare quello che gli piace.

<< E se lui avesse preferito buttarsi nell'ignoto pur di fare qualcosa a cui tenesse davvero? Pensare che magari fosse un'altra la strada che avrebbe voluto intraprendere?>> dico di getto con un tono leggermente teso.

<< E' un discorso che già hanno affrontato a tempo debito Lexi>> si intromette Ben. << Ed insieme hanno capito che il meglio per Cole fosse questo percorso universitario>> non avevo mai visto Ben così serio ed impostato. Ma non posso dire niente, sto mandando all'aria il loro sacrificio per la mia stupida voglia di dire la mia. Forse io sono la prima che non comprende che il meglio per qualcuno sia altro. E magari il meglio per Cole è che io mi faccia da parte.

<< Scusate, a volte mi faccio prendere la mano>> bevo velocemente un sorso d'acqua e guardo Carter. << Non volevo risultare invadente nelle vostre questioni familiari>>

Lui annuisce. << Va tutto bene. Avevi il diritto di esprimere la tua opinione ed io l'accetto. Come spero che lo stesso valga per te>> mi sorride, ma non capisco se sia un sorriso sincero o di circostanza.

Quello che so è che, guardandomi intorno e vedendo i miei amici con la testa abbassata per la situazione che ho creato, è il caso che io non dica più nulla. Voglio solo andare via. Ma se lo facessi per davvero, è come se uscissi sconfitta da questo scambio di opinioni. Guardo Cole. Da quando io e Carter abbiamo cominciato a parlare, lui non mi ha rivolto neanche un'occhiata. L'avrò messo in difficoltà e non voglio peggiorare la situazione andandomene nel bel mezzo della cena. Ma se continuassi a restare farei ancora più danni rispetto a se me ne andassi.

<< Certo. Il mondo è vario proprio grazie alle diverse opinioni>>

Mando velocemente un messaggio a Lisa, sperando che mi risponda il più in fretta possibile.

Io: Lisa per favore chiamami. Adesso. Dopo ti spiego.

<< Che dite vi va un po' di dolce?>> domanda John con un sorriso tirato. Cerca di eliminare la tensione che accompagna il nostro tavolo e i presenti sembrano d'accordo.

E Lisa non poteva scegliere momento migliore per chiamarmi.
Quanto le voglio bene.

<< Scusatemi, devo rispondere>>

Sposto la sedia indietro così da potermi alzare. Mi allontano di pochi passi ma quanto bastano per farmi sentire.

<< Ehi Lisa, che succede?>>

<< Ehm forse sei tu che dovresti dirmelo. Cos'è successo?>>

<< Non c'è nessun altro che potrebbe raggiungerti? Io sarei nel bel mezzo di una cena...>>

Lancio un'occhiata ai presenti. Ovviamente tutti con gli occhi puntati su di me ma sto attenta a non incrociare nessuno dei loro.

<< Lexi ma cosa diavolo... ah! Hai bisogno di un diversivo? Okay ehm...>> si schiarisce la gola. << Si Lexi, non può venire nessuno. Sono rimasta a piedi e non mi sento tanto bene. Non ci sono nemmeno taxi disponibili. Per favore, puoi venire a salvarmi??>> supplica.

Devo lottare contro le mie labbra per non farle curvare all'insù.
Sospiro, cercando di assumere un'espressione neutra e non sollevata.

<< D'accordo. Si sta tranquilla, ti raggiungo subito. Si, si Lisa. Non ti preoccupare nessun problema. Ti avviso quando sono quasi arrivata>>

<< Grazie Lexi! Sei la mia salvatrice!>> si ferma un secondo e poi a bassa voce aggiunge: << Quando sarai fuggita da questa fantomatica cena, voglio sapere da cosa ti ho salvata!>>

<< Si, ciao>>

Attacchiamo e raggiungo il mio tavolo.

<< Scusatemi ma la mia amica ha bisogno di me, devo andare>> inizio ad infilarmi il blazer e metto il telefono in borsa.

<< E' successo qualcosa?>> domanda Ben.

<< Nulla di grave per fortuna, ma è meglio che la raggiunga>>

Annuisce.

<< Tranquilla Lexi vai pure>> Carter mi sorride mentre Cole si alza.

<< Aspetta vengo con te>>

<< No>>

Non penso prima di parlare e in risposta ricevo un'alzata di sopracciglio.

<< Voglio dire, non c'è bisogno. Resta qui e goditi il resto della cena con la tua famiglia>> mi sistemo la borsa sulla spalla.

<< Davvero, Cole. Sono più contenta se tu resti con loro. Noi ci sentiamo più tardi va bene?>>

Non gli do il tempo di rispondere. Saluto gli altri mentre mi scuso ancora per aver lasciato la cena e mi avvio a passo svelto verso l'uscita, ben consapevole degli occhi di Cole che mi oltrepassano la schiena.
Quando arrivo all'entrata, c'è lo stesso signore di prima ad attendermi.

<< Buona serata signorina. Grazie per essere venuta da noi>> sorride cordialmente.

<< Grazie, anche a lei>>

Apro la porta e vengo subito solleticata dalla leggera brezza della serata. Prendo un bel respiro e caccio tutta l'aria che ho a disposizione.
Mi avvio verso la macchina di Cole. Pesco dalla borsa il telefono per chiamare un taxi mentre mi rimprovero per la cazzata che ho fatto. Come si può essere così stupidi? Gli ho promesso che sarei stata al gioco, che non avrei creato problemi. Invece sono stata io ad iniziare perché mi sono impuntata su un'affermazione. Ho rischiato di rovinare tutto solo per colpa della mia stupida lingua.
Quando sto per schiacciare la cornetta per chiamare il numero preso da internet, una voce alle mie spalle mi fa sobbalzare.

<< Hai davvero intenzione di andare via così?>>

Mi volto di scatto.

<< Accidenti Cole! Mi hai spaventata!>> mi porto una mano al petto.

<< Cosa ci fai qui? Perché non sei dentro?>>

<< Perché stai scappando?>> continua.

<< Non sto scappando>> mi stringo nel blazer. << Devo andare da Lisa>>

<< Stronzate>> Cole mi guarda serio. Infila le mani in tasca.

<< Come scusa? Lisa ha davvero bisogno di me, non posso lasciarla sola>>

<< Stai di nuovo dicendo una stronzata>> si avvicina a me.

<< Beh pensa quello che ti pare>> dico mentre mi avvicino il telefono all'orecchio. Sento dei bip quando Cole mi strappa il telefono di mano.

<< Ehi! Che fai?>> faccio per riprendermelo, ma lui lo mette al di fuori della mia portata.

<< Non sei per niente divertente>>

<< Non sto cercando di esserlo, Lexi. Voglio sapere perché hai deciso di mollarmi a questa cena>>

Mi mordo l'interno della guancia. Non rispondo subito, è inutile continuare con la storia di Lisa, ormai è abbastanza chiaro che non crede ad una sola parola.

<< Non è abbastanza ovvio?>> domando a disagio.

<< Vi stavo dando la possibilità di concludere questa serata con un'atmosfera leggera>>

<< E credi che andando via l'avremmo avuta? Credi che senza di te ci saremmo dimenticati di quello successo dieci minuti prima?>>

<< Beh non lo so. Cercavo solo di trovare una soluzione a quello che ho combinato>>

<< E andare via lasciandomi lì come un cretino sarebbe la soluzione al problema? Lo pensi davvero?>>

<< Io...>> non lo so. La verità è che volevo solo andare via. Mi sentivo improvvisamente fuori luogo a quel tavolo.

<< Per favore, torna dalla tua famiglia. Goditi il vostro dolce e la continuazione della serata>> cerco di riprendermi il telefono, ma anche questa volta fallisco.

<< Non vado da nessuna parte senza di te>> il suo tono si addolcisce e questo mi fa accelerare i battiti.

<< Siamo venuti qui insieme e ce ne andremo insieme>> fa per avvicinarsi all'auto ma io lo fermo.

<< Cole per favore>> ora sono io seria.

<< Ho già fatto abbastanza danni non voglio che lasci anche la cena a causa mia>>

Lui cerca di spostarmi ed io mi lascio prendere dalla frustrazione.

<< Uffa ma perché non mi dai ascolto?>> alzo gli occhi al cielo.

<< Ti do ascolto quando hai ragione, ma adesso non ne hai>>

<< Cavolo Cole, adesso basta. Ridammi il telefono>> gli tiro il braccio per farglielo abbassare, ma nonostante questo è troppo alto per me.

Merda.

<< Voglio andare via, lascia il telefono!>>

<< Vuoi andare via? Bene. Ti accompagno io>>

<< No>>

<< Allora possiamo restare qua fuori anche tutta la notte>> incrocia le braccia al petto, mettendo in evidenza i suoi muscoli con tutta la giacca e la camicia che li copre.

<< Perché devi fare così?>> copio la sua posizione.

<< Scegli. O sali in macchina e torniamo insieme, oppure possiamo sederci a terra e girarci i pollici finchè non farà mattino. Ma se scegli quest'ultima opzione, devi essere pronta a quando i ragazzi usciranno e ci vedranno qui. Faranno sicuramente domande e allora sarò costretto a dire che era tutta una fint...>>

<< Okay, okay ho capito>> lo interrompo. Lo scenario che mi sta proiettando è imbarazzante.

Se pur non volentieri, opto per la prima.

<< Okay, apri la macchina>>

<< Ottima scelta>>

Mi mordo la lingua per non rispondergli male.

Cole entra in macchina e mi porge il telefono. Lo prendo bruscamente dalle sue mani e lo metto in grembo.
Forse era meglio se restavo seduta in silenzio come una mummia...

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