Una melodia perfetta

By __blumoon__

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Lexi frequenta il penultimo anno alla Berklee. Il suo sogno è quello di diventare una cantante famosa e si st... More

Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
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Capitolo 26
Capitolo 27
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Capitolo 30
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Capitolo 48
Capitolo 49
Capitolo 50
Capitolo 51
Capitolo 52
Capitolo 53
Capitolo 54
Capitolo 55
Capitolo 56
Capitolo 57
Capitolo 58
Capitolo 59
Capitolo 60
Capitolo 61
Epilogo
Ringraziamenti

Capitolo 7

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By __blumoon__

LEXI

Ascolto Slow Down dei Chase Atlantic mentre sto andando alla pizzeria per il colloquio di lavoro. Ho chiamato l'altro ieri e il proprietario mi ha dato subito l'appuntamento, sembrava un tipo tranquillo dalla voce speriamo che si riveli così anche dal vivo.
Siccome non è molto lontano dal college ho deciso di andare a piedi anche se la giornata non è delle migliori. Mentre cammino passo davanti ad una vetrina di un negozio di telefonia e ne approfitto per aggiustarmi i capelli che quel poco di venticello che c'è mi sta scompigliando e mi do anche un'occhiata all'abbigliamento: indosso dei jeans a palazzo chiari, delle sneakers bianche alte e una polo bianca con una giacca sopra. Sarebbe carino come outfit se non fosse che nella fretta ho preso la giacca di Cole invece che la mia. E' passata quasi una settimana dall'uscita al locale ed io non ho più visto Cole o i suoi amici. La sua giacca è rimasta a casa mia per tutto il tempo, avrei voluto ridargliela ma sono stati giorni molto pieni: tra l'esame di pianoforte, le coreografie sempre più difficili della Dallas e tutte le prove a stento ho avuto il tempo di mangiare. Pensavo che il penultimo anno non sarebbe stato così frenetico ed invece mi devo ricredere... tutti sono alla ricerca della fama, così affamati del successo che si fanno gli sgambetti tra di loro pur di riuscire a primeggiare, e se non vuoi essere schiacciato devi uscire fuori dal guscio prima di loro.
Dopo pochi minuti arrivo fuori Pablo's pizza. Faccio un bel respiro ed entro. Sono terribilmente in ansia, l'idea di una nuova porta in faccia mi sta mettendo lo stomaco sotto sopra. Il locale è più grande rispetto a come sembra dall'esterno: il posto è arredato tutto stile rustico, come se stessi a casa. Ci sono tavoli che sono posizionati vicino alle pareti per poi concentrarsi verso il centro della sala. Appena si entra a sinistra è presente il bancone dei drink e la cassa mentre al lato opposto c'è lui... un mini palco. Allora è vero che qui suona una band.

<< Buonasera, ha una prenotazione?>> mi domanda una ragazza poco più alta di me con i capelli tirati indietro.

<< Oh buonasera, no in realtà starei cercando il proprietario>> dico.

<< Chi è che lo cerca?>>

<< Sono Lexi Brown, sono qui per il colloquio di lavoro>> affermo.

<< Va bene te lo chiamo subito>> risponde in modo gentile e scompare dietro la porta riservata al personale.

Nel mentre mi do un'altra occhiata al locale e noto che si trova in una posizione strategica, entra tantissima luce naturale. Ad un certo punto sento una voce chiamarmi.

<< Signorina Lexi?>>

Mi volto e vedo lui. Il signor Ben. Che accidenti, non è un uomo di mezz'età come mi aspettavo, è mooolto giovane... e anche sexy aggiungerei. Anche se non credo sia molto professionale da dire come prima impressione del tuo ipotetico capo.

<< Ehm si sono io>>

<< Piacere, sono Ben Smith il proprietario della pizzeria>> mi tende la mano ed io la stringo con la mia.

<< Molto piacere>>

<< Vogliamo accomodarci?>> mi fa strada e ci sediamo ad un tavolo vicino la finestra.

<< Allora, dimmi, volevi fare domanda per lavorare qui?>>

<< Esattamente, mi piacerebbe>>

<< Perché cerchi lavoro?>> mi domanda congiungendo le mani insieme.

<< Vorrei potermi mettere da parte dei soldi e contribuire alle spese che ci sono>> rispondo con tutta sincerità. Lui mi fissa con i suoi occhi azzurri molto intensi che mi ricordano qualcosa di familiare...ma non riesco a capire cosa.

Il colloquio continua facendomi alcune domande su di me come età, se vado al college, capacità nel relazionarmi con le persone e cose simili.

<< Bene direi che abbiamo finito>> mi dice sorridendo e facendo segno di alzarci.

<< Ti farò sapere in questi giorni ma penso che ci sono buone possibilità>>

ODDIO. ODDIO. ODDIO.

<< La ringrazio, allora aspetto una sua chiamata>> dico cercando di essere il più tranquilla possibile.

Dopo esserci salutati esco dal locale e caccio fuori un sospiro di sollievo. Ho cercato di comportarmi il più professionale possibile durante il colloquio ma accidenti...dentro STAVO URLANDO DI GIOIA.
Okay si, non mi ha dato il lavoro, non ancora, ma ha detto che ci sono buone possibilità ed io mi aggrappo a queste due parole. Dopotutto ha sorriso spesso durante il colloquio quindi dovrebbe essere andata bene...o forse sorrideva solo per non darmi subito una delusione o peggio mi ha trovata ridicola. Ma ridicola per cosa poi? Okay devo smetterla di farmi paranoie, quando inizio non termino più e finisco solo per farmi andare in fumo il cervello.
Mentre faccio il tragitto di ritorno sento il telefono vibrare. Lo estraggo dalla tasca e leggo sul display il nome di Karol.

<< Ehi Karol, che succede?>> Karol aveva le prove con alcuni compagni di corso quindi mi sembra strano che mi abbia chiamato senza che fosse successo qualcosa.

<< Ehi Lexi, com'è andata al colloquio?>>

<< Credo bene, ha detto che ci sono buone possibilità>>

<< Oh ma è fantastico!>> dalla sua voce traspare contentezza.

<< Si molto, speriamo sia così>>

<< Non facciamoci film, aspettiamo che ti chiami>>

<< Mi fa strano che tu mi abbia chiamata, di solito il telefono è bandito durante le prove>> faccio una pausa e poi continuo << AAWWW, volevi sapere della tua amica, che dolce>>

<< Vero si ma...>> eccola qua, come previsto.

<< Sapevo che era troppo strano >> continuo ridendo.

<< Ehi! Guarda che mi interessava davvero sapere com'era andata>> cerca di difendersi ridendo anche lei

<< Okay okay. Andiamo dimmi, cosa è successo?>>

<< Ho dimenticato le chiavi in stanza e tra un po' devo passare a prendere dei testi. Pensi di tornare al dormitorio?>>

<< Si tra una decina di minuti dovrei essere arrivata>>

<< Perfetto allora tra un po' passo>>

<< Va bene a dopo>>

Il ritorno al dormitorio è molto più tranquillo rispetto all'andata. Mi sono concessa anche un regalo nel mentre, un bel gelato alla vaniglia che vi assicuro è un qualcosa di speciale in questa gelateria vicino al college.
Una volta arrivata in stanza mi tolgo le scarpe all'ingresso e le porto in mano fino alla mia camera. La prima volta che io e Karol ci siamo incontrate, esattamente il primo giorno di college, lei è stata chiara: non vuole che camminiamo con le scarpe in casa. E' stata abituata così fin da piccola e mi ha chiesto se potessi toglierle anche io come lei e che, ovviamente, nella mia camera potevo fare quello che volevo.
La nostra stanza è formata da un piccolo ingresso in cui abbiamo un tavolo e un mini-cucinino con un bagno alla sua destra e poi due camere da letto una al lato opposto dell'altra. Mi piace tanto che non sia la classica stanza con due letti e due scrivanie, e soprattutto adoro avere un bagno privato. Dico sul serio, per me è la svolta. Il pensiero che avrei dovuto condividere il bagno con non so quante altre ragazze mi metteva in agitazione, mentre qui posso usufruirne quanto mi pare e piace e posso farmi una doccia senza il pensiero che possano entrare altre persone.E' come se fosse un mini-appartamento a tutti gli effetti. Ultimamente io e Karol dormiamo l'una nella stanza dell'altra, facciamo una specie di pigiama party in cui ci aggiorniamo sulle novità del momento, gossippiamo, facciamo delle maschere di bellezza e facciamo anche karaoke imbarazzanti. Forse può sembrare triste farlo solo in due, ma credetemi non è affatto così, non c'è cosa migliore di passare le serate in compagnia della tua migliore amica, della tua vera migliore amica.
Già, ho imparato a mie spese che non tutti sono veri amici, si fingono di esserlo per un periodo di breve o lunga durata e poi ti colpiscono alle spalle senza pensarci due volte.
Dopo aver riposto le scarpe in camera ed aver indossato le pantofole vado a prepararmi un tè caldo mentre aspetto Karol, dovrebbe essere qui a breve.
Infatti, dopo circa 5 minuti sento bussare alla porta.

<< Ultimamente ti dimentichi sempre tutto>> le dico mentre apro la porta. Rimango lì in piedi come un'idiota. Non è Karol. E' Cole.

<< Ciao>> mi saluta.

<< Ehm ciao. Cosa ci fai qui?>> gli chiedo sorpresa. Insomma, mai mi sarei aspettata di vederlo alla mia porta.

Cole non risponde ma in compenso mi fissa allargando sempre di più le labbra in un sorriso.

<< Cosa c'è?>> domando per poi abbassare gli occhi.

Merda.

Indosso ancora la sua giacca.

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