Rapimenti di sguardi

By soukainalyafori

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Un unione di sguardi. Lei fredda come il ghiaccio, lui senza pensieri come il cielo. Impareranno a godersi... More

Vuota
Qualsiasi fosse la meta
Sono stata bene
Disastri
L'inizio della verità
Piacere, Samantha Carter.
Eri spenta, ora sei accesa.
L'amore
In frantumi
Gli Abiti
Sono distrutta, ma non lo mostro.
Addio al nubilato
Si, lo voglio.
Sono difettosa
Segni indelebili, ma cancellabili.
Partenza
Lontano dagli occhi lontano dal cuore
Sta volta non torno, mi hai persa.
Ortiche e smeraldo
Avviso
Imbambolata nei ricordi
Atterraggio
Ritorno al passato
Ubriaca
Scontri di ghiaccio
37A e 38A
Instagram
Due dolci scoperte
L'alba sulla pelle
Smancerie&Pizza
Aiuto!
Imperfezioni perfette
Fine libro
Gelosia
A voi la scelta! :)
Brutta e buona notizia.
Yee
Manto luminoso

L'inizio.

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By soukainalyafori

Erano le 23:14, e optai per un hotel. Presentarmi a quest'ora alla Borrison non sembrava molto opportuno.

Hotel Cannel

Sembrava accogliente.

"Salve." salutai l'uomo dietro al bancone.

"Hey." disse alzando la testa e salutandomi con la mano.

Non era proprio un uomo, un ragazzo, più o meno sulla trentina.

"Una camera singola per favore." gli chiesi.

"Quanti giorni?" chiese voltandosi e prendendo una chiave dalla vetrina alle sue spalle.

"Solo questa notte." gli dissi.

"104." mi porse la chiave.

"Come faccio ad arrivarci?" chiesi tirando su da terra la valigia.

"Allora, prendi l'ascensore al terzo piano, c'è un corridoio la prima a sinistra e sei alla 104." disse sorridendo e indicandomi con la mano il percorso.

"Grazie.." gli dissi pensierosa.

Ero a Miami, wow. Sarei stata autosufficiente, non avrei più avuto qualcuno su cui contare, ma alla fine ero lontana da ciò che mi faceva male.

Entrai nella camera dopo aver seguito alla lettera le indicazioni di quel ragazzo e mi chiusi la porta alle spalle. Mi sarei alzata verso le 08:00 così per le 09:00 o le 10:00 sarei stata al college.

Non vedevo l'ora ti cominciare.

Ma non vedevo anche l'ora di dimenticare. Da questa notte Ash sarebbe stato il mio passato, ma nulla si cancella, si dimentica.

Misi dei pantaloncini neri e una maglietta grigia. Mi raccolsi i capelli in una crocchia disordinata e mi sedetti sul letto.

"Dove sei?" chiesi frugando nello zaino alla ricerca del libro che avevo preso.

"Porca puttana!" gridai a me stessa ricordando di averlo lasciato sull'aereo.

Mogia mi coricai sul letto e spensi la luce, strattonandomi per arrivare alla lampada da comodino, tra l'altro.

****

La sveglia che avevo impostato la notte prima suonò fedele alle 08:15 dal mio cellulare.

Presi a tastare sul comodino per cercare il cellulare. Spensi la sveglia e mi diressi in bagno.

Avevo un viso riposato, per niente stanco. Forse Miami aveva già fatto il suo effetto.

Feci una doccia veloce e mi infilai nell'accappatoio blu che avevo portato con me.

La suoneria del cellulare mi risvegliò dai pensieri che avevo cominciato ad ideare mentre guardavo fuori dalla finestra.

"Sammy!" urlò mia madre dall'altra parte del telefono.

"Mamma..." risposi assordata.

"Allora dormito bene? Com'è lì? Raccontami!" gridò ancora più agitata.

Ora che le dico? Che il ragazzo che amo... Mi ha fatto perdere un volo e che sono tornata per cercarlo, ma si stava per scopare la troia più ricca di San Diego?

"Ehm.. Si molto bene. Le mie compag.. Compagne di stanza sono stupende. E il tempo è favoloso." mentii sedendomi sul letto.

"Mi fa molto piacere, e ricordati che ti volglio tanto bene piccola mia, ci sentiamo..." disse assumendo all'improvviso una voce debole perdendo l'agitazione precedente.

"Anch'io mamma, ci sentiamo." dissi attaccando.

Aprii la valigia e cercai dei vestiti formali con cui essere presentabile il primo giorno.

Ne tirai fuori una giacca di pelle leggera color marroncino, un paio di jeans bluastro, e una camicia. Completai il tutto con un cappello bianco, che si sposava alla camicia bianca anch'essa, con una fascia dello stesso colore delle scarpe, nero.

Mi guardai allo specchio e fui soddisfatta.

Uscii dalla stanza.

"Grazie." disse una donna bionda platino dietro al bancone una volta che le porsi le chiavi della stanza.

Alzai la mano per fermare un taxi ma qualcuno mi si avventò alle spalle.

"Certo che il mondo è piccolo Mare." disse qualcuno accarezzandomi una spalla da dietro.

Dall'espressione Mare capii di chi si trattava. Mi girai e lo guardai negli occhi grigi.

"Mister Gray." lo salutai scherzosa.

"Oh chiamai pure Ethan..." rispose con fare altezzoso.

"Capito." risposi io.

"Allora dove vai meraviglia?" mi chiese sorridendo.

Con quel sorriso perfetto, capii che forse dovevo ricominciare proprio da lì, dal sorriso, dall'essere spensierata.

"Alla Borrison, mi accompagneresti?" gli chiesi fiduciosa in una sua risposta positiva.

"Stavo ritornando anche io lì, ero uscito a fare colazione." disse aiutandomi a prendere la valigia.

"Quindi dove andiamo?" gli chiesi seguendolo.

"La mia macchina." disse indicando una BMW nera, parcheggiata davanti a un negozio di scarpe.

"Um.. Può andarmi bene una BMW, mi accontenterò." dissi ripetendo a mia volta il suo fare altezzoso.

"Ci conosciamo da una notte eppure è sempre uno scherzare con te." dissi sincera sorridendo mentre Ethan si fermava nel parcheggio della Borrison.

"Sei strana." rispose fissandomi prima si scendere dall'auto.

"Strana in che senso?" chiesi confusa.

"Strana diversa." rispose.

Salimmo le scale della Borrison e ci dirigemmo in segreteria.

Una signora dai capelli ramati e il fisico minuto ci accolse e mi informò della quale sarebbe stata la mia stanza e come avrei fatto per i corsi.

"Nell'ala Est." disse porgendomi la chiave della mia stanza.

"Grazie mille." dissi esuberante.

"Nulla, e benvenuta alla Borrison." rispose sorridente.

"E anche tu sei dentro." disse Ethan dirigendosi con me verso la mia stanza.

"Già." dissi ridendo. "Eccola!" gridai agitata come una bambina.

"Lo ripeto, sei strana." disse scandendo le parole.

"Eddai.." gli diedi una gomitata.

Sulla porta c'erano due targhette con scritto M.Rootham e R.Fullence, probabilmente il nome delle mie compagne di stanza di cui mi aveva avvertito la signora in segreteria.

Bussai e ad aprire la porta fu una ragazza alta.

"Si?" disse lei con gli occhioni color miele.
"Oh, piacere Sam, la tua... vostra" dissi cambiando aggettivo possessivo quando alle sue spalle apparve una ragazza castana. " la vostra nuova compagna di stanza." porsi la mano.

"Margarethe e Rose Marie." disse indicando prima se stessa poi la ragazza mora.

"Rosy." disse la ragazza mora dando una gomitata a Margarethe.

"Uh, e tu dovresti essere il suo ragazzo, piacere Margarethe." disse sorridendo.

"Oh, no no. Ci conosciamo a mala pena da un giorno." dissi io imbarazzata.

Mi voltai e vidi Ash... Ma che cazzo dico, Ethan sorridere timido.

"Si. Ma lei è la donna della mia vita." disse lui riprendendosi serio.

"Tutta tua." disse Margarethe alzando le mani in segno di arresa. "Allora Sam, entri, o vuoi stare lì?"

"Arrivo." dissi seguendola.

Una volta entrati in stanza Rosy chiuse la porta alle nostre spalle e le ragazze mi mostrarono la stanza.

"Beh, io vado, Mare." disse Ethan dirigendosi alla porta.

"Aspetta, il numero di telefono." gli dissi sorridendo. "E ti costa molto chiamarmi Sam, o Samantha? Ma sempre meglio Sam." chiesi.

Ci scambiammo i numeri di telefono.

"Mare è più bello." disse facendomi l'occhiolino e uscí.

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