L'inizio della verità

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Non posso crederci. Mi aveva detto che mi amava ed era stato beh... Wow. Non avevo fatto in tempo a dirgli della cosa del biglietto ma l'avrei fatto da qui a poco. Io e Jo eravamo sedute sull'autobus. Lei continuava a guardare fuori dalla finestra e io a tormentarmi le mani sfregandole una contro l'altra ansiosamente. Ero ansiosa di sapere cosa aveva da dirmi Ash riguardo la sera prima, anche se avevo il dubbio che fosse stato un sogno. Tutto all'improvviso. Non lo so ma era strano perché non sapevamo niente l'una dell'altro. Io sapevo solo del suo presente e di quello che avrebbe fatto, e lui anche di me.

"Sam." mi chiamò Jo mentre entravano attraverso la grande porta di entrata della Pacific High School Of North America.

"Dimmi, Jo." le risposi affrettandomi a fare le scale.

"Sta venendo verso di noi." mi disse indicando qualcuno. Era Thomas e aveva a dir poco un aspetto orribile, sembrava che non avesse dormito da secoli.

"Devo parlarti Jocelyn." disse a Jo mentre lei lo guardava quasi con uno sguardo schifato.

"Ma vai a fare in culo Thomas!" gli urlò Jo, gli stacco la mano dal suo braccio e continuò a salire le scale diretta in classe a tutta velocità senza voltarsi.

"Mi dispiace." dissi io rivolgendomi a Thomas che era rimasto pietrificato, davanti alla reazione di Jo, e la seguì a mia volta dirigendomi in classe.

"Non pensi di aver esagerato, con Thomas intendo?" chiesi a Jo qualche instante prima che il professore entrò in classe.

"No. Se lo merita è una merda che cammina." è le partì una risata isterica poi continuò "Non è pronto, non è pronto... Non è p-r-o-n-t-o." ripeté lei continuando a fissare fuori dalla finestra. Tre ore passarono in fretta, io e Jo eravamo nel corridoio per goderci la ricreazione.

In lontananza vidi Ash era fantastico, quando si girò il suo sguardo incontrò il mio e io arrossí all'istante.
Mi venne in contro e mi afferrò per un braccio tirnadomi da qualche parte cercai lo sguardo di Jo e le urlai:

"Jo,sequestro di persona, se chiedono di me digli che non mi sono sentita bene e sono andata in bagno!"

Ormai ci trovavamo nel cortile della scuola. Eravamo soli, maledettamente soli e io mi sentivo a disagio, dovevo imparare a smettere di andare a fuoco ogni volta che mi trovassi in qualche situazione strana.

"Devi spiegarmi questo!" gli urlai e puntai il vuoto guardandolo nelle iridi di cui non avevo mai notato le sfumature sul grigio e il verde.

"Siamo io, e te." rispose indicando prima se stesso poi me, con un sorriso capace di sciogliere la neve.

"Si si, ma ieri sera mi hai detto ti amo e poi te ne sei andato. E non mi hai mai detto che sapevi già chi ero. Tu se l'Ash del libro, il libro che ho perso con dentro i miei appunti e hai portato a Violet la bibliotecaria. Tu sapevi chi cazzo ero dal primo momento in cui ti ho detto il mio nome." lo rimproverai.

Mi guardò e sorrise.

"Lo so. Anzi, io sapevo che tu l'avresti scoperto. Il giorno in cui ho saputo di te dei tuoi appunti mi sono innamorato pazzamente di t.." lo interruppi.

"Wo wo wo! Stop un attimo." dissi io facendogli segno di fermarsi con la mano.
"Come sapevi chi ero? Voglio dire sarei potuta essere una brutta anziana o magari una donna e forse anche più brutta.. Voglio dire... Ah lascia stare vai avanti." e gli feci segno di continuare.

"Si proprio così, per caso hai presente Jessie quello del quarto?" mi chiese.

"Si." risposi schietta.

"É mio cugino, beh quando ho letto un po dei tuoi appunti sono rimasto colpito, mi ha come attraversato un brivido per tutta la verità che ci hai messo. Allora ho chiesto a Jessie se conosceva una certa Samantha Carter e lui mi rispose di si. Ora non voglio sembrarti invasivo ma lui mi ha raccontato anche... Del.." finì lui di raccontarmi ma non mi spiegò di cosa gli aveva anche raccontato suo cugino Jessie.

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