Ritorno al passato

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Alla fine leggete lo spazio scrittrice è importante.

Sam

Ho deciso di non partire per le vacanze d'autunno. Le vacanze sarebbero durate solo 10 giorni e avevo da sbrigare un po di cose qui, a Miami.

Ho da finire alcuni documenti per dei corsi e da fare un po di cose per me, e se devo ammetterla tutta, non mi va di incontrare Ash, almeno non ora che sto frequentando Josh. Mi scombussolerebbe tutto, di nuovo.

Io e Josh ci troviamo bene. Parecchio bene. Lui è tutto ciò che ho sempre desiderato. É stronzo ma si ricorda di ogni mio piccolo dettaglio.

Pareva dolce all'inizio ma poi ho capito che era sbagliata il mio giudizio. L'ho giudicato troppo in fretta. Come quando giudichi un libro dalla copertina.

Però Ash c'era e ci sarebbe sempre stato, involontariamente da ciò che io avessi voluto.

L'altro giorno mi è sembrato persino di vederlo, roba da matti. Mi fa venire le allucinazioni. É più forte di me, quando sono con Josh qualsiasi gesto lui faccia uguale ad Ash me lo ricorda, rovinandomi i momenti belli.

Fanculo.

Lui nemmeno sa quanto mi manda in fissa.

Carol mi ha detto che ha cominciato l'università. Giurisprudenza. Non oso immaginare...

Ma d'altronde, non posso negare che Ash fosse un mostro nello studio. Quando eravamo amici mi dava sempre ripetizioni di storia, filosofia e biologia.

Le cose le diceva in modo semplice a parole sue, e mi entravano subito nella testa. Come mi era entrato nella testa lui.

Però non riesco a togliermi di mente l'illusione di Ash. Era vero, sembrava vero. Come se mi stesse osservando. No, ho le allucinazioni. Si, deve essere così. In fondo Carol e Rico mi hanno detto che ha cominciato l'università e che suo fratello Travis si sposa, e dovrebbe essere a San Francisco, non a Miami a pedinarmi. Quindi è più che ovvio che io immagini le persone. Non può essere a Miami.

Porca troia.

La verità è che mentre penso 'ste cose spero che non fosse un'illusione. Spero che lui faccia qualcosa, spero che mi venga a riprendere, che mi spieghi, che mi ami sul serio, spero che faccia l'uomo che rimane sulle sue idee e non si fa abbattere da un 'no'.

Quante paranoie che mi sto facendo. Noi femmine siamo proprio ridicole certe volte. Speriamo con tutte noi stesse che succeda qualcosa, anche se sappiamo che non succederà mai.

Però è bello pensare, forse meglio usare il termine sperare, forse è migliore sperare che succeda qualcosa che arrendersi prima di aver cominciato.

La verità è che mi manca. Mi manca tutto di lui. Il suo modo di chiamarmi schizzinosa, di farmi il solletico, di sorridere alla cavolo tanto per far perdere dei battiti alla gente, di vedere la parte più brutta degli altri. Mi diveritvo un sacco quando lui prendeva in giro chiunque vedesse. Soprattutto se ubriaco.

"Come si chiama?" mi chiese Marg seria.

"Cosa?" le chiesi io distogliendo lo sguardo dalle margheritine sulla tovaglia del bar in cui eravamo.

Era il bar piú fico del mondo. Avevano sedie a forma di margherita. Tavoli a forma di margherita. E i bicchieri con le margherite.

Era tutto nero bianco e giallo. Un sogno.

Ora so che se potessi scegliere come fare il mio paradiso, lo farei di margherite. Nuvole di margherite, con alberi di margherite, inventerei io gli alberi di margherite.

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