Rapimenti di sguardi

By soukainalyafori

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Un unione di sguardi. Lei fredda come il ghiaccio, lui senza pensieri come il cielo. Impareranno a godersi... More

Vuota
Qualsiasi fosse la meta
Sono stata bene
Disastri
Piacere, Samantha Carter.
Eri spenta, ora sei accesa.
L'amore
In frantumi
Gli Abiti
Sono distrutta, ma non lo mostro.
Addio al nubilato
Si, lo voglio.
Sono difettosa
Segni indelebili, ma cancellabili.
Partenza
Lontano dagli occhi lontano dal cuore
Sta volta non torno, mi hai persa.
L'inizio.
Ortiche e smeraldo
Avviso
Imbambolata nei ricordi
Atterraggio
Ritorno al passato
Ubriaca
Scontri di ghiaccio
37A e 38A
Instagram
Due dolci scoperte
L'alba sulla pelle
Smancerie&Pizza
Aiuto!
Imperfezioni perfette
Fine libro
Gelosia
A voi la scelta! :)
Brutta e buona notizia.
Yee
Manto luminoso

L'inizio della verità

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By soukainalyafori

Non posso crederci. Mi aveva detto che mi amava ed era stato beh... Wow. Non avevo fatto in tempo a dirgli della cosa del biglietto ma l'avrei fatto da qui a poco. Io e Jo eravamo sedute sull'autobus. Lei continuava a guardare fuori dalla finestra e io a tormentarmi le mani sfregandole una contro l'altra ansiosamente. Ero ansiosa di sapere cosa aveva da dirmi Ash riguardo la sera prima, anche se avevo il dubbio che fosse stato un sogno. Tutto all'improvviso. Non lo so ma era strano perché non sapevamo niente l'una dell'altro. Io sapevo solo del suo presente e di quello che avrebbe fatto, e lui anche di me.

"Sam." mi chiamò Jo mentre entravano attraverso la grande porta di entrata della Pacific High School Of North America.

"Dimmi, Jo." le risposi affrettandomi a fare le scale.

"Sta venendo verso di noi." mi disse indicando qualcuno. Era Thomas e aveva a dir poco un aspetto orribile, sembrava che non avesse dormito da secoli.

"Devo parlarti Jocelyn." disse a Jo mentre lei lo guardava quasi con uno sguardo schifato.

"Ma vai a fare in culo Thomas!" gli urlò Jo, gli stacco la mano dal suo braccio e continuò a salire le scale diretta in classe a tutta velocità senza voltarsi.

"Mi dispiace." dissi io rivolgendomi a Thomas che era rimasto pietrificato, davanti alla reazione di Jo, e la seguì a mia volta dirigendomi in classe.

"Non pensi di aver esagerato, con Thomas intendo?" chiesi a Jo qualche instante prima che il professore entrò in classe.

"No. Se lo merita è una merda che cammina." è le partì una risata isterica poi continuò "Non è pronto, non è pronto... Non è p-r-o-n-t-o." ripeté lei continuando a fissare fuori dalla finestra. Tre ore passarono in fretta, io e Jo eravamo nel corridoio per goderci la ricreazione.

In lontananza vidi Ash era fantastico, quando si girò il suo sguardo incontrò il mio e io arrossí all'istante.
Mi venne in contro e mi afferrò per un braccio tirnadomi da qualche parte cercai lo sguardo di Jo e le urlai:

"Jo,sequestro di persona, se chiedono di me digli che non mi sono sentita bene e sono andata in bagno!"

Ormai ci trovavamo nel cortile della scuola. Eravamo soli, maledettamente soli e io mi sentivo a disagio, dovevo imparare a smettere di andare a fuoco ogni volta che mi trovassi in qualche situazione strana.

"Devi spiegarmi questo!" gli urlai e puntai il vuoto guardandolo nelle iridi di cui non avevo mai notato le sfumature sul grigio e il verde.

"Siamo io, e te." rispose indicando prima se stesso poi me, con un sorriso capace di sciogliere la neve.

"Si si, ma ieri sera mi hai detto ti amo e poi te ne sei andato. E non mi hai mai detto che sapevi già chi ero. Tu se l'Ash del libro, il libro che ho perso con dentro i miei appunti e hai portato a Violet la bibliotecaria. Tu sapevi chi cazzo ero dal primo momento in cui ti ho detto il mio nome." lo rimproverai.

Mi guardò e sorrise.

"Lo so. Anzi, io sapevo che tu l'avresti scoperto. Il giorno in cui ho saputo di te dei tuoi appunti mi sono innamorato pazzamente di t.." lo interruppi.

"Wo wo wo! Stop un attimo." dissi io facendogli segno di fermarsi con la mano.
"Come sapevi chi ero? Voglio dire sarei potuta essere una brutta anziana o magari una donna e forse anche più brutta.. Voglio dire... Ah lascia stare vai avanti." e gli feci segno di continuare.

"Si proprio così, per caso hai presente Jessie quello del quarto?" mi chiese.

"Si." risposi schietta.

"É mio cugino, beh quando ho letto un po dei tuoi appunti sono rimasto colpito, mi ha come attraversato un brivido per tutta la verità che ci hai messo. Allora ho chiesto a Jessie se conosceva una certa Samantha Carter e lui mi rispose di si. Ora non voglio sembrarti invasivo ma lui mi ha raccontato anche... Del.." finì lui di raccontarmi ma non mi spiegò di cosa gli aveva anche raccontato suo cugino Jessie.

"Del... Vai avanti Ash." lo incitai a continuare.

"Del... Beh.. Mi ha detto del tuo passato." disse con voce un po tremolante.

In quell'istante il mondo mi crollò addosso. Conosceva il mio passato, sapeva di quel passato macchiato per cui ero diventata la ragazza dura e pulita che ero ora. Non potevo crederci lui sapeva tutto, la bulimia, il bullismo. I miei problemi, erano nella sua testa.

"Sam, ascolta." disse e mi prese il viso tra le mani e continuò "Se c'è un motivo perché mi sono innamorato di te è perché stando vicino a te in questo mese o mese e mezzo, ho capito che sei forte. Hai spazzato via tutto il male e lo hai rimpiazzato con dei sorrisi che mi regalano l'universo."

E in men che non si dica le lacrime solcarono il mio viso.

"Tu non mi ami, io ti faccio pena." gli risposi ascigandomi le lacrime con il dorso della mano.

Ancora non riuscivo a capire come aveva fatto a sapere suo cugino Jessie di tutto c'ho. Ci avevo messo l'anima per nascondere quel passato. E ora come nulla fosse era nelle mani di tutti.
Corsi via e lo lasciai lì.

Entrai in classe e subito ricevetti l'attenzione di tutti.

"Mi hanno informato signorina Carter. Si sente meglio?" mi chiese il professore mentre mi sedevo al mio posto accanto a Jo.

"S-si grazie." risposi con voce tremolante.

Passai la maggior parte delle altre 2 lezioni a pensare alle parole di Asher. Tutta la sicurezza che avevo avuto era stata spazzata via. Avevo paura al fatto di sapere che qualcuno avrebbe potuto urlare al mondo quello che avevo nascosto con le unghie.

In mensa non feci parola.

"Sam, so che interrompere il tuo silenzio è sacrilegio ma Ash sta venendo verso il nostro tavolo." mi avvertì Jo.

Mi alzai, misi la felpa e presi lo zaino.

"Non lo voglio vedere diglielo se te lo chiede." dissi a Jo con tutta la freddezza che avevo in corpo.

"Ti ha vista Sam, sta venendo da te."

Affrettai il passo e uscii dalla mensa dirigendomi verso il prato del cortile.

"Fermati!" sentì urlare da una voce lontana, lo riconobbi era lui.

Continuai ad accelerare il passo. Entrai nella biblioteca della scuola, mi scontrai contro chiunche stesse uscendo, morivo dalla voglia di sparire dalla sua vista.

"Diamine Sam!" si fermò davanti a me.

"Alza il culo da quella sedia, dobbiamo parlare." mi prese per un braccio e mi fece alzare portandomi all'esterno della biblioteca.

"Non fare la bimbina!" mi urlò contro rimproverandomi.

"Non c'era bisogno che mi tirassi per il braccio, mi sarei alzata da sola." feci io con tono scocciato, ma sempre cercando di non guardarlo negli occhi.

"Ascoltami, è dal momento in cui ci siamo scontrati in quelle maledette scale che mi è andato a fare in culo il cervello quindi ora mi spieghi che cazzo hai con me!"

"Sai il mio passato ecco cos'ho con te." sussurrai.

"E quindi? Pensi che il tuo passato rovini qualcosa? Il tuo passato è il tuo passato e di certo non diminuirà o maggiorerà quello che provo per te." fece un respiro profondo e continuò "Sei così complicata..." e finì la frase prendendomi il viso tra le mani e appoggiando la sua fronte sulla mia.

"Voglio sentirmelo dire da te ora." mi sussurrò sulle labbra prima che esse potessero incontrarsi e dare inizio a una lotta fra unicorni marini nella mia pancia.

"Cosa?" chiesi io facendo pressione sul suo petto per spostarlo e riuscire a guardarlo negli occhi.

"Il tuo passato." rispose e mi abbracciò.

"Vieni." lo presi per la mano e lo feci sedere di fianco a me sulla panchina che si trovava nel prato.

"Avevo 5 anni e mia mamma mi lasciava sempre a casa con Stacey la mia babysitter. Stacey non mi dava mai abbastanza importanza e invitava sempre i suoi amici a casa nostra. Non me la sono mai presa abbastanza con mia madre, e lei non hai ma saputo di tutto quello che avevo fatto perché dopo l'abbandono di mio padre, mia madre si è sempre fatta in quattro per farmi crescere." presi un forte respiro, così grande in modo da poter scaricare tutta la tensione che avevo in corpo e continuai "Cominciai a mangiare e diventai obesa a 6 anni quando cominciai le elementari tutte le mie compagne mi prendevano in giro e non avevo amici, ero sola, gli anni passarono. La maestra di danza classica dopo 2 anni di lezioni disse a mia madre che le persone sovrappeso come me erano fatte per altri tipi di cose, e fui costretta ad abbandonare la danza per cui vivevo, era l'unico posto in cui mi sentissi me stessa. A 13 anni le bulle mi picchiavano in bagno e mi offendevano sul mio aspetto fisico, mi avevano attribuito una valanga di soprannomi e dispreggiativi. Cercai su internet qualche modo per perdere peso ed entrai in un sito dove alcune ragazze bulimiche dicevano che mangiare e vomitare faceva perdere loro più peso di quello che prendevano mangiando. Cominciai così a mangiare, o meglio dire ingozzarmi di cibo tutte le notti per poi subito dopo correre in bagno a vomitare. Nel giro di un paio di settimane ero calata di 12kg circa. A 14 anni diventati una specie di fenice che risorgeva dalle proprie ceneri, avevo cominciato a frequentare gli spacciatori e cominciai a farmi pesantemente." finì di raccontare e fui sorpresa dal fatto che nemmeno una lacrima avesse attraversato il mio viso.

"Hai più palle di me Samantha Carter." disse lui facendo segno di battergli il cinque.

"Ora tocca a me raccontarti del mio passato." disse lui sfregandosi le mani una contro l'altra.

"Ti ascolto." gli dissi sorridendo e stringendogli le mani.

"Ho 7 fratelli, tra cui 2 femmine, Abby e Jen, e 5 maschi, Taylor, Travis Cameron, Alexander e Trenton." mi disse sorridendo, suppongo stupito dalla mia reazione.

"Una famiglia numerosa..." sussurrai io dopo essermi ripresa.

"Mio padre se né andato di casa subito dopo me il quinto arrivato. Dopo 2 anni mia madre, Anastasia ha conosciuto un duomo e sono nati Abby e Taylor, gemelli,che sono miei fratelli solo da parte di mia madre. Dopo 3 anni dalla loro nascita mia madre è morta per un tumore. John l'uomo di mia madre, in preda all'alcol alcune sere tornava a casa e rompeva di tutto picchiando i gemelli. Io venni a sapere di questo dai piccolini e dai lividi che avevano sotto i vestiti. Andai a casa sua presi le cose dei miei fratelli e le portai a casa, dopo un paio di mesi John si fece vivo rivolendo i suoi figli e dicendo di aver trovato una donna e di essere cambiato ma io glielo negai, anche perché il tribunale li aveva affidati a mia sorella Jen e a mio fratello Trenton. Così ora che Abby e Taylor hanno 6 anni gli ho lasciato dalla nonna e mi sono trasferito provando a crearmi una nuova vita."

"Mi dispiace..." gli dissi, furono le uniche parole che riuscire dalla mia bocca.

"Non ti preoccupare, e grazie." mi disse lui abbracciandomi.

"Ash?"

"Dimmi." si voltò e mi sorrise.

"Mi stai rendendo strana." confessai e sorrisi.

"Tu lo hai già fatto da tempo." si chinò e mi baciò delicatamente "ti amo, e non so come mi possa essere accaduto di innamorarmi della mia migliore amica." mi sussurrò sulle labbra sorridendo.

~spazio scrittrice~

Ciao miei cari lettori!!!! Sono felicissima che questa storia stia piacendo almeno un po! Commentate commentate e commentate. Mi rende veramente felice sentire la vostra che sia negativa o positiva. Spero che vi piaccia e vi coinvolga sempre un po di più. In questo capitolo è tipo un po spiegato il titolo del libro. Lasciate il vostro voto mi raccomando! Alla prossimaa! Grazie!

Buona lettura!
*Suky* penso che questo sia il capitolo più lungo mai sfornato!

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