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Sono sempre stata molto riservata, gran parte della mia vita l'ho passata da sola, chiusa nella mia camera, non avevo contatti con nessuno e a stento parlavo con i miei genitori. Mi pento di tutto, perché avrei potuto avere una vita felice. Invece no. Tutto questo per paura di fare del male alle persone. Andavo a scuola ma, non parlavo mai con nessuno. A stento rispondevo alle domande degli insegnanti.

Partì tutto nel giorno in cui ho compiuto cinque anni. Quel giorno fu decisivo, avrebbe cambiato radicalmente la mia vita.
Avevo invitato tutti i miei amici dell'asilo a casa mia per festeggiare. Ero contentissima. Sono nata l'8 dicembre del 2004, quindi era autunno e si congelava dal freddo. Amavo festeggiare il mio compleanno con i miei amici, lo avevo fatto anche negli anni precedenti, dai tre in su. Avevo anche una migliore amica. Se ci ripenso ora mi viene quasi da piangere, ma non posso. Mi è fisicamente impossibile piangere. Il suo nome era Taylor. Non ci separavano mai, giocavamo sempre insieme e se una non era presente, l'altra era triste.

Quel giorno decidemmo di fare una cavolata insieme. Decidemmo di andare nella stanza dei miei genitori, un enorme camera, il letto con le lenzuola bianche, un tappeto grigio per terra che rendeva il tutto magnifico e incantevole. Ci nascondemmo nell'armadio, ma non fu una buona idea. Lei soffriva di attacchi di panico e asma, in più era claustrofobica.

I nostri genitori ci stavano cercando da ore, senza però trovarci da nessuna parte. Io ridevo mentre sentivo mamma che mi chiamava preoccupata, quasi in lacrime. Dopo qualche secondo, però, mi accorsi che Taylor non rideva, non parlava e non si muoveva. Era buio, non vedevo nulla, così iniziai a tastare a caso nel vuoto, riuscendo a trovare solo vestiti e cappotti in pelliccia sintetica che mia madre ha sempre amato. Davanti a me non trovavo nessuno, era come se non esistesse più. Mi misi a chiamala invano con le lacrime che scendevano dai miei occhi. Non sapevo come fare, ero entrata in panico e mi misi a piangere singhiozzando il nome della mia amica. Poi lo strillai, mia mamma accorse nella grande camera, aprì l'armadio dove trovò una bambina in lacrime, con indosso un vestitino che le aveva messo lei addosso quella stessa mattina. Non ne volevo sapere di smettere di piangere. Anche a lei scese una lacrima, che le andò a bagnarle il viso.

Mi chiese dove era Taylor. Non risposi, non lo sapevo, ero smarrita, fino a pochi minuti prima era accanto a me, poi era scomparsa. Mia mamma gridò a mio padre che mi aveva trovata, ma che Taylor non c'era. Accorsero mio padre e quello della mia migliore amica. Continuavo a piangere mentre lentamente mi si avvicinò suo padre e mi chiese se sapevo dove era sua figlia. Io non lo sapevo e cominciai ad urlare fortissimo. Mia madre mi prese in braccio, mi abbracciò e mi portò con sé a sedere sul suo letto. Mi costrinse a guardarla. Vedevo i suoi occhi, erano azzurri, i suoi capelli biondo scuro. Mi ha sempre rasserenato l'azzurro, come il blu. Amavo quel colore. Subito mi calmai. Scesi dalle sue braccia e mi avvicinai all'armadio dove erano già presenti i due padri. Uno di loro, il mio, sporse la testa al suo interno. Lo guardavo da fuori. Mentre rovistava, impallidì e si fermò di colpo. Tirò fuori tutto il corpo, ma con il suo uscì anche quello di una bimba.

Era Taylor.

Mia madre corse dove ormai eravamo tutti accerchiati. Le braccia di mio padre stringevano un corpo quasi senza vita, quello della mia migliore amica. Suo padre la prese in braccio cominciando a piangere, supplicandola di resistere. Io mi resi conto di ciò che avevo fatto. Mentre eravamo all' interno dell' armadio gli era venuta una crisi di panico dato che eravamo in un luogo chiuso. Seguita da questo si era presentata l'asma. Questa la fece soffocare. Io non me ne ero accorta. Non sapevo cosa fare, l'unica cosa che riuscì a pensare era il fatto che colpa mia perché non ero riuscita a sentire niente, forse mi aveva anche supplicata di aiutarla, ma ero troppo impegnata e divertita dalla reazione dei miei genitori allo scherzo.

La Luce Del BuioWhere stories live. Discover now