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Continuammo a camminare un po' ridendo e scherzando. Sembravamo quasi ubriachi, la gente per strada ci guardava malissimo. Arrivammo a casa di Sauron verso le tre. Eravamo esausti così ci infilammo nel letto l'una abbracciato all'altra. Gli stampati talmente tanti baci su tutto il viso, lasciando anche tracce di rossetto che mi dovette fermare mettendosi a cavalcioni su di me.
"Solo così riesco a farti stare ferma è?" Disse tenendomi stretti i pugni e accarezzandomi il collo con umidi baci. Smisi di ridere quando senti le sue labbra a contatto con la mia pelle e chiusi gli occhi in preda al piacere. Mi tolse la parrucca che mi ero scordata di togliere prima di sdraiarmi e la lanciò al centro della stanza insieme alla retina, lasciando liberi i miei veri capelli. Lì accarezzo con la mano per lisciarli poi mi inumidì le labbra con un bacio. Ricambiai mordendo subito dopo il suo labbro inferiore facendolo sorridere. Glielo stuzzicai con la lingua poi mi prese a baciare più intensamente. Fece entrare la lingua nella mia bocca attorcigliandola con la mia. Posai la mia mano nei suoi bianchi capelli e ci affondai le dita. Mi tolse la maglietta e cominciò a stuzzicarmi il seno. A quel contatto gli tirai i capelli facendolo mugugnare dal dolore.
Quella notte eravamo stati insieme senza fare però, nulla di eclatante. Non dormí tutta la notte, nonostante avessi molto sonno. Mi giravo e rigiravo nel letto, certe volte alzandomi per affacciarmi alla portafinestra della stanza. Provai anche a leggere qualche libro ma non ce ne erano che mi interessavano particolarmente. Provai anche nel salotto, per vedere se almeno suo padre avesse qualche libro interessante ma trovai solo vecchie scartoffie, qualche rivista settimanale riguardante il golf, qualcuna riguardante pin pong, già, avete letto bene, pin pong e qualche libro di cucina. Sbuffando tornai in camera con Sauron cercando, ancora invano, di addormentarmi.
Sentì Sauron muoversi e cingermi la vita per stringermi a se. Sorrisi. Adoravo quando lo faceva, adoravo tutto di lui. Era davvero troppo cute quando stava con me.
"Buongiorno, piccola." Mi sussurrò.
"Buongiorno, amore."
Mi baciò.
"Ti va di fare colazione?"
"Certo."
Ci incamminammo ancora in pigiama verso la cucina e mi sedetti ad una sedia.
"Comunque dovrei trovare un soprannome per te."
"Na. Odio i soprannomi."
"E perché me ne hai dato uno?"
"Perché mi piace chiamarti così, ma non mi piace essere chiamato in nessun modo tranne Sauron."
"E amore?"  Lo stuzzicai.
"In che senso?"
"Non ti piace essere chiamato amore da me?"
Si avvicinò lentamente a me guardando il soffitto e picchiettando l'indice sul mento facendo finta di pensarci.
"Si quello mi piace."
"È pur sempre soprannome."
"Allora lo abbiamo trovato."
Lentamente continuava ad avvicinarsi a me con una espressione maliziosa in viso. Contorsi le labbra alzando un sopracciglio. Mi misi in piedi e mi avvicinai io a lui circondandogli il collo con le braccia. Quasi non ci arrivavo. Era troppo alto in confronto a me. Così si sedette e mi fece sedere sulle sue gambe. Ci scambiamo molteplici baci.
"Guarda come è bella la mia bambina appena sveglia..."
"Veramente non ho dormito..."
"Potevi svegliarmi, ti avrei fatto addormentare io." Disse con un sorrisino malizioso.
"Smettila!" Gridai sulla sua spalla. Rimase in silenzio per un po' accarezzandomi i capelli come solo lui sapeva fare. Mi fissava negli occhi sorridendo.
"Senti...con Emmett come facciamo?" Rimase in silenzio poi mi fissò nuovamente negli occhi.
"Dovremmo restare in casa di giorno e se vorremmo uscire lo faremmo quando inizierà a fare buio."
Pronunciate le ultima parole, sentimmo scattare la serratura della porta d'ingresso. Entrò un uomo, alto con i capelli bianchi, sulla cinquantina. Mi alzai di scatto e, imbarazzata mi guardai intorno.
"Em, buongiorno, signorina." Mi disse quell'uomo. Solo nel momento in cui avvicinò a Sauron mi accorsi di quanto erano uguali. Era suo padre, era palese.
"Buongiorno..." Dissi esitante ancora imbarazzata.
Avvicinò le labbra all'orecchio di Sauron e Sussurrò per non farsi sentire, ma fallendo, perché lo sentì benissimo.
"Ancora con una ragazza? Non ti è bastata la faccenda di Ella?"
Ella? A mo' te sta a piglià pe i culo amore mio.
Eccola. Si fece risentire. La mia cara e buona amica voce.
Tuttavia non aveva torto. Chi cazzo era quella Ella.
"Papà, basta. Con Ella è finita. È stato un brutto periodo."
Si alzò dalla sedia e si diresse verso di me. Alzando la voce mi presentò a suo padre. "Papà, lei è Jennifer, la mia ragazza. Jenny, lui è mio padre, Federic."
Lo guardai un po' titubante, poi, con una stretta di mano gli sorrisi.
"Avete già fatto colazione?" Chiese l'uomo.
"No, la sta-" Interruppi Sauron. "Si. È davvero buono il cibo che compra." Rimase spiazzato dopo che afferai Sauron dalla parte superiore del braccio per portarlo in camera sua.
"Ma che cazzo..."
"Che cazzo lo dovrei dire io. Chi è questa Ella?"
Ci rifletté un po' poi rispose.
"È la mia ex. Mio padre adesso ha paura che io mi innamori di nuovo dato che mi ha fatto del male."
"Che ti ha fatto?"
"L'ho trovata a letto con il suo ex. Non me lo sarei immaginato, non le avevo nemmeno mai letto la mente perche non mi sembrava giusto. Dopo ho scoperto tutto questo."
Lo feci sedere sul letto.
"È per questo che ti sei praticamente squarciato una mano?"
"No, quello era per te."
Sapevo che c'era altro. Me lo sentivo.
"Poi?"
"Poi...poi mi buttai giù dal balcone. Sono stato in coma ma mi sono ripreso in fretta. Dopo ciò non sono più andato a scuola per mia volontà ma entro settembre ci tornerò."
Lo abbracciai.
"Guai a te se fai una cosa del genere con me." Lo minacciai scherzosamente.
Sorrise e mi baciò svariate volte. Decidemmo di guardarci qualche serie su Netflax. Si, lì si chiamava Netflax.
"Guardiamo Gossip Girl?" Gli chiesi.
"Qui non ci sono le stesse serie che ci sono sulla terra. Che ne dici di questo? Onniposentum."
Annui. Sembrava bello.
Restammo lì tutto il tempo da soli. A mangiare pop corn e guardarci sfilze e sfilze di serie fino a sera.
Quando si fece buio decidemmo di uscire.

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