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Risi alla sua affermazione. Mi girai verso lo specchio e mi tolsi il rossetto e lo passai di nuovo. Una volta finito scesi giù da Sauron.
"Andiamo?" Mi chiese porgendomi il braccio per farmi mettere a braccetto.
"Che galantuomo!" Esclamai divertita.
Si avvicinò a me e mi baciò.
"Sei bellissima..."
"Ma?"
"Ma se qualcuno proverà anche solamente con la coda dell'occhio a guardarti se la vedrà male."
Strinsi il suo braccio.
"Ti adoro quando fai il gelosone." Fece una smorfia guardandomi con la coda dell'occhio.
Arrivammo al ristorantino dove ormai erano presenti tutti gli amici di Sauron. C'era anche il ragazzo visto poco prima e la sua ragazza. A quanto avevo capito si chiamavano Lucas e Jacline. Entrammo varcando la soglia della porta e subito mi accorsi di quanto fosse realmente elegante quel posto. Sembrava quasi come quelli sulla terra, forse era stato realizzato da un uomo terrestre.
"Ciao ragazzi!" Esclamò non troppo forte Sauron per salutare i suoi amici. "Vi avevo detto che vi avrei presentato una persona."
"È lei?" Gridò entusiasta una ragazza indicandomi.
"Si. Ragazzi, vi presento la mia ragazza."
Un gridolino da parte di tre ragazze lì presenti si disperde nell'aria.
Presi posto accanto all'unica ragazza che non aveva gridato ma solo fatto un sorrisino. Era vestita di blu e aveva i capelli viola.
Dopo averla scrutata attentamente mi presentai a tutti i ragazzi.
"Piacere, io sono Jennifer.
Porsi la mano a tutti e iniziarono ad elencare i nomi.
"Jacline."
"Anneliese."
"Fillia."
"Aron."
"Dylan."
"Ryder."
"Taylor."
"Taylor?" Chiesi in risposta.
"Si, mi chiamo Taylor."
"Mike."
"Lucas."
Erano davvero molti nomi da ricordare.
Sauron si sedette accanto a me e mi cinse la vita per stringermi a sé. Io sorrisi e, appoggiando delicatamente la testa sulla sua spalla chiusi gli occhi.
"Ordiniamo?"Chiese Lucas.
Feci segno di si con la testa e sorrisi, così prenotó il cameriere.
"Allora, Jennifer, parlaci un po' di te." Mi disse Jacline.
"Oh, si, certo. Bhe, ho quattordici anni, vengo dalla terra. I miei genitori hanno adottato molti ragazzi ed io sono l'unica di loro che in realtà è figlia di sangue. Poi, un ragazzo mi ha portato qui e poi mi hanno..." Guardai Sauron per chiedere se potevo andare avanti ma scosse la testa, così dissi semplicemente che delle persone su questo pianeta mi avevano adottata.
"Voi quanti anni avete?" Chiesi. Rispose Lucas.
"Taylor ha quattordici anni, Fillia ne ha quindici, Dylan, il più piccolo, ne ha quasi quattordici, Anneli-" venne interrotto da Dylan. "Era proprio necessario specificare che sono il più piccolo?"
"Certo, perché sei solo un bimbo min-"
"Wo wo wo wo. Le parole." Disse Fillia. "Continuò io. Annelise ha quasi sedici anni, Lucas sedici, Ryder quindici."
Annui, facendo finta che mi sarei ricordata tutto.
Quando stavamo ordinando Taylor mi chiese timidamente se, dopo aver mangiato potevamo uscire un attimo a parlare ed io annui, ma l'ansia per quello che mi avrebbe voluto dire mi accompagnò per tutto il tempo.
"Io ordino un... Cosa c'è all'interno del...come si legge questo coso?" Chiesi a Sauron che, quando vide il nome dello strano piatto nel menù rise di gusto. "Lanosa Surosa. Puoi chiamarla anche così. Il nome vero è un po' strano ma tu chiamalo così." Mi disse.
"Cosa c'è dentro?"
"Carne di unicorno, fag-"
"Carne di che?"
"Di unicorno."
"Ma esistono?"
"Certo."
"E chi avrebbe il coraggio di ucciderli?"
Avevo una faccia stralunata.
"Davvero credi a quel cretino?" Mi chiese Jacline. "Non esistono gli unicorni. Lì dentro ci sono-" Il cameriere la interruppe.
"Scusate, proteste muovervi? Ho un tantino da fare."
"Oh, si si, certo. Io prendo un Lanosa Surosa." Dissi consultando nuovamente il menù, ricordandomi però, che il nome scritto sul menù non era lo stesso che mi aveva consigliato di dire Sauron.
"Per me uguale." Disse Sauron in contemporanea con Taylor.
Per un' attimo mi persi a guardare i suoi occhi viola. Erano così familiari. No, non stavo pensando che era quella Taylor, perché era letteralmente impossibile che fosse ancora viva, ma mi sembrava di conoscerla, di averla vista già da qualche parte ed il suo costante silenzio mi faceva tremare la pelle. Nessuno le parlava, nessuno la considerava proprio perché non parlava ma, quando diceva anche solo una parola tutti si voltavano verso di lei stupiti del fatto che aveva parlato. Sembrava quasi me circa un mese prima, dove nessuno mi considerava. Sapevo che cosa si prova in quel momento, uno stato di imbarazzo e frustrazione talmente grande di cui non ti puoi liberare, quando qualcuno ti dice 'Allora sai parlare?' 'Ma allora ce la hai la lingua.' 'Wow! È la prima volta che ti sento parlare.'
Quando sei consapevole di non essere niente di speciale nel mondo, perché se fossi stata veramente speciale per qualcuno o qualcosa in generale, nessuno ti avrebbe offesa, nessuno ti avrebbe attaccata o risposto male. Quando 'Dovresti esprimerti un po' di più.' lo fai e 'Hai completamente torto! Perché non stai mai zitta?'
Quando alla fine ti ritrovi da sola in un piccolo angolo durante la ricreazione o a mensa perché tanto alla fine non ti parla nessuno.
"Jenny? Jenny? Allora che ne pensi?" Fu Fillia a risvegliarmi dal mio stato di trance.
"Cosa?"
"Cosa ne pensi del Lanosa Surosa?" Indicò col dito il piatto davanti a me che non mi accorsi neanche fosse arrivato.
"Oh, buonissimo!" Esclamai con un finto sorriso.
"Ma nemmeno lo hai assaggiato."
L'aspetto del piatto non era così invitante, era un intruglio marroncino. Rimasi qualche secondo a scrutarlo schifata e non osai toccarlo.
"No, ma sembra buono."
"Se non ti piace puoi sempre ordinare dei piatti terrestri."
"No, sembra buona ma non ho più fame." Su una cosa non avevo mentito. Avevo perso l'appetito, ma non solo per colpa di quell'intruglio che mi ero ritrovata nel piatto, ma anche per l'inquietudine che mi trasmettevano gli occhi di Taylor. So cosa state pensando: 'Sarà sicuramente quella Taylor.', ma sapevo di percerto che non era lei. Non era così, lei era così tanto spericolata... Era presto per saltare a conclusioni affrettate, trallaltro, anche io fino a quel maledetto giorno ero spericolata, poi, però, col tempo sono diventata sempre più apatica. Era strana quella sensazione. L'avevo già vista da qualche parte, ne ero certa. Sapevo di conoscerla, vedevo i suoi occhi e sapevo che conoscevano i miei e viceversa.
Mi ritrovai a fissare il vuoto davanti a me con le spalle poggiate sullo schienale della sedia e le braccia a penzoloni all'indietro quanto una mano mi afferrò il polso e mi trascinò via. Mi accorsi che era Sauron e che mi aveva piazzato davanti a lui.
"Cosa succede?"
"Niente, perché?"
"Avanti Jennifer, lo sai benissimo. Non mi prendere per il culo o mi costringi a leggerti nella mente."
"Non puoi, chi sei per violare la mia privacy?"
"Privacy? Davvero Jennifer? Senti, o mi dici cosa c'è che non va o ti riporto a casa."
"Basta!"Sbottai."Non sei nessuno per dirmi cosa devo fare, hai capito? Sei il mio ragazzo ma questo non vuol dire che sono di tua proprietà e che mi puoi comandare manco fossi un burattino." Mi resi conto che tutto il ristorante ci stava guardando.
"Ci stanno guardando tutti, dai usciamo, ne parliamo fuori." Mi afferrò per un braccio per portarmi fuori ma lo strattonai e lo feci sorprendere. " Non c'è niente da continuare."
"Mi stai lasciando? Di già?"
"No, non ti sto lasciando ma se continui a trattarmi in questo modo ci farò un pensierino."
Lì mi resi conto che stavamo insieme da nemmeno un giorno e già avevamo litigato. Uscì dal ristorante e corsi verso un parchetto lì vicino. Fortunatamente era poco illuminato, così da potermi lasciare il mio spazio per riflettere. Sembravo una bambina dell'asilo quando la mettono in punizione per qualcosa che ha fatto a pensare. Solo che in quel momento mi ci ero messa da sola in punizione. Tutto, tutto quanto stava andando a rotoli. I miei genitori che rischiavano di morire per colpa mia, Emmett che mi voleva morta e, a questo punto, anche Sauron che pensava di potermi 'comandare'. Non ne potevo più. Non c'è la facevo più. Era praticamente tutto finito. Se non avessi continuato a lottare non c'è l'avrei mai fatta. Non avrei mai salvato ne i miei genitori ne me stessa. Potevano rischiare anche i miei fratelli e, a questo punto anche i loro partner e la piccola Elisabeth. Stavo sclerando. Avevo ormai il vuoto dentro ed insieme a lui le mie grida che cercavano di uscire invano.
"Hey!" Sentì una voce femminile. Era Taylor.
"Hey."
"Cosa ti ha detto Sauron?"
"Niente."
"Sei riservata, è?"
Rimasi in silenzio.
"Sentì, che ne dici di raccontarmi cosa è successo?"
"E tu chi cazzo sei? Nemmeno ti conosco e vuoi già sapere la storia della mia vita?" Sbottai e lasciai uscire tutto ciò che mi combatteva dentro.
"Stai tranquilla, sono abituata a queste urla." Disse con un sorriso neutro.
"Scusa, io non so cosa mi sia preso."
"Tranquilla, non è successo niente. Avvolte fa bene sfogarsi." Disse mentre estraeva dalla borsa un pacchetto di sigarette.
"Ne vuoi una?"
"No grazie. Non sei un po' troppo piccola per fumare?"
"Ci sono molte cose che mi sono accadute nella vita che non erano adatte a una della mia età. Forse non erano adatte a nessuno." Rimasi in silenzio mentre lei accendeva la sigaretta.
"Come è la terra?" Mi chiese subito dopo.
"È bella, ci sono cibi fantastici, personalmente io preferisco la cucina italiana e quella giapponese, poi ci sono le piante, che al posto di essere viola sono verdi e-"
"Verdi? Pensavo fosse solo una leggenda."
"No, è vero."
"Chissà che tristezza..."
"In realtà è bellissimo, forse meglio del viola. Se avessi ancora il cellulare te lo farei vedere ma so dove possa essere."
Non rispose.
"Perché non parli mai con nessuno mentre con me si?"
"Perché mi trovo meglio a parlare in coppia che in gruppo. Singolarmente lo faccio anche con gli altri ragazzi.
"Ah, capisco."
"Senti, qualsiasi cosa sia successa con Sauron parlaci. Lui è un ragazzo d'oro."
"Da quanto lo conosci?" Le chiesi.
"Da quando mi ha salvato da quello stramaledetto Emmett Zizzi."
Oh guarda un po'! Il famoso e fenomenale Emmett fa di cognome Zizzi.
"Lo conosci?" Chiesi e lei annui tirando su con la sigaretta.
"E...solo per curiosità è... c'è stato qualcosa tra...ecco, te e Sauron?"
"No, mai successo niente, neanche un bacetto piccolo piccolo. Forse un abbraccio ma niente di che." Strozzò una risata all'inizio della frase.
Feci un sospiro.
"Non so cosa gli prenda oggi."
"E lui non sa cosa stia prendendo a te."
"Che vuol dire?"
"Che entrambe siete agitati e presi da qualcosa e allora vi sentite oppressi entrambi. Da quanto state insieme?"
"Da questo pomeriggio."
Fece una faccia sbalordita.
"Come da oggi pomeriggio? Ed ufficializzate già tutto andandolo a raccontare a destra e a manca?."
"Dillo a lui!" Sorrisi.
D'un tratto lo vidi davanti a me a qualche metro. Guardai negli occhi Taylor. "Va a parlargli." Le sorrisi e mi alzai dirigendomi verso di lui.

La Luce Del BuioWhere stories live. Discover now