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Taylor ci stava guardando aspettando che io e Sauron le parlassimo, mentre mi scambiavo con lui vari sguardi. Dopo varie richieste della ragazza di cominciare a parlare, quando mi decisi ad aprire bocca l'ansia cominciò a salire.
"Hai tutto il diritto di non crederci e di pensare ciò che vuoi, non ci credo neanche io a dire la verità.
Ciò che ti devo dire è molto importante e davvero non vorrei mai che tu pensassi che io stia mentendo ne tanto meno che Sauron stia reggendo il gioco.
La scorsa notte siamo andati in una biblioteca, penso che tu la conosca, è di una Disa. - annui invitandomi a continuare - Ciò che è accaduto è stato strano. Mi è apparso un libro ed ha cominciato a parlarmi. "
Taylor sbiancó.
" Ma tu lo sai che quel libro può essere invocato, anche involontariamente solo da un membro della famiglia reale?"Chiese balbettando.
"È proprio quello di cui ti volevo parlare. Il libro mi ha dettk che sono sorella di una certa Eona che dalla descrizione sembreresti tu e figlia del re e della regina addormentati. Mi ha detto che Eona sei tu e che io mi chuamo Astoria. Tu sai qualcosa?"
Abbassò la testa, mise le mani sul viso, sembrava che stesse piangendo, ma singhiozzi non se ne sentivano. Mi avvicinai di più a lei sulla panchina dove si era seduta e le poggiai una mano sulla schiena incurvata. Senza nemmeno avere il tempo di capire se stesse realmente piangendo che si girò di scatto verso di me e mi avvolse le braccia intorno al collo per abbracciarmi.
"Sei mia sorella! Tu sei mia sorella! Ti sto aspettando da quando ti hanno portata via, da quel maledetto giorno che neanche ricordo, che avrei voluto non arrivasse mai. Sapevo che eri qui, ti sentivo vicina ma non capivo chi potessi essere. Astoria è il tuo nome e noi siamo sorelle. Il libro che hai invocato si chiama Astromix e non mente, ti dice la verità sul passato, sul presente e sul futuro. Non mi è mai stato permesso farne uso, dato che se fosse apparso avremmo subito scoperto chi fosse Astoria. E sei tu... Non ci posso credere..."
Non mi stupì di nulla, infondo avevo capito che tutto ciò era vero, ma il fatto che mi fu confermato mi fece emozionare, quasi da farmi piangere, cosa che non spesso mi succedeva. Tutto ciò di cui il mio cuore si era svuotato negli ultimi tempi, gioie, paure, tristezza, felicità, malinconia, tornarono al loro posto, dove da poco avevano trovato casa e subito se ne erano andati.
"I tuoi capelli?" Esclamò ad un tratto. Mi tolsi la parrucca, avevo capito ciò che stava cercando dirmi, i miei capelli blu. Mi ricordai di tutti i sogni fatti, li ricollegai a quel momento, come dei pezzi di puzzle tutto combaciava. Sentivo ciò che provava, improvvisamente ho sentito una connessione potentissima a lei, un filo invisibile che ci collegava e che ci ha sempre collegate sin da quando siamo state concepite, nonostante per anni siamo state separate, talmente lontane, in due mondi diversi, abbastanza da non farmi sentire quel nastro sul polso che ho sempre avuto. La terra non era il mio mondo, il mio posto, mi era sempre mancato un pezzetto di me.
Sauron intanto si era allontanato da noi per farci vivere quel momento nel miglior modo possibile.

Pov Taylor

Mia sorella era accanto a me ed altre volte lo era stata senza che io me ne fossi accorta. La mia vita è stata una lotta continua nel ritrovare Astoria, nel trovare un modo per liberare i miei genitori dal lungo sonno che a loro, proprio a loro era spettato. Ho passato i miei primi anni a cercare risposte sui libri e nella musica, illudendomi che un giorno sarei riuscita a trovarle. Quelle raccolte di parole erano solo un biglietto per un breve viaggio nella mia mente, dove tutto era perfetto. Sono stata letteralmente cresciuta dalle guerre di Asima, dalla vista di soldati e soldatesse che hanno perso la vita lottando contro guerrieri di altri partiti, dalla voglia di avere una vita normale, con dei genitori, mia sorella gemella ed eventualmente altri fratelli. Avevo davanti la ragione per cui per anni ho resistito all'istinto di buttare tutto all'aria, lasciare perdere ciò che avevo costruito e scapparmene in un posto lontano dove avrei potuto crearmi una nuova vita allenandomi all'esercito dove mio nonno ha cominciato a studiare già dai dodici anni. Non resistetti nel piangere e abbracciarla forte, tenendola nelle mie braccia per quanto mi era possibile.

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