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"Vado giù ad aprirgli, te resta qui e stai tranquilla. Mi raccomando, lascia che il cuore parli da sé e vedrai che tutto si risolverà" mi disse Caterina guardandomi negli occhi.
"Grazie" dissi io tentando di essere convincente.
Ero completamente nel panico, mentre guardavo la mia amica chiudere la porta dietro di sé continuavo a mandare giù il the bollente ripetutamente.
Arrivai a finirlo in pochi secondi, mentre tentavo di attuare qualche meccanismo su me stessa che non riuscivo ancora a capire se volte al non pensare a nulla o sul trovare le parole da dire.
Proprio mentre tentavo di capire quali giochetti strani stesse facendo la mia mente la porta si aprì.
Alzai lo sguardo
Il mio cuore perse un battito
Jeans blu, maglia bianca, sneakers bianche
impeccabile
come sempre
"Ei" disse con un sorriso ed avanzando verso di me.
"Ei" dissi io, volgendo ora il mio sguardo sulla tazza di the ormai vuota.
Si era posizionato di fronte a me sul letto, alzai lo sguardo nuovamente per incontrare meglio i suoi occhi.
Mi bastò poco per notare che aveva già capito, i suoi occhi stavano scrutando la mia figura e le sue labbra leggermente socchiuse mi fecero capire che avrebbe potuto innervosirsi da un momento all'altro.
"Cosa devi dirmi" disse più serio.
Ispirai profondamente, tentando come di inalare nell'aria parole da poter utilizzare.
"Non so da dove iniziare" dissi guardandolo negli occhi "non so neanche bene cosa dire..." feci una pausa "io non so se questo nostro rapporto sia la cosa giusta per noi due, non credo che potremmo mai permetterci una situazione di stabilità in futuro e sappiamo entrambi che arriveranno prossimamente diverse limitazioni che ci comprometteranno" tentai di spiegare.
"Arriva al punto" disse lui.
Le sue mani si erano strette in pugni, il suo sguardo stava divenendo più cupo.
"Non è quello che vorrei fare, ma penso che la cosa più giusta per entrambi in questo momento sia di lasciare andare un po' la situazione e..." non riuscii a terminare ciò che volevo dire dato che lui mi interruppe bruscamente.
"Lasciare andare la situazione? Eva non girare intorno alle cose, vuoi lasciarmi?" disse con tono arrabbiato.
"Nick vorrei che tu capissi che non è assolutamente ciò che vorrei fare" cercai di dire con la voce che piano piano cominciava a tremare.
"Beh forse non sai spiegarti abbastanza dato che in pratica vuoi che ci lasciamo o forse dovrei dire 'lasciare andare la situazione'?" mi rispose lui facendo le virgolette.
"Nick io tra poco più di un mese ripartirò, incomincerà un nuovo percorso sia per te che per me e non voglio che questo rapporto possa farci stare male o possa precluderci delle esperienze di alcun genere" non avrei potuto sostenere ancora a lungo quella conversazione.
"Ah quindi è questo, ti sei goduta la permanenza e adesso il tempo sta per scadere e stai cominciando a pensare che non vuoi ritornare fidanzata perché poi hai paura che questo, ossia io, possa precluderti qualche esperienza?" era davvero alterato, il suo tono stava aumento.
"No Nick non è questo quello che intend-" non feci in tempo a finire la frase.
"Non mi frega di quello che intendevi, sai cosa sei?" si alzò violentemente dal letto facendomi sobbalzare. Cominciai a percepire ogni millisecondo che separava una sua parola da un'altra e progressivamente il mio cuore rimpicciolirsi sempre più "sei solo un'egoista, stai facendo questo pensando solo a te"
Non riuscivo a parlare, non riuscivo a spiegarmi, tentavo di pensare a qualcosa da rispondere ma ogni parola in mente svaniva immediatamente.
"E sai cos'altro sei?" continuò lui.
Il cuore comincio a battermi veloce, sapevo cosa stava per dire ma speravo che non lo stesse per dire realmente.
"Una puttana" disse guardandomi con occhi rabbiosi, voltandosi poi subito dopo.
Arrivò alla porta e si voltò leggermente, senza però guardarmi direttamente.
"Desiderio esaudito, non stiamo più insieme. Puoi tornartene a casa e scoparti chi vuoi" concluse aprendo la porta e sbattendola dietro di sé subito dopo.
Avevo ancora la tazza in mano e gli occhi volti verso la porta.
Non riuscivo a realizzare.
Non riuscivo a capire perché non ero stata in grado di dire niente.
Non riuscivo ad alzarmi.
Non riuscivo a parlare.
Non riuscivo a chiamare Caterina.
Non sapevo cosa fare, cosa pensare.
Impiegai diversi secondi a riprendere il possesso di me stessa, ma oramai era tardi.
Oramai i toni si erano alzato, il litigio si era concluso e Nick era andato via, con lui la nostra relazione ed i momenti più belli che io avessi mai passato.

please don't go// Nick AustinWhere stories live. Discover now