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La mattina dopo mi svegliai con un forte mal di pancia.
La sera prima non avevo cenato,la frase di Ryland mi aveva fatto passare la fame.
Non ero riuscita neanche a dormire bene.
Mi ero girata e rigirata più volte nel letto a causa dei pensieri che non riuscivano a lasciarmi sola.
Sbloccai il telefono e notai svariate chiamate perse da mia madre.
"cazzo" dissi premendo subito il pulsante della chiamata.
Ci furono tre squilli e poi sentii la voce spenta di mia madre.
"Eva" disse solamente.
"Mamma cosa è successo? Perché mi hai chiamata tutte queste volte?"
Non rispose subito, ci furono alcuni attimi di silenzio.
"Eva, nonna" al solo sentire quelle parole compresi tutto.
Una lacrima rigò il mio viso.
Sentii dei singhiozzi, che mi fecero stare solo peggio.
Stava male da tempo, sveniva in continuazione.
Erano più le giornate che passava in ospedale che quelle spese in casa.
Il suo cuore stava cominciando a reggere sempre di meno tutto quel via vai ed ora aveva ceduto definitivamente.
"Prendo il primo aereo che trovo ed arrivo" dissi chiudendo la chiamata.
Corsi giù dal letto mettendo velocemente una tuta e delle scarpe da ginnastica.
Presi lo zaino mettendo dentro il portafogli ed il passaporto.
Andai in camera di Caterina, stava ancora dormendo.
Non volevo darle preoccupazioni, non ora che era così contenta per Chase.
Scesi giù in cucina e le scrissi brevemente su un foglietto cosa era successo e che stavo andando in aeroporto.
Chiamai un taxi uscendo fuori e fortunatamente arrivò nel giro di pochi minuti.
La testa stava per scoppiarmi, questa cosa non doveva proprio succedere.
Io non sarei dovuta partire, l'unico motivo per il quale non volevo partire era lei.
Sarei dovuta restare in modo da poterla aiutare come avevo sempre fatto.
Avrei potuto passare più tempo assieme a lei, mentre ora mi ritrovavo con le lacrime agli occhi a distanza di migliaia di chilometri da casa.
Cercai su internet i voli diretti per l'Italia e fortunatamente ne trovai uno che sarebbe partito dopo tre ore.
L'aeroporto era pieno di persone contente di partire per le proprie vacanze, mentre io vagavo sola andando a sbattere in continuazione alla gente.
Un ragazzo mi aveva appena dato una spallata dicendomi "stai attenta a dove vai" ma non mi voltai neanche a guardarlo.
In quel momento non avevo nient'altro in mente se non lei.
Mi misi ad aspettare l'apertura del gate appoggiandomi ad un vetro gigante.
Anche il cielo fuori era diventato grigio.
Tentavo in ogni modo di non pensare a nulla, avrei voluto semplicemente reprimere qualsiasi pensiero e tornare indietro nel tempo.
Venire qui a Los Angeles era stata un'idea pessima.
Avevo sprecato due giorni in una delle città più belle del mondo appresso a dei ragazzi ottusi che pensavano solo a come aumentare la loro popolarità e ad un bipolare.
Mi ero convinta di stare per lasciarmi alle spalle solo un brutto ricordo arrivando in America, mentre l'unica cosa che avevo lasciato alle spalle era il solo membro della mia famiglia che amavo con tutto il mio cuore.
Non avevo riflettuto bene ed ora ne stavo pagando le conseguenze.
Mia nonna non c'era più.
N/A
volevo ringraziare davvero tutte voi che mettete le stelline e che commentate!! davvero grazie mille

please don't go// Nick AustinTahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon