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Eravamo in macchina.
Josh ci stava portando a casa mia e si sarebbe occupato lui di qualsiasi nostro spostamento.
Dissi subito a Nick che non serviva,infondo avevo la patente e macchine da utilizzare ma mi rispose che Josh lo faceva con piacere.
Eravamo sui sedili posteriori ed eravamo diretti verso casa mia.
Ero un fascio di nervi, non sapevo come avrebbero mai potuto reagire i miei genitori.
Li avevo avvertiti del fatto che sarebbe venuto Nick e gli avevo anche annunciato del nostro rapporto; inutile da dire che mia mamma non si espose neanche troppo, limitandosi a dire "almeno verrai".
Non mi aveva chiesto null su Nick, anche perché tanto non gli importava.
Mio padre non lo sentivo da settimane, non avevo un brutto rapporto con lui.. era sempre stato più impegnato con il lavoro rispetto a mia mamma per immaginare di passare del tempo con me.
Non c'era mai stata l'opportunità probabilmente.
"È questa?" sentii chiedere da Josh.
"Sì, lasciaci pure qui" dissi indicando il marciapiede.
Alla mia vista si presentò di nuovo quella villa bianca.
Ovviamente abitavamo in una delle
zone migliori della città, costellata tutt'intorno da altre ville simili.
La nostra però mi apparve improvvisamente inconfondibile.
Scesi ed andai a prendere la valigia, salutai Josh ed aspettai che Nick mi raggiungesse.
"Stai tranquilla" mi disse lasciandomi un veloce bacio sulle labbra.
Gli lanciai un piccolo sorriso e mi diressi poi verso la porta.
Suonai il campanello e guardai per un attimo Nick.
Mi sorrise.
I miei occhi cercavano in lui un sostegno, un punto di forza, cercavano il mio dolce Nick.
Sentii dei passi venire verso la porta e voltandomi, in qualche millesimo di secondo apparve alla mia vista mia madre.
"Piccola mia!" disse stringendomi in un abbraccio.
Tentai di farla passare nella mia mente come una cosa usuale, ma tutto era fuorché usuale.
Probabilmente mia mamma stava inscenando quel teatrino della brava madre a cui manca la figlia solo per Nick.
"Ciao mamma" mi limitai a dire.
Lei si staccò dall'abbraccio e si girò verso Nick.
Notai come lo squadrò dall'alto al basso, come suo solito.
"Tu devi essere il ragazzo di mia figlia" percepii il suo tono amaro e sperai che Nick non ci avesse fatto caso.
"Sono Nick, piacere signora" disse porgendogli mano.
"Emanuela, piacere mio" disse stringendogli la mano e con un sorriso fintissimo in volto.
Era brava a fingere e quella era forse un'abilità che io avevo appreso da lei; ero certa che Nick non lo avesse notato, era comprensibile dalla sua serenità.
"Entrate pure, Carmen vieni a prendere le valigie dei ragazzi!"
E subito fece la sua comparsa la povera donna delle pulizie, o meglio l'ennesima nuova donna delle pulizie.
"Salve Carmen" dissi io sorridendole.
"Salve signorina, vuole che le porti in camera sua?" mi chiese l donna con fare gentile.
"Stia tranquilla, posso benissimo portarle io" tento di dire Nick.
Amavo quel suo puro modo di essere, ma ovviamente mia mamma dovette mettersi in mezzo al discorso.
"No stai pure tranquillo, la paghiamo apposta per questo.Carmen vai pure a metterle su in camera" disse fissando la donna.
Nick mormorò un "oh okay" ed io mi limitai ad osservare la donna portare sugli scalini le nostre due valigie pesanti.
Era sempre stato così, diciotto anni passati a lottare con arroganza,egoismo e presunzione fatta persona.
"Se avete bisogno di qualcosa da bere o da mangiare chiedete pure a Carmen, io ora devo andare nello studio perché ho una riunione online importante. Tuo padre tornerà per l'ora di cena a casa, il che vuol
dire tra qualche ora" disse sfoderando un altro dei suoi falsi sorrisi e poi andare verso il corridoio.
La guardai entrare in una stanza e solo quando sentii il rumore della
chiave chiuedere la porta mi risvegliai da quello stato momentaneo di trans.
"Benvenuto a casa mia" dissi guardando Nick.
"Beh sinceramente mi aspettavo peggio" disse facendo un risolino.
"Vieni andiamo in camera mia" gli dissi prendendolo per mano e andando verso le scale.
Arrivammo di fronte camera mia e prontamente la aprii.
Era rimasto tutto come era sempre stato:il mio grande letto con di fianco il comodino pieno di libri.
La scrivania bianca con sopra i miei vecchi libri di scuola ed altri libri che avevo letto.
Gli armadi con dentro i miei infiniti vestiti.
A quanto pare mia mamma non aveva ancora messo lo zampino sul muro ed aveva ancora lasciato le foto che avevo attaccato.
Vidi Nick andare ad osservarle e dopo poco si girò verso di me ridendo.
"Che brutta che eri da bambina"
"Ma non è vero!" dissi andando verso di lui e lanciandogli un pugno amichevole
Stavo guardando assieme a lui la parte di muro che anni fa avevo riempito di foto e ad un certo punto mi soffermai su di una.
Rimasi qualche secondo ad osservarla, per la priam volta non sentendo nulla al mio interno.
"Era tua nonna questa vero?" mi chiese Nick guardando la foto su cui mi ero soffermata.
Annuii.
Sentii le sue braccia circondarmi e le sue labbra lasciare un bacio sulla mia testa.
Mi strinse a sé e mi coccolò per qualche minuto, nel frattempo notai come all'interno della mia mente non passasse più alcun pensiero.
Sentivo la testa pesante, ma nulla mi sfiorava la mente.
"Perché non dormiamo un po' prima di cena?Lo so che tanto non hai dormito niente in aereo" mi disse lui.
Annuii.
Mi diressi verso l'armadio e ne presi il pigiama.
Levai sotto lo sguardo di Nick la tuta ed indossai poi il pigiama.
Mi sdraiai poi di fianco a quello che ormai potevo definire il mio ragazzo e mi posizionai sotto le coperte.
"Non ti cambi?" gli chiedo.
"Non ho voglia di presentarmi a tuo padre in pigiama" disse levandosi le scarpe e mettendosi anche lui sotto le coperte.
Si girò di lato e comincio ad accarezzarmi i capelli.
Si sporse verso di me e mi diede un bacio per poi sussurrare:
"Dormi amore, sei stanca da morire e ti si legge in viso. Tu sveglierò io quando sarà ora di cena"
Lo abbracciai e lasciai che le sue braccia mi portassero da Morfeo.

please don't go// Nick AustinWhere stories live. Discover now