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Nick quindi aveva appena detto che ero occupata?
Lo vedo portare i cartoni delle pizza sulla tavola e dire qualcosa, ma la mia mente era ancora offuscata ed il mio cuore stava ancora battendo velocemente.
"Terra chiama Eva" dice lui sventolando la mano.
Scuoto la testa.
"Si scusami stavo pensando ad una cosa" dico.
"Ma vuoi rimanere lì impalata alla porta per tutta la serata?"
In effetti ero ancora lì davanti alla porta da qualche minuto ormai.
Vado verso di lui, che ormai aveva già aperto le pizze ed aveva posato piatti e bicchieri in tavola.
"Cosa vuoi da bere?" mi chiede andando verso il frigorifero.
"Va bene dell'acqua grazie" dico sedendomi sulla sedia ancora con la testa da un'altra parte.
"Tutto okay?" mi chiede lui guardandomi e posando  la bottiglia dell'acqua sul tavolo.
Mi giro verso di lui forzando un sorriso e tentando di essere il più convincente possibile.
"Sì stai tranquillo, ora mangiamo ho fame" cerco di cambiare il discorso.
La cena scorre tranquilla, Nick mi parla di diverse cose, accennando ad una festa che si sarebbe svolta a casa loro tra qualche giorno.
Finiamo di mangiare e vedo sul telefono che sono le undici.
Sono indecisa sul cosa fare, non so se tornare a casa e mettermi a dormire.. in modo da poter far sparire qualche pensiero.
Noto che Nick sta cominciando a mettere via le cose dal tavolo e ne approfitto per andare a cercare le scarpe.
'Ma dove cavolo le ho messe?' mi chiedo cercandole per casa.
'Forse le ho lasciate in camera di Nick'.
Vado su senza fare troppo rumore, vorrei sbrigarmi a trovare le scarpe in modo da poter "liquidare" la serata.
Sembra brutto da dire, ma le parole di Nick mi avevano scossa tremendamente.
Lui mi piaceva e non poco, ma il pensiero che da lì a pochi mesi sarei dovuta ritornare a casa mi poneva diversi limiti.
"Forse sono sotto il letto" dico tra me e me appoggiandomi per terra e cercandole.
Ovviamente non trovai nulla.
Opto allora per l'armadio, magari Nick le aveva posate lì.
Apro un'anta e finalmente trovo i miei benedetti stivali;mi sporgo per prenderli e mi accorgo che erano stati messi proprio di fianco ad una scatolina rossa.
La curiosità di persale e in qualche frangente di secondo sono sempre lì con quella scatolina rossa in mano.
La apro curiosa e mi ritrovo semplicemente diversi cofanetti contenenti delle pasticche.
Leggo le targhette e capisco che sono le pasticche che Nick mi ha detto di dover prendere ogni giorno.
Prendo in mano un cofanetto e me lo rigiro fra le mani, possibile che da quattro anni ancora non avesse risolto questo problema con tutte queste medicine?
Mi accorgo poi della presenza di una targhetta con segnati dei numeri, o meglio date: su questa c'era scritto 25/02/20-25/03/20
Erano le date entro cui Nick avrebbe dovuto prenderle, ma era ancora tutto pieno.
Ne presi in mano un'altra e su questa c'era scritto:
25/05/20-25/06/20
anche questa piena.
Ne trovai poi un'altra più grande anche questa piena, con su scritto
25/06/20-25/07/20
Alzo il barattolino in alto per esporlo alla luce e noto che anche questo era pieno.
Ma quelle erano le pasticche che da un mese a questa parte Nick avrebbe dovuto prendere e così valeva anche per tutti gli altri barattoli.
Nick non prendeva nulla di quello che gli era stato prescritto
Nick non si curava
O mio dio
Proprio nel momento in cui ero intenta a frugare ancora in quella scatolina entra Nick.
"Ma si può sapere che cosa ti prende?" inizia, ma vede poi cosa ho in mano e soprattutto la mia espressione alquanto sconvolta
"Perché hai quella scatola in mano?" dice venendo verso di me e togliendone la dalle mani.
"Nick.." incomincio col dire io.
"Eva perché l'hai presa?" dice alzando leggermente la voce.
"Nick io stavo cercando i miei stivali" dico indicandoli per terra "e l'ho trovata"
"Beh grande, non ti azzardare più a toccare qualcosa di mio senza il mio permesso" dice scocciato.
Le sue parole ed il suo tono di voce sono taglienti, ma cerco di non darlo a vedere e tento di capire meglio la situazione.
"Nick queste sono le pasticche che dovresti prendere" dico mostrandogli il barattolo che tenevo ancora in mano.
Lo vedo annuire.
"Hanno delle date, in cui dovrebbero essere prese" continuo a dirgli cercando il suo sguardo.
Lui non mi guarda, ha il viso rivolto a terra.
"Non ne hai presa neanche una, dall'inizio di quest'anno" termino.
Ha ancora lo sguardo rivolto al pavimento, decido quindi di portare le mie mani sul suo viso e voltarmi verso di me.
"Guardami"
Mi guarda per un secondo, per poi spostarmi ed andare verso il letto.
Fin dall'inizio avevo capito che c'era qualcosa che non andava in questo ragazzo e quando ieri sera ho accettato al volerlo conoscere meglio ho accettato tutti i rischi che ci sarebbero stati,incluso questo.
Lo seguo e mi posiziono di vicino a lui.
"Ei" provo a dire.
"Perché non prendi più queste pasticche?"
Lo vedo tentennare, ma poi si convince a parlare
"Dall'inizio di quest'anno le cose all'interno della mia famiglia sono peggiorate, i miei genitori hanno divorziato ed io ci sono stato terribilmente male. Non mi hanno più accompagnato a nessuna visita e dopo le prime due ho smesso di andarci inventando scuse. Verso metà gennaio mi sono trasferito qui con tutti gli altri ed a parte Ryland e Chase,nessuno sa del mio problema.
Volevo ritornare ad una vita normale,sentirmi a mio agio, amato e stare con i miei amici, quindi ho smesso di prendere le pasticche e le ho nascoste in quella scatolina.
Ogni volta che sento di cambiare umore mi chiudo in camera in modo da non dare nell'occhio con gli altri"
Quel ragazzo non aveva da badare solo alla bipolarità, non mi sarei mai immaginata avesse anche problemi di insicurezza ed in famiglia.
Forse ero stata troppo occupata a pensare a me ed ai miei sentimenti per fare caso al vero Nick.
In men che non si dica lo abbracciai, in quel momento quel ragazzo aveva solo bisogno di affetto.
"Ei stai tranquillo" comincio a dire "Non hai di che vergognarti, la bipolarità non è un problema così grave e poi i tuoi amici avrebbero sicuramente capito e ti avrebbero aiutato. Non devi nasconderti quando hai questi momenti e poi anche se pensi di non avere nessuno, non è assolutamente così. Tu hai Ryland,Chase, tutti gli altri ragazzi... e poi hai me" dico accarezzandogli la mano "io ci sarò sempre per te Nick,in qualsiasi momento ed a qualsiasi ora"
Finalmente lo vedo girarsi verso di me.
I suoi occhi azzurri,stanchi e tristi si incontrano con i miei color miele pieni di speranza.
"Posa il barattolo di fianco al tuo letto assieme a quella bottiglia d'acqua, in questo modo ti verrà automatico ricordartene e prenderla la mattina"
Prendo il barattolino delle pasticche del mese di giugno/luglio e ne prendo una.
Prendo poi la bottiglia dell'acqua che stava di fianco al suo letto e gliela porgo.
"Tieni,ricomincia a prenderle da ora" gli dico.
Lui annuisce e dopo aver sorseggiato un goccio d'acqua mette in bocca la pasticca e la ingoia.
"Non lasciare che il lavoro fatto per tre anni venga rovinato per qualche problema, se i tuoi hanno divorziato sarà stato perché ne avevano bisogno. Non essere triste perché non sono più insieme ma sii felice perché era quello che volevano loro" dico continuando ad accarezzargli la mano e guardarlo negli occhi.
Lui mi fa un mezzo sorriso, per poi dirmi
"Resta"
Lo guardo confusa.
"Resta qui,con me"
"Non so,dovrei avvertire Cate" dico indecisa.
"Per favore, rimani qui a dormire con me"
Non ce la facevo a dirgli di no, nè la mia testa nè tantomeno il mio cuore volevano rinunciare a quella proposta.
"Resto qui" gli rispondo con un sorriso.
Annette dopo poco le sue labbra alle mie per lasciarmi un soffice bacio gratificante.

please don't go// Nick AustinWhere stories live. Discover now