Capitolo 19 -Destino-

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-Perché sei un cielo, poiché sei un cielo pieno di stelle, sto per darti il mio cuore perché sei un cielo, poiché sei un cielo pieno di stelle e perché illumini il mio cammino. (Coldplay)

Mi voleva rovinare, ne sono certa. Come poteva dirmi che mi amava dopo tutto quello che sta succedendo tra lui ed Elizabeth, me e Alessandro? No, no, non ora almeno. Volevo essere felice, e, invece mi ritrovo a sentirmi dire da qualcuno che mi ama. Dovrei essere felice, ma in questo momento non ce la faccio proprio. Mi voleva rovinare, ne sono sicura. Voleva provarci e dire: "Cavolo, si, ce l'ho fatta! L'ho distrutta e adesso la vedrò soffrire e mi godrò tutta la scena." Alla fine è cattivo, non ha un cuore, un fottuto cuore non ce lo ha. Siamo come l'acqua e il fuoco, l'olio e l'aceto, il dolce e l'amaro, se lui mi dice bianco io rispondo nero, se lui mi dice nero io rispondo bianco. Siamo qualcosa che complessivamente si autodistruggono e ne vanno fieri. Sono fieri di soffrire così come ha sofferto Romeo per Giulietta. Ho combattuto come hanno fatto Renzo e Lucia, ma poi arrivi a un certo punto in cui dici basta e vuoi andare avanti, o almeno ci vuoi provare. Ricordare mi faceva paura, ma avevo ancora più paura a dimenticarlo. Non lo volevo dimenticare, era una parte importante della mia vita. E allora come avrei fatto? Come avrei raggiunto il massimo della mia felicità se c'era lui a tormentarmi? Basta, ormai era deciso. Doveva fare parte del passato. Lui deve sposare Elizabeth perché la ama e al momento è solamente confuso. Bussano nuovamente alla porta e già potevo immaginare chi fosse...

-Andrea vattene! Non sono dell'umore giusto per continuare a discutere.- ma nonostante le mie imprecazioni contro di lui ha continuato a bussare insistentemente. Stanca ormai di quel rumore decido di aprirgli e magari picchiarlo per quello che aveva detta, ma il suo corpo viene sostituito da quello di un Alessandro furioso.

-Ehi, cosa fi fai qui?- chiedo titubante.

-E così lui e venuto qua?- se ti ci avvinavi potevi vedere il fuoco che gli usciva dalle orecchie. Cosa avevo combinato? Perché niente andava per il verso giusto? Provai a sorridere, ma più che altro era un sorriso tirato, forzato. Un sorriso senza alcuna voglia di vivere, un sorriso senza alcuna voglia di essere nato.

-Dimmi solo la fottuta verità. Non chiedo molto. Cosa ci faceva nel tuo appartamento? Avete per caso...-

-Cosa? No, per l'amor del cielo. Cosa ti salta in mente? Noi non abbiamo fatto quello... quello che insomma pensi tu. È venuto solo a parlarmi e a dirmi che... a dirmi che il matrimonio o meglio l'organizzazione della cerimonia stava andando benissimo. Voleva solo congratularsi con il mio lavoro.- Forse sono stata poco credibile, ma poco importa. Se voleva stare con me doveva avere fiducia in quella persona semplice che sono, anche se in questo momento non me la dovrebbe dare visto che gli ho mentito. Sembra poco convinto, ma alla fine cede regalandomi uno dei suoi meravigliosi sorrisi.

-Ti ha toccata?- lo guardo confusa, ma solo dopo capisco che si riferisce fisicamente.

-Non abbiamo fatto sesso, ne mi ha violentata e neanche maltrattata. Puoi stare tranquillo.- sorrido. Quando mi rendo conto delle cose che ho appena detto arrossisco violentemente.

-Te lo hanno detto che quando sorridi sei l'ottava meraviglia del mondo?- Andrea me lo diceva sempre, ma provo a non pensarci. Ormai Andrea è un capitolo chiuso durato un bel po di pagine. I lettori molto probabilmente si saranno stancati e vogliono smettere di leggere questo libro, ma io li farò ricredere. Inizierò un nuovo capitolo, uno più bello e con meno sofferenze. Un capitolo dove il mio migliore amico è il sorriso. Un sorriso vero!

-Vuoi entrare?- elimino tutte le mie paure e mi faccio coraggio per ricominciare a scrivere. Ce la devo fare. Posso amare di nuovo. Questa volta mi sento veramente pronta. Mi prende per mano chiudendo la porta alle sue spalle e abbracciandomi di dietro per la vita facendomi sorridere. Il nostro secondo giorno insieme.

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