Capitolo 24 -Fidarsi è bene, non fidarsi è ancora meglio-

451 22 0
                                    

"Cerco un sorriso dentro un pianto" (Dear Jack -Il mondo esplode tranne noi)
Il buio si impossessa delle mie pupille prima che potessi replicare. Non ho avuto la forza di aprirli ne di cercare di capire cosa stesse succedendo. Sento solo la voce di Alessandro e le sue parole mi mettono molta paura. Sono dure e la sua voce è roca. Sono sicura che stiamo salendo le scale dato il suo respiro affannato e i passi lenti e pesanti. Sempre star facendo fatica. Provo ad aprire gli occhi, ma questi sono molto pesanti e non riescono ad aprirli. È inutile sforzarsi. Il cervello, i miei muscoli non eseguono i miei comandi, e diventato complicato ormai stare a passo con la realtà è diventato impossibile. L'unica cosa che vedo è il buio, oni tanto una luce bianca, forse sono in paradiso.
-E adesso ci penso io a te.- l'eco di una voce lontana, l'eco della rabbia, del dolore. Qualcuno mi lega per bene i polsi, presumo sia lo stesso Alessandro, per poi fare passare sul mio braccio qualcosa di pungente. "Brucia" penso tra me e me. Il dolore non sembra cessare, forse perché ancora non è uscito totalmente dal mio corpo, o forse si? Dio non so più che cosa pensare, è così complicato. Sembravo veramente felice all'inizio: avevo un lavoro che mi piaceva mentre adesso lo stesso lavoro mi sta distruggendo. Mi ha portato a conoscere persone che apparentemente sembravano meravigliose invece non lo sono affatto. Per poi non parlare del fatto che a causa di questo lavoro si sono aperte le lacune più profonde del mio cuore.  Andrea,  il mio unico grande amore che continua a farmi soffrire nonostante non vorrebbe.
-E adesso, sarai mia. Per sempre, amore mio.- sono le ultime parole che sento dire ad Alessandro prima di cadere una volta per tutte in un sonno profondo.
Alessandro
Finalmente mia, solo mia e di nessun altro. Il mio piano sta procedendo per il migliore dei modi e nessuno mi potrà ostacolare. Andrea sarà sicuramente per la strada del ritorno e quindi posso fare del mio pollo ciò che voglio. Vederla li, legata nuda sul suo letto mi fa un certo effetto portandomi un'immediata erezione. Solo lei riesce a farmi questo effetto dopo Johanna. Si, lei, l'unica che è riuscita a farmi provare che cosa significa amare, l'unica che è riuscita a farsi donare il cuore per la prima volta. L'unica prima di Sophie. Ma lei mi fa uno stranno effetto, un effetto mai provato prima d'ora e che non non credo di provare mai.
Penetro in lei in modo molto lento per non svegliarla e per non farle sentire dolore aperti gli occhi. Alla fine non sono poi così un mostro come tutti credono. Spingo in profondità facendo in modo di soddisfare i miei bisogni fisici che in questi ultimi periodi sono stati messi un po da parte. Mi sento quasi libero trovandomi a casa, la mia casa. Si, proprio dentro di lei. Il miglior posto in cui potrei mai stare. Sorrido compiaciuto dal benessere che questa semplice creatura mi sta provocando nonostante non si stia muovendo.
Esco lentamente in lei per poi gettare il preservativo messo in precedenza per terra. Al suo risveglio Sophie non si ricorderà niente e quando dico niente significa niente. Sarà a mia completa disposizione e mi amerà come non avrà mai fatto prima e dimenticherà Andrea. Si, quel figlio di puttana non merita di essere ricordato da nessuno, neanche dalla bella e dolce Sophie. L'innocente ragazza che ruberebbe il cuore a tutti, anche al più mostro della società. Mi vesto velocemente infilando i miei jeans e mi diriggo al piano di sotto dopo aver poggiato le mie labbra sulla fronte della mia dolce principessa. La amo, ed è proprio per questo che mi ritrovo a fare certe cose, per amore si fa tutto dopo tutto e nonostante tutti. Nonostante il suo amore per Andrea io sono ancora qua, nonostante i mille dispiaceri, nonostante la mia gelosia, nonostante la sua innocenza,  nonostante noi. Siamo perfetti per state insieme e questo sbaglio lo rifarei mille volte pur di averla vicino a me. Perché è questo l'amore vero?
Esco da casa sua e scendo giu ler vedere se hanno portato la posta e magari per prendere un boccata di aria fresca che fa sempre bene. Il mio cuore batte forte, mentre l'aria manca dai miei polmoni. Vorrei vivere per lei, respirare per lei, ma sembra così difficile. È fottutamente difficile imparare ad amare e amarle fino alla fine dei tuoi giorni. Tutto può succedere, ma tu decidi di starle accanto fino alla fine. Fino a quando lei non ti rinnegherà, ma in quel momento saresti pronto ad afferrarla per non farla cadere. La terresti tra le tue braccia cullandola per farla addormentare e mebtre sorrideresti nel vederla fare sonni tranquilli.
Andrea
La vorrei vedere sorridere, vorrei che lei fosse felice con quel damerino del cazzo, ma non lo è. Lei non è felice, vuole solamente provare a fingere, ma sa che con me non ci riesce. Ed è in questi momenti che preferiresti nono conoscere così bene una persona da leggerle gli occhi. Quegli stessi occhi che mi hanno fatto innamorare e che mi hanno fatto vedere le pianure, i prati del mondo.
Vorrei che mi sorridesse ancora una volta, vorrei essere io la causa del sio sorriso, ma non posso. Vorrei sentire il rumore che provocano le sue voglie quando le svuota su di me. Vorrei liberare ogni battito che esplode per farle sentire quando è dolce il suo del suo amore, si perché lei mi ama. Vorrei cantare questo amore e farlo diventare eterno perché l'eternità è il tempo che ci appartiene.
Non è colpa di nessuno se la nostra strada si divide, a monte il problema sono stato io. Io e il destino abbiamo giocato contro di lei, contro di noi, contro i nostri sentimenti! Lo vedo nei suoi occhi, i suoi occhi mi parlano. Gridano tutto l'amore che c'è nel suo cuore, lo stesso contenuto nel mio. Ma a cosa serve stare in gioco se tanto ad ogni mossa sbaglio? Devo lasciarla in pace e farla vivere con quel pinguino so tutto io. Devo cercare la mia strada, la mia felicità e posso trovarla solo in...
Sophia, cazzo, lei occupa il cento per cento dei miei pensieri. Sono perfetto a sbagliare, ho ucciso il suo amore, ma devo riconquistarlo. Devo lasciare Elizabeth, si cazzo è questa la scelta giusta. Lei mi ama, ma non posso illudere in questo modo. L'unica donna che mi fa stare bene è Sophia, ho bisogno di lei, ho bisogno di sbagliare per il resto della mia vita con lei perché è l'unica donna che mi fa stare bene. Ho inziato a credere nei miracoli, perché lei è stato il primo in una serie di tanti. Inverto la rotta e mi diriggo verso casa di Sophia. Se ci fosse stata una pattuglia della polizia mi avrebbero sicuramente fatto una multa colossale, ma fortunatamente la fortuna è sempre dalla mia parte. In meno di dieci minuti mi ritrovo sotto il suo portone. Scendo dalla macchina ed entro non preoccupandomi di chiuderla, ovviamente a mio rischio e pericolo. Busso una volta, ma nessuno risponde. Forse starà dormendo, ma aspettate non è il tipo.
-Sophia?- busso e ribusso, ma nessuma risposta. Decido così di entrare forzando la porta che mi viene facilitata dal fatto che non era chiusa a chiave. Mi diriggo immediatamente nella sua stanza e la apro senza preoccuparmi di quello che potrebbe fare, ma lei non c'è. Il suono dell'acqua si fa sentire oltre la porta fino a quando non viene chiusa.
Dal bagno esce lei con i capelli tutti bagnati. È sempre bellissima, principalmente adesso con un semplice telo addosso. Ogni centimetro della sua pelle è scoperto ed è come se mi chiamasse. Come se volesse essere toccato. I miei pensieri vengono interotti dalla sua bellissima voce. Ma quella frase così semplice mi fa tremare, mi mette paura.
-Potrei sapere chi saresti tu?-

Green eyesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora