Capitolo 25 -Il cuore ricorda sempre-

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"Ricordati per sempre di me, perché le cose belle non si dimenticano  mai." (Green eyes -capitolo 25-)
Le sue parole mi colpiscono fino in fondo, mi uccidono, mi affondano.
-Come amore, sono io, Andrea.-
-Scusa ma non credo di conoscerti.- le sue parole fanno terribilmente male. È peggio di sentirsi dire che non mi ama.
-Se stai scherzando finiscila Sophie.-
-Posso scherzare mai su queste cose? Ripeto la domanda: chi sei?- la sua sincerità e la sua compostezza mi stanno iniziando a preoccupare.
-Amore mio ascolta...-
Sophie
Giuro che questo uomo non riesco a riconoscerlo ma nonostante ciò non riesco a capire perché il mio cuore batte forte.
-Amore mio ascolta...- inizia a pronunciare quelle parole, ma si blocca vedendo la mia fronte corrugata. Amore mio? Io non sono mica fidanzata con lui. L'uomo della mia vita è Alessandro, ne sono sicura,  è l'unico e attuale ragazzo che io abbia mai avuto. Io lo amo e lui ama me, sono certa che formeremo una famiglia e saremo felici per sempre.
-Cosa ti sta succedendo? Non ti riconosco più.- commenta triste, forse ricordando dei momenti che non esistono.
-Ascolta, mi sembri una brava persona, però se non te ne vai sarò costretta a chiamare la polizia.-
-Non lo faresti!-
-E perché no? Ripeto: per me sei uno sconosciuto e chi me lo dice che non mi vuoi fare del male?-
-Stai scherzando vero? Io non ti farei mai del male. Sei la cosa più bella che mi sia mai capitata.- quasi rido dalla sua battuta, ma sembra così serio. Perché nella mia mente provo un senso di vuoto? Un senso di smarrimento che non ho mai provato. Lo guardo attentamente socchiudendo gli occhi.
-Chi sei tu?-
-Sono Andrea, perché non ricordi e sai solo dell'esistenza di quell'idiota?-
-Io amo quell'idiota. Non dirgli tutte quelle parole, non se le merita.-
-Cosa?! Spero che la smetta tu di scherzare. Dio Soph ti ha quasi violentata.-
-Lui?! No, dimmi sei serio?- annuisce con la testa.
-Va via. O chiamo la polizia.-
-Soph finiscila- dice avvicinandosi sempre di più a me, ma ad ogni suo passo io indietreggio.
Perché a ogni nostro allontanamento sento una morsa allo stomaca? Perché il mio cuore vuole che mi ci butta addosso affondando in uno dei suoi abbracci? I miei pensieri bloccano il movimento delle mie gambe che sembrano non ubbidire più ai comandi mandati dal mio cervello. Lui nei approfitta per avvicinarsi sempre di più, fino a farmi toccare il muro. Un brivido percorre tutta la mia schiena quando mi blocca con le sue mani al muro e dopo il suo viso si avvicina al mio. I miei occhi si soffermano sulle sue labbra, Dio ha delle labbra meravigliose con le quali soffia sulle mie. È una sensazione...
Paradisiaca, così come la sua compagnia. Che cosa sto pensando. Ma nonostante mi voglia fermare sembra quasi impossibile. I miei pensieri si soffermano a lui, alle sue labbra, ai suoi occhi, al suo corpo.
-Sto per baciarti e non voglio che mi rinneghi.- tocca con il pollice il mio labbro inferiore e altri brividi di freddo percorrono la mia colonna vertebrale. Non ho il coraggio di fermarlo.
Quando chiudo gli occhi per lasciarmi andare tra le braccia dell'uomo apparentemente sconosciuto qualcuno apre la porta chiamando il mio nome.
Alessandro.
Mi sveglio subito dal mio stato di shock e guardo impaurita il ragazzo.
Lui dopo avermi guardato sbatte un pugno al muro e mi guarda con occhi pieni di disperazione.
-Che cosa è stato quel rumore?- chiede il mio ragazzo.
-N-niente, è caduta la sedia- dico affrettandomi nel gesticolare per fargli segno di nascondersi da qualche parte. Magari sotto il letto, o forse dentro l'armadio. Esegue subito i miei ordini per evitare problemi e si fionda per terra.
-Perché proprio sotto il letto?-
-E se ti dovessi vestire o dovesse scegliere lui i vestiti per te che cosa succederebbe?- in effetti il suo ragionamento non fa una piega.
-Ehi amore!- sussulto non appena entra nella mia camera. Mi volto preoccupata cercando qualche indizio che non gli permetta di capire che ero in compagnia.
-Cerchi qualcosa?- chiede. Merda devo mentire e io odio mentire.
-Mhm? Cosa? No, cioè si. Stavo cercando...- guardo attorno la stanza in cerca di un qualcosa quando vedo l'armadio che avevo lasciato in precedenza aperto.
-Un vestito, ma evidentemente non l'ho più preso- mi giustifico grattandomi la testa, gesto che faccio quando sono nervosa. Mi diriggo verso l'armadio e prendo un vestito a caso, uno con i fiori viola e lo sfondo bianco, bianco come le nuvole.
-Ti va di venire a fare colazione di la? Mhm?- dice baciandomi il collo e lasciando baci umidi su di esso. È così piacevola che mi sto lasciando trasportare. Non ne ho mai abbastanza dei suoi meravigliosi baci. Le sue mani cingono i miei fianchi massaggiandoli e facendo salire verso l'alto la maglietta che avevo indossato per la notte.
-Dai ti prego.- dico cercando di resistere e di respingerlo ricordando che nella stessa stanza si trova quell'uomo, ma le mie azioni sono in netto contrasto con ciò che penso. La mia testa si piega di lato automaticamente per fornirgli più spazio. Dei mugoli lasciano sia le mie che le sue labbra ed è una sensazione piacevolissima. Lo sento sorridere contro la mia pelle quando la vibrazione di un cellulare ci distrae. A malincuore lo prende portandolo all'orecchio, ma senza lasciare il contatto. 
-Mhm si, cazzo, aspetta- dice lasciando scivolare le mani via da e dirigendosi verso il balcone della cucina. Lo guardo ammaliata dal suo corpo ma un tossire mi fa risvegliare dai miei sogni.
-Puoi uscire, veloce ed esci. In questo momento è distratto, è fuori nel balcone.- dico incrociando le braccia al petto. 
-Sono Andrea comunque.- dice uscendo dalla mia camera. Io lo inseguo a piedi scalzi fino alla porta che viene aperta. Lo accompagno fino a li e nel momento che si gira gli sorrido. L'ascensore arriva al piano desiderato.
-Ciao Andrea.- dico sorridendo leggermente intimidita.
-Ciao Sophie.- dice anche lui sorridendomi. Un sorriso caldo che ti riscalda il cuore. Chiudo lentamente la porta, insieme ai miei occhi, appoggiandomici. La suoneria del mio telefono mi segnala l'arrivo di un messaggio che non esito ad aprire risvegliandomi ancora una volta dal mondo dei sogni.
"Ricordati per sempre di me, perché le cose belle non si dimenticano mai. A."

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