Capitolo 1 -Vecchi incontri-

3.8K 72 0
                                    

Esistono due modi per chiedere perdono: il primo, il più semplice, quello di chiedere scusa e il secondo, forse quello più complicato, dove chiedere scusa è solamente l'inizio. Tutti sbagliano nella vita e tutti sono pronti a chiedere perdono, ma siamo tutti capaci ad accettare delle scuse? Per perdonare bisogna prima dimenticare e lo sanno tutti che dimenticare è difficile.

Si può dimenticare una formula di matematica, ma non un errore talmente grave da averci rovinato la vita. Perché infondo noi umani siamo imperfetti, abbiamo bisogno di crescere, dai più piccoli ai più grandi. La vita è complicata, ma se non lottiamo non riusciremo mai a vincerla come si deve. Bisogna imparare ad amare. Io ho amato e ho sofferto e adesso sono qui la notte a piangermi addosso perché non riesco a dimenticare.

-Sofia? Sei vestita? Dai che è tardi!- urla mia madre dal piano di sotto. Sono figlia unica e ho ventidue anni. Prendo una mela di sfuggita ed esco di casa per andare al mio primi giorno di lavoro come commessa in un atelier famoso di abiti da sposa. È stato molto difficile trovare lavoro in un posto molto importante e ben pagato, ma io ci sono riuscita.

-Buongiorno, sono Sofia.-

-Ah, ciao Sofia, ben arrivata. Vieni ti presento il posto.- Annuisco e con la borsa ancora in mano seguo colei che dovrebbe essere la proprietaria del negozio.

Il negozio è molto grande e credo che sarà molto difficile abituarsi, ma io sono una ragazza forte e sicura, ce la posso fare! Ce la devo fare! È un bel lavoro e anche ben retribuito, devo riuscire a vincere la sofferenza.

-Sofia?- scrollo la testa eliminando tutti i miei pensieri.

In fondo è solo un lavoro, quì almeno non soffrirò. Sarò felice, si, e sarò determinata.

-Gli orari di apertura sono alle 8:30, ma tu devi essere quì alle 8:00 per sistemare il locale e pulirlo per quanto sia possibile. Il pomeriggio farai solo un'ora, poi sarà il turno di Stefania che verrà alle 17:00. Allontanati dal locale solo quando ci siamo io o lei, i vestiti sono molto costosi e un furto sarebbe una tragedia. Se dovesse capitare chiama subito la polizia. Bene sono sicura che sarai in grado di gestire questo negozio,; sei molto giovane e confido nel tuo buon senso del vestire. Sai è veramente stupendo quel...-

-Okay, okay, ho capito!- esclamo sorridendo e posizionando le mani in avanti e verso l'alto in segno di difesa. Lei sorride e butta un sospiro di frustazione.

-Scusami, è che a volte parlo molto, più del dovuto.- mi fa l'occhiolino. -Sono sicura che ti troverai bene qui. Adesso devo andare. Passerò a mezzogiorno per vedere come procede, poi ti darò il cambio per la pausa pranzo.- e così dicendo prende la borsa ed esce dall'entrata fadendo risuonare nell'aria il campanello che si trova proprio sopra il cornicione della porta in vetro. Poso la borsa dietro il bancone e mi siedo poggiando il mento sulla mano che si sorregge sul gomito aspettando il mio primo cliente della giornata.

Guardo fuori dal vetro immergendomi in quel traffico mattutino che non sembra cessare mai la mattina. Confusione su confusione, come nella mia vita. Sofferenza. Sono circondata da sofferenza e dolore. Stop. Niente di più, niente di meno.

Adesso bisogna cercare di andare avanti, di essere felice e sorridere.

Una lacrima inizia a scorrere lungo la mia guancia arrossata dal caldo, forse per la temperatura dell'atelier, o forse per il mio pensare troppo, per il mio nervosismo, ma l'unica cosa che so è che c'è troppo caldo. Troppo ricordi mi piombano addosso tutto d'un tratto e io non posso cadere ora che sono riuscita a rialzarmi, ma l'unico pensiero nella mia testa è sempre lui. Il mostro che ancora non sono riuscita a dimenticare.

È molto difficile dimenticare, ma bisogna provare e riprovare. Chissà se esistono alcuni trucchi per dimenticare le persone. Forse le persone si, ma i mostri mai. Quelli sono sempre dietro di te, pronti a farti cadere e a farti piangere facendoti ricordare i momenti più bui della tua esistenza. Perché è proprio questo che li alimentano: le nostre paure che non cessano mai di esistere. Non muoiono mai. Ma io giuro che sarò tanto forte da sopprimerle.

Green eyesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora