Capitolo 37 -Saremo il per sempre mai creduto-

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"Il rimpianto è solo una forma di giustificazione delle proprie azioni: finché siamo vivi possiamo modificare ogni momento il corso delle cose, ma i cambiamenti sono un sacrificio troppo grande per la maggior parte della gente.
Rassegnarsi a un'esistenza grigia e senza margine di rischio è spesso una prospettiva più allettante del provare a essere felici anche solo per una manciata di minuti.
Se c'è una cosa certa della vita è che prima o poi finisce.
Tanto vale tentare di saltare dal trampolino." (Federica Bosco -L'amore mi perseguita)
Siamo ormai da due giorni qui in Spagna io e Andrea, Andrea e io. Quando me lo sono ritrovato nella mia stanza non ci potevo credere. È stato un folle a venire qui a Barcellona solo per me, per farmi stare bene. Siamo accoccolati sul grande letto della nostra stanza che contividiamo. Non ci siamo toccati, ne sfiorati e il mio corpo brama il suo tocco. Da quando mi ha raggiunta sono convinta che lui è il vero amore, ma sono certa che mi nasconda qualche cosa anche se ancora non ho capito bene cosa. Sono intenzionata a farmelo dire, ma piano, piano. Non voglio mettergli pressione e farlo agitare.
-Sai, mi mancavano questi momenti così!- esclama Andrea accarezzando i miei capelli e aspirandone il profumo.
-Usi ancora lo stesso shampoo- continua poi. Si, ho sempre usato lo stesso shampoo, come fa a ricordarselo? Mi sento in colpa per non ricordare niente quando lui è un amore con me, sempre disponibile ad amarmi e ad accogliermi tra le sue braccia. Sempre disponibile a farmi ricordare ogni momento passato insieme. Per lui sono molto importate così come lui lo è per me.
-Amami ora come mai- pronuncio questa semplice frase lentamente e con il minimo indispensabile della mia voce.
-Sempre, ti amerò sempre e per sempre.- anche il suo tono di voce si è ridotto a un sussuro. Il più bel sussuro di tutta la mia vita.
-Voglio dimostrare a tutti che noi ci amiamo veramente!- sussurra contro il mio orecchio provocandomi brividi lungo tutta la mia schiena.
-Sempre e per sempre. Pronuncia quelle semplici parole sussurrandole al mio orecchio e provocandomi dei brividi lungo tutta schiena. Le migliori parole sussurrate in tutta la mia vita.
-Andrea ti devo confessare una cosa, però promettimi che non ti arrabbierai.- prevengo la bomba prima di fare scoppiare la guerra, o almeno ci provo. Sulla sua fronte si forma un cipiglio che soffio via con um bacio e una carezza sulla guancia. A quel gesto sembra rilassarsi o almeno ci prova. Mi armo di coraggio e inizio a parlare.
-So da cosa è stata causata questa mia "amnesia"- pronuncio quella breve frase con terrore e mimando le virgolette.
Il silenzio pervade la stanza. Ho paura che sia morto sul colpo.
-Andrea, ci sei?- sventolo la mano davanti i suoi occhi che sembrano persi nel vuoto.
Quando finalmente si risveglia dal suo torpore lo abbraccio. Ho paura di perderlo.
-Finalmente sei tornato da me!- esclamo stringendolo.
-Come potrei non tornarse? Io tornerò sempre da te anche quando non vorrai. Sei l'unico filo che mi ricollega alla vita.- le sue parole mi fanno commuovere facendo scendere una lacrima lungo le mie guance.
Andrea le bacia lentamente esitando sulla mia pelle.
-E allora? Che cosa hai scoperto?- mi chiede questa volta con un velo di curiosità misto alla paura. Mi perdo nei suoi occhi immaginando come sarebbe andare a vivere insieme a lui, svegliarsi con l'uomo che ami ogni mattina e provare quella sensazione di smarrimento quando non lo trovi al tuo fianco appena aperti gli occhi. Deglutisco prima di parlare.
-Sono stata da un medico.- dico tutto d'un fiato. I suoi occhi si fanno sempre più piccoli scrutandomi attentamente e ponendo l'attenzione necessaria per qualsiasi mio gesto. -E gli ho parlato.- parlo a tratti cercando di respirare a fondo.
-Parla chiara Sofia. Cosa ti ha detto il medico?- un nuovo velo di preoccupazione copre i suoi meravigliosi occhi.
-Qualcuno mi ha dato una sostanza. Una specie di droga dice lui che adesso non è più sul mercato. Quella persona che me l'ha sopramministrata deve aver pagata un'elevate somma di denaro a un altro dottore. Dice che questa droga fa perdere la memoria e che il mio cervello ha deciso di dimenticare solo il periodo più bello e più brutto di tutta la mia vita: quello vissuto con te.-
A queste parole Andrea smette di respirare per un breve istante fino a quando non lo tocco, non lo accarezzo.
Finalmente posa lo sguardo su di me ed è proprio in questo momento che ho paura. Paura di una sua possibile reazione.
-Chi è stato?- chiede drigrignando i denti. La preoccupazione lascia spazio alla rabbia.
Ho paura.
Abbasso lo sguardo e inizio ad osservare le mie unghia.
-Alessandro. - dico alla fine. Non ho il coraggio di alzare gli occhi verso di lui. Non mi meraviglierei se reagisse in malo modo.
Quando finalmente alzo lo sguardo mi stupisco di quello che ho appena visto. I nostri sguardi si uniscono in una dolce ricerca mentre le sue braccia avvolgono i miei fianchi.
In questo momento Andrea è un bambino che ha bisogno di essere difeso mentre le sue lacrime iniziano a bagnare la mia maglietta bianca ormai diventata trasparente. I suoi singhiozzi mi fanno soffrire di più rispetto la mia mancanza di memoria, rispetto a tutto quello che ci è successo in tutto questo periodo.
-Ssh. Non piangere.- sussurro contro il suo orecchio, ma al suono della mia voce, Andrea, continua a piangere ancora più forte. Gli accarezzo la schiena stringendolo forte a me come se fosse un bambino, il mio bambino che ha bisogno di amore e di essere coccolato. Il mio cuore si spezza in due ad ogni lacrima che versa sul mio collo.
-Guarda che cosa ci hanno fatto.- riesce a dire infine. -Guarda come ci hanno distrutti.- anche i miei occhi iniziano a piangere rigando il mio volto. -Guarda come soffriamo solo perché abbiamo deciso di amarci.- e ancora una volta mi sento una persona cattiva per non ricordare.
-Vorrei essere una stella per amarti da lontano. Solo così potremmo essere felici.-

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