Capitolo 6 -Batticuori improvvisi-

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Il mio cuore perde un battito.

-Che cosa ci fai qui?- chiedo ad Andrea che sta seduto comodamente sul mio letto. -Come sei riuscito ad entrare?-

-Sai, ho i miei trucchi!- esclama schiacciandomi un occhio che sembra essere una calamita che mi attrae a lui. Sospiro sedendomi sul letto accanto all'intruso.  Non so cosa pensare di questa situazione imbarazzante. Lui seduto sul mio letto e io accanto a lui che sfioro leggermente la sua pelle con dei piccoli movimenti improvvisi.

-Da quando ti ho rivisto non faccio altro che pensare a te.- sputa alla fine il rospo con un sospiro molto ansioso e nervoso. Aspettate, lui nervoso? E gli stanno pure sudando le mani! A un certo punto le mie unghia diventano improvvisamente interessanti.

-Perché sei nervosa?- mi chiede distogliendo per qualche minuto lo sguardo dal vuoto che fissava fino a pochi minuti fa per poi guardarmi. Scrollo le spalle non sapendo che cosa rispondere.

-Che cosa ci fai qui?- chiedo ancora una volta cercando di mantenere la calma. Il mio cuore inizia ad accellerare la sua corsa e giuro che avrei tanta voglia di baciarlo. Voglio sentirmi completa, unica, voglio sentirmi sua, ma non posso. Si alza dal letto lasciandolo vuoto come fece con me un anno fa e inizia a parlare.

-Avevo bisogno di parlarti. Giuro che avrei pensato di tutto, ma non che saresti, dopo un anno, ritornata nella mia vita.- parla con gli occhi chiusi come se soffrisse, ma io voglio vederli. Voglio riuscire a vedere le sue emozioni.

-Non sono io che sono andata via, ma tu mia hai cacciata. Io non sono mai voluta andare via dalla tua vita, io ti amavo.- Okay, lo ammetto, usare il passato quando avresti dovuto usare il presente fa male. È dura non dira la verità anche se si fa per non soffrire, ma così non soffrirò lo stesso?

-Ti sbagli. Io non ti ho cacciata via, ma...-

-Ma?- lo interrompo bruscamente. Non voglio sentire altre menzogne, voglio solo la verità. -Ma non ti amavo abbastanza.- dice di nuovo tutto d'un fiato.

-E se non mi amavi abbastanza ai tempi perché continui a pensare a me?- Non parla. Si limita ad abbassare gli occhi per guardare il pavimento, c'è qualcosa che non va. Arrivato a pochi centimetri dal mio corpo mi solleva dalle gambe tenendomi dalla schiena e adaggiandomi sul materasso. Si posiziona sopra di me poggiando la testa sul mio petto.

-Non essere agitata piccola. Sono sempre io. Non avere paura.-

-N-non è paura.- lo sento sorridere mentre bacia la mia pancia. Fa capovolgere la situazione e io mi ritrovo sopra di lui ascoltando altrettando il battito del suo cuore.

-Batte.- esclamo sorpresa. Lo sento ridacchiare.

-Certo che batte. Sarei morto sennó.-

-Forte. Volevo dire: batte forte.-

-Solo per te!- sussurra accarezzandomi i capelli, un gesto che sa che mi fa rilassare.

Rimango li immobile ad ascoltare il suo cuore che batte ad un ritmo costante. -Batte per te.- continua dopo minuti di silenzio e di pace. -Batte perché sa che è giusto. Batte solo con le persone giuste ed era da tanto che non batteva.-

-Un batticuore improvviso.- provo a fare una piccola battuta per alleggerire l'aria intorno a noi, ma a quanto pare non lo trova divertente. Arrossisco sotto il suo sguardo appoggiandomi al suo meraviglioso petto coperto da un semplice maglioncino.

-Sei sempre stata pessima nel fare battute.-

-Però ridevi.-

-Si, ridevo per vederti sorridere. Ridevo perché eri la causa del mio sorriso anche per una piccola sciocchezza, ridevo perché stavo bene, ridevo perché c'eri tu a regalarmi ogni momento magico.-

-E ora? Hai smesso di ridere?- Non voglio neanche sapere la sua risposta. Mi sta rivelando delle cose che non avrei voluto mai sentire dato il suo imminente matrimonio. Forse se non ci fossimo incontrati in quell'atelier, non staremmo ad ascoltare i nostri cuori battere. Non avrebbe mai detto tali frasi, frasi che mi fanno ancora battere forte il cuore. Io lo amo nonostante tutto e so che lui ama me ancora come una volta, perché l'amore vero non è destinato a finire e io so per certa che è lui l'amore della mia vita, il padre dei miei figli, il bastone della mia vecchiaia e non c'è niente di più bello delle certezze che si hanno nella vita. Ho poche certezze, se non nessuna, ma ehi, avete presente quando senti che qualcosa può finire più o meno bene? Io mi sento così, anche se non riesco a credere alla positività del mio cuore. L'orgoglio è sempre stato al primo posto e forse li rimarrà. Non voglio credere che tutto andrà per il meglio e Andrea tornerà da me. Il mio cervello lo nega, ma dentro di me, lo so, so che succederà di certo qualcosa. Le farfalle che ho nello stomaco lo dimostrano, ma forse si stanno solo ribellando perché sono stanche di volare ogni volta che sentono il suo profumo. Vogliono ricominciare a vivere, ma come possono fare? Forse dovrei iniziare a dimenticarlo partendo dalla testa e solo così il cuore deciderà a prendere la giusta via.

-A cosa pensi?- mi chiede alzandosi sui gomiti e guardandomi serio in faccia. -Ho detto qualcosa che non va?- chiede preoccupato. Come posso rinunciare ad un uomo così protettivo che si accorge che non sto bene dal mio silenzio?

-S-sto bene.- sussurro poggiando la mia guancia destra sul suo petto muscoloso.

-Non mentire con me.-

-N-non sto mentendo.-

-Ah no? E come mai stai togliendo le pellicine dalle unghia?-

-Perché... perché mi va.- rispondo quasi decisa. Non posso permettermi di cadere proprio adesso.

-Piccola lo so che stai male, non ti nascondere da me.- come posso riuscire a negare questi sentimenti se subito capisce cosa mi succede? Non posso nasconderli, li troverebbe subito e sentirsi la responsabile di un matrimonio rovinato è bruttissimo. No, non voglio. Devo resistere e tenere a bada il mio cuore.

-Sei la ragazza più forte che conosca.- dice chiudendo gli occhi prima di abbandonarsi a un lungo sonno. Rimango li a guardarlo incredula sulle sue parole. Non può averle dette veramente.

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