Capitolo 26 -Perché non ti ricordi di me?-

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" La mente cade il cuore nega le regole di questo gioco che nessuno sa cos'è e non c'è pioggia che ti lavi via da me" -Ciao come stai (Dear Jack)-
   
Quel messaggio mi fa venire ancora una volta il batticuore, ma non capisco il perché. Decido di rispondere al suo messaggio dubbiosa su come ha potuto contattarmi.
"Te l'ho detto: noi due ci conosciamo. Non capisco come tu abbia potuto dimenticarlo. Sei per caso caduta?"
"No, ma non ricordo di persone come te."
"Te lo ripeto: le cose belle non si dimenticano. Tu non mi dimenticherai mai."
"Non esserne così sicuro"
"Oh, si piccola, è una delle poche certezze che ho nella vita."
"E dimmi, come ci saremmo conosciuti?"
Andrea
Sono nell'ennesimo e fottutissimo bar a bere chissà quale sostanza tossica per me.
-Dammene un altro-  grido alla barista sexy. Lei si volta per svuotare l'ultimo goccio della bottiglia rimasto nel mio bicchierino appoggiandosi nel frattempo sul bancone.
Okay devo ammetterlo: a due tette meravigliose, forse rifatte, ma pur sempre meravigliose.  Sbatte quelle ciglie che grossomodo potrebbero essere di un cinque centimetri. Dio è così rifatta questa donna. Forse c'è più plastoca che cervello e queste sono le migliori a letto penso tra me e me. Faccio uno di quei sorrisi sexy e seducenti che mi portano ad abbassare lo sguardo sul suo reggiseno in pizzo ricamato. Il pantalone immediatamente si fa stretto e li sotto mi sento soffocare.
-Che ne dici se ci prendiamo una camera tutta per noi?- propongo inarcando un soppracciglio.
-Finisco di lavorare e arrivo piccolo.- amo le donne che fanno le seducenti, le sexy perché non lo fanno per atteggiarsi, ma perché lo sono.
I suoi capelli biondi svolazzano per tutto il locale in una crocchia attaccata in una coda di cavallo mentre muove il suo meraviglioso sedere da una parte all'altra. Rimango ammaliato da quella meravigliosa creatura che sarà ancora più perfetta quando la farò mia. Mia e solo mia. Dio verrei ogni giorno in questo bar solo per lei. Più o meno avrà venticinque anni, ma dato l'eccesso di trucco che usa sembra anche più vecchia. Ha colorato le sue palpebre con una linea spessa di eyeliner nero e le sue labbra sono di un rosso accesso. Credo che tra una pausa e l'altra lo ripassa per fare desiderare sempre di più le sue labbra.
-Ehi amico, ti serve qualcosa o hai intenzione di continuare a guardare il culo della mia collega?- mi volto nella direzione dalla quale proviene la voce. Corrugo la fronte sfidando l'uomo con un po di barba con gli occhi. Sembra tosto, non molla e non si fa intimorire, quasi, quasi mi piace.
-Okay, io ho finito il mio turno. Possiamo andare.-
-Amelia vai col primo che capita?  Come sempre dopotutto non è vero?-  la ragazza che a quanto pare si chiama Amelia si volta verso il massiccio rompipalle e gli rivolge il dito medio. Mhm veramente educata. Come piace a me. Lei si ferma davanti a me bloccandomi per la mano. Si avvicina al mio orecchio e sussurra vicino ad esso leccandolo.
-Andiamo in bagno.- mhm sesso in bagno. Ancora non l'ho provato, ma sembra eccitata. Principalmente con una donna come lei. Le sorrido cercando di nascondere il piacere di vivere una certa situazione e la seguo facendomi guidare e condurre dalle nostre mani legate. Come vorrei che le sue mani mi toccassero, o meglio, toccassero il mio amichetto, ma prima di portami piacere con il suo semplice tocco voglio soddisfare i miei bisogni.
-E allora sembri una porcellina, eh?! Sesso in bagno. Chi lo avrebbe mai detto?-
-C'è sempre una prima volta no?!- domanda retoricamente iniziando a baciarmi e ad invadere la mia bocca con la sua lingua.
L'odoro di Tequila si espande in tutta la bocca fino a raggiungere la bocca del mio stomaco. Brucia. Avrà pure fumato, ma il suo odore, nonostante il miscuglio è paradisiaco.
-Baci bene sai?- dice iniziando a toccare, come desiderato qualche minuto fa, il mio amichetto intimo e in questo momento inizio a sorridere contro le sue labbra. La sua bocca è morbida al contatto con la mia e queste meraviglie che si muovono contro il mio collo sanno di ciliegia.
-Il rossetto sulle tue labbra sa di... mhm... si... di ciliegia.-
-Ssh. Non parlare e rilassati baby.- oh certo che ci può contare.
-Quasi, quasi vengo a farti visita ogni giorno.-
-Ah si? Bhe sappi che tutte le mie porte ti daranno il benvenuto e saranno sempre aperte per te.- okay, quindi  mi ha detto chiaramente "vieni che ti aspetto con le gambe aperte." Mi raccomando, voi siete testimoni. Nessun atto di violenza, solo inviti.
-Ehi bellezza, non ti trattenere?-
-Mhm... con uno stallone come te? Mai!- sembra decisa. Speriamo bene.
-Aspetta.- dice poggiando una mano sul mio petto. Successivamente va in bagno forse a fare la pipi, ma quando torna la vedo con un frustino in mano.
-Dove lo nascondevi?-
-È un segreto- dice mentre lo sbatte per terra. Mhm... sesso violento. Mi alletta molto. Posa la frusta per terra e mi sorride prendendo le mie mani e legandole.
-Che cosa stai facendo?-
-Ssh. Lascia fare a me.- dice per poi abbassarsi e slacciare la mia cintura dei pantaloni. Il mio membro si fa subito duro al suo contatto. Il suo respiro mi accarezza come neve sul prato. È freddo, gelido. Di certo non vorrei avere questo tipo di contatto. Inizia ad accarezzare il mio membro fino a quando non lo mette in bocca. Mi eccito subito, ma duro un quarto d'ora fino a quando non vengo nella sua bocca. Le mani mi fanno male dato lo sfrego con la corda ma non mi importa. A un certo punto il mio telefono inizia a vibrare nella tasca dei pantaloni, così mi abbasso per prenderlo nonostante abbia le mani legate.
-Si pronto? Ehi ciao Mikael dimmi.-
-Scusami un attimo- dico mentre mi rialzo i pantaloni e mi diriggo fuori dal bagno.
-Che cazzo dici? Amico ma tu sei fuori. Si sto arrivando.- dico entrando dentro una macchina. La mia macchina, ma al suo interno non trovo chi desideravo. O meglio, cavolo, doveva essere vuota.
-E tu saresti?- la ragazza continua a piangere nonostante la presenza di uno sconosciuto. Certo che è proprio strana.
-Mi chiamo Sophie.- Quando le sue labbra inziano a muoversi pronunciando il suo nome il mip cuore perde un battito. Lei è diversa. Non come quella barista. Semplicemente diversa.
-Sai Sophie...- rido al pensiero di ciò che le sto per dire. -...questa è la mia macchina.- lei corruga le sopracciglia guardandomi male. Poi si guarda intorno e riporta il suo sguardo su di me.
-No, questa è la macchina della mia migliore amica. O meglio del suo fidanzato.-
-Non dire assurdità!- inzio a ridere fino a quando, guardandomi intorno, noto che la ragazza al mio fianco ha veramente ragione.
-Cristo scusa. Pensavo... voglio dire è uguale.- lei sogghigna. Bhe almeno l'ho fatta ridere. E che risata. Nostra i suoo denti perfettamente bianchi, così bianchi che sembra quasi che ci sia una lampadina all'interno della macchina.
-Non fa niente.- dice poo sorridendo. E proprio in questo momento il mio mondo ha smesso di girare. I suoi occhi sono verdi e il verde è il mio colore preferito. È diversa.
-Perché stavi piangendo?- chiedo alla ragazza che mi ritrovo accanto. Lei scrolla le spalle rivolgendo lo sguardo fuori dal finestrino nella vana speranza di riuscire a contenere le lacrime, ma non è così. Esse scivolano come se ci fosse qualcosa che le spingesse a scendere verso il basso. No, non è la forza di gravità. È qualcosa di ben più potente. Le sue emozioni le scivolano via da quegli smeraldi come pioggia d'inverno. Ogni lacrima piena di ricordi.
-Stai bene?-
-S-si, non ti preoccupare...- lascia la frase in sospeso non sapendo il mio nome e rido davanti a quella innocenza.
-Andrea. Mi chiamo Andrea.- dico sorridendole e potrei giurare che abbia ricambiato il mio sguardo, il mio sorriso. Nonostante tutto. -Ti va di andare a fare una passeggiata?- le chiedo poi dimenticando anche i problemi del mio amico. Lei mi guarda stranita, come se fossi un alieno e io inizio a ridere a più non posso buttando la testa all'indietro.
-Stai tranquilla, non ti voglio fare del male ahaha. Voglio solamente starti accanto.- Sophie scende dalla macchina silenziosamente chiudendo il portone, nel frattempo rimane ferma con le mani incrociate aspettando che io scenda dalla macchina. Certo che è veramente una bella ragazza.
-E allora? Parli o il gatto ti ha mangiato la lingua?-
-Non credo che potrei fidarmi di uno sconosciuto.-
-Ma intanto stai passeggiando con questo sconosciuto.- la canzono facendole l'occhiolino al quale lei arrossisce immediatamente abbassando lo sguardo imbarazzata.
-Già...- commenta stringendosi tra se stessa con le braccia. È così dolce. È diversa. È perfetta anche tra le lacrime. Prendo la mia giacca che sfilo dalle mie braccia e l'appoggio su di lei per fare in modo che non prenda altro freddo.
-Sono stata appena mollata da un ragazzo.- alla fine parla. -Neanche lo amavo e non per questo sto piangendo. Sai, sono patetica perché fino a stamattina avevo intenzione di lasciarlo io, ma il pensiero che sia stato lui a farlo mi spiazza. Mi fa male. Mi distrugge. Cosa non gli ho dato per farmi lasciare?-
-Perché ti ha lasciata?- chiedo dopo qualche minuto di silenzio. Lei nel frattempo prende una bella boccata d'aria.
-Non... non gli ho dato proprio tutto di me. Non mi fidavo. Non lo amavo. Era come un'abitudine. Un'abitudine che a un certo punto mi ha messo paura. Molte volte ha provato a portarmi a letto, ma non ci è riuscito. Ha anche detto che mi avrebbe aspettata. Ma i suoi bisogni mi ha detto che venivano prima di me. Non poteva più sostenere questa situazione. Quando mi ha lasciata ero sollevata per un verso perché mi ha tolto "l'onore" di essere io, però poi quando ha chiuso la porta di casa mia lasciando la stanza vuota e nel silenzio... sono crollata e ho iniziato a piangere senza mai smettere. È stato li che ho realizzato che nella mia vita sono sola. Eccetto Emma, certo, ma sono lo stesso sola.-  l'abbraccio a me e lei ricambia, forse per sentirsi protetta, oppure per il motivo di non sentirsi sola, ma lo fa  e gliene sono immensamente grato.
Questo abbraccio fa sentire meglio anche me. Perché a volte uno sconosciuto ti sa comprendere meglio di un parente. Ma solo grazie al suo abbraccio e alla sua storia, grazie alle sue parole realizzo che anche io in realtà sono da solo. Solo. Solo. Solo. Sono circondato da coglioni che reputo miei amici ma nel momento del bisogno il mio unico amico è l'alcool, non loro.
Ed è qui che realizzo che la mia vita è una merda.
-Ssh. Stai tranquilla.- le bacio i capelli lunghi che con il vento volano da tutte le parti. E proprio grazie al vento il suo profumo di vaniglia accarezza le mie narici. Indossa un jeans stretto che le fascia il sedere alla perfezione e un semplice maglione lungo. Leggero.
-Non lo amavi.- lei alza la testa per guardarmi per poi scrollare la testa.
-Perché?-
-Te l'ho detto. Era l'abitudine. Ci conosciamo da quando io ho memoria e mi è stato sempre vicino nei momenti difficili. Non mi ha mai abbandonata e durante l'università mi ha sostenuta. Ha sempre detto che io sono uno di quegli amori che non si trovano facilmente, ma ciò non gli ha permesso di lasciarmi. Riguardo a me non so che dirti. Stavo bene con lui, ma mi mancava qualcosa. Mi mancavano le farfalle nello stomaco quando mi baciava. Mi mancava una persona da amare. Gli volevo bene. Ma niente di più. Quando mi toccava non riuscivo a concedermi a lui. Non volevo regalargli il mio corpo e ho fatto bene perché se non era per questo motivo mi avrebbe lasciato per un altro.- annuisco con la testa. Come si può lasciare una ragazza del genere? Deve essere proprio una testa di cazzo.
-E tu?-
-Io cosa?-
-Perché è come se ti conoscessi da sempre?-
Ecco come ci siamo conosciuti.
-Dovevo essere proprio patetica ahahaha-
-No, eri adorabile. Sei adorabile.- sghignazza dall'altro capo del telefono.
-Sai, ti ho amato e son sicuro che non smetterò di farlo perché il nostro destino è scritto. Sarà solo diverso, strano ma in fondo quale coppia è perfetta? Non scapperaia via da me Soph. La mente crolla e il cuore nega le regole. Al cuore non si comanda,  sappilo. Tornerai prima o poi da me perché tu sai che mi ami anche inconsciamente. Ti amo piccola. Adesso devo scappare-
-Ciao.-
-Ciao.-
-Ti amo.-
E sentirlo pronunciare dalle sue labbra è sempre la fine del mondo.
Niente è per sempre, ma il nostro amore si.

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