Capitolo 22 -Labbra sfiorate-

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Sofia

Finalmente gli ho confessato tutto ciò che provavo ogni volta che lo vedevo, tutto ciò che è per me.

-Sei fantastica lo sai?- come può dirmi dopo questa dichiarazioni tali parole?

-Dopo tutto quello che ti ho fatto continui a tenere a me, continui a rincorrermi senza mai stancarti.-

-Forse sono nata per questo.- sussurro. -Per rincorrerti.- faccio un piccolo sorriso iniziando ad osservare le mie scarpe.

Ehi aspetta. Non ricordavo di avere quattro paia di piedi. Alzo lo sguardo e Andrea è a qualche centimetro da me. I nostri respiri sono molto vicini, così come i nostri cuori. Poggia una mano sul mio fianco attirandomi a se. Dopo tanto tempo provo ancora quella sensazione.

Basta un solo centimetro e le nostre labbra si sfiorano. Basta un solo accorciamento di distanza, una distanza che svanisce nel momento in cui Andrea si sporge in avanti per appoggiare le sue labbra sulle mie.

Un senso di elettricità pervade il mio corpo. Brividi di freddo si espandono lungo la mia schiena.

Perché sto reagendo così? Non mi ha neanche baciata nel vero senso della parola, ha semplicemente sfiorato le mie labbra. Ma quello sfioramento, Dio, mi ha mandato in estasi. Ha fatto risvegliare le farfalle che tenevo nascoste dentro un cassetto del mio stomaco. Quando apro gli occhi Andrea li ha ancora chiusi, ma mi mostra quegli occhi color cioccolato dopo meno di un secondo.

-Perché quando ti guardo mi trasmetti un senso di pace?- mi chiede dopo istanti di silenzio. Come può essere così dolce questo uomo e allo stesso tempo cosi dolce?

-Andrea.- dico chiudendo nuovamente gli occhi. -Lo sai che quello che abbiamo fatto è sbagliato?-

-È sbagliato amarsi?- mi chiede. Lui sa che a questa domanda non so rispondere, ma nonostante ciò me la pone lo stesso. Sa che la mia risposta sarà a favore nostro se non rispondo.

-Sei insopportabile.- gli dico iniziando a ridere per il nervosismo.

-Tu ami questa persona insopportabile. Ami quando questa persona insopportabile ti tocca. Proprio come sto facendo adesso. Ami avere i brividi sulla pelle ogni volta che ti sfioro.- e si, era completamente vero. Amo tutto questo. Amo quando siamo un unica cosa. Amo quando mi guarda con quegli occhi capendomi.

-Basta Andrea. Chiudiamo questo capitolo. Inizia un altro libro con Elizabeth.- dico staccandomi da lui. Il moro mi guarda deluso e lo sono anche io da questa mancanza di contatto, ma è la cosa giusta da fare.

-Ti vado a prendere le coperte.- dice infine scomparendo nella sua stanza da letto. Mi guardo intorno osservando l'appartamento in cui mi trovo. È molto bello e abbastanza grande per fare in modo che ci viva una famiglia di cinque persone. Credo che abbiano scelto bene, o meglio, architettato, il loro futuro. In fondo cosa c'era da aspettarsi da un tipo come Elizabeth? Perfetta e ordinata in qualsiasi contesto. Preventiva oserei pure dire.

-Ecco a te!- esclama quasi tirandomi le coperte addosso. Sembra stressato, o per meglio dire infastidito dalla mia presenza. Si, credo che infastidito sia il termine più corretto per rappresentare un uomo nel suo stesso stato d'animo.

-Grazie.- sussurro. La mia voce, quella semplice parola, quel semplice suono, credo che non sia arrivato neanche alle mie orecchie. È stato qualcosa di impercettibile, qualcosa che, rapportato a un altro contesto, si sarebbe potuto definire come dolce. Perché non può comportarsi così il cento per cento delle volte? Perché devr sempre rovinare tutto con la sua stronzaggine? Io lo so, lo so che lui ha un cuore. Un cuore che mi ha donato per quasi un anno, ma che ora non ho più. Ma lui avrà sempre una parte di me, un parte che dovrei cercare di riprendermi. Lo osservo mentre se ne va via dal salotto. Elizabeth è già uscita dal bagno e sarà sicuramente già coricata mentre aspetta il suo uomo che torni a letto ignara di tutto quello che è appena successo tra di noi. Non merita questo tradimento quella donna, così come nessun'altra. Il mio cellulare inizia a vibrare. Cielo se è lui giuro che...! Lo prendo e mi cade dalla mano quando noto il nome di Alessandro comparire sulla facciata della chiamata in arrivo. Come si permette di chiamarmi dopo tutto quello che ha fatto? È un vigliacco. Mi sarei aspetta che mi sarebbe venuto in contro, invece mi ha lasciata scappare via nella notte gelida. E io che lo definivo un vero uomo. In realtà è un bambino vizziato che ha paura di affrontare le azioni che lui stesso ha compiuto.

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