Capitolo 13 -Scoperte-

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Il silenzio pervade la stanza. In sostanza e leggendo tra le righe, Alessandro ha appena ammesso che gli piaccio, ma come può essere possibile dopo solo tre giorni al massimo quattro di conoscenza? Io lo vedevo come un amico, perché in fondo siamo proprio questo. Solamente degli amici che condividono lo stesso lavoro, quindi qualcosa in più dall'essere amici c'è; ma l'essere colleghi è l'unica cosa. Come si possono nutrire certi sentimenti in così poco tempo? Insomma io ho ammesso questo nei confronti di Andrea, dopo quattro mesi e lui se ne esce con queste frasi veramente toccanti dopo neanche una settimana? Ingoio la saliva che si è appena formata dentro la mia bocca e lo guardo fisso negli occhi, in quelle pozze in cui potresti sprofondare o con cui ti potrebbero ipnotizzare. In fondo è un ragazzo dolce, ma non il mio tipo. Cielo, che assurdità, perché sto pensando certe cose? Io dovrei pensare solo ad Andrea. No, neanche, non dovrei pensare a nessuno, il mio posto è da sola. Vivrò la mia vita da single e da vecchia zitella inacidita con quindici gatti che zampettano per la casa e andrò ai matrimoni dei miei amici o a quello di Emma con un fular e una gonna che arriva fino ai piedi. Farò sicuramente puzza di chiuso; il mio destino è segnato. L'ho segnato nel momento in cui ho lasciato Andrea, l'ho segnato nel momento in cui chi si sarebbe dovuto prendere cura di me è uscito dalla porta di casa mia dicendomi addio per sempre, una promessa che però non è stata mantenuta perché lui adesso è di nuovo qua ad alimentare una rissa con un ragazzo che non conosce e che alla fine non conosco neanche io. I suoi occhi sono impressi nei miei chiedendomi di parlare, ma la parola è svanita nel momento in cui ha pronunciato quelle frasi e con essa se ne è andato anche il mio buonsenso. Come posso piacere a un ragazzo come lui? In fondo siamo due opposti, neanche abbiamo avuto tempo di conoscerci, di frequentarci. Sarà uno di quei casi di amore a prima vista? Ma che assurdità, il mio unico amore è Andrea e nessun altro. Alessandro è alto, bello, muscoloso e io magra, debole e difettosa. Potrebbe sembrare il principe perfetto, quello che ti darebbe un lieto fine da fiaba che ti farebbe ridere nonostante non tu non abbia voglia di vivere, ma non è il mio lui. È esistita una sola persona nel mio cuore che lo possiederà per sempre e quel lui si chiama Andrea, anche se alla fine ha deciso di distruggermi. Ma non importa, non è chissà che, ormai ho imparato a convivere con il dolore, ormai è diventato una parte di me e non c'è più modo che vada via. La mia distruzione ha avuto inizio un anno fa e non c'è modo di terminarla. Tutti i pezzi ormai sono sparsi per il mondo e il vento li ha nascosti negli angoli più improbabili impedendo meno probabile la loro ricomposizione.

-Dammi una risposta.- sussurra al mio orecchio procurandomi brividi lungo tutto il corpo. Che cosa mi sta succedendo? Io questi brividi dovrei provarli solo con una persona e se non è lui, io, non voglio provarli. Mi fanno quasi paura. È come se fossero una nuova cosa per me. Ho paura dello sconosciuto. E se mi dovessi innamorare di Alessandro? Come farei a gestire tale situazione? Sarei impreparata a una nuova sofferenza e per il momento non voglio nessuno al mio fianco. China la testa nascondendola nell'incavo del mio collo e iniziando a lasciare teneri e umidi baci. -Io potrei fartelo dimenticare.- continua sorridendo sulla mia pelle. A quella sensazione ormai nuova per me inclino la testa lasciandogli un maggiore accesso per baciarmi. Ma cosa ti succede Sofia? Non lo avevi mai fatto prima d'ora, ma questa situazione è quasi... come dire, paradisiaca. Nuove sensazione pervadono il mio corpo traditore. -Il tuo corpo reagisce magnificamente quando ti tocco.- sembra fiero di ciò che sta facendo, della sua opera di distruzione, si, sta distruggendo quel poco di buon senso che mi era rimasto portandomi ad "inginocchiarmi" davanti a lui. -Il tuo corpo ti sta tradendo.- in questo momento sembra un maniaco, pazzo e squilibrato che non ha mai visto una donna. Sembra un uomo in astinenza da parecchi anni, ma mi rifiuto a credere tali mie opinioni insensate e senza alcuna fondazione.

-B-basta- finalmente riesco pronunciare queste deboli parole, ma il mio corpo afferma l'opposto delle mie parole incitando l'uomo davanti a me a continuare nonostante la mia testa e il mio cuore non vogliono. Quando finalmente crede di averne abbastanza si stacca accarezzandomi i capelli e facendomi capire con gli occhi quanto sia importante che io rimanga nella sua vita. Quasi, quasi mi fa tenerezza, ma una tenerezza nei confronti di un amico, niente di più. Vorrei gridargli di lasciarmi andare, ma sono paralizzata davanti al muro. Un po per paura, un po perché lui è schiacciato contro il mio corpo, un po per codardia. Si, codardia, sono una codarda di prima categoria che non sa che cosa vuole dalla vita, o meglio una cosa la sa cosa vuole, ma dato che non può averla deve rinunciarvi e cambiare desiderio. Ma fino alla fine dei miei giorni sarà lui l'unico mio desiderio.

-Ti scongiuro, spostati.-

-E perché? Per lasciarti scappare da me?-

-Ma io non sono tua. Ti prego Alessandro. Sono distrutta in questo momento,  non ho bisogno...-

-Di un uomo che ti protegga?- avevo bisogno di qualcuno che mi proteggesse da tutto quel male, un male che sto vivendo in questo momento. Sarei tentata di farlo rimanere nella mia vita, ma non posso! La sofferenza è più forte dello stare bene, forse è bello stare male per me e ciò conferma la mia teoria che sono un alieno sceso sulla terra per autodistruggermi.

-Ho bisogno di una figura femminile al mio fianco. Ho bisogno che qualcuno mi ami, che mi sorrida la mattina appena sveglio. Ho bisogno di abbracciare una ragazza la sera dicendole all'orecchio che io ci sono e che non l'abbandonerei mai e credo che quella ragazza possa essere tu. Non mi interessa se sei innamorata di un idiota, io te lo potrei fare dimenticare. Tu mi fai stare bene e ho bisogno di essere una persona migliore grazie a te.-

-Ho-ho paura.-

-Paura di che?-

-Di non essere la persona che ero.- ed era vero. Avevo paura di non riuscire più a tornare ad essere la ragazza che ero prima, avevo paura di non tornare come prima. Avevo paura di ricominciare ad amare. La mia vita ormai è finita e non riesco più a resuscitare. Come si fa? Qualche consiglio? Devo riuscire a sopravvivere a tale tortura, a tale sofferenza.

-Ci conosciamo da troppo poco tempo. Non puoi dire queste cose dopo così poco, non sarebbe corretto nei confronti di nessuno dei due, principalmente per te perché ti illuderai. Non voglio che tu soffra, ci rimarrei male se ti dovessi illudere.-

-Tu non mi illuderai mai perché tu sei speciale. Tu sei tu e non riusciresti mai a farmi del male. Me ne fai standomi lontana.-

-Ma come puoi provare tutto quello per me dopo tutto quello che è successo?-

-Ti voglio.- sussurra con pochissima fiato, lo stesso fiato che ha tolto a me.

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